Presi la valigia e mi affrettai a trovare il mio posto.
Lessi sul biglietto la mia sistemazione e percorsi un lungo corridoio prima di raggiungerla.
Posai la valigia nell'apposito scompartimento,mi sedetti e appoggiai cuffiette e cellulare sul tavolo davanti me.
Mi guardai attorno e collegai le cuffie al cellulare,portandole alle orecchie.
Aprì la compilation creata apposta per il viaggio pre-concerto, e feci partire una canzone a caso.
Iniziò One Time.
L'inizio di tutto,l'inizio del mio sogno e l'inizio della nostra grande famiglia.
Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dalla canzone.
"Your world is my world.
And my fight is your fight.
My breath is your breath
And your heart and now I have got mine"
Una lacrima rigò il mio volto e sorrisi.
Justin era il mio mondo. Le sue canzoni mi hanno aiutato con la separazione dei miei, con le difficoltà a scuola e tra amici,e la sua voce mi faceva sorridere,cosa non facile.
Sono sempre stata una ragazza difficile; una di quelle che odia le pretese e l'egoismo ma che infondo cerca solo un paio di braccia nelle quali sentirsi al sicuro. Chiedo troppo?
Justin riusciva a proteggermi con una sua canzone. Il nostro era un rapporto indistruttibile.
Subito dopo iniziò Be Alright,una delle mie canzoni preferite.
"Everything is gonna be alright." Dice Justin.
E aveva ragione. Fra poco tutto sarebbe migliorato.
Io e lui a pochi metri di distanza. E in quel momento sarei stata sicura di tutto.
Sarei stata sicura che tutto ha senso,e che vale lottare per i propri sogni.
Guardate me; nata da una famiglia mediocre, ho lavorato per mesi come cameriera a tempo pieno per guadagnare 300 € incluso viaggio andata e ritorno e alloggio.
Considerate che ho solo 16 anni.
Ho imparato a cavarmela da sola,e credetemi,è più dura di quanto possiate immaginare.
Ma Justin mi ha sempre dato la forza.
La mai vita era piena grazie a lui. Era la persona più importante per me, e di questo ne andavo fiera.
Le tre ore e mezza passarono velocemente e inizia a prepararmi per scendere.
Presi la valigia e mi diressi verso lo sportello che si stava aprendo
Scesi dal treno ed uscì dalla stazione. Posai le valigie affianco a me e guardai l'orizzonte.
Era mozzafiato.
New York era indescrivibile.
Presi la cartina, e cercai il mio hotel.
897 S.paul street,900 metri più avanti.
Presi tutto e mi incamminai.