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Autore: kymyit    16/04/2013    1 recensioni
Però c’è una cosa di cui sono sicuro: i suoi occhi erano lucidi, lucidi ancor prima di piangere calde lacrime di piacere.
-Possiamo rivederci?- gli domandai la mattina dopo, mentre si rivestiva di soppiatto, credeva che dormissi, ma ho visto la sua fragile schiena molto chiaramente e non dimenticherò mai le ali di quell’angelo strappate dalle cicatrici.
-Mi spiace.- mi disse raccogliendo la sua borsa. In quel momento mi chiesi cosa ci fosse lì dentro.
Ora lo so.
Ora lo so, perché i suoi occhi lucidi mi sbattono in faccia una realtà che credevo molto diversa. In realtà per me queste cose valevano alla stregua di favole porno per adulti. Semplicemente un mondo a luci rosse che sa di lussurioso consenziente, delizioso peccato.
Adesso so che ero solo uno scoglio di carne per il suo corpo naufrago, quella sera. E non so se odiarlo, perché, ironia della sorte, ero io a non volerlo lasciare andare.
Note: L'avvertimento è da intendere in maniera moooooooolto soft, infatti ci sono solo accenni, ma dovevo metterlo per sicurezza.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Nick Autore: kymyit
Titolo: Il mio angelo di cristallo
Genere: hurt/comfort, angst, introspettivo (suggerimenti?)
Rating: giallo
Avvertimenti: niente di particolare, accenni al s&m ma moooolto soft.
Canzone utilizzata: Mein Engel aus Kristall (c'è la traduzione in eng fra i commenti al video)
Disclaimer/Credits: non ho ben capito di chi sia la canzone, ma certo non è mia XD
Eventuali Note dell'Autore: Questa fic partecipa alla Challenge: Spunti... Musicali, indetta da  Aborted_666.








Il mio angelo di cristallo





Quando lo conobbi, festeggiavano la rapida ascesa della squadra.
Festeggiavano me, un signor nessuno in una squadretta di serie b in rapida ascesa. Ero l’uomo di ferro, il lineman insuperabile, la rivelazione dell’anno. Ero trattato come un dio da tanti sconosciuti quella sera e tutto quello sfarzo, tutto quell’alcool, tutte quelle ragazze mi avevano dato alla testa.
Lui lavorava, scoprì in seguito, avrebbe dovuto, ma quella sera credetti davvero che mi desiderasse, credetti davvero di essere stato scelto fra tanti come il protagonista di quella strana esperienza.
Mi afferrò per il braccio e mi condusse al piano di sopra. Si strinse a me, sembrava non volermi far fuggire, invece era lui che fuggiva, io ero uno scudo vagante dietro il quale si era nascosto.
Ridevo mentre goffamente mi lasciavo accompagnare, non ero mai stato con un uomo, perché no, poi?
Sembrava divertente.
Certo, sapevo che certe cose vanno così: una botta e via, chi si è visto si è visto. Ma lui sembrava in cerca di qualcosa di più, il modo in cui mi aveva quasi trascinato in quella stanza, la sua foga nello strapparmi gli abiti, come si era gettato su di me e aveva condotto tutto… forse era l’effetto dell’alcool, forse no. Non capivo, ero semplicemente rapito da tutto ciò che mi circondava… rincoglionito dall’ebbrezza, ecco.
Però c’è una cosa di cui sono sicuro: i suoi occhi erano lucidi, lucidi ancor prima di piangere calde lacrime di piacere.
-Possiamo rivederci?- gli domandai la mattina dopo, mentre si rivestiva di soppiatto, credeva che dormissi, ma ho visto la sua fragile schiena molto chiaramente e non dimenticherò mai le ali di quell’angelo strappate dalle cicatrici.
-Mi spiace.- mi disse raccogliendo la sua borsa. In quel momento mi chiesi cosa ci fosse lì dentro.
Ora lo so.
Ora lo so, perché i suoi occhi lucidi mi sbattono in faccia una realtà che credevo molto diversa. In realtà per me queste cose valevano alla stregua di favole porno per adulti. Semplicemente un mondo a luci rosse che sa di lussurioso consenziente, delizioso peccato.
Adesso so che ero solo uno scoglio di carne per il suo corpo naufrago, quella sera. E non so se odiarlo, perché, ironia della sorte, ero io a non volerlo lasciare andare.
Lui voleva l’ebbrezza di un momento, un battito di libertà prima di precipitare nuovamente. Le ali tatuate sulla sua schiena non possono spiegarsi, imbrigliate nella rete delle calze che gli fasciano il corpo. La visiera del cappello cela lo sguardo, ma l’ho visto, prima, quando sono entrato nel suo mondo.
I suoi occhi si sono sbarrati per la vergogna.
Porta ancora i segni del cliente che mi ha preceduto, posso sentire l’odore del sesso impregnare la stanza. Adesso sono lucido, adesso ho capito.
Sono disgustato, profondamente, da questa favola ipocrita di cui si ride e si scherza. Il suo sorriso è scomparso, le sue ali tarpate. La sua anima è ridotta in tanti piccoli cocci di cristallo, luccicanti come le sue lacrime.
-Ti prego… - mi supplica mentre infrango le sue difese e raccolgo la sua sofferenza sulla punta dell’indice. -Ti prego, sparisci dalla mia vita.-
Scuoto la testa, incapace di distogliere lo sguardo.
-E’ stato bello, ma è stato solo sesso. Non cercarmi più.-
-Perché?- domando, ma so già la risposta.
Guarda in silenzio il suo riflesso nel vetro.
-Perché non ho scampo.-
Lo stringo a me.
Non posso credere sia davvero come dice. Voglio credere che anche i frammenti di cristallo possano riunirsi. Ma cosa farei al suo posto?
Probabilmente cercherei di difendere me stesso dal disprezzo, perché mi sentirei sporco, distrutto, semplicemente un prostituto che finge di amare la sofferenza e l’umiliazione.
E quante cose non so di lui, persino il suo nome, perché quando lo chiamo, non reagisce. Non fa che mentire per sfuggirmi e precipitare, lasciarsi andare.
Vuole morire soffocato nel cuoio, lacerato dalle fruste, incatenato a un letto come carne da macello.
Ma io non voglio.
Lo stringo a me con forza, per impedirgli di resistere e fuggire via, di scappare di nuovo.
-Neppure io ce l’avevo.-
Prima di quella sera, mancava qualcosa nella mia vita. Non era qualcosa di cui potevo accorgermi.
Ho amato tante donne, ma soprattutto me stesso. Non ho mai provato un sentimento così, posso solo dire che vorrei asciugare queste lacrime e liberare le ali di quest’angelo di cristallo dai lacci che lo costringono.
-Anche adesso, non posso non portarti via da qui… -
E, finalmente, le sue difese s’infrangono su di me.
Calde e salate lacrime di cristallo.






Noticine:

Non so che mi sia saltato in testa di fare una cosa in prima persona... vabbè. So che può non sembrare realistico, è tutto molto soffuso, quasi irreale, ma è perché ho voluto enfatizzare il simbolismo delle ali. Il protagonista è schifosamente romantico XD E devo trovargli un nome, sia a lui, che al suo angioletto >_<
L'ispirazione è nata da questi versi (ho trovato una traduzione in italiano meno male):

Invece mi chiedo,
cosa avrei fatto probabilmente nel suo caso?
Forse anch’io avrei mantenuto il silenzio
come il mio angelo di cristallo.
Tutte le sue lacrime, sono infinite.
Le sue ali sono state rotte
ed il suo corpo tormentato.

Mio angelo di cristallo
frantumato in centomila
cocci e tagliato profondamente nel mio cuore.
   
 
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