La mattinata era cominciata davvero male: pioggia, litigata con i genitori, arrivo in ritardo a scuola e compito di matematica a sorpresa. Proprio quel giorno.
Celia osservò di nuovo le nuvole rabbiose, cariche di pioggia, che piangevano ininterrotte sulla città.
"Anche loro sono a lutto" pensò la ragazza, amareggiata.
La campanella suonò, facendola sobbalzare. Finalmente il pranzo. Tutti dicevano che quando si è tristi ci si abboffa. Chissà. Lei non aveva fame. Prese del tofu e una bottiglietta d'acqua e si sedette, da sola, al tavolo più lontano dal mormorio concitato degli altri. Si mise a fissare il tofu, con la forchetta a mezz'aria.
«Posso sedermi?»
La ragazza annuì, senza neanche vedere chi fosse la persona che aveva parlato.
«Cos'hai?»
Finalmente alzò gli occhi.
«Shawn! Perché non sei con gli altri?» chiese, sorpresa.
«Ti ho vista qui tutta sola... E poi, anch'io volevo stare solo.»
«E perché?»
Si pentì subito di aver fatto quella domanda, perché poi avrebbe dovuto rispondere anche lei.
«Oggi è l'anniversario della morte dei miei... E di Aiden» disse, dopo aver indugiato un po'.
Celia rimase basita. Lo osservò attentamente, notando la tristezza mal celata sciolta nei suoi occhi. La stessa che galleggiava nei suoi.
"Non ci posso credere".
«Tu, invece?» chiese Shawn, per cambiare argomento.
"Mi dispiace, non cambierai argomento, purtroppo".
«Non mi crederai, ma... Oggi è l'anniversario della morte dei miei» disse, affondando la forchetta nel rettangolo bianco.
«Strana coincidenza» mormorò Shawn.
Celia annuì.
Alla fine si divisero il tofu. E anche un pezzetto di sofferenza.