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Autore: millab33    16/04/2013    3 recensioni
«Fatina mia, se Babù è una streghetta e Vì non lo è, le due sorelle devono essere divise. Le giovani streghe ricevono un'educazione speciale, diversa da quelle delle bambine senza poteri. I Nonmagici non possono conoscere i riti, gli incantesimi, le arti segrete delle streghe: crescere una streghetta e una nonmagica nella stessa casa è vietato.» Il Terribile 21 non è mai arrivato a Fairy Oak, ma è successo qualcosa di peggio: Pervinca non ha ereditato i poteri. Ma le gemelle non possono essere divise, e Tomelilla decide a malincuore di infrangere la legge. La cosa non va a buon fine, e il consiglio dei Saggi stermina la famiglia Periwinkle. Tomelilla riesce a salvare solo Vaniglia e, dopo aver concesso ai Saggi di cancellarle la memoria, scappa con lei e Felì ad Aberdurville, dove vivranno da quel giorno in poi.
Ma tornare a Fairy Oak è il destino di Vaniglia. Ed anche senza la sua memoria, senza sua sorella o la sua famiglia, in un modo o nell'altro il villaggio della Quercia Fatata la richiama a sé.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Burium, Un po' tutti, Vaniglia Periwinkle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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With or without you - Capitolo 3

 

«La...La quercia ha parlato?»
Jim sembrava sconvolto, ma Vaniglia in un primo momento non ci fece caso. Fairy Oak, Fairy Oak, Fairy Oak. Nella sua testa risuonavano queste parole, e non sapeva come impedire alla sua testa di esplodere.
Anzi, in realtà non sapeva neanche il perché della sua reazione, lei che di solito era così calma e razionale. In fondo era solo un nome. Fairy Oak. Quercia Fatata. Ci stava anche bene, era ovvio che il paese si chiamasse così.
Grisam parve mortificato, aveva la faccia di chi non ha calcolato qualcosa. Si battè una mano sulla fronte.

«Giusto! Scusatemi, forse avrei dovuto dirti che...Beh...A Fairy Oak siamo un po'...Speciali, ecco.»
«Speciali.» Commentò Jim sottovoce, poi sul suo viso si allargò un sorriso, rivolgendosi alla ragazza «Speciale, ecco la parola giusta per te!» Poi tornò a rivolgersi a Grisam «Anche Vaniglia è speciale, anche se di certo non saprebbe far parlare un albero.»
«A me nessuno mi fa parlare.» Commentò l'albero, con il profondo vocione ed un tono offeso «Parlo fin da quando ero un germoglio, giovanotto.»
Jim osservò affascinato la grande quercia, ma Grisam sembrava molto più interessato a Vaniglia. La guardava con gli occhi che quasi brillavano, come se fosse un animale raro. Babù si sentì a disagio.
«Sei una strega?» Esclamò il ragazzo, emozionato.
Vaniglia annuì, facendo apparire per dimostrazione di quello che diceva un fiore nel palmo della sua mano.
«Della luce, a quanto sembra.» Commentò il biondo, per nulla impressionato.
Prima che Vaniglia potesse fare la domanda, la voce le ricomparve nella testa.
«Esistono streghe del buio e della luce. Quelle come te, della luce, hanno il potere di creare, quelle del buio hanno il potere di distruggere.»
Vaniglia non ricordava questa lezione, ma a quanto pareva ne aveva parlato con la zia, se quel pensiero le si era formato in testa. Certo che la sua coscienza, memoria o quel che era avrebbe potuto anche presentarsi prima, quando la zia Lillà la sgridava per non aver imparato alla perfezione la lezione! Le sarebbero serviti, quei colpi di fulmine.
Annuì al giovane. Anche se non ricordava di aver mai sentito nulla in proposito, lei era assolutamente una strega della luce. E, a quanto pareva, non era l'unica.
«Esistono davvero altre streghe?» Esclamò, emozionata.
Grisam annuì, compiaciuto.
«Qui a Fairy Oak Magici e Nonmagici convivono da sempre. Ma in realtà noi streghe e maghi siamo di più, formiamo i due terzi della popolazione. E tu...» Si girò verso Jim «Sei un mago?»
Il ragazzo scosse la testa, quasi mortificato, quando il biondo, all'improvviso parve ricordarsi di una cosa importante. Ancora una volta si battè una mano sulla fronte - Vaniglia si chiese se il suo fosse un vizio - e corse a suonare la campana che era appesa ad un ramo della quercia.
Immediatamente, da una delle botteghe che circondavano la piazza un uomo con barba e capelli rossi aprì le porte del proprio negozio, facendo un cenno di saluto a Grisam.
«Era ora che suonassi il cessato allarme, ragazzo!»
Il ragazzo rise, poi tornò ad occuparsi della sua opera di accoglienza. 
«Non dovresti avvertire gli altri?» Chiese Jim, stupito.
«La campana è magica. L'hanno sentita in tutto il villaggio.» Spiegò.
Infatti, poco dopo, iniziarono ad arrivare diverse persone, alla spicciolata. Tra questi una donna alta e snella, bionda, a cui subito Grisam corse incontro, facendo cenno ai due forestieri di seguirlo.
«Oh, il mio bambino, tutto solo lì fuori a combattere i draghi. Tutto bene, tesoro?»
Grisam sorrise imbarazzato, annuendo, e poi tossì e fece cenni col capo, per far notare alla madre la presenza di Jim e Vaniglia, che osservavano la scena un po' intimoriti.
«E loro chi sono?» Chiese la donna, con una punta di meraviglia nella voce, ma senza aggressività.
Vaniglia fece una piccola riverenza, e poi tese la mano alla donna.
«Vaniglia Dei Sentieri. E lui è Jim Burium, di Aberdurville. Siamo finiti qui per sbaglio, vorremo tornare a casa.»
La donna prese la mano, e si presentò a sua volta.
«Marta Burdock. Aberdurville, avete detto? Dovrò chiedere a Vic se l'ha mai sentito, io non so proprio dove sia.» Ridacchiò, e poi fece cenno al figlio di andare.
«Grisam, tu vai ad aprire la pasticceria, io porterò i tuoi amici da tuo padre, e vedremo.»
Vaniglia e Jim si separarono a malincuore dal biondo che li aveva accolti, e seguirono Marta nel percorso inverso a quello che la donna aveva appena fatto.
Vic Burdock era un uomo magro ed alto come la moglie, con due meravigliosi occhi azzurri che sfortunatamente non aveva trasmesso al figlio, che però sfoggiava il grigiore della madre. Accolse i due ragazzi con entusiasmo, ed ascoltò la loro storia. 
Anche lui, però, purtroppo, non sapeva dove fosse il paese da cui provenivano. Non riuscì a trovarlo neanche sulla cartina.
«Aberdurville è molto piccola. E' una spiaggia, pù che un paese.» Spiegò Jim.
Sembrava elettrizzato. Vaniglia sapeva che l'idea di rimanere lì non gli dispiaceva più di tanto. Non aveva nulla da perdere, lei era l'unica cosa che gli era rimasta.
Babù invece aveva sua zia, anche se, dal momento in cui aveva sentito la quercia parlare, aveva iniziato a pensare che forse quel paese poteva essere il posto adatto a lei, a loro.
«Beh, per ora potete restare qui, ragazzi.» Stava dicendo Vic «Gli amici di mio figlio sono anche amici miei.»
Vaniglia sentì la gratitudine uscirle da ogni poro della pelle. Era così buona la gente, in quel posto! In quel momento entrò in casa una ragazza con una lunga treccia castana. Aveva gli stessi occhi di Marta e di Grisam, e i ragazzi pensarono fosse la sorella di quest'ultimo.
Scoprirono dopo pochi secondi che invece Flox Pollimon - una ragazza decisamente espansiva, che in poco gli raccontò tutta la sua vita - era la cugina del biondo. Anzi, qualcuno l'aveva visto? Ah, alla pasticceria, avevano detto? L'avrebbe raggiunto subito. Ma forse era meglio portare anche loro. Non stava bene lasciare gli ospiti da soli, proprio per niente. Volevano andare? Lei ne sarebbe stata contenta.
In breve Vaniglia e Jim si ritrovarono a pregare che quella ragazza la smettesse di parlare. Però la trovavano divertente, e simpatica. 
«E' anche una grande amica.»
Suggerì a Vaniglia la vocina. E lei si ritrovò a pensare che fosse vero.

Ed eccomi qui! Spero che anche questo capitolo vi piaccia. Entra in scena Flox, signore e signori. Piano piano tutti gli altarini vengono scoperti. Penso che abbiate capito tutti che la voce non è affatto la coscienza di Vaniglia, no?
Beh, alla prossima, spero vi stia piacendo. Un bacio forte forte.

  
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