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Autore: millab33    10/04/2013    3 recensioni
«Fatina mia, se Babù è una streghetta e Vì non lo è, le due sorelle devono essere divise. Le giovani streghe ricevono un'educazione speciale, diversa da quelle delle bambine senza poteri. I Nonmagici non possono conoscere i riti, gli incantesimi, le arti segrete delle streghe: crescere una streghetta e una nonmagica nella stessa casa è vietato.» Il Terribile 21 non è mai arrivato a Fairy Oak, ma è successo qualcosa di peggio: Pervinca non ha ereditato i poteri. Ma le gemelle non possono essere divise, e Tomelilla decide a malincuore di infrangere la legge. La cosa non va a buon fine, e il consiglio dei Saggi stermina la famiglia Periwinkle. Tomelilla riesce a salvare solo Vaniglia e, dopo aver concesso ai Saggi di cancellarle la memoria, scappa con lei e Felì ad Aberdurville, dove vivranno da quel giorno in poi.
Ma tornare a Fairy Oak è il destino di Vaniglia. Ed anche senza la sua memoria, senza sua sorella o la sua famiglia, in un modo o nell'altro il villaggio della Quercia Fatata la richiama a sé.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Burium, Un po' tutti, Vaniglia Periwinkle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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With or without you - Capitolo 2

 
 
«Vaniglia...Vaniglia, svegliati!»
Conosceva la voce che la stava chiamando, ma non riusciva a capire di chi fosse. L'aveva già sentita, però. Senza aprire gli occhi, cercò di raggiungere con la mente il momento in cui aveva sentito quel suono un po' brusco, ma così dolce.
Aveva dodici anni, ricordò, ed era andata a fare una gita sui monti dietro Aberdurville, con Jim. Era scivolata su una roccia, ed era caduta. Si era aggrappata ad uno sperone di roccia, mentre il vuoto si stagliava sotto di lei.
Era il tramonto, avrebbe potuto volare, ma la paura di cadere era più forte, e Jim non si vedeva.

«Non essere stupida!» Le aveva detto quella voce, da qualche parte nella sua testa «Non essere stupida e vola, Babù.»
E lei aveva volato.
Anche in quel momento, decise di ascoltare la voce. Aprì gli occhi.
Se li stropicciò, trovandoseli in questo modo pieni di sabbia. Ecco dov'era, su una spiaggia. Ma Jim? 
Lo notò poco più in là, ancora steso a terra, gli occhi ancora chiusi. Le salì il cuore in gola. Il petto di lui si muoveva ritmicamente su e giù. Sospirò di sollievo, andandogli vicino.
Non sapeva cosa fare, lo scosse piano. Lui si mosse appena, socchiuse gli occhi. La vide e sorrise.

«Che bel modo di svegliarsi da un incubo.» Sussurrò, e anche lei sorrise.
Cercò di non pensare alla situazione in cui si trovavano. Persi chissà dove, su un'isola probabilmente deserta e senza un modo per andarsene. Lei, Vaniglia, poteva volare, ma di certo non trasportare anche Jim. Come avrebbero fatto a tornare a casa? E se non ci fossero più tornati?
Con un nodo alla gola pensò alla zia, a Felì, che di lì a pochi giorni se ne sarebbe tornata al Regno delle Rugiade d'Argento. E se lei non l'avesse salutata? Pensò a Sarah, a Becky e Christiane. Aveva promesso alle bambine che avrebbe giocato con loro. 

«Dove siamo?» Chiese Jim.
Lei scosse la testa.

«Non lo so...»
Lui si mise seduto, si guardò intorno. Poi si alzò. Le prese la mano.

«Beh, cerchiamo di scoprirlo.»
Vaniglia sorrise, annuì. Di nuovo, con lui non aveva paura. Sapeva che, finché gli fosse stato possibile, Jim l'avrebbe protetta. E poi, ad essere sincera, quel posto non la spaventava. Aveva un ché di familiare.

«Da che parte andiamo?» Le chiese lui.
Vaniglia guardava il bosco. Si sentiva attratta da tutto quel verde, magari avrebbero trovato una casetta di qualche taglialegna che li avrebbe ospitati, gli avrebbe spiegato il modo per tornare a casa, e poi...

«Nel bosco non c'è nessuno. Andate dall'altro lato, verso il villaggio.»
Ancora quella voce. Sentirla due volte nello stesso giorno, nel giro di pochi minuti era veramente assurdo! E poi, che ne sapeva lei, che c'era il villaggio da quella parte?

«Andiamo Babù, fidati di me.»
«Andiamo di là.» Disse Vaniglia, indicando con un dito alla sua destra. 
Nella direzione opposta a quella del bosco. La voce nella sua testa si concesse una risata di soddisfazione. Sì, stava decisamente impazzendo.
Lei e Jim s'incamminarono. Camminavano silenziosamente, un po' spaventati. Avevano vissuto tutta la loro vita (Vaniglia, almeno, tutta la vita che riusciva a ricordare) confinati tra quattro case, mare e montagne. Solo quella spiaggia era lo spazio più grande che avessero mai visto.

«Chi siete?»
Avevano appena lasciato la spiaggia, imboccando un sentiero, quando una voce proveniente dall'alto li terrorizzò. Alzarono lo sguardo, e videro un ragazzo biondo che li guardava severamente, ma con una punta di divertimento. Aveva ad occhio e croce l'età di Jim.

«Noi...» Iniziò Vaniglia, incerta, ma il suo fidanzato la interruppe.
«Abbiamo fatto naufragio. Io sono Jim Burium, e lei è la mia fidanzata, Vaniglia Dei Sentieri. Sarebbe così gentile da indicarci il metodo più veloce per tornare ad Aberdurville?»
«Aberdurcosa?» Il ragazzo storse il naso, facendo un salto dall'albero e dando la mano a Jim «Piacere, Grisam Burdock. E non conosco il posto da cui venite. Però posso portarvi al villaggio, magari lì qualcuno lo sa.»
Allora c'era davvero un villaggio, pensò Vaniglia. Era buffo che quella voce, che in fondo sapeva non essere altro che la sua coscienza, sapesse più cose di quante ne sapesse lei. Sapesse cose che non poteva sapere.
Jim intanto stava chiacchierando con il ragazzo, lo ringraziava per la disponibilità e spiegava come lui e Vaniglia si fossero trovati in quella situazione.
Veramente una brutta situazione, commentava il ragazzo, che in breve tempo aveva fatto amicizia con il fidanzato. Vaniglia ricordava il modo in cui, appena arrivata ad Aberdurville, Jim si era subito fatto volere bene. Aveva quindici anni, ed una gran voglia di lasciare il paese, di vedere il mondo. Di innamorarsi di una bella ragazza, di sposarla e di vivere con lei in un paese dove i suoi figli avrebbero potuto avere degli amici.
Ed invece aveva incontrato una bambina di dieci anni che non ricordava niente della sua vita, l'aveva aiutata a crearsene una nuova, e pian piano si era innamorato di lei. A volte pensava anche di scappare, ma Vaniglia era troppo fragile, troppo preziosa, sarebbe sfiorita velocemente, come il fiore di cui portava il nome. 
Jim ricordava che da piccolo sua nonna gli parlava dei fiori che lui non aveva mai visto. Il fiore di vaniglia, lo sapeva benissimo, fiorisce solo per un giorno, poi si chiude alla sera e non si riapre più. E Jim faceva di tutto per non far mai calare la sera su di lei.
Anche in quel momento, le sorrise e le strinse la mano, infondendole una fiducia inaspettata. Ne sarebbero usciti, sì.
Intanto il ragazzo biondo parlava a raffica. Vaniglia lo trovava simpatico.

«Ed è anche carino.» Le fece notare la voce.
Babù dovette trattenere a stento una risata, il suo subconscio aveva notato al cosa prima dei suoi occhi, ma doveva ammettere che sì, il ragazzo era veramente carino.
Sì, anche carino, ammise mentalmente.

«Però non farti strane idee, devi starci lontana.» Brontolò la voce, in tono quasi minaccioso. Probabilmente quelli erano i suoi sensi di colpa nei confronti di Jim. Ovvio che ci sarebbe stata lontana, a lei importava solo del suo ragazzo. La voce emise un sospiro sollevato.
Nel frattempo, avevano superato un  po' di case, e si trovavano decisamente in un luogo abitato. Stranamente, non c'era nessuno in giro.

«C'è stato un pericolo draghi, e mi hanno mandato in avanscoperta. Sono tutti nelle case, ma Naim stava solo facendo un giretto, dovrei avvertire che non c'è nulla di cui preoccuparsi.» Spiegò Grisam, sollevando le spalle.
Vaniglia rabbrividì. Un drago? Eppure quel nome l'aveva già sentito.
Finalmente raggiunsero una piazza. Al centro c'era una quercia enorme, e tutt'intorno varie botteghe e negozi. Ad Aberdurville non c'era nulla del genere. Vaniglia sapeva che era questo che voleva Jim, un villaggio così.
Ma lei non poteva starci, era troppo diversa. La gente avrebbe trovato strane le sue magie, allo stesso modo in cui gli abitanti di Aberdurville all'inizio erano stati diffidenti verso le due streghe e la fata, comparse dal nulla.
Grisam si girò verso di loro, allargò le braccia e sorrise.

«Benvenuti a Fairy Oak.»
E Vaniglia -  non seppe mai se fu il nome o il fatto che non fosse stato Grisam, ma la Quercia, a pronunciare quelle parole - sentì una stranissima sensazione allo stomaco.

Ciao ciao ciao! Vi è piaciuta *-* Cioè okkei, niente di che. Due recensioni, una preferita ed una messa tra le seguite. Beh, che dire? Grazie!
Grazie a _SimoErato_ che è stata la prima a recensire, a LadyEloredane per averla messa tra le seguite e ad Aleinadp per aver recensito e messo tra le preferite. Siete fantastiche *----*
Beh, fatemi sapere che ne pensate anche di questo capitolo, continuerò prima possibile. Un bacio!.<3
  
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