Questa è la mia prima mia one-shot e fanfiction su Naruto, leggermente [???] fuori stagione e ambientata qualche anno dopo Shippuuden: Sasuke è tornato a Konoha e, come leggerete, è rientrato nel Team Kakashi. Ho il sospetto di esser sconfinata, nonostante tutti i miei sforzi, in qualche OOC, comunque in genere ho tentato di rispettare i personaggi.
Vi consiglio un elenco di canzoni adatte alla lettura di questo brano:
- "Collide" di Howie Day, oppure "Winter Sleep" di Olivia (inspì Reira) per la prima parte
- "The Place You Have Come To Fear The Most" dei Dashboard Confessional [che ha ispirato la storia], oppure "Story Of A Lonely Guy" dei Blink 182 per la parte conclusiva.
Ora vi lascio in pace, che altrimenti mi viene più lunga l'introduzione della fic!
Enjoy it!
Shiratori-chan
NB: Ah, dimenticavo di lasciare un piccolo appunto: in Giappone per S. Valentino le ragazze regalano del cioccolato ai ragazzi di cui sono innamorate (il 14 febbraio è infatti considerata l'occasione per dichiararsi per eccellenza), ma è anche usanza che, sul posto di lavoro, le donne facciano collette per comprare del cioccolato per i colleghi e superiori.
Chocolate
Jiraya è stato categorico.
Domani
dovrò partire.
Domani
dovrò partire e, per la prima volta in vita mia, una parte di me vorrebbe non
farlo, rimanere qui a Konoha.
Questa
ansia, questa angoscia non mi appartengono.
Ho
sempre adorato partire: la prospettiva di nuova missione o di un nuovo
allenamento con l’ero-sannin mi riempiva di eccitazione, perché erano
l’occasione per affrontare qualcosa di nuovo, per
migliorarmi.
Eppure adesso vorrei rimanere, ma anche andarmene, e mi sento confuso.
Domani
dovrò partire.
Ho
in mano del cioccolato.
Un
piccolo pacchetto, dentro tre dolcetti: Sakura me l’ha consegnato stamattina con
un sorriso gentile stampato sulle labbra, come ogni anno.
Uno
a me e uno a Kakashi-sensei, per ricordarci quanto tiene a
noi.
Ogni
volta mi verrebbe da dirle che non serve, che il suo affetto si vede già ogni
giorno, ma non lo farò mai.
Ogni volta mi commuovo, e faccio una battuta per farla ritornare in sé, perché quella Sakura mi intenerisce, ma è quella con cui bisticcio ogni giorno che preferisco. E ogni volta mi becco un pugno in testa, ma questo mi fa stare bene, e anche lei sorride… dopo, ovviamente!
Due
piccoli pacchetti, e poi ce n’è un altro, grande, che è destinato unicamente a
lui dalla notte dei tempi.
E
ogni volta il suo sguardo indifferente la lasciava sanguinante e
speranzosa.
E
ogni volta si chiedeva perché lui accettasse quel cioccolato se poi non
accettava il suo amore.
E
ogni volta si appoggiava a me, riversando su di me lacrime e domande alle quali
non riuscivo a rispondere.
E
quel pacco c’è ancora, ma lei ha smesso di riporvi
speranze.
Solo
un’abitudine.
E
le abitudini, si sa, sono dure a morire.
Domani
dovrò partire, ed ho in mano del cioccolato.
Di
solito lo mangio subito, godendomi quel sapore morbido che mi avvolge e
riscalda, immaginando che sia l’affetto di Sakura che avverto standole accanto
ogni giorno.
Mangio
quei dolci, e sento il calore dell’amicizia riempirmi il
cuore.
Ma
oggi…
Oggi
non ce la faccio.
Lo
stomaco è come annodato.
Ansia
ed angoscia mi impediscono di gustare il sapore dolce di quell’amicizia
speciale, tanto diversa da quell’amore che bramavo quando abbiamo iniziato
assieme nel team 7.
Domani
dovrò partire, ho in mano del cioccolato e vorrei
piangere.
Stringo
in mano il pacchetto.
Il
vento che scivola fra i tetti mi accarezza la faccia, cercando di lenire questa
sensazione soffocante.
Le
stelle brillano in modo strano stasera.
Sotto
di me le luci della città.
Sotto
di me la vita della città.
Vedo
una coppia con le dita intrecciate, e il nodo alla gola si
stringe.
Domani dovrò partire e la tristezza mi riempie il cuore.
Domani
dovrò partire, e mi sento male.
Per
la prima volta vorrei rimanere a Konoha, ma dall’altra vorrei fuggire da questa
inquietudine che mi opprime quando sto qui. Partire non per affrontare me
stesso, per combattere, bensì per scappare da qualcosa che mi spaventa
terribilmente perché non riesco a controllarlo.
Ironico,
no? Dentro di me esiste la più grande potenza della natura, indomabile pure da
me, il suo Jinchuuriki, eppure nemmeno Kyuubi mi spaventa tanto quanto queste
sensazioni che mi scuotono l’anima.
Il
vento si fa più forte, ma questo turbinio che mi avvolge non è nulla in
confronto a quello che ho dentro.
Domani
dovrò partire.
Quando
l’ho saputo ero con Sakura. Stavo accompagnandola al Palazzo
dell’Hokage.
Me
l’hanno detto davanti a lei, deprimendola, e lasciandomi in questo stato di
agitazione.
A
Kakashi l’ho riferito più tardi, quando l’ho incontrato dopo pranzo non lontano
da casa di lei.
E
a te… tu non lo sai ancora.
Non
ne ho avuto il coraggio.
Quando
si tratta di te, tutta la mia sfrontatezza si dissolve.
E
mi lasci irrequieto.
E
confuso.
Tanto
confuso.
Domani
dovrò partire, e non so se dovrei dirtelo.
Domani
dovrò partire, ma il mio cuore non ha pace.
Mente
e cuore si combattono tra loro, e questa confusione mi impedisce di ragionare
chiaramente.
Ho
un’idea strana in mente, ma ho paura a metterla in pratica, e questo mi fa
sentire ancora più incerto.
Chiudo
gli occhi, e una folata di vento più forte mi schiaffa in faccia un odore
conosciuto.
Domani
dovrò partire.
Stringo
in mano del cioccolato, e mai il mio cuore ha battuto così
forte.
Le
gambe si muovono da sole, seguono quel profumo noto.
La
mente ha perso.
L’istinto
ha preso il sopravvento.
I
miei piedi si appoggiano di tetto in tetto, e tutto quello che sento sono i
battiti del mio cuore.
Il
nodo alla gola non si vuole allentare, e la sensazione di oppressione si sta
facendo sempre più pesante.
Eccitazione,
ansia ed angoscia agitano la mia anima
Domani
dovrò partire, e il mio cuore sta per scoppiare.
È
quasi mezzanotte.
Il
villaggio dorme.
Scivolo
leggero nella penombra, solo la luna mi è testimone.
Attraverso
il cortile, salto su un tetto, sguscio tra le ombre.
Sono
qui, ho seguito quel debole profumo ed ora sono qui.
Muschio,
e poi quel qualcosa di speziato che riconoscerei tra
mille.
Qui
tutto è impregnato di quel profumo sicuro, deciso.
Tutto
è impregnato di te.
Domani
dovrò partire, e non sento altro che te.
Atterro
sulla sommità di un edificio, ed uno shurinken mi passa accanto al
viso.
Lo
fermo con due dita.
Alle
mie spalle, uno sbuffo divertito.
Ecco.
Il
cuore perde un battito.
Manco
un respiro.
Domani
dovrò partire, ma stanotte sono già alla resa dei conti.
- Che ci fai a casa mia a
quest’ora Naruto?
Voce calda, profonda… eppure dal tono
sempre così freddo.
Naruto prende un profondo respiro
chiudendo gli occhi, cercando di darsi un contegno: - Volevo solo dirti una
cosa, ma mi sa di averti svegliato, quindi scusami…
Un sospiro rassegnato, mentre l’altro
esce dalle tenebre per sottostare alla luce candida della luna: - Lascia
perdere, tanto non ero ancora andato a dormire…
- Soffri di insonnia, Sas’ke? - gli
chiede curioso il compagno: anche in una situazione del genere non riesce a
controllarsi.
- No, solo che oggi non ho ancora
sonno.- Risposta chiara, semplice e diretta dell’altro: - Comunque, perché sei
venuto qui?
Triplo carpiato avvitato per il cuore
del biondo.
E il collo della felpa
improvvisamente strettissimo.
- No, ecco, io… volevo solo dirti che
domattina presto parto con Jiraya, sai, per i nostri soliti
allenamenti…
Nonostante la scarsa luce, Naruto può
vedere perfettamente che il volto di Sasuke ha cambiato espressione, ma non
riesce a decifrarla.
Dopo un attimo che sembra durare
secoli, finalmente Sasuke parla: - Dobe, cosa serviva venirmelo a dire a
quest’ora? Potevo tranquillamente venirlo a sapere domattina da Kakashi o
Sakura!
Tono duro e
freddo.
Naruto si sente
mancare.
Eppure riacquista velocemente un po’
di autocontrollo: - Beh, scusa se volevo dirtelo di persona! In fondo facciamo
parte dello stesso team e siamo amici, ma evidentemente non mi dovevo
scomodare!
Faccia imbronciata,
offesa.
E dentro tanta
tristezza.
Poi si ricorda di cosa ha in mano, e
la gola gli si stringe in un nodo.
“Su, coraggio Naruto, a questo punto
possiamo anche mettere tutte le carte in tavola, e chissenefrega! Se non lo fai
adesso, poi passerai tutto il viaggio a tormentarti!”, si auto-incita il biondo.
Un altro respiro profondo, poi prende velocemente il contenuto del pacchetto e
si avvicina a passo deciso verso l’amico, che intanto guarda i suoi movimenti
leggermente stupito.
Arriva ad un passo da
lui.
Gli afferra una
mano.
Vi appoggia sopra ciò che aveva in
mano, chiudendo poi le sue dita attorno all’oggetto con la sua
mano.
- Ma che…
Naruto lo blocca con lo sguardo,
negli occhi tutti i sentimenti che gli sconvolgono
l’anima.
Poi scompare, lasciando l’Uchiha sul
tetto della sua dimora.
Rimasto solo, il ragazzo schiude
lentamente le dita.
Il contenuto lo
sorprende.
Nella sua mano, del
cioccolato.
~?~
Sono
stanchissimo, stanotte non ho chiuso occhio.
Sono
uno stupido.
Sono
un codardo.
Sono
scappato senza sapere che ne pensasse.
E
quindi non ho dormito.
Oggi
parto, e non mi sono mai sentito così a pezzi.
Sto
finendo di riempire lo zaino, dentro solo il minimo
indispensabile.
Con
la mente però sono ancora a ieri notte.
Sospiro
mentre inserisco alcuni rotoli in una tasca.
Mi
sento così svuotato.
Più
riempio questo zaino e più mi sento vuoto io.
Sento
bussare alla porta.
Sospiro
e mi alzo.
Non
faccio in tempo ad aprire la porta, che sento qualcosa di morbido avventarsi
sulle mie labbra.
Spalanco
gli occhi.
Spalanco gli occhi, e sento il mio cuore collassare.
Sono
labbra, quelle appoggiate sulle mie.
E
chi mi sta baciando…
Non
è altri che Sasuke.
Chiudo
gli occhi.
Mi
aggrappo alla sua maglia.
Il
mondo scompare, e siamo solo noi due, in piedi contro lo stipite della porta, a
baciarci come disperati.
Il bacio sembra durare un’eternità,
ma alla fine, privi d’aria, i due si separano di poco, respirando
affannosamente.
- Usurantonkachi… - mormora
dolcemente Sasuke, la fronte appoggiata contro quella di Naruto: - Perché sei
scappato ieri?
Naruto lo guarda stupito, poi
leggermente irritato: - Guarda che sei stato tu a dire che potevi sentirti dire
da Kakashi-sensei e Sakura che sarei partito! Non avevo questa grande voglia
diMHFF!!
Nemmeno lo lascia finire che già si
lancia nuovamente sulle sue labbra, togliendogli il respiro e le recriminazioni
di bocca.
Stavolta però è Naruto ad
interrompere il bacio: - Perché? - sussurra in uno stato di gradevole
confusione, la testa già partita a farsi mille viaggi. Sasuke lo guarda
perplesso: - Come perché? O meglio, cosa?
Il biondo si allontana leggermente da
quell’abbraccio: - Questo bacio, che cos’è? Un ringraziamento per, ecco, il mio…
ehm… cioccolato? Uno sfogo? Qualcosa dato così per movimentare la
routine?
Ansia e preoccupazione che trasudano
da ogni suo imbarazzatissimo poro, per poi tramutarsi in stupore quando sente la
risata trattenuta del compagno: - Che ci trovi di così esilarante, Sasuke-teme?
- chiede indispettito, le guance gonfiate dall’indignazione, ottenendo così la
fine del momento di ilarità dell’amico, che, per tutta risposta, fissandolo
negli occhi un gli afferra po’ bruscamente il viso tra le mani: - Ti pare che
abbia mai ringraziato in giro baciando la gente a caso? O pensi che mi venga
voglia di spezzare la routine così? Sei più stupido di quanto pensassi,
Usurantonkachi! Ti servono forse i sottotitoli?
- Beh, visto che il qui presente
Mister Ghiacciolo Misterioso non è esattamente come un libro aperto, direi anche
che ho il diritto a pormi delle domande sul suo comportamento, dato anche che
non è che mi avesse mai fatto intendere un certo tipo di interessamento nei miei
confronti! - sbottò offeso Naruto, le guance gonfie arrossate dal prolungato
contatto con lo sguardo dell’Uchiha.
- Pfff… almeno sulla seconda parte
direi che lo stesso valeva anche per me, comunque… questo- e di nuovo le loro
labbra erano così vicine da potersi sfiorare, i respiri che si intrecciavano
-non è per nessuno dei motivi elencati prima…
Naruto socchiuse gli occhi: - Mi
piaci… un sacco… - sussurrò sulle labbra del moro prima di annullare la minima
distanza rimasta tra loro.
~?~
Ho
lasciato Sasuke sulla porta del mio appartamento.
Ho
ancora sulle labbra il sapore di quei baci frettolosi e
affamati.
Avvampo
solo al ricordo della sua lingua intrecciata alla mia.
Ridacchio
da solo, un paio di persone si girano a guardarmi stupite.
Se
solo sapessero…
Penso
che le loro facce sarebbero ancora più stupefatte, anzi, direi
sconvolte.
Ma,
francamente, non me ne potrebbe fregare di meno.
Sasuke
mi ha baciato, e questo mi impedisce di pensare ad altro.
Eppure…
dopo la mia pseudo-dichiarazione non mi ha risposto.
Ma,
francamente, mi bastano quei baci rubati.
Mi
metto a correre ridendo, un po’ perché sono in ritardo, un po’ per sfogare tutta
la felicità che mi sento dentro.
Già
immagino la faccia leggermente corrucciata
dell’Ero-sennin.
Ma,
francamente, non riesco a preoccuparmene.
Una
sola domanda mi occupa la testa.
Rimarrà
ad aspettarmi?
Oggi
parto, e non sono mai stato così insicuro.
Jiraya
non era così irritato come pensavo, ed io non ero così in ritardo come
temevo.
Pensavo
che Sasuke mi avesse “intrattenuto” per molto più tempo.
Avvampo
di nuovo, e il mio maestro mi chiede se sto bene.
Mai
stato meglio, Ero-sennin!
Sakura
mi abbraccia. Non trattiene le lacrime: sa che potrei stare via
parecchio.
Kakashi-sensei
mi dà una leggera pacca sulla spalla. Mi raccomanda di riguardarmi, ma tanto sa
che non lo farò.
Tsunade
mi sorride. Mi minaccia di darmi una ripassata se combino qualche
casino.
Iruka-sensei
mi abbraccia. Mi augura un in bocca al lupo.
Tutto
come al solito.
Tutto
regolare.
Saluto
tutti col sorriso sulle labbra, mi sistemo lo zaino sulla schiena e attraverso
il portone di Konoha al seguito del mio maestro senza voltarmi
indietro.
Finalmente
non c’è più quella sensazione opprimente a soffocarmi.
È
tutto come al solito…
No,
non è come sempre.
Sasuke
non mi ha salutato con gli altri.
Il
suo saluto me l’ha dato contro quello stipite…
-
DOBE!!!
Perso
come sono nei miei pensieri, quell’esclamazione mi fa sobbalzare:
Sasuke?
Mi
volto di scatto.
In
cima all’arco del portale sta lui, ritto in piedi, la figura fiera che si
staglia contro il cielo.
Quell’apparizione
mi lascia a bocca aperta.
Rimango
per un po’ in contemplazione, quand’ecco che mi vedo arrivare contro una
scatola: la afferro al volo.
-
Che è? -, grido contro quello che non so più come
considerare.
-
Stamattina l’avevi dimenticato, Usurantokachi! Come farai a sopravvivere là
fuori?
Il
suo tono di scherno mi fa uscire dai gangheri: - SASUKE-TEME!!!! Te lo faccio
vedere io come sopravvivo! - gli urlo contro agitando in aria il
pugno.
Lo
vedo fare spallucce: - Umph… comunque, buon viaggio. - risponde in tono neutro,
per poi scomparire.
Sbuffo
infastidito mentre mi giro per seguire Jiraya.
In
mano ho la scatola lanciatami contro da Sasuke. Me la rigiro tra le
dita.
È
il mio astuccio porta shurinken di riserva.
Strano,
ero sicuro al cento per cento di averlo messo in zaino…
Per
sicurezza, lo apro: non si sa mai che l’abbia lasciato per qualche oscuro motivo
vuoto…
Sollevo
il coperchio.
Non
riesco a trattenere un’espressione stupita.
Una
sensazione di calore e sollievo mi avvolge delicatamente.
Sorrido.
Oggi
parto.
Nella
mano una scatola.
Nella
scatola i miei shurinken.
E
del cioccolato.