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Autore: shiratori_chan    06/11/2007    10 recensioni
Domani dovrò partire, ed ho in mano del cioccolato.
Di solito lo mangio subito, godendomi quel sapore morbido che mi avvolge e riscalda, immaginando che sia l’affetto di Sakura che avverto standole accanto ogni giorno.
Mangio quei dolci, e sento il calore dell’amicizia riempirmi il cuore.
Ma oggi…
Oggi non ce la faccio.
Piccola one-shot shonen-ai dedicata a tutti gli amanti del pairing NaruSasu. ^^
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia prima mia one-shot e fanfiction su Naruto, leggermente [???] fuori stagione e ambientata qualche anno dopo Shippuuden: Sasuke è tornato a Konoha e, come leggerete, è rientrato nel Team Kakashi. Ho il sospetto di esser sconfinata, nonostante tutti i miei sforzi, in qualche OOC, comunque in genere ho tentato di rispettare i personaggi.

Vi consiglio un elenco di canzoni adatte alla lettura di questo brano:


- "Collide" di Howie Day, oppure "Winter Sleep" di Olivia (inspì Reira) per la prima parte

- "The Place You Have Come To Fear The Most" dei Dashboard Confessional [che ha ispirato la storia], oppure "Story Of A Lonely Guy" dei Blink 182 per la parte conclusiva.


Ora vi lascio in pace, che altrimenti mi viene più lunga l'introduzione della fic!

Enjoy it!


Shiratori-chan


NB: Ah, dimenticavo di lasciare un piccolo appunto: in Giappone per S. Valentino le ragazze regalano del cioccolato ai ragazzi di cui sono innamorate (il 14 febbraio è infatti considerata l'occasione per dichiararsi per eccellenza), ma è anche usanza che, sul posto di lavoro, le donne facciano collette per comprare del cioccolato per i colleghi e superiori.












Chocolate















Jiraya è stato categorico.

Domani dovrò partire.

Domani dovrò partire e, per la prima volta in vita mia, una parte di me vorrebbe non farlo, rimanere qui a Konoha.

Questa ansia, questa angoscia non mi appartengono.

Ho sempre adorato partire: la prospettiva di nuova missione o di un nuovo allenamento con l’ero-sannin mi riempiva di eccitazione, perché erano l’occasione per affrontare qualcosa di nuovo, per migliorarmi.

Eppure adesso vorrei rimanere, ma anche andarmene, e mi sento confuso.





Domani dovrò partire.

Ho in mano del cioccolato.

Un piccolo pacchetto, dentro tre dolcetti: Sakura me l’ha consegnato stamattina con un sorriso gentile stampato sulle labbra, come ogni anno.

Uno a me e uno a Kakashi-sensei, per ricordarci quanto tiene a noi.

Ogni volta mi verrebbe da dirle che non serve, che il suo affetto si vede già ogni giorno, ma non lo farò mai.

Ogni volta mi commuovo, e faccio una battuta per farla ritornare in sé, perché quella Sakura mi intenerisce, ma è quella con cui bisticcio ogni giorno che preferisco. E ogni volta mi becco un pugno in testa, ma questo mi fa stare bene, e anche lei sorride… dopo, ovviamente!

Due piccoli pacchetti, e poi ce n’è un altro, grande, che è destinato unicamente a lui dalla notte dei tempi.

E ogni volta il suo sguardo indifferente la lasciava sanguinante e speranzosa.

E ogni volta si chiedeva perché lui accettasse quel cioccolato se poi non accettava il suo amore.

E ogni volta si appoggiava a me, riversando su di me lacrime e domande alle quali non riuscivo a rispondere.

E quel pacco c’è ancora, ma lei ha smesso di riporvi speranze.

Solo un’abitudine.

E le abitudini, si sa, sono dure a morire.





Domani dovrò partire, ed ho in mano del cioccolato.

Di solito lo mangio subito, godendomi quel sapore morbido che mi avvolge e riscalda, immaginando che sia l’affetto di Sakura che avverto standole accanto ogni giorno.

Mangio quei dolci, e sento il calore dell’amicizia riempirmi il cuore.

Ma oggi…

Oggi non ce la faccio.

Lo stomaco è come annodato.

Ansia ed angoscia mi impediscono di gustare il sapore dolce di quell’amicizia speciale, tanto diversa da quell’amore che bramavo quando abbiamo iniziato assieme nel team 7.

Domani dovrò partire, ho in mano del cioccolato e vorrei piangere.





Stringo in mano il pacchetto.

Il vento che scivola fra i tetti mi accarezza la faccia, cercando di lenire questa sensazione soffocante.

Le stelle brillano in modo strano stasera.

Sotto di me le luci della città.

Sotto di me la vita della città.

Vedo una coppia con le dita intrecciate, e il nodo alla gola si stringe.

Domani dovrò partire e la tristezza mi riempie il cuore.





Domani dovrò partire, e mi sento male.

Per la prima volta vorrei rimanere a Konoha, ma dall’altra vorrei fuggire da questa inquietudine che mi opprime quando sto qui. Partire non per affrontare me stesso, per combattere, bensì per scappare da qualcosa che mi spaventa terribilmente perché non riesco a controllarlo.

Ironico, no? Dentro di me esiste la più grande potenza della natura, indomabile pure da me, il suo Jinchuuriki, eppure nemmeno Kyuubi mi spaventa tanto quanto queste sensazioni che mi scuotono l’anima.

Il vento si fa più forte, ma questo turbinio che mi avvolge non è nulla in confronto a quello che ho dentro.





Domani dovrò partire.

Quando l’ho saputo ero con Sakura. Stavo accompagnandola al Palazzo dell’Hokage.

Me l’hanno detto davanti a lei, deprimendola, e lasciandomi in questo stato di agitazione.

A Kakashi l’ho riferito più tardi, quando l’ho incontrato dopo pranzo non lontano da casa di lei.

E a te… tu non lo sai ancora.

Non ne ho avuto il coraggio.

Quando si tratta di te, tutta la mia sfrontatezza si dissolve.

E mi lasci irrequieto.

E confuso.

Tanto confuso.

Domani dovrò partire, e non so se dovrei dirtelo.





Domani dovrò partire, ma il mio cuore non ha pace.

Mente e cuore si combattono tra loro, e questa confusione mi impedisce di ragionare chiaramente.

Ho un’idea strana in mente, ma ho paura a metterla in pratica, e questo mi fa sentire ancora più incerto.

Chiudo gli occhi, e una folata di vento più forte mi schiaffa in faccia un odore conosciuto.

Domani dovrò partire.

Stringo in mano del cioccolato, e mai il mio cuore ha battuto così forte.





Le gambe si muovono da sole, seguono quel profumo noto.

La mente ha perso.

L’istinto ha preso il sopravvento.

I miei piedi si appoggiano di tetto in tetto, e tutto quello che sento sono i battiti del mio cuore.

Il nodo alla gola non si vuole allentare, e la sensazione di oppressione si sta facendo sempre più pesante.

Eccitazione, ansia ed angoscia agitano la mia anima

Domani dovrò partire, e il mio cuore sta per scoppiare.





È quasi mezzanotte.

Il villaggio dorme.

Scivolo leggero nella penombra, solo la luna mi è testimone.

Attraverso il cortile, salto su un tetto, sguscio tra le ombre.

Sono qui, ho seguito quel debole profumo ed ora sono qui.

Muschio, e poi quel qualcosa di speziato che riconoscerei tra mille.

Qui tutto è impregnato di quel profumo sicuro, deciso.

Tutto è impregnato di te.

Domani dovrò partire, e non sento altro che te.





Atterro sulla sommità di un edificio, ed uno shurinken mi passa accanto al viso.

Lo fermo con due dita.

Alle mie spalle, uno sbuffo divertito.

Ecco.

Il cuore perde un battito.

Manco un respiro.

Domani dovrò partire, ma stanotte sono già alla resa dei conti.




- Che ci fai a casa mia a quest’ora Naruto?


Voce calda, profonda… eppure dal tono sempre così freddo.

Naruto prende un profondo respiro chiudendo gli occhi, cercando di darsi un contegno: - Volevo solo dirti una cosa, ma mi sa di averti svegliato, quindi scusami…


Un sospiro rassegnato, mentre l’altro esce dalle tenebre per sottostare alla luce candida della luna: - Lascia perdere, tanto non ero ancora andato a dormire…


- Soffri di insonnia, Sas’ke? - gli chiede curioso il compagno: anche in una situazione del genere non riesce a controllarsi.


- No, solo che oggi non ho ancora sonno.- Risposta chiara, semplice e diretta dell’altro: - Comunque, perché sei venuto qui?


Triplo carpiato avvitato per il cuore del biondo.

E il collo della felpa improvvisamente strettissimo.


- No, ecco, io… volevo solo dirti che domattina presto parto con Jiraya, sai, per i nostri soliti allenamenti…


Nonostante la scarsa luce, Naruto può vedere perfettamente che il volto di Sasuke ha cambiato espressione, ma non riesce a decifrarla.

Dopo un attimo che sembra durare secoli, finalmente Sasuke parla: - Dobe, cosa serviva venirmelo a dire a quest’ora? Potevo tranquillamente venirlo a sapere domattina da Kakashi o Sakura!


Tono duro e freddo.

Naruto si sente mancare.

Eppure riacquista velocemente un po’ di autocontrollo: - Beh, scusa se volevo dirtelo di persona! In fondo facciamo parte dello stesso team e siamo amici, ma evidentemente non mi dovevo scomodare!


Faccia imbronciata, offesa.

E dentro tanta tristezza.


Poi si ricorda di cosa ha in mano, e la gola gli si stringe in un nodo.

“Su, coraggio Naruto, a questo punto possiamo anche mettere tutte le carte in tavola, e chissenefrega! Se non lo fai adesso, poi passerai tutto il viaggio a tormentarti!”, si auto-incita il biondo. Un altro respiro profondo, poi prende velocemente il contenuto del pacchetto e si avvicina a passo deciso verso l’amico, che intanto guarda i suoi movimenti leggermente stupito.

Arriva ad un passo da lui.

Gli afferra una mano.

Vi appoggia sopra ciò che aveva in mano, chiudendo poi le sue dita attorno all’oggetto con la sua mano.


- Ma che…


Naruto lo blocca con lo sguardo, negli occhi tutti i sentimenti che gli sconvolgono l’anima.

Poi scompare, lasciando l’Uchiha sul tetto della sua dimora.

Rimasto solo, il ragazzo schiude lentamente le dita.

Il contenuto lo sorprende.

Nella sua mano, del cioccolato.




~?~




Sono stanchissimo, stanotte non ho chiuso occhio.

Sono uno stupido.

Sono un codardo.

Sono scappato senza sapere che ne pensasse.

E quindi non ho dormito.

Oggi parto, e non mi sono mai sentito così a pezzi.





Sto finendo di riempire lo zaino, dentro solo il minimo indispensabile.

Con la mente però sono ancora a ieri notte.

Sospiro mentre inserisco alcuni rotoli in una tasca.

Mi sento così svuotato.

Più riempio questo zaino e più mi sento vuoto io.

Sento bussare alla porta.

Sospiro e mi alzo.

Non faccio in tempo ad aprire la porta, che sento qualcosa di morbido avventarsi sulle mie labbra.

Spalanco gli occhi.

Spalanco gli occhi, e sento il mio cuore collassare.

Sono labbra, quelle appoggiate sulle mie.

E chi mi sta baciando…

Non è altri che Sasuke.

Chiudo gli occhi.

Mi aggrappo alla sua maglia.

Il mondo scompare, e siamo solo noi due, in piedi contro lo stipite della porta, a baciarci come disperati.




Il bacio sembra durare un’eternità, ma alla fine, privi d’aria, i due si separano di poco, respirando affannosamente.

- Usurantonkachi… - mormora dolcemente Sasuke, la fronte appoggiata contro quella di Naruto: - Perché sei scappato ieri?


Naruto lo guarda stupito, poi leggermente irritato: - Guarda che sei stato tu a dire che potevi sentirti dire da Kakashi-sensei e Sakura che sarei partito! Non avevo questa grande voglia diMHFF!!


Nemmeno lo lascia finire che già si lancia nuovamente sulle sue labbra, togliendogli il respiro e le recriminazioni di bocca.


Stavolta però è Naruto ad interrompere il bacio: - Perché? - sussurra in uno stato di gradevole confusione, la testa già partita a farsi mille viaggi. Sasuke lo guarda perplesso: - Come perché? O meglio, cosa?


Il biondo si allontana leggermente da quell’abbraccio: - Questo bacio, che cos’è? Un ringraziamento per, ecco, il mio… ehm… cioccolato? Uno sfogo? Qualcosa dato così per movimentare la routine?


Ansia e preoccupazione che trasudano da ogni suo imbarazzatissimo poro, per poi tramutarsi in stupore quando sente la risata trattenuta del compagno: - Che ci trovi di così esilarante, Sasuke-teme? - chiede indispettito, le guance gonfiate dall’indignazione, ottenendo così la fine del momento di ilarità dell’amico, che, per tutta risposta, fissandolo negli occhi un gli afferra po’ bruscamente il viso tra le mani: - Ti pare che abbia mai ringraziato in giro baciando la gente a caso? O pensi che mi venga voglia di spezzare la routine così? Sei più stupido di quanto pensassi, Usurantonkachi! Ti servono forse i sottotitoli?


- Beh, visto che il qui presente Mister Ghiacciolo Misterioso non è esattamente come un libro aperto, direi anche che ho il diritto a pormi delle domande sul suo comportamento, dato anche che non è che mi avesse mai fatto intendere un certo tipo di interessamento nei miei confronti! - sbottò offeso Naruto, le guance gonfie arrossate dal prolungato contatto con lo sguardo dell’Uchiha.


- Pfff… almeno sulla seconda parte direi che lo stesso valeva anche per me, comunque… questo- e di nuovo le loro labbra erano così vicine da potersi sfiorare, i respiri che si intrecciavano -non è per nessuno dei motivi elencati prima…


Naruto socchiuse gli occhi: - Mi piaci… un sacco… - sussurrò sulle labbra del moro prima di annullare la minima distanza rimasta tra loro.




~?~




Ho lasciato Sasuke sulla porta del mio appartamento.

Ho ancora sulle labbra il sapore di quei baci frettolosi e affamati.

Avvampo solo al ricordo della sua lingua intrecciata alla mia.

Ridacchio da solo, un paio di persone si girano a guardarmi stupite.

Se solo sapessero…

Penso che le loro facce sarebbero ancora più stupefatte, anzi, direi sconvolte.

Ma, francamente, non me ne potrebbe fregare di meno.

Sasuke mi ha baciato, e questo mi impedisce di pensare ad altro.

Eppure… dopo la mia pseudo-dichiarazione non mi ha risposto.

Ma, francamente, mi bastano quei baci rubati.

Mi metto a correre ridendo, un po’ perché sono in ritardo, un po’ per sfogare tutta la felicità che mi sento dentro.

Già immagino la faccia leggermente corrucciata dell’Ero-sennin.

Ma, francamente, non riesco a preoccuparmene.

Una sola domanda mi occupa la testa.

Rimarrà ad aspettarmi?

Oggi parto, e non sono mai stato così insicuro.





Jiraya non era così irritato come pensavo, ed io non ero così in ritardo come temevo.

Pensavo che Sasuke mi avesse “intrattenuto” per molto più tempo.

Avvampo di nuovo, e il mio maestro mi chiede se sto bene.

Mai stato meglio, Ero-sennin!

Sakura mi abbraccia. Non trattiene le lacrime: sa che potrei stare via parecchio.

Kakashi-sensei mi dà una leggera pacca sulla spalla. Mi raccomanda di riguardarmi, ma tanto sa che non lo farò.

Tsunade mi sorride. Mi minaccia di darmi una ripassata se combino qualche casino.

Iruka-sensei mi abbraccia. Mi augura un in bocca al lupo.

Tutto come al solito.

Tutto regolare.

Saluto tutti col sorriso sulle labbra, mi sistemo lo zaino sulla schiena e attraverso il portone di Konoha al seguito del mio maestro senza voltarmi indietro.

Finalmente non c’è più quella sensazione opprimente a soffocarmi.

È tutto come al solito…

No, non è come sempre.

Sasuke non mi ha salutato con gli altri.

Il suo saluto me l’ha dato contro quello stipite…


- DOBE!!!


Perso come sono nei miei pensieri, quell’esclamazione mi fa sobbalzare: Sasuke?

Mi volto di scatto.

In cima all’arco del portale sta lui, ritto in piedi, la figura fiera che si staglia contro il cielo.

Quell’apparizione mi lascia a bocca aperta.

Rimango per un po’ in contemplazione, quand’ecco che mi vedo arrivare contro una scatola: la afferro al volo.

- Che è? -, grido contro quello che non so più come considerare.

- Stamattina l’avevi dimenticato, Usurantokachi! Come farai a sopravvivere là fuori?

Il suo tono di scherno mi fa uscire dai gangheri: - SASUKE-TEME!!!! Te lo faccio vedere io come sopravvivo! - gli urlo contro agitando in aria il pugno.

Lo vedo fare spallucce: - Umph… comunque, buon viaggio. - risponde in tono neutro, per poi scomparire.

Sbuffo infastidito mentre mi giro per seguire Jiraya.

In mano ho la scatola lanciatami contro da Sasuke. Me la rigiro tra le dita.

È il mio astuccio porta shurinken di riserva.

Strano, ero sicuro al cento per cento di averlo messo in zaino…

Per sicurezza, lo apro: non si sa mai che l’abbia lasciato per qualche oscuro motivo vuoto…

Sollevo il coperchio.

Non riesco a trattenere un’espressione stupita.

Una sensazione di calore e sollievo mi avvolge delicatamente.

Sorrido.





Oggi parto.

Nella mano una scatola.

Nella scatola i miei shurinken.


E del cioccolato.





   
 
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