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Autore: AxXx    17/04/2013    9 recensioni
[Titolo modificato per motivi personali]
Greta, diciassette anni, vive vicino ad Aosta insieme ai genitori che fanno le guardie forestali.
Una vita normale, costellata da eventi semplici che, però, nasconde una verità sconcertante.
Infatti, durante le Vacanze di Natale, mentre ospita un amico, i suoi genitori scompaiono e a casa sua si presenta un... be' diaciamo qualcuno che non si aspettava.
Vicino a casa sua infatti c'è un passaggio che porta al Mondo Oltre, mondo della magia e delle creature fantastiche, ma anche molto pericoloso e la sua famiglia lo protegge da generazioni dall'avidità degli uomini.
Qualcosa, però è cambiato dall'altra parte e lei, insieme al suo amico, dovranno superare le porte del mondo oltre per fermare un'oscura minaccia per entrambi i mondi.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                    Vita normale (Ma non troppo).

 

 

 

 

 

Nessuno di voi si è mai chiesto da dove arrivino tutte le leggende e le favole da cui si parla, di cui siamo affascinati e che vorremmo vivere durante la nostri infanzia?

Mai chiesti se dietro ci fosse un fondo di verità?

Magari in un altro luogo, diverso da questo, un altro mondo in cui le creature delle favole siano vere.

Forse molti di voi non ci crederanno, perché troppo calcolatori, ma io ho una storia che potrebbe farvi rivedere la vostra posizione.

È la storia di Greta.

 

 

 

 

 

 

Greta era, infatti, una ragazza di diciassette anni, dai capelli ricci marrone chiaro, gli occhi color nocciola ed il viso dolce.

Viveva fuori dalla cittadina di Sainte-Pierre, vicino ad Aosta, in una baita a due piani di legno di quercia con le fondamente di solida pietra, come il camino che, come ogni inverno, veniva acceso per riscaldare la casa con il suo allegro fuocherello. La casa era formata da un'anticamera e, alla sua destra, un grande salotto, dove si trovava anche la bocca di quel camino di pietra bianca. A sinistra c'era la cucina, ampia e spaziosa, molto semplice: l'unica cosa in metallo era il lavello e la lavastoviglie, mentre tutto il resto era in legno: credenze, tavolini, contenitori per il pane e persino diverse posate erano fatte in legno.

Ai piani superiori c'era il bagno, munito di doccia, e tre camere da letto: una per lei, una per i suoi genitori e l'ultima per gli ospiti, separata dalle altre due da un corridoio centrale, anche quello completamente in legno.

La sua vita era piuttosto frenetica, ma monotona: ogni giorno andava a scuola al liceo scientifico d'Aosta in autobus, ci metteva mezz'ora circa ed ogni giorno incontrava le sue amiche: Camilla, con la quale condivideva la passione per un videogioco di origine orientale, Caterina, con la quale studiava spesso e che la aiutava con i compiti di latino, Lucia, una ragazza solare e gentile con la passione per la musica i ogni tipo, suonava la chitarra, infine Federica, una ragazza silenziosa, ma con una forte vena poetica, amava scrivere da sola piccole poesie semplici, ma molto belle.

Non gli mancavano amici maschi, ma preferiva stare in compagni di Alberto: un ragazzo che, l'inverno, veniva lì dalla Toscana per passare l'inverno dai suoi nonni.

I suoi genitori, infine, erano Massimo e Francine: lui italiano e lei francese, cosa abbastanza frequente là, dato che erano proprio sul confine.

Lui aveva i capelli neri e gli occhi azzurri, il viso leggermente squadrato ma sempre sorrdiente. Le spalle larghe ed il corpo muscoloso, braccia forti e molto atletico.

Lei, invece era magra, un po' più bassa del marito, bionda con gli occhi neri, anche lei molto atletica, anche se meno muscolosa del padre.

Fino qui nessuno avrebbe detto nulla su di loro: erano guardie forestali, vivevano secondo un preciso codice etico e di rispetto per la natura. Ma Greta aveva una certa curiosità per loro. Nel tempo si era accorta di molti piccoli misteri che li circondavano. Sua madre faceva spesso i lavori di casa, ma c'erano alcuni posti, come ad esempio la sua stanza che sembrava rimanere sempre pulita, come se qualcuno passasse di continuo a oulire, anche se Francine entrava molto raramente nella stanza della figlia. Un'altra cosa che Greta si chiedeva era a cosa servisse lasciare ogni sera un bicchiere di latte ed una pagnotta di pane fresco davanti al camino, la cosa curiosa era il fatto che lei, la mattina, pur alzandosi prima di loro, ritrovava sempre tutto vuoto, tranne delle rare briciole. Era abbastanza sicura che non fossero topi o altri roditori di montagna, altrimenti non sarebbero riusciti a mangiarsi tutta quella roba in così poco tempo, tuttavia non era mai riuscita a capire cosa facesse sparire il cibo.

Un altra cosa che non capiva era come mai, alcune mattine si ritrovava con i capelli intrecciati tra loro, certo, avendo lunghi capelli ricci, aveva spesso problemi del genere, ma alcunidi quei nodi erano troppo complessi per essere naturali e spesso perdeva più di un quarto d'ora per sciogliere un singolo nodo.

Tuttavia, a poco a poco, si era abituata a quelle piccole stranezze, tanto che, ormai, tendeva a non farci nemmeno più caso. Anzi, si divertiva all'idea di invitare le sue amiche a casa sua per il fine settimana, durante una delle rare escursioni dei suoi genitori in alta montagna, lasciandole la casa a disposizione. Infatti capitava spesso che se le ritrovasse in bagno a districarsi i capelli da complicatissimi nodi.

 

 

 

 

 

 

 

Era il 21 dicembre, ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale, cioé il momento che tutti gli studenti stavano aspettando e gli ultimi dieci minuti dell'ultima ora sembravano dilatarsi per dispetto.

"Cate... quanto manca?" Chiese sottovoce Greta, mentre cercava di prendere gli ultimi appunti con la penna, anche se considerava tutto questo un inutile supplizio.

"Sono passati due minuti dall'ultima volta che me l'hai chiesto." Rispose con un soffio appena percettibile la compagna di banco che, a quanto sembrava, condivideva appieno l'idea dell'altra.

Greta si rassegnò ad aspettare che gli ultimi dannatissimi minuti passassero per poi andare in centro a divertirsi, magari dare un occhiata ai negozi, ma per adesso doveva accontentarsi di osservare l'orologio da polso di Caterina che girava ad una velocità pari a quella di una lumaca sedata.

Passò un minuto... avanti, dai... Altri due minuti... Ci siamo, mancano solo cinque minuti... Trenta secondi... Su aggeggio infernale! Vai più veloce!... Un minuto e mezzo... Ma che diavolo hai?... un minuto... Siamo sicuri che non sia rotto?... un minuto... Forse, Cate, dovresti cambiargli la batteria... Un minuto e quaranta secondi... Ci siamo...

Ormai le scendeva il sudore dalla fronte, mentre contava gli ultimi secondi, con il professore che continuava imperterrito a spiegare come, con un rapido colpo di mano, l'Austria si riprendeva la parte est dell'Italia.

'Sai che m'importa dell'austria... facci uscire!' pensò Greta sul punto di esplodere per gli ultimi dieci lunghissimi secondi.

 

Per fortuna la campanella suonò in orario e lei riuscì a trattenersi dall'esultare per la contentezza. Nessuno ascoltava il professore di storia cercava inutilmente di assegnare le pagine da leggere per le vacanze alla classe vociante che non gli prestava attenzione

'Chiederò a Matteo, il nostro sapientone non si perde nemmeno un esercizio per casa.' Pensò Greta con indifferenza, mentre si infilava il berretto e la giacca, uscendo dalla classe per correre lungo le scale e uscire nel piccolo giardino della scuola, già ricoperto di un sottile strato di candida neve.

Stava già uscendo dal cancello elettronico, quando qualcuno le sfilò rapidamente il berretto.

"Ehi!" Strillò, toccandosi sorpresa la testa, cercando di capire chi le stesse facendo quello scherzo.

"Cerchi questo?" Chiese una voce maschile alle sue spalle.

Lei si voltò e si ritrovò davanti una faccia magra con una barbetta appena accennata, capelli non molto corti, neri, ricci. Aveva gli occhi color nocciola scuro e l'aria astuta, un po' giocosa. Indossava un paio di pantaloni da sci pesanti, una giaccone e sotto una felpa con il cappuccio calato sulla testa dando al ragazzo l'aspetto di Ezio Auditore; dal videogioco Assassin's Creed.

Alberto, suo amico, anche se viveva in toscana. Lui veniva ad Aosta ogni anno in quel periodo per passare le vacanze di Natale insieme ai suoi nonni, che vivevano proprio là.

"Ridammelo!" Urlò lei cercando di afferrare il maltolto, con scarso successo, dato che lui era seduto sul muretto che circondava la scuola.

"Nemmeno per sogno, te lo devi prendere!" Rispose lui tenendolo sollevato, come se stesse facendo uno scherzo da bambino dispettoso.

"Sei così infantile!" Lo accusò lei, cercando di fare un salto per riprendersi il berretto, con poco successo. Ma non ne ebbe bisogno, perché lui con una smorfia annoiata glelo ridiede.

"Sei sempre noiosa." Disse il ragazzo saltando giù dal muretto.

"Di sicuro più di te." Rispose Greta fingendosi offesa.

I due camminarono fino in centro, dove c'erano i vari negozi: abbigliamento, profumi, libri, videogiochi, piante: tutto era in vendita.

"Ti trattieni qui per le solite tre settimane?" Chiese lei, mentre si fermavano ad un bar per prendersi qualcosa di caldo da bere.

"Sì: due settimane di festa ed una bonus, come al solito, anche se non so se sia possibile." Rispose lui prendendosi il suo té caldo, pagando il conto. L'avrebbe offerto anche a lei, ma la ragazza insistette per pagare la sua parte.

"Perché no?" Chiese, sedendosi ad un tavolo all'interno.

"I miei nonni. Loro hanno una casa in costa azzurra. Sono dovuti andare lì. Le autorità francesi l'hanno sequestrata. Io non ho un posto dove andare, dato che si sono portati dietro le uniche chiavi della loro casa qui ad Aosta. I miei zii hhanno una casa troppo piccola, quindi non ho un posto dove andare." Spiegò l'amico scuotendo la testa.

"Oh, mi dispiace... speravo di poterti vedere sulle piste... alle mie spalle." Disse lei, un po' scherzosa e un po' dispiaciuta.

"Eh... anche a me, tutte le volte che ti doppiavo era una cosa impagabile." Ribatté lui con un sorriso divertito. "Comunque spero di riuscire a trovare una soluzione, forse riesco a trovare una sistemazione."

"Lo spero, ora, scusa, devo tornare a casa..." Disse Greta, notando che l'ora del suo autobus per tornare a casa era vicina.

 

 

Casa sua non era in paese, quindi doveva farsi un quarto d'ora a piedi per raggiungere la zona esterna di casa sua: una grande baita di legno inerpicata su un'altura molto scoscesa. Dietro di essa c'era una stradina che portava nella foresta.

Era un luogo tranquillo, vicino sia alle piste da sci che alla città: in pratica sport e dovere relativamente vicini.

Superò il vialetto sterrato e raggiunse la porta di casa, ma, proprio quando stava per aprirla, quella fu spalancata dall'interno dai suoi genitori, vestiti di tutto punto per un escursione e con degli enormi zainoni in spalla.

"Tesoro!" Disse suo padre con un ampio sorriso vedendola "La fortuna è dalla nostra, stavamo partendo per un'altra escursione... sai ci hanno chiesto di controllare una zona a rischio valanghe e, con la stagione sciistica, questi sono problemi urgenti."

"Dev'essere interessante! Ma perché non mi fate venire con voi...?" Chiese la figlia entusiasta. In effetti una cosa dalla quale i suoi genitori l'aveva sempre tenuta lontana era il loro lavoro.

Infatti, come al solito, il sorriso di suo padre vacillò, prima di riprendersi subito: "Sai che è pericoloso... preferiamo tenerti qui al sicuro."

Lei soffio un po' irritata dall'evasiviàtà del padre, ma decise di non discutere, quindi imboccò la via della diplomazia, dato che le era venuta in mente un'idea.

"D'accordo, ma ho un favore da chiedervi." Disse sfoderando il sorriso più raggiante che riusciva a fare. "Un mio amico ha un problema: i suoi devono andarsene per qualche giorno... potrei ospitarlo qui fino al 25, quando i suoi torneranno?"

I suoi genitori si guardarono con un sorriso furbo come se avessero capito una cosa che la figlia gli stesse nascondendo.

"Solo un amico?" Chiese sua madre, facendola arrossire.

"No! Cosa!?... Ma no! Come vi salta in mente!?" Chiese Greta imbarazzatissima.

"Non lo sappiamo, ma sembri molto interessata, sai?" La informò suo padre divertito. In realtà sapevano che non c'era niente sotto, però volevano solo innervosire la figlia.

"Ma se ho detto solo due parole!?" Chiese lei con quella che doveva essere una logica inoppugnabile.

I suoi, fortunatamente, preferirono evitare di andare oltre e accettarono, a patto che lei 'Stesse attenta'.

'Come se stessi ospitando in casa un crminale, lo saprò come stare da sola in casa.' Pensò, mentre si allontanavano lungo la vietta sul retro della casa.

"Tesoro, ricordati di mettere il formaggio davanti al camino!" Le raccomandò il padre da lontano.

'Perché mai dovrei farlo?' Si chiese osservando la strana struttura in pietra, mentre raggiungeva le scale per prendere il suo cellulare.

Digitò il numero di Alberto ed aspettò pazientemente che lui rispondesse.

"Pronto?"

Pronto Al, sono io, Greta... senti, posso darti una buona notizia?"

"Spara."

I miei sono via per un giorno e sono riuscita a... ehmmm... estorcere loro il permesso di ospitarti finché i tuoi non torneranno!"

"Davvero? Grande... ma sei sicura: se loro sono via...?"

"Sta' tranquillo, staranno via solo un giorno, entro domani saranno di nuovo qui, inoltre tu starai tutto il giorno fuori, come al solito e tornerai qui solo per dormire. Allora che ne dici?"

"Che la tua idea è davvero grande... prendo la mia roba e vengo là!"

Greta chiuse la telefonata con un sorriso, dopotutto poteva andare anche peggio, almeno era riuscita a fare un favore ad un amico.

 

Alberto arrivò subito dopo cena e Greta lo accompagnò alla camera degli ospiti al piano di sopra, dall'altra parte rispetto a quella dei suoi genitori.

"Accidenti, bella, magari i miei nonni mancassero più spesso, il solo fatto di dormire qui rende la prospettiva allettante." Disse appoggiando gli sci alla parete e osservando il letto, anche quello fatto completamente in legno.

"Alt! Qui ci stai solo fino al venticinque... e siccome siamo solo noi due, chiuderò a chiave la mia stanza e tu farai lo stesso, d'accordo?" Chiese la ragazza incrociando le braccia.

"Sissignora!" Rispose lui facendo scherzosamente il saluto militare.

La sera passò rapida, lei guardò un film alla TV, mentre lui si occupava di sistemare la sua roba nella stanza.

Si era completamente dimenticata della raccomandazione di suo padre e, quando salì chiudendosi a chiave la porta dietro di sé non pensò che qualcosa del genere potesse avere rilevanza.

Nulla di più falso.

La mattina dopo, infatti si rese conto che c'era un problema.

 

Aveva alcune ciocche di capelli legate alla testata del suo letto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autore.

Salvissimo, la mia prima VERA storia fantasy, anche se un po' anomala per così dire.

I personaggi qu riportati sono ispirati a me e ad un'amica che ringrazio molto e spero di sentirla presto.

Scusate se ho un po' scopiazzato l'inizio di Spayderweek (O come diavolo si scrive.) Ma nei racconti quella di legare i capelli è una cosa abbastanza comuna, soprattutto per gli 'Spiritelli Casalinghi.'

Spero che vi piaccia e che qualcuno possa perdere un po' di tempo per leggersi questa storia.

AxXx

 


 

  
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