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Autore: Magica Emy    17/04/2013    2 recensioni
Stavolta non ci sarebbe stato nessuno a consolarla, ad alleviare la sua pena. Perchè stavolta era lei il mostro. Quel mostro, che aveva sempre cercato di tenere lontano e che adesso le era piombato addosso improvvisamente, rendendola ciò che era. Ciò che l'avrebbe cambiata per sempre. Adesso, però, non aveva più paura del buio...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Le pesanti porte in legno scuro di casa Salvatore, intanto, si spalancano improvvisamente, mentre Damon fa il suo ingresso nel grande salone pieno di gente. Avanza con passo malfermo, l'aria stanca e disorientata, attirando l'attenzione di un paio di ragazzi, che lo fissano spaventati. L

a sua camicia è strappata e intrisa di sangue rappreso, gli occhi spiritati. è completamente ubriaco, e la testa gli pulsa in maniera insopportabile, anche per colpa della musica assordante.
- Che cazzo avete da guardare - esclama, voltandosi verso il gruppetto con aria minacciosa - non avete mai visto un uomo insanguinato?
Mentre li vede fuggire via, terrorizzati, da lontano incrocia lo sguardo di Stefan, che si precipita a raggiungerlo con aria tesa e preoccupata.
- Che cosa diavolo hai combinato - sussurra, per non farsi sentire dagli altri - Ti sembra questo il modo di presentarti, non vedi che qui è pieno di gente?
- Bè, per questo è più divertente, no?
Esclama Damon, strizzandogli l'occhio con aria divertita. Stefan lo guarda. Ha l'aspetto di uno che ha appena compiuto una strage, e non osa neanche immaginare cosa possa avere combinato. Sa soltanto che deve allontanarlo da lì immediatamente, prima che tutti gli altri si accorgano della sua presenza. E che la festa vada a rotoli.
- Và immediatamente di sopra, e restaci!
Ribatte scuotendolo per la spalla, ma il fratello si libera della sua mano con un violento strattone, mentre sibila a denti stretti: - Non mi toccare o qui dentro faccio un casino, e sai che ne sono capace.
Poi, con il dorso della mano si pulisce un rivolo di sangue che gli cola dalle labbra e, lanciandogli un ultimo sguardo gelido gli volta le spalle, scomparendo tra la folla. Stefan lo segue con lo sguardo, scuotendo la testa più volte. Non può continuare così, questo è davvero troppo.

Per quanti sforzi faccia, Elena si rende conto di non riuscire proprio a restare lontana dalla camera di Damon. Quella porta chiusa rappresenta come una specie di calamita per lei, che per tutto il tempo non ha fatto che camminare avanti e indietro per il lungo corridoio del piano di sopra, senza decidersi ad entrare. Ma perchè, poi, dovrebbe farlo? Si chiede, mordendosi le labbra con aria nervosa e passandosi più volte le mani sul viso, come per cercare di calmarsi. Di riflettere. Ma non è proprio in grado di farlo, in questo momento. L'unica cosa che sa, infatti, è che deve entrare in quella stanza. Non le interessa se è sbagliato o se questa cosa non ha senso, sa che deve farlo. Adesso. Con uno scatto improvviso, la sua mano si avvicina alla maniglia, abbassandola bruscamente. La porta si apre di colpo, rivelando una grande camera immersa nella penombra. Elena accende la luce con mani tremanti, guardandosi attorno, incuriosita. Nella parete di fronte nota subito una enorme libreria in ciliegio, contenente una montagna di libri dai generi più svariati, che la lasciano piacevolmente colpita. Non sapeva che Damon amasse la lettura. Forse, però, ci sono ancora tante cose che non sa di lui. Guarda la finestra aperta, ipnotizzata dal ritmico movimento delle sue tende chiare, che svolazzano mosse dal vento. Il suo letto è ancora disfatto, e sul piccolo comodino vicino nota un libro che riconosce subito come Cime tempestose. Da bambina era il suo preferito. Si avvicina per prenderlo in mano, sorridendo. Non credeva che il vampiro fosse il tipo da leggere certe storie melense e sdolcinate, non ce lo vede proprio. Si siede sul letto, respirando l'inebriante profumo che quelle candide lenzuola emanano, e che le fanno venir voglia di sdraiarvisi sopra. Sospira profondamente, sfogliando distrattamente il libro che tiene in mano quando, un rumore improvviso alle sue spalle la fa trasalire.
- Che diavolo ci fai tu qui?
La sua voce, forte e chiara come sempre, la spaventa a tal punto da lasciar cadere il libro, che atterra sul pavimento con un sordo tonfo. Era così persa nei propri pensieri da non accorgersi nemmeno della sua presenza. Si rialza dal letto con uno scatto improvviso, terribilmente imbarazzata, sentendosi come un ladro sorpreso a rubare dei gioielli preziosi. La sua mente lavora febbrile alla ricerca di qualcosa da dire, ma si rende conto che qualunque giustificazione non servirebbe a niente, a quel punto. Come fa a spiegargli che è stata colta dall'irrefrenabile impulso di entrare in camera sua e violare la sua privacy? Farebbe meglio ad andarsene subito ma, non sa perchè, non riesce a muoversi. Rimane esattamente dov'è, mentre si accorge che Damon avanza verso di lei, con aria minacciosa.
- Ti ho chiesto che cosa stai stai facendo in camera mia, e sei pregata di rispondermi!
Esclama con voce tagliente, incenerendola con lo sguardo. è abbastanza vicino perchè la ragazza si possa notare le chiazze scure che macchiano la sua camicia, strappata in più punti. è sangue. Lo guarda, sconvolta e spaventata, senza avere il coraggio di dire una sola parola. Deve andar via immediatamente. Ma non appena tenta di muovere qualche passo sente che il vampiro l'afferra saldamente per un braccio, bloccando così ogni suo possibile tentativo di raggiungere la porta.
- Non pensarci nemmeno!
Esclama, proprio come se le avesse letto nel pensiero, mentre la vede divincolarsi, infastidita.
- Lasciami!
Protesta Elena, ma più tenta di liberarsi più lui aumenta la presa, stringendole il braccio fino a farle male.
- Non finchè non mi dirai cosa credevi di fare qui dentro!
- Ti ho detto di lasciarmi!
Grida la vampira, liberandosi di lui con un forte strattone che rischia quasi di fargli perdere l'equilibrio. Per un lungo momento nessuno dei due dice una parola. Si limitano a fissarsi in silenzio, sfidandosi con lo sguardo, come se entrambi si stessero preparando ad affrontare una guerra. Gli occhi azzurri di Damon sono pieni di livore mentre, con uno scatto fulmineo che fa trasalire la ragazza si scaglia su di lei con rabbia, scaraventandola violentemente contro la parete di fronte per bloccarla con il proprio corpo.
- Non provarci mai più!
Sibila a denti stretti contro il suo viso, terrorizzandola ancora una volta. Elena scuote la testa lentamente, mentre sente che gli occhi le si riempiono di lacrime. è paralizzata dallo choc e, l'odore inebriante del sangue mischiato all'alcool, che il ragazzo si porta addosso le riempie ben presto le narici, confondendole le idee. I loro visi sono di nuovo vicinissimi, le loro labbra quasi si sfiorano...
La vampira sa di non riuscire a combattere contro quel violento terremoto di emozioni che sembra investirla improvvisamente, e che la porta a fremere contro il suo corpo scultoreo, che non ne vuole proprio sapere di darle tregua. Le mani di Damon scendono a bloccarle i polsi in una morsa dolorosa, portandola a gemere infastidita.
- A quanto pare sei dura d'orecchi, Elena - continua, rabbioso - quando ti ho chiesto di non venire più a cercarmi e di restare fuori dalla mia vita, intendevo anche fuori dalla mia camera!
- Damon, mi stai facendo male... ti prego...
è tutto quello che riesce a dire lei, mentre comincia a singhiozzare, incapace di reagire. Incapace di combattere. Non può, non ce la fa contro di lui. Il vampiro si rende conto di ciò che le sta facendo solo quando vede le sue lacrime che, copiose, scendono a bagnarle le guance pallide, mentre il viso le si contrae in una smorfia dolorosa. Allora, istintivamente molla la presa, lasciando liberi i suoi polsi sottili e allontanandosi di qualche passo, per permetterle di scostarsi dalla parete su cui l'aveva bloccata. Elena si asciuga il viso con gesti veloci, cercando di riprendere il controllo di sè, mentre lo vede voltarle le spalle. è decisa più che mai ad allontanarsi da lì nel più breve tempo possibile, ma, mentre sta per aprire la porta, sembra ripensarci e tornare sui suoi passi. Sospira profondamente, schiarendosi la voce un paio di volte prima di chiedergli: - Perchè hai del sangue addosso?
Solo allora lo vede voltarsi di nuovo verso di lei, lanciandole uno sguardo indecifrabile che potrebbe voler dire qualunque cosa.
- La ragazza che ho incontrato stasera ne ha perso troppo - dice, esibendosi in uno dei suoi soliti sorrisi sghembi - l'ho dissanguata, ma ne è proprio valsa la pena!
Elena sgrana gli occhi, inorridita da quelle parole.
- Che... hai fatto?
è tutto ciò che riesce a dire, mentre si accorge che la voce le trema.
- Il sapore del sangue fresco è davvero impareggiabile - continua Damon, ignorando le sue parole - ed il suo era così dolce e gustoso...
- Damon, smettila...
- Dovresti provarlo, sai? C'è una differenza notevole tra...
- Ti ho detto di smetterla - sbotta all'improvviso, guardandolo incredula - perchè mi fai questo? Perchè ti diverti a fare del male ale persone innocenti?
Il ragazzo sorride con disprezzo.
- Perchè sono un vampiro, Elena - replica sarcastico - e fa parte della mia natura affondare i canini su qualunque cosa respiri a questo mondo. Meglio se umana, però! Sai, non vado molto d'accordo con gli scoiattoli! E, ora che ci penso, tutto questo fa anche parte di te...
- No - lo interrompe lei, tappandosi le orecchie con entrambe le mani, per non essere più costretta ad ascoltare quelle atrocità - io non sono così! Io non posso...
- Non puoi... che cosa? Assecondare il tuo istinto di nutrirti del sangue delle persone, oppure accettare il fatto di essere morta?
Il vampiro non si ferma. Attacca instancabile, inesorabile, senza nemmeno lasciarle il tempo di pensare. La sfida, la tenta, la sfinisce senza pietà, finchè non la vede prendersi la testa fra le mani, sopraffatta da quelle orribili parole.
- Basta, Damon - urla, al limite della sopportazione - ti diverte così tanto torturarmi in questo modo? Stai facendo tutto questo solo perchè mi sono rifiutata di venire a letto con te, non è vero?
Stavolta è lui a lanciarle uno sguardo incredulo.
- è questo che pensi? Riduci tutto ad una questione di sesso, ora?
Esclama, frustrato.
- Perchè, di cos'altro si tratta - ribatte lei, guardandolo con disprezzo - è l'unica cosa a cui riesci a pensare!
Quelle parole lo feriscono molto più di quanto non dia a vedere e, mentre respira profondamente nel tentativo di non esplodere di rabbia ancora una volta, si limita a scuotere la testa mentre dice a voce bassa: - Se questo è ciò che credi, allora non hai capito proprio niente!
Elena annuisce, facendo un passo verso di lui, come se volesse di nuovo sfidarlo.
- L'unica cosa che ho capito - dice convinta - è che mi fai schifo!
Sputa quelle parole con rabbia e disgusto, scuotendolo nel profondo.
- Il sentimento è reciproco.
Replica lui, la voce atona, con la sensazione che un enorme macigno gli sia appena piombato addosso...

 

   
 
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