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Autore: LoversOcean    17/04/2013    4 recensioni
Il Re di Camelot sarebbe sorto ancora e Merlin avrebbe atteso ogni volta pazientemente che il suo signore tornasse nel mondo, che il suo amore si ricongiungesse a lui e facesse nuovamente battere il suo cuore. Ogni volta come la prima.
------ MOMENTANEAMENTE SOSPESA ------
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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20 Maggio 1918
Francia




Onestamente in quel periodo pregavo notte e giorno per non incontrarti mai. Avevo già vissuto il dolore dello starti accanto durante una guerra, per più e più volte, fin quando non ti ho perso... Nessuno avrebbe mai potuto chiedermi di accettare ancora una volta di buon grado uno scenario simile, ma ormai avrei dovuto imparare che quando si trattava di te le mie richeste sembravano aleggiare nell'aria fino a sparire, ignorate.

Pensavo di essere riuscito ad evitarlo, ma improvvisamente eccoti lì, steso su una delle decine e decine di brande improvvisate, macchiata del sangue di altri soldati venuti prima di te. Io ero un infemiere, un volontario mandato al fronte per prendersi cura dei coraggiosi che si battevano in quella che sarebbe stata ricordata come la Prima Guerra Mondiale. Immagino non ti stupisca poi molto... In fondo a Camelot ero conosciuto ufficialmente come tuo servo personale e allievo del medico di corte, perchè non continuare la mia onorata carriera? Sai, Gaius sarebbe fiero di quanto ho imparato e certamente sarebbe affascinato dai titanici passi avanti che la scienza ha fatto nei secoli... Non dubito che sia rinato e divenuto un grande primario o luminare in qualche rinomato ospedale. Mi manca ogni giorno, ma pensieri come questo mi confortano.

La nostra base non era molto grande e ceramente eravamo gravemente carenti per quanto riguardava medicine ed effettivi medici che potessero curare, ma la verità era che punti come quello erano semplicemente posti dove capire chi di voi avrebbe potuto farcela, così da trasferirlo all'ospedale più vicino e chi invece non aveva più speranza, ma meritava comunque un posto dove poter passare gli ultimi momenti della sua vita in pace e con la sensazione di non essere solo. Mi stavo occupando proprio di uno di loro quando ti hanno portato dentro e steso a due letti di distanza da me... Mi scusai in fretta, lasciando ciò che stavo facendo e delgando la prima infermiera in vista per accorrere al tuo fianco, spinto dal desiderio di poterti toccare, abbracciare, baciare, ma tu non sapevi chi ero. Tu non sai mai chi sono, non subito.

"Oh, sono morto" avevi detto, parzialmente delirante, nel momento in cui i tuoi occhi si erano posati sui miei "Tu sei un angelo, perciò io sono morto..." avevo dovuto mordermi le labbra per evitare di sorridere. Non capirò mai come i tuoi momenti da pazzo romantico dovevano sempre essere scatenati da situazioni disastrose "Sei un angelo ed io sono... In Paradiso?" posai una mano sulla tua, stringendola delicatamente lasciandomi andare ad un sospiro di sollievo esattamente come avevi fatto tu, sentedomi attraversare da un tepore familiare, un tepore che portava il tuo nome.

"Non sei morto, sei stato ferito e adesso mi prenderò cura di te" ti avevo promesso solennemente, proprio come quando ti promisi che sarei sempre stato al tuo fianco, perchè per me nulla era cambiato o sarebbe mai cambiato. Saresti sempre stato il mio Re. "Presto starai meglio" quella promessa invece non la facevo a nessuno in quel luogo, perchè dava tanta speranza quanta ne toglieva nel momento in cui si capiva che le cose non stavano andando come si immaginava... Ed io ero terrorizzato all'idea che fosse così, che il nostro incontro sarebbe stato breve e infelice. "Io sono Merlin, ricordi come ti chiami?" lo sguardo che mi avevi rivolto stava rischiando di farmi nuovamente esplodere in una risata accorata. Era come se non fosse passato neanche un istante e ci trovassimo di nuovo al castello con te che mi dici senza neanche usare le parole quanto ero idiota... Ma noi due sappiamo chi era il vero asino, non è così?

"Ar... Arthur" la voce ti usciva strozzata e riasarsa, ma potevo comunque percepire l'inflessione autoritaria, semplicemente regale, che non avevo sentito da molto tempo e che continuava a farmi rabbrividire piacevolmente... "Arthur. Cerca di rilassarti, adesso ti trasferiremo" avevo già voltato lo sguardo in cerca di qualcuno a cui chiedere aiuto per portarti su di una barella, ma non avevo fatto in tempo ad allontanarmi da te per meno di un passo, che la tua mano aveva afferrato saldamente la mia, un gesto che in molti come te in quel periodo si concedevano; un gesto quasi disperato, una richiesta di aiuto e di non abbandono. Ti sorrisi dolcemente, ricambiando la stretta per rassicurarti "Non ti lascerò, puoi starne certo, ma devo chiedere aiuto per trasportarti" quellò era sembrato bastarti per il momento, perchè in fondo riuscivi a percepire quanto fossi sincero, quanto le mie parole andavano oltre alla situazione nella quale ci trovavamo.

In quel momento presi del tempo per guardare meglio cosa avessi. Sul collo portavi un'orrenda ferita, che se non era troppo profonda mi faceva tremare, tanto che quasi credevo di non riuscire a cambiarti le bende... Non era troppo grave, ce l'avresti fatta, ne ero certo, ma continuavo a ripetermerlo perchè ancora non me ne sentivo totalmente convinto. Feci comunque del mio meglio, sedendomi di fianco a te e iniziando a ripulirti, mentre attendevo la squadra delle infermiere addette ai ricoveri. Tu riuscivi ad essere bellissimo anche con il volto ricoperto di fango e sangue incrostato... "Non preoccuparti, ce la farai" ti ripetevo ogni volta che finivo con lo sfiorarti vicino alla ferita e tu ti lasciava andare a lievi grida di dolore. Continuai a carezzarti con riverenza, passando le dita fra i tuoi capelli dorati fin quando finalmente vennero a prenderti.

Mi servirono soltanto tre stanze sbagliate, due infermiere irritate ed un carrello di medicinali rovesciato per trovarti. Sai, la cosa ironica è che quel mio essere goffo e imbranato si presenta solo quando ci sei tu di mezzo... Ma avevo sempre saputo che sei la mia più grande debolezza. Nella tua stanza vi erano altri tre soldati, uno di loro russava sonoramente abbracciato al suo cuscino, con le gambe ricoperte di bende, mentre l'altro cercava di convincere chiunque si avvicinava al suo letto di portargli una bottiglia di Brandy. Tu avevi gli occhi chiusi, ma non dormivi e non appena mi ero seduto di fianco a te, sfiorandoti la mano, due gemme azzurre si puntarono su di me "Il mio angelo è tornato" stavamo sorridendo entrambi, probabilmente le nostre espressioni erano fra le più stupide mai viste e la causa parziale della tua doveva essere la restante morfina che ancora ti circolava in corpo per l'operazione, ma onestamente non mi importava. "Te l'avevo promesso" sussurrai per poi leggere la tua cartella e sospirare sollevato nel vedere che non vi erano state complicazioni, che stavi bene.

Passammo due mesi in quell'ospedale, io non mi staccavo mai dal tuo fianco e tu mostravi la massima irritazione verso chiunque non fosse me e che cercava di occuparsi di te... Quando avevi iniziato a stare meglio e potevi alzarti mi pregavi ogni giorno di portarti fuori per una passeggiata ed io faticavo terribilmente a negarti qualcosa che quelle mie battaglie erano perse in partenza. Il giardino dell'ospedale era grande e pieno di fiori, era come se un arcobaleno vi si fosse disteso per riposare e tu non perdevi occasione di regalarmene sempre qualcuno, dicendomi in quanti modi a volte io ti ricordassi di uno di loro... Era stato proprio fra quei fiori che una mattina mi avevi baciato. Per questo ancora adesso penso che il Gelsomino sarà per sempre il mio preferito. Ci scambiavamo tenerezze, sussurri e promesse ed era tutto così perfetto che avevo dimenicato che non sarebbe potuto durare...

"Mi dimettono" avevi esordito tenendo il tuo sguardo fisso fuori dalla finestra ed io tremavo per le implicazioni di quella frase. "Devo tornare, possiamo ancora vincere" il tuo stupido bisogno di provare il tuo valore restava intatto nei secoli, non importava quante volte nascevi ed io avrei voluto ulrare e prendermela con te per questo. Stavi per lasciarmi di nuovo senza che io potessi farci niente. "Ti amo" una lacrima calda mi aveva rigato il viso, non importava quanto mi fossi obbligato a restare impassibile, semplicemente niente mi era possibile quando si trattava di te... Subito le tue mani si posarono sulle mie guance e mi obbligarono ad incontrare il tuo sguardo. Avrei potuto guardarti per sempre. "Ti ho sempre amato. Merlin" improvvisamente il mio cuore sembrò fermarsi e ripartire più velocemente di prima. C'era solo un Arthur che pronunciava così il mio nome. Il mio Arthur. Mi stavi sorridendo così apertamente che per quanto suoni banale e sciocco pensavo mi avresti accecato... Ti eri ricordato chi eri, ti eri ricordato di noi.

"Ti scongiuro non lasciarmi" le lacrime uscivano senza controllo o criterio, le mie mani aggrppate saldamente alla tua maglia come se in quel modo avessi potuto davvero tenerti lì con me. "Non lo faccio mai, non davvero. Lo sai" e si, io lo sapevo. Eri sempre con me, anche se non fisicamente, ti sentivo ovunque anche nelle attese più lunghe ed avevo la certezza che saresti sempre tornato, che non mi avresti mai lasciato.

Quella sera l'avevamo passata nel giardino. Ci eravamo creati il nostro angolo personale, lontano da tutti. Mi avevi tenuto stretto a te, mentre i nostri corpi si univano e tornavano ad essere una cosa sola. Le tue labbra avevano carezzato ogni centimentro di me e le mie mani ti esploravano come se non avessi mai avuto occasione di farlo prima di allora... Tutto aveva un sapore agrodolce, ma non riuscivo a non trovarlo perfetto. Restammo vicini, uniti fino all'ultimo momento disponibile dell'indomani, per poi tornare alla realtà.

Ti avevo accompagnato alla stazione, con il cuore che sembrava cercare un modo per uscirmi dal petto e raggiungerti... "Sai che devo farlo e sai che non mi ameresti se fossi diverso" mi avevi detto con quel tuo sorrisetto da primo della classe, il tuo marchio di fabbrica da asino reale ed io quasi ti odiavo, perchè avevi ragione. "Pensa solo a tornare da me" un ultimo bacio, prima di vederti sempre più lontano. Ero rimasto a fissare il punto in cui eri sparito per ore. A volte la nostra sembra la peggiore delle condanne... Ma alla fine riesco sempre a sfoggiare un sorriso sincero, perchè già sogno il nostro prossimo incontro.


Ooook. Prima di tutto... Non uccidetemi! Nè per l'attesa alla quale vi ho lasciate nè per il capitolo non proprio sprizzante di gioia. Ve l'ho detto non saranno tutti così. Vi prometto solennemente che ci saranno capitoli che vi seppelliranno dal fluff! u-u Ad ogni modo spero che vi piaccia questo loro incontro. Come avrete capito ogni capitolo sarà un loro nuovo ricongiungimento, in un particolare periodo ed in un particolare luogo... Non sarà in ordine cronologico, le metterò un po' alla "come viene viene", quindi lettrici avvisate, mezze salvate!
Lasciatemi dire quanto vi ami per i commenti e per chi ha messo questa piccola raccolta fra le seguite e le preferite, perchè oggettivamente siete andate a fiducia e per questo siete delle creature meravigliose <3 Come ho già detto vi ricordo che se volete potete fare richieste se desiderate vedere i nostri adorati PimPi riuniti in un particolare contesto ed io farò del mio meglio per soddisfarvi :D Detto ciò, ancora grazie grazie grazie a tutte e a presto!
  
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