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Autore: You are not a mundane    17/04/2013    0 recensioni
Sentì un tuffo al cuore. Lui era il mio migliore amico dai tempi delle elementari fin quando non dovette partire per New York insieme ai suoi genitori che si erano trasferiti qui in Italia subito dopo il matrimonio per motivi di lavoro. D’allora non ci siamo più visti ma abbiamo continuato messaggiare per tutto questo’ tempo. Gli raccontavo praticamente tutto quello che mi succedeva e lui faceva lo stesso. E , quando lo vidi mi sentì la persona più felice del mondo. Gli corsi incontro stringendolo in un grande abbraccio che lui ricambiò stringendomi forte a sé.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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*ROBERT’S POV*

Era bello ballare con lei, mi ricordava quando eravamo piccoli, ogni volta che mi calpestava i piedi si faceva tutta rossa, abbassava la testa e abbozzava una scusa. Adoravo quel modo di fare, adoravo le sue guance rosse e il suo modo di guardarsi la punta delle scarpe tutte le volte che non sapeva cosa dire. E poi era così bella, il modo in cui i suoi capelli cadevano sulla spalla legati da quella treccia, il giallo della maglia che faceva risplendere il colore della sua pelle e il modo in cui la gonna le fasciava i fianchi, era qualcosa di indescrivibile a parole. PERFETTA, era l’unica cosa che mi veniva in mente quando la guardavo. Il suo sorriso, innocente e speciale come quello di un bambino.

<< mi sei mancata da morire J… >>  dissi senza pensare.

Era vero, mi era mancata. Certo ci sentivamo tutti i giorni e ci raccontavamo tutto, ma mi era mancato sentire il suo respiro, le sue mani calde nelle mie, i suoi abbracci, le sue lacrime e le sue risate. Mi era mancato quello sguardo sempre divertito e il suo sorriso stampato sul viso.

Dopo che dissi quella frase non rispose e si bloccò, l’unica cosa che fece fu girarsi e guardarmi. Aveva gli occhi lucidi e le labbra semi aperte come se fosse sorpresa, sembrava così indifesa e delicata, istintivamente la strinsi a me ancora di più fino a far combaciare i nostri corpi. Le mie mani accarezzavano la sua schiena liscia e calda in ogni sua parte contornando le sue curve perfette. Lasciai una mano sui suoi fianchi e con l’altra salii dalla sua schiena accarezzandola delicatamente fino al suo collo avvicinandomi finché non sostituì la mano con la mia bocca. Aveva un buon profumo, sapeva di limone e menta, era il profumo che le avevo mandato.

Le sue mani erano salite nei miei capelli accarezzandoli e afferrandone qualche ciuffo.

Io continuai a baciarle il collo salendo pian piano verso la mascella provocandole brividi su tutto il corpo. Eravamo così vicini, sentivo il suo respiro affannato sulla mia guancia e, senza pensarci, la baciai.

Fu il bacio più bello della mia vita. Diverso dagli altri. Era l’unico bacio che avevo sempre desiderato, l’unico bacio così intenso e disperato perché avevamo un disperato bisogno l’uno dell’altra, l’unico bacio della persona che mi completava. Perché quando ero con lei era così che mi sentivo, completo.

Fu però anche un bacio più breve di quanto avessi voluto perché Jenny si staccò e, dopo avermi guardato per qualche secondo iniziò a correre. Stava correndo più veloce che poteva lontano dal centro della pista da ballo, il più lontano possibile da me.

Mi sentivo così in colpa, non avrei dovuto farlo, non avrei dovuto rovinare la nostra bellissima amicizia per un bacio, per uno stupidissimo bacio.

La vedevo correre a testa bassa cercando di evitare di colpire la gente nella sala. Di sicuro stava piangendo. Dopo un po’ però si fermò come se non sapesse dove andare, sembrava così spaesata, insicura e delicata. In quel momento più che mai avrei voluto essere lì a consolarla, rassicurarla, e farla smettere di piangere, ma la persona da cui stava scappando ero io …

Senza neanche accorgermene stavo correndo per cercare di raggiungerla, per chiederle scusa e per cercare di risolvere il casino che avevo combinato, ma non la vedevo più. Non era più lì. Mi guardai attorno più volte cercandola ma non la vidi. L’unica cosa che vidi era un gruppo di ragazzi attorno a qualcosa, o qualcuno.

Capì subito che quel qualcuno era Jenny.

Corsi verso di lei il più veloce possibile, facendomi spazio tra quei ragazzi e urlando il suo nome cercando di sovrastare la musica per dirle di andarsene da lì.

Quando arrivai era accovacciata a terra con la schiena poggiata contro il muro, stringeva le ginocchia piegate tra le sue braccia e il viso tra esse. La sua schiena si alzava e si abbassava irregolarmente con piccoli scatti. Quando alzò il viso verso di me notai che era rigato da lacrime nere di mascara che scendevano lungo le guance. Mi inginocchiai accanto a lei sussurrandole vicino l’orecchio di calmarsi e che presto tutto si sarebbe chiarito e sarebbe andato per il meglio.

Continuava a piangere e singhiozzare così decisi di prenderla in braccio e di portarla nel mio appartamento.

Quando la presi mise la testa nell’incavo del mio collo circondato dalle sue braccia. Non piangeva più ma continuava a singhiozzare di tanto in tanto. Presi la sua borsa e andai.

Fortunatamente il mio nuovo appartamento era poco lontano dal pub in cui eravamo e arrivai in poco tempo.

Quando entrammo la prima cosa che feci fu salire subito le scale per portarla in camera mia e farla stendere sul letto. Era molto accaldata e stava sudando ma contemporaneamente stava tremando. La coprì con il lenzuolo e scesi in cucina per prepararle delle pezze da metterle sulla fronte. Dalla cucina la sentivo borbottare qualcosa e ogni tanto sentivo il mio nome, il che mi fece scappare qualche risata. Quando salì per metterle le pezze sulla fronte la trovai addormentata, avvolta nelle lenzuola mentre abbracciava il cuscino. Aveva smesso di singhiozzare e tremare ed ora era tranquilla. Il suo petto si abbassava e si alzava regolarmente.

Era così bella quando dormiva… sembrava un angelo, il mio angelo.

Stava sognando qualcosa di bello perché stava sorridendo. Un sorriso così semplice e spontaneo. Un sorriso pieno di sentimenti, trasparente.

Mi appoggiai ai piedi del letto e dopo poco mi addormentai. Erra stata una serata importante: avevo ritrovato la mia migliore amica, l’avevo baciata e lei era scappata.

<< chissà cosa succederà domani >> sussurrai.

Come risposta Jenny sussurrò il mio nome.
 
 
 

Ed anche il terzo capitolo è andato! Spero che questa fan fiction vi stia piacendo e se volete fatemelo sapere tramite delle recensioni. Tra non molto pubblicherò anche il quarto perché devo ancora finire di scriverlo e rivederlo.

Spero vi stia piacendo.

Accetto tutti i tipi di commenti in quanto sono alle prime armi nel scrivere, quindi non fatevi scrupoli.

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