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Autore: BarbaH GerardaH    17/04/2013    6 recensioni
Sophie vive a Los Angeles dove lavora per un'agenzia che fornisce servizi di "tuttofare" esclusivamente a clientela "vip". Finito l'ultimo incarico, dovrebbe godersi le meritate ferie ma, per una serie di motivi, si ritrova incastrata a prestare servizio a casa di Jared Leto, con tutte le conseguenze del caso: Sophie è testarda, determinata, tiene molto a fare bene il suo lavoro e non ha la minima intenzione a farsi mettere i piedi in testa da Jared; d'altro canto, a Jared non piace essere contraddetto e cercherà in ogni modo di far impazzire la poveretta. Come finirà?
Dal capitolo 10:
"Il manico del frustino si abbatte sul viso di Jared, più precisamente, a metà tra l'occhio sinistro ed il setto nasale. Il cantante prorompe in un urlo disumano e cade all'indietro, tirando una testata al muro.
ODDIO, L'HO AMMAZZATO. SIGNORI, HO APPENA UCCISO JARED LETO."
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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In questo momento vorrei solo che, sotto i miei piedi, si aprisse una voragine e che venissi catapultata dritta all'inferno dove Belzebù in persona, dovrebbe riempirmi il sedere di frustate fino a farlo diventare un panettone a lievitazione naturale.
Non posso essere così sfortunata. Dev'essere solo un brutto sogno, un'allucinazione: Jared Leto non può essere tornato a casa ed avermi trovato a sparlare di lui e della sua tempera rosa nel suo bagno; è semplicemente impossibile.

Mi giro molto lentamente, quasi smetto di respirare e mi sento avvampare in viso: non credo di avere un bell'aspetto in questo momento.
Lo guardo dritto negli occhi, ma peggioro solamente la situazione: in questo istante penso che, se gli sguardi potessero uccidere, a quest'ora sarei stata trafitta da circa una dozzina di frecce, quattro coltelli della serie Miracle Blade e, se avanzasse spazio, anche da una mannaia in piena faccia.

"Quella, per la precisione, non è tempera ma tintura per capelli." La vena che ha appena sotto l'occhio sinistro, inizia a gonfiarsi e a pulsare visibilmente; ho paura che possa scoppiare da un momento all'altro. Accidenti; è davvero incazzato come un coyote.

"E, inoltre, non comprendo la tua difficoltà nel capire che quello non è rosa ma è pomegranate dannazione! Possibile che in una società civilizzata quale siamo, non cogli la differenza tra rosa e pomegranate?"

Deglutisco a fatica, ho davvero paura. Questo mi ammazza.

E poi cosa diavolo c'entrano i melograni con la tinta per capelli? Forse si colora i capelli con un impacco naturale ricavato dal succo di melograno? Anche se, quest'opzione, non mi sembra tanto plausibile perchè i suoi capelli, raccolti in un codino disordinato, sono castani.
Per quanto mi riguarda, continuo a non capire nulla, tranne il fatto che, in questo preciso istante, dovrei tirare un calcio nei gioielli di famiglia di Leto e scappare a gambe levate da questa casa, prima che la polizia ripeschi il mio cadavere in un fiume.

Prendo coraggio e cerco di riparare l'irreparabile.

"Io... Mi dispiace, non volevo offenderla, non mi ero resa conto della sottile differenza cromatica tra il rosa e il pomegranate. Sono davvero una brutta persona."

Ma che cazzo sto facendo? Oh mio Dio, lo sto sfottendo! Praticamente, mi sto scavando la fossa con le mie stesse mani. Quando imparerò a tenere la bocca chiusa, sarà sempre troppo tardi.

Leto strizza gli occhi, riducendoli a due fessure, non mostrando minimamente la rabbia che lo sta divorando, cosa invece evidentissima dal continuo pulsare della vena sotto l'occhio. Mi guarda, limitandosi solamente a sfoggiare un sorriso sornione e, continuando a fissarmi, dice con voce glaciale: "Cara, uhm, Sophie giusto? Sai che il tuo lavoro qui è appena iniziato e che dovrai vivere sotto il mio stesso tetto per quattro lunghi mesi? Oh, lo so che lo sai. Quello che non sai però è che, probabilmente, questi mesi saranno i più duri della tua vita, in tutti i sensi. Non amo essere preso per il culo, di solito sono io a farlo metaforicamente e letteralmente, quindi ti pregherei se lasciassi a me questo onore. Per il resto, puoi benissimo darmi del tu e benvenuta a casa Leto."

Non ho il coraggio di replicare. In questo momento, vorrei solo sparire.
Dov'è la fascia di Miss Figura Di Merda? No perchè, a questo punto, sono convinta che, il titolo, mi spetti di diritto.

Nel frattempo, Jared inizia a trafficare con degli asciugamani poggiati sul mobiletto vicino a lui ma, all'improvviso, si blocca e aggiunge: "Stasera a cena ci sono mio fratello e Tomo. Pensi di riuscire a cucinare qualcosa senza avvelenarci tutti?"

Okay, questo è troppo, adesso mi sente.

"Signor Leto, pardon Jared, direi che siamo partiti con il piede sbagliato e mi dispiace, ma il fatto che che si sia verificata questa incresciosa situazione non ti da il diritto di offendermi. Sono una persona qualificata e so fare bene il mio lavoro, altrimenti non mi avresti assunta. Sappi solo che svolgerò le mansioni richieste ma non mi farò trattare senza rispetto; quindi resettiamo tutto e cerchiamo di ricominciare dall'inizio okay? Magari, torniamo a prima che nominassi la tua preziosa tintura rosa in bagno."

Lui mi guarda divertito e sorride di nuovo. Nonostante sia uno stronzo patentato è davvero un bell'uomo e dimostra decisamente molto meno dei suoi anni; Rachel mi aveva accennato che era sulla quarantina.

"Pomegranate Sophie, pomegranate. Dovrò insegnartelo con le cattive a questo punto. In ogni caso, vedremo l'evolversi delle cose. Sembri così... indomabile. Questa cosa non mi piace granchè, bisognerà porvi rimedio in qualche maniera. Ora se permetti, prima di cena, vorrei farmi una doccia; ti spiace uscire? A meno che tu non voglia restare a goderti lo spettacolo."

Arrossisco violentemente e, mentre sto per mandarlo al diavolo, mi rendo conto che, se vado avanti così, ne uscirò a pezzi e mi verrà un esaurimento nervoso come è successo alla povera Brooke: ora capisco perchè lei e Stacey sono scappate via così. Quattro mesi sono lunghi ed io devo mantenere la calma; non ho mai lasciato un lavoro a metà, non ho mai mollato all'arrivo delle difficoltà e, di certo, non comincerò adesso.

No, Leto non l'avrà vinta, sarò superiore. Starò al suo gioco con intelligenza.

"Sai Jared, credo che agli individui con tendenze schizoidi, non piaccia stare a contatto con le persone e tantomeno penso che siano desiderosi di essere osservati mentre effettuano la loro pulizia personale; quindi, a questo punto, credo proprio che andrò a preparare la cena, anche perchè non so quanto possa essere consistente lo spettacolo che hai da offrirmi."

Prima che possa avere il tempo per una qualsiasi replica, mi giro velocemente ed esco dal bagno tirandomi dietro la porta.
Vuole la guerra? L'avrà.
Mentre continuo a sentire delle imprecazioni incomprensibili provenire da dietro la porta del bagno, mi avvio verso la cucina. Sono già le sette e mezza, tra poco Tomo e Shannon saranno qui ed io non ho preparato nulla. Andiamo bene.

Apro il frigorifero e sento un tuffo al cuore: è vuoto, o meglio è pieno di frullati, pappette, frutta e verdura ma di cibo vero, cibo che piace a me, neanche l'ombra. Domani andrò a fare la spesa e comprerò quello che dico io, non posso mica fare la fame fino a dicembre! Con un sospiro richiudo lo sportello del frigo e vado verso la dispensa sperando che, almeno lì, ci sia qualcosa che mi permetta di arrangiare un pasto decente per la serata. Inizio a spostare scatole e scatolette e, finalmente, vedo quello che potrebbe fare al caso mio: un sacchetto di farina e lievito in polvere. Raccolgo gli ingredienti e metto tutto sul ripiano, vicino i fornelli; farò la pizza fritta come si usa in Italia con delle verdure grigliate di contorno: è roba abbastanza buona per me ed i ragazzi e, presumo, che anche Jared possa mangiarla.

Dopo aver apparecchiato la tavola, grigliato le verdure e messo friggere le pizze, butto un occhio sull'orologio: le otto e mezza. Jared è sotto la doccia da oltre un'ora, anche perchè continuo a sentire lo scorrere dell'acqua. Starà bene? E se fosse inciampato e, nel cadere, avesse battuto la testa e fosse, così, affogato nella vasca da bagno in otto centimetri d'acqua? Magari mi darebbero la colpa, già immagino la scena: "Agente, di sicuro lo avrà ha fatto agitare e Jared è una persona molto suscettibile e, ovviamente, non avrà retto il carico di stress ed ecco qui il disastro! Arrestatela agente! Quella donna ha ucciso mio fratello!" direbbe Shannon.
Mentre sono ancora in preda a queste elucubrazioni mentali, sento squillare il campanello. Sicuramente saranno Shannon e Tomo.

"Arrivo subito, un secondo solo!" Corro alla porta e, prima di aprire, faccio un respiro profondo. Spero solo che questi due non siano spostati tanto quanto Jared, o è la fine.

Aprendo la porta, mi trovo davanti una strana coppia: un ragazzo alto, con lunghi capelli neri ed una folta barba altrettanto scura; guardandolo attentamente, sembra di trovarsi davanti la reincarnazione di Gesù Cristo. L'altro tipo, invece, è come dire, ehm, singolare: è vestito con colori improponibili che vanno dall'arancione acceso al verde fluo, fino ad arrivare al fatto che porta una canotta che, praticamente, non copre nulla e, infine, mi sembra terribilmente... nano. Forse, sono io ad essere alta rispetto alla media, sono circa 1.75, ma il fatto che il tipo debba alzare la testa per guardarmi, conferma la mia ipotesi iniziale.

Dopo un primo momento di silenzio inquietante, è il Gesù dei poveri a parlare per primo: "Ciao, io sono Tomo, tu devi essere Sophie. Emma, per telefono, ci ha parlato di te; è un piacere conoscerti." Mi fa un ampio sorriso e allunga la mano verso di me; gliela stringo e ricambio il sorriso "Il piacere è mio Tomo." Sembra una persona a modo, menomale.
Mi giro verso quello che, a quel punto, dev'essere per forza Shannon e gli sorrido tendendogli la mano "Ciao Shannon è un piacere fare la tua conosc.." Non termino la frase che Shannon, tirandomi per il braccio, mi stringe gridando: "Ma suvvia, queste formalità, ormai sei di famiglia e, se avessi saputo che eri pure così BAM-BAM, sarei passato anche prima di cena. Accidenti, ma sei bionda. E' stata un'idea di mio fratello vero? Ahah, vecchia volpe!"

Sei così BAM-BAM. Sei bionda.

BAM-BAM. Bionda.

BAM-BAM.

Ma con che razza di gente ho a che fare? E, poi, non ancora riesco a capire il problema che questi qui hanno con le bionde. Mah.
Mi libero a fatica dall'abbraccio di Shannon e cerco di apparire il più disinvolta possibile. Non sembra che vogliano mettermi in difficoltà, quindi tanto vale stare tranquilla, anche perchè già ho la mia bella gatta da pelare. A proposito di problemi, sento ancora il rumore dell'acqua che scorre nel bagno, forse è meglio chiedere a Shannon se questo tipo di cose rientrano nella norma, oppure sarebbe meglio chiamare il 911.
Quando siamo ormai tutti in cucina, mi avvicino a Shannon e trovo finalmente il coraggio di esporre le mie preoccupazioni.

"Ehm, Shannon scusami..."

Mi guarda maliziosamente e, strizzandomi l'occhio, prorompe in un: "Dimmi tutto e chiamami pure Shan dolcezza!"

"Okay Shan senti, non vorrei sembrare inopportuna o altro, ma tuo fratello è sotto la doccia da circa un'ora e mezza ed io sento solo il rumore dell'acqua che scorre e nient'altro. Non è che si è sentito male o qualcosa del genere?"

Shannon mi guarda come se fossi un marziano e scoppia in una fragorosa risata. Non faccio in tempo a replicare che anche Tomo inizia a ridere come un matto. Io, sempre più confusa, cerco di capire che cosa potessi aver detto di così dannatamente divertente, ovviamente senza riuscirci e, a quel punto, Shannon continuando a contorcersi sullo sgabello sul quale è appollaiato, tra le lacrime dice: "No, no dolcezza figurati, Jared sta bene. E' tutta roba di normale amministrazione; anzi, quando la cena è pronta, possiamo anche iniziare a mangiare. Credo che mio fratello ne avrà ancora per molto. Il cesso è il suo trono: non abdicherà facilmente."

In quel momento mi passa davanti l'immagine di Jared immerso nell'acqua profumata ai petali di rosa mentre si insapona con un bagnoschiuma al miele e caramello cantando "La donna è mobile". Mio Dio, l'orrore. Non riesco più a trattenermi e scoppio a ridere, mentre gli altri due mi guardano con fare divertito.
Okay, Shan e Tomo mi sembrano due persone alla mano, almeno non dovrò impazzire anche con loro.

"Ma questo profumo cos'è?" E' Tomo a parlare.

"Sto facendo le pizze fritte con un po' di verdure grigliate, purtroppo in frigo non c'era molto e mi sono arrangiata, ma vi giuro sulle mie origini italiane che non ve ne pentirete."

Nel frattempo, finisco di tirare via le ultime pizzette dall'olio bollente. Sono perfette.

Shannon mi guarda schifato. "Frigo vuoto: tipico di mio fratello. Comunque si, il profumo è ottimo e, ovviamente, tu Sophie mangi con noi. Ti va, vero? Così facciamo un po' di conoscenza reciproca." Altra strizzata d'occhio.
Okay, ho capito che a Shannon piace fare il provolone.

"Si dai resta Sophie, ci fa piacere." aggiunge Tomo sorridendo.

Li guardo un po' preoccupata. Jared, praticamente, non mi sopporta e, quindi, non so quanto possa essere una buona idea cenare tutti insieme. D'altro canto, però, sono stati loro a propormelo, sarebbe scortese rifiutare e, inoltre, darei l'impressione di battere in ritirata a Jared Mestruato Leto. No, non se ne parla neppure.

"Va bene, se vi fa piacere, resto volentieri a cena con voi."

"Casomai, resti per lavare i piatti dopo. Intendevi questo, vero Sophie?"

Cala un silenzio glaciale. Shannon e Tomo mi fissano trattenendo il fiato ed io, di spalle a Jared che, evidentemente, ha appena finito di fare la doccia, cerco di connettere gli ultimi due neuroni ancora calmi e sereni per cercare di dare una risposta sensata.
Mi giro ma, prima di poter proferire qualsiasi tipo di replica, rimango letteralmente pietrificata dalla mise di Jared: è avvolto in un accappatoio giallo canarino, ma così giallo che sono convinta abbia spennato Titti e le sue successive tre generazioni, come se non bastasse, poi, i suoi capelli sono avvolti in una specie di... cuffia? Anche se non ne sono del tutto sicura che sia proprio una cuffia, in cui troneggia una scritta a dir poco assurda: "The diva is here". Il colpo di grazia, però, mi arriva quando gli guardo i piedi: ha le dita divaricate da piccoli pezzetti di polistirolo, tanto da sembrare una papera zoppa, mentre lo smalto che ha messo su da poco, di un colore che mi sembra un turchese acceso, sta finendo di asciugarsi.
Tutto quello che avevo in mente in mente di rispondere, improvvisamente, sparisce per lasciare il posto ad un'unica frase che dovrei comunque evitare di dire, per non compromettere ulteriormente le cose ma che, comunque, mi sfugge.

"Jared scusami..." Leto mi guarda compiaciuto, sente di avere la vittoria in pugno. "...ma per caso sei appena sfuggito ad una retata della polizia in un bordello clandestino?"

Jared impallidisce e, subito dopo, nel giro di pochi secondi diventa paonazzo. Adesso esplode, adesso esplode, mi dico.
Tomo e Shannon inziano a ridere a crepapelle e, quest'ultimo, ormai con le lacrime agli occhi esclama: "Bro scusami, ma stavolta te la sei proprio cercata! Ecco quello che succede a fare sempre i maleducati, prima o poi ce le prendi! Comunque la ragazza ha fegato, mi piace!"

"Non. Osare. Difenderla. Shannon. Deve solo ringraziare che la sua agenzia non abbia altro personale a disposizione e che noi siamo incasinati con l'album e tutto il resto o, altrimenti, l'avrei già buttata fuori a calci e non solo."

"Ehi Jared, però in compenso è un'ottima cuoca e, almeno per un po', non dovrai mangiare le tue solite schifezze!", aggiunge sorridendo Tomo che, a differenza nostra, sta già mangiando.

Io, a questo punto, non so più cosa dire. Tanto peggio di così le cose non possono andare, o almeno spero.
E' Shannon a prendere in mano la situazione.

"Ascolta bro, prima di tutto, mettiti qualcosa di decente addosso che, conciato così, non ispiri discorsi costruttivi; poi vieni a tavola così ci rilassiamo tutti quanti, che il clima mi pare già abbastanza teso; Sophie mi sembra una ragazza in gamba, sei tu che, forse, sei esagerato come al solito. Cioè guardala è così BAM-BAM e poi, è bionda! Questo comportamento non è da te su!"

Devo ancora capire se BAM-BAM sia una volgare allusione sessuale, o un modo particolare per dire che sono carina, mentre al comprendere la parte sull'essere bionda, ho già rinunciato da tempo.
Jared, nel frattempo, agita le mani al cielo, guardandomi dall'alto in basso con ostilità palese e, rivolgendosi al fratello esclama: "Va bene Shan, al diavolo tutto! Vado a vestirmi e scendo." Shannon gli sorride di rimando e torna a parlare con Tomo.
Quanto a me, sono ancora in una fase di stallo, non oso parlare e non oso muovermi. Leto è incazzato come una iena e non sono qui neppure da 24h.
Un bel record Sophie, complimenti. La mia coscienza, nel frattempo, applaude e lancia petali di rose.

Jared, intanto, attraversa la cucina a grandi passi per salire al piano di sopra, camminando con le gambe divaricate e tenendo i piedi a mo' di papera per evitare di rovinare lo smalto. Nel momento preciso in cui mi passa accanto, approfittando del fatto che Tomo e Shannon sono impegnati in un fitto dibattito a proposito delle melanzane grigliate che ho preparato, mi sussurra all'orecchio: "Siamo solo all'inizio Sophie e, da adesso in poi, sono cazzi tuoi. Preparati a passare l'inferno."

Oooops.

 
  
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