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Autore: _Sushi_    17/04/2013    2 recensioni
Un nuovo personaggio: Kim Jinhyun, detta Jin o J... importa davvero sapere quale sia il suo nome? E' davvero fondamentale scoprire chi è?
No e di sicuro non sarebbe mai importato a nessuno dei Super Junior, men che meno a Cho Kyuhyun.
Certo, se poi, per uno strano incidente, questa ragazza si ritrovasse a vivere sotto il tuo stesso tetto, se il suo comportamento insolito, le sue caratteristiche fuori dal comune, la sua incompatibilità con le consuete norme sociali, o peggio, la sua ambigua doppia faccia ti facessero dubitare di lei, al punto da crederla un pericolo per te stesso e per i tuoi Hyung... tu cosa faresti?
Una ragazza con un segreto sepolto in profondità, una serie di (s)fortunati eventi, il destino e mille storie che s'intrecciano per dare vita ad una trama folle e ricca di colpi di scena.
La fervida immaginazione dell'autrice vi saluta e v'invita a prender parte a questo piccolo delirio.
La storia prende in considerazione tutti i Super Junior, donando loro moltissimo spazio in maniera uniforme. Protagonisti della storia principale: Kyuhyun e Heechul; storie parallele con Siwon, Eunhyuk, Donghae, Leeteuk.
Buona lettura :)
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heechul, Kyuhyun, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gente, non ho idea di cosa ho scritto! xD
No, via, scherzo. Diciamo che ho scritto le varie parti ad una grande distanza di tempo l'una dall'altra e, siccome sono ancora un po' arrugginita, non sono proprio sicura sicura di cosa ne sia venuto fuori. Oltretutto non l'ho neanche riletto, ancora, perchè sono a casa del mio ragazzo. Insomma... dovevo pubblicare, perciò ecco qua. Se ci sono errori di distrazioni o errori atroci da inorridire, datemi una testata! 
Domani rileggerò u.u/
p.s. io sono una capra in inglese, perciò mi sono fatta aiutare da una mia amica nel discorso. Non è farina del mio sacco, insomma. <3


«Allora, che dice Kibum Hyung?
» chiese Sungmin, guardando Kangin con apprensione. 
«Niente, hanno avuto un piccolo incidente non molto distante da qui, nessuno si è fatto male. Hyukkie si è avviato a piedi. Ha dimenticato il cellulare in macchina, il deficiente.»
«A piedi? C’è una dannata bufera, là fuori!» esclamò Donghae, affacciandosi alla finestra della sala prove. Quella che fino a pochi minuti prima era una debole nevicata si era trasformata in una vera e propria tempesta di neve. Il vento ululava violento, deviando la traiettoria dei fiocchi che cadevano come proiettili verso il terreno. 
«Se non è molto lontano sono sicuro che sarà qui a momenti!» Sungmin annuì alle parole di Shindong, seduto per terra accanto a lui. Il ballerino aveva preso a stiracchiarsi e a sbadigliare sonoramente. Con un tonfo si lasciò cadere all’indietro, sdraiato. Accanto a lui Yesung cercava di dormire accucciato sulle gambe di Ryeowook, mentre Kyuhyun, appoggiato allo specchio accanto allo stereo, giocava con i cd e la luce delle lampade, indirizzando fastidiosi riflessi su Heechul, intento a provare una coreografia da solo. 
«Ya, smettila, mi accechi!» si lamentò il più grande, mentre il Maknae ridacchiava appena. 
«Te lo meriti, per come balli!»
«Che dici, questa coreografia mi riesce benissimo.» replicò lo Hyung, lanciando audaci occhiate a sé stesso attraverso lo specchio, senza smettere di muoversi canticchiando.
«Peccato che non sia una nostra coreografia!» esclamò Ryeowook, additandolo. «Se ballassi le nostre canzoni anche solo con la metà dell’impegno che ci metti per quelle delle f(x) saresti un fenomeno!» rise, scuotendo il capo. 
«Smettila di muoverti, sto cercando di dormire!» si lamentò Yesung, lanciando un’occhiata assonnata all’amico più piccolo. 
«Non riesci a dormire neanche nel tuo letto, pensi di riuscirci in mezzo alla sala prove?» lo rimbeccò l’Eternal Maknae. 
Intanto Donghae rimaneva con il viso schiacciato contro il vetro della finestra, nella speranza forse di vedere il suo amico in strada, attraverso la fitta coltre di neve. Siwon spiegava al coreografo il motivo del ritardo del primo ballerino, dal momento che era l’unico membro in grado di parlare inglese degnamente; Kangin continuava a blaterare in direzione del Visual riguardo al fatto che potevano iniziare a provare anche senza Eunhyuk.
«Non possiamo, io ho bisogno di lui per seguire i passi!» esclamò serio Kyuhyun.
«Siamo dei professionisti, possiamo ballare anche senza Hyukjae!» replicò serio Kangin.
«Oppure possiamo riposarci un po’ fino al suo arrivo.» propose Yesung. 
«Ottima idea, approvata.» tagliò corto il Maknae, appoggiando il capo contro lo specchio con un sorriso beffardo rivolto al Panda che, zittito, cominciò a borbottare una protesta sottovoce.
«Nick dice che possiamo prenderci una mezzoretta di pausa, fino all’arrivo di Hyukjae-ah.» tradusse Siwon, voltandosi verso i membri. «Lui va a prendersi un caffè al bar qui di fronte, qualcuno vuole andare con lui?» 
«Vuole uscire fuori con questo tempo?» chiese Sungmin sorpreso.
«Dice che il caffè del bar è più buono! Allora, qualcuno vuole andare?» continuò il Visual. I membri, svogliati e stanchi, scossero il capo e l’unico rumore che giunse in risposta alla domanda di Siwon fu il russare di Shindong che si era profondamente addormentato.  
 
Eunhyuk strizzava gli occhi, tirando il cappuccio della felpa in avanti il più possibile per proteggersi dalle intemperie. Gli sembrava di aver camminato per ore e, quando finalmente giunse in vista della SM, si lasciò sfuggire un mugolio di gioia. Accelerò quindi il passo, cominciando praticamente a correre verso l’entrata quando vide una figura uscire e avventurarsi sotto la bufera armata di ombrello. Solo quando fu abbastanza vicino per scorgere oltre i fiocchi di neve si accorse che era Nick Bass, il loro coreografo. Stava muovendo i primi passi verso il marciapiede, con lo sguardo basso e concentrato. 
«Ehi, Nick, ai em ier!» esclamò sfarfallando la mano in sua direzione. 
«Hey man, we were worried for you!» replicò il coreografo, fermandosi in mezzo alla neve e offrendo il proprio ombrello per riparare il ragazzo. «You’re soaked to the bones!» aggiunse, guardando il ragazzo rabbrividire. «C'mon, get in to dry yourself up, I'll be back in a minute.» Eunhyuk si limitò a sorridere e annuire, dal momento che non aveva capito una parola. Solo dai gesti del coreografo intuì che lo invitava a entrare perciò, con un sorriso ebete stampato sul volto, s’inchinò e corse oltre le porte della SM. 
Quando si ritrovò nell’ingresso caldo e asciutto della struttura sfilò il cappuccio e frizionò i capelli fradici. Alle sue spalle Nick Bass mise piede sul marciapiede innevato di Seoul. Fece per attraversare la strada quando un uomo lo chiamò, costringendolo a voltarsi.
 
Era passato un mese. Non era molto ma per Kyuhyun sembrava abbastanza. Lui non era come la maggior parte dei ragazzi della sua età: sapeva cosa voleva, l’aveva sempre saputo. La sua vita aveva avuto degli imprevisti, sì, ma con un impegno e una determinazione eccezionali il Maknae era sempre arrivato esattamente dove voleva. Le sorprese erano rare per una mente come la sua, abituata a calcolare abilmente ogni variabile. Ogni singolo evento veniva analizzato con una disarmante logica matematica, schiacciato dentro una griglia, incorniciato dalla razionalità. La vita aveva contorni netti e precisi, per lui. Non era facile sorprenderlo, pensò, appoggiando il capo contro il freddo specchio della sala prove. 
Le iridi scure osservavano con apparente menefreghismo gli Hyung intenti ad accogliere Eunhyuk nella sala. C’era chi gli metteva un asciugamano in testa, chi lo abbracciava, chi scherzava, chi si lamentava. Kyuhyun non ascoltava i loro discorsi, le loro parole giungevano distanti e ovattate alle sue orecchie. Dopo qualche istante chiuse gli occhi, facendo un profondo respiro. 
La sua vita era piena di certezze o almeno lo era stata fino a che non era arrivata lei.
Lei.
Quella dannata ragazza. 
Al solo pensiero strinse il pugno con forza. Bastava che quel volto attraversasse la sua mente, bastava incontrare quegli occhi dorati per fargli sentire delle sensazioni totalmente nuove. Panico, confusione, rabbia… emozioni talmente intense da mozzargli il respiro. Lui non era il tipo di uomo che perdeva la testa facilmente, era difficile prendere il controllo del suo cuore. Prima di allora aveva avuto le sue cotte da liceale, sì, qualche storiella più o meno impegnativa ma nulla di che. Dopotutto lui non cambiava idea facilmente e sapeva che, se si fosse innamorato davvero, sarebbe stato per sempre. 
Piegò una gamba, appoggiando il gomito sul ginocchio e il capo sul palmo della mano. Sentì le dita scivolare tra i capelli lisci, abbassò lo sguardo verso il pavimento e si morse il labbro sovrappensiero. 
Cosa c’era di male nell’innamorarsi di una come J, doveva davvero opporsi a ciò che provava? Poteva guardare al problema da qualunque angolazione, eppure la risposta rimaneva una e una soltanto:
Sì.
Quella ragazza era pericolosa. Troppo imprevedibile, troppo inclassificabile. Da quando la conosceva aveva la fastidiosa sensazione di avere qualcosa che gli sfuggiva tra le dita e lui non era abituato a provare nulla di simile. Perché non la capiva, perché non riusciva a prevederla e, soprattutto, perché non riusciva a smettere di pensare a quella ragazzina ingenua, piena di inquietanti abitudini e problemi? 
“Idiota, perché sei innamorato di lei!”, si rispose con un sorriso amareggiato. 
Sospirò, tornando ad appoggiare il capo allo specchio. 
Alla fine non era nulla di grave, nulla più che una malattia, una sbandata. Con un po’ d’impegno si sarebbe sicuramente levato dalla testa quella dannata ragazza. Quel mese di lontananza era stato fondamentale per aiutarlo a riprendere il controllo di sé stesso: non aveva permesso che la gelosia minasse il suo rapporto con Heechul Hyung, né che lo distraesse dal lavorare. Lui era un professionista, non un poppante frignone qualunque, dopotutto. Era un Super Junior e, diavolo, quel titolo se l’era meritato fino in fondo, no? 
Finalmente aveva ritrovato la determinazione e la freddezza necessarie per affrontare i mesi avvenire, per resistere almeno fino a che quella ragazza non fosse tornata alla propria vita, lasciando per sempre la sua. Più ci pensava e più non vedeva l’ora. A quel pensiero le belle labbra carnose si incurvarono in un mezzo sorriso e, in silenzio, il ragazzo si alzò, raggiungendo Eunhyuk e gli altri in mezzo alla sala. 
Il primo ballerino stava starnutendo mentre Siwon gli frizionava i capelli con un asciugamano. 
«Quanto ci mette Nick a prendere un dannato caffè?» stava chiedendo Kangin, con l’aria crucciata. «Voglio finire le prove in fretta, così, se Dio vuole, andremo finalmente in vacanza.» sbuffò. «Non ne posso più!» concluse. Molti dei membri annuirono, alcuni sorrisero stancamente. Era stato un mese estenuante per loro, del resto. 
«Più che altro è ora di pranzo, io ho fame!» esclamò Shindong.
«Tu hai sempre fame.» lo rimbeccò Kyuhyun, beccandosi uno spintone divertito da Sungmin. 
«Da che pulpito!» a quelle parole il Maknae si bloccò, non tanto perché era stato colto sul vivo ma perché aveva riconosciuto quella voce. Si girò lentamente, con un’espressione totalmente indifferente sul viso e i suoi occhi incontrarono quelli chiari di J, ferma sulla porta della sala. 
Lei ricambiò lo sguardo con il proprio: dolce, intenso e illeggibile. Dopo un istante di silenzio la ragazza si sciolse in un sorriso. 
«Annyeonghaseyo!» cinguettò, entrando nella stanza. 
«J!» 
«Che ci fai qui?! Sei fradicia!» esclamò Ryeowook facendosi avanti. 
«Hai lasciato Helena a casa da sola?» chiese Yesung. 
«Che c’è, sei preoccupato per lei?» ghignò la ragazza.
«Certo che no, voglio solo evitare che s’ingoi il mio Melo!» borbottò il Main Vocalist, crucciato.
«Tranquillo, quella palletta di pelo sa difendersi bene.» rise J.
«Allora, perché sei qui?» insistette Wookie, curioso.
«Che c’è, un’amica non può passare a trovarvi?» replicò la ragazza, facendo l’occhiolino a Ryeowook che, in un attimo, si gettò tra le sue braccia, stritolandola. Lei rise e appoggiò il capo sulla spalla dell’amico, grata e felice di poterlo rivedere. Donghae sfilò l’asciugamano dal capo di Eunhyuk e lo passò alla ragazza. Il primo ballerino lo guardò male ma poi rise e cominciò a frizionare il telo sulla testa di lei. I membri sorrisero, alcuni le spettinarono i capelli, altri le diedero fraterne pacche sulle spalle, insomma, tutti la salutarono a modo loro. Tutti… o quasi. 
«Ya, non mi pare di averti chiesto di venire qui, ragazzina.» sbuffò Heechul, prendendola per un braccio e sottraendola con uno strattone alla presa stritolatrice di Ryeowook che si era avvinghiato a lei per la seconda volta. Lanciò al ragazzo un’occhiata eloquente, quindi sorrise sicuro di sé. 
«Inyoung Noona mi ha accompagnato proprio fino all’ingresso, tranquillo, Hyung, ero al sicuro.» replicò divertita J, dandogli una leggera gomitata. Lui faceva il sostenuto ma in quell’ultimo mese d’intensa corrispondenza telefonica lei aveva imparato a capire quando Kim Heechul era preoccupato. Lo vide scuotere il capo. 
«Non m’interessa: il punto è che se sono a lavoro vorrei essere libero di flirtare con chi mi pare, senza dover rendere conto a nessuno.» continuò lui, facendole una smorfia. 
«Oh, tranquillo, non ho nulla in contrario se ti vesti da femmina e baci gli Hyung durante i concerti, fa pure!» 
«L’hai visto?!» a quelle parole Sungmin diventò istantaneamente rosso di vergogna. Siwon, invece, sembrava trovare le doghe del parquet di particolare interesse.
«Oh… l’ho visto eccome. Ho visto tutto.» 
«T-tutto?» 
«Hyung, è inutile che fai il timido adesso, non sembravi minimamente pentito quando lui ti ha afferrato e sbaciucchiato davanti a milioni di fan!»  
«Che c’entra, era per lo spettacolo!» tentò di difendersi il sostituto Leader. Lo sguardo supponente di J la diceva lunga, però. 
«Dai, ammettilo che ti è piaciuto!» continuò, ammiccando verso Sungmin. I due cominciarono a battibeccare, con lei che insisteva per rivedere il bacio dal vivo, Minnie che si nascondeva dietro Shindong, scuotendo il capo più forte che poteva, Eunhyuk e Donghae che strattonavano un Heechul riluttante e il resto dei membri che ridevano e facevano confusione. 
«Insomma, sei in forma, ragazzina!» puntualizzò Donghae col fiatone, dopo che i suoi tentativi da Cupido fallirono. J rispose con un sorriso. 
«Mi siete mancati.» borbottò piano con i grandi occhi pieni di tenerezza. Eunhyuk e Ryeowook stavano già per scoppiare a piangere. «Ya, non cominciate voi due… piuttosto, andiamo da qualche parte?»
«D-da qualche parte? Noi dobbiamo lavorare!» replicò Ryeowook, sbattendo le palpebre perplesso.
«Ah, non ve l’hanno detto? Le prove sono rimandate, il coreografo ha avuto un contrattempo.» spiegò la ragazza con un’alzatina di spalle. 
«Ah sì? Non ci è stato detto niente.» fece Yesung, guardando oltre la porta della sala, dubbioso. 
«Uhm, il Prince Manager mi aveva detto che sarebbe passato ad avvisarvi… vabbè, forse aveva da fare, no? Andiamo!» 
«Ohooh, ferie anticipate? Yeeeeeeei!» all’urlo di Kangin si scatenò il delirio. Lui, Shindong ed Eunhyuk ululavano di gioia mentre gli altri membri festeggiavano con un minimo di contegno in più. Giusto un minimo. 
«Aspettate, ma siamo sicuri? Aveva detto che sarebbe tornato in un attimo…» obiettò sospettoso Kyuhyun. «Tu, non farci scherzi!» “Tu” era il massimo dell’appellativo con cui poteva rivolgersi a lei. 
«Nessuno scherzo, Oppa, lo giuro!» esclamò, con la sua aria fintamente innocente. Si comportava in modo perfettamente naturale, come se tra loro non fosse mai successo niente. Kyuhyun sorrise sarcastico: forse aveva finalmente capito che non doveva creargli problemi. 
«Meglio così, in questo caso io vado al dormitorio, voi fate come vi pare.» tagliò corto il Maknae che non aveva nessuna voglia di passare un pomeriggio in giro con l’odiosa neocoppietta. 
«Eh no, tu vieni con noi!» esclamò Sungmin, afferrandolo per il cappuccio della felpa proprio mentre il più giovane cercava di sgattaiolare in direzione del suo portatile, riposto accuratamente su una sedia. 
«Non se ne parla!» ringhiò Kyuhyun, cercando di sottrarsi alla presa del terzo dan di taekwondo.
 
Ore diciassette
 
Per i Super Junior non era stato un problema anticipare le ferie di qualche ora. Dopo un mese di lavoro tanto intenso, persino la SM era disposta a concedere loro una vacanza e, complice il fatto che J non aveva un passaporto, per la prima volta il gruppo decise di non uscire dallo Stato. 
Certo, predisporre una struttura ad accogliere tutti i membri ed evitare che un’orda di fan rendesse la vacanza invivibile, non era facile ma neanche impossibile se si aveva papà Choi a fianco. Una sua telefonata e, per tutelare i suoi facoltosi clienti, lo “Yangji Pine Resort” aveva messo a disposizione tutti i propri impiegati, garantendo comfort e discrezione ai suoi ospiti. 
La struttura, situata a non più di quaranta minuti di macchina da Seoul, era un elegante impianto sciistico di discrete dimensioni. Vantava la presenza di svariate piste, sia per i più esperti che per i clienti alle prime armi, offriva paesaggi suggestivi e attirava turisti grazie alla sua posizione strategica: vicina alla Capitale ma anche ad alcune tra le più affascinanti mete turistiche dello Stato, tra cui il villaggio di Yongin, le sorgenti calde di Ichon ed Everland, il parco giochi più grande di tutta la Corea. 
I Super Junior erano decisi a fare una vacanza divertente e rilassante, lontano dalle luci della ribalta, cosa che gli era garantita, se non altro, anche dall’utilizzo dei filtri di percezione. 
Fu con la prospettiva di una vacanza in totale libertà che tutti i membri varcarono la soglia delle loro stanze allo “Yangjin Resort” col sorriso sulle labbra… 
…tutti tranne Kim Ryeowook. 
«Dobbiamo fare qualcosa, adesso!» stava giusto sbraitando, gesticolando da una parte all’altra della camera, in compagnia di un Sungmin preoccupato e di una J che, come al solito, sembrava troppo presa dalle novità per considerarli. 
«Ryeowook-ah, calmati! Dopotutto non è la prima volta che dividi l’alloggio con J!» Ebbene sì, con J. Dopotutto i membri non avevano certo il tempo di organizzarsi una vacanza, erano stati i Manager (sempre col supporto di papà Choi) a trovare la struttura adatta e a prenotare per loro. Convinti però che J fosse un ragazzo, avevano addirittura pensato di metterla in una doppia assieme a Ryeowook, dal momento che tutti sapevano quanto fraterno fosse il loro rapporto. Alla fine tutti i membri erano stati sistemati in camere doppie, tutti tranne uno…
«Immagino che chiedere a Heenim di cedermi la sua singola sia fuori discussione…» esordì la ragazza con un sorriso amareggiato che si tramutò in un sospiro quando entrambi i ragazzi la guardarono scoraggiati. 
«Hyung si diverte di più quando siamo a disagio, lo dice sempre.» replicò imbronciato Sungmin. Del resto Kim Heechul le aveva già stranamente ceduto la sua stanza una volta, le probabilità che accadesse ancora erano remote. «Credo proprio che dovrai rassegnarti Ryeo…» Sungmin non aveva ancora finito la frase quando si voltò sorpreso verso la porta della piccola stanza. Qualcuno aveva bussato. 
«Il servizio in camera è già arrivato, che prontezza!» trillò Ryeowook, saltellando verso la porta. Sungmin rise. 
«Hai anche avuto il tempo di chiamare il servizio in camera mentre ti lamentavi?» lo canzonò col sorriso mentre lo seguiva curioso verso l’ingresso. Dopotutto era ora di merenda! 
Kim Heechul si aspettava stupore ma fu disappunto quello che lesse sui visi dei suoi amici quando Ryeowook aprì la porta della stanza numero 603. 
«Hyungnim, sei tu…» borbottò infelice, facendo immediatamente dietrofront in direzione del letto. L’ospite storse il naso ed entrò senza una parola, trascinando il suo trolley con sé. Sungmin sgranò gli occhi sorpreso quando se ne accorse. 
«Hyung, HYUNG, meraviglioso Hyung!» Ryeowook scattò in piedi: aveva già le lacrime agli occhi. Heechul, che era abituato ad essere adorato, sorrise soddisfatto ma con sufficienza, sfarfallando la mano mentre il più piccolo tentava di abbracciarlo. 
«Suvvia, per così poco!» rise, rispondendo con una fredda pacca sulla spalla dell’Eternal Maknae. J era troppo impegnata a studiare il telefono sul comodino per considerare i presenti. 
«Prendo subito il bagaglio di J!» stava dicendo Sungmin con rinnovato entusiasmo, lanciandosi verso la finestra accanto alla quale era poggiato uno zainetto. Fu allora che Heechul lo guardò interdetto. 
«Perché la valigia di J, scusa?» a quelle parole i tutti si pietrificarono. Persino J ripose la cornetta del telefono e alzò lo sguardo. 
«Non oserai…» disse infine, guardandolo accigliata.
«Stai scherzando? Pensavi che avrei lasciato la mia ragazza a dormire con un altro uomo?»
«Ancora con questa storia della ragazza?» replicò esasperata lei, alzandosi. Heechul rispose solo ridendo sarcastico. Quella risata lo rendeva ancora più dannatamente bello, pensò con fastidio J. «Lasciami la singola se vuoi che stia lontano dagli altri ragazzi!» già mentre parlava si rese conto di quanto il suo fosse un tentativo disperato. Non riusciva ad averla vinta contro Cho Kyuhyun, figuriamoci con lui. Una battaglia verbale con Kim Heechul era persa in partenza. 
«Eh no, loro…» disse lo Hyung, indicando Ryeowook e Sungmin. «… devono starti lontano, mentre io…» non continuò la frase ma decise di chiarire bene le sue intenzioni accarezzando la guancia di lei con il dorso della sua mano. 
«Benissimo, credo che per noi sia ora di andare.» sbottò Ryeowook, con voce più acuta del solito. Sungmin era rigido come uno stoccafisso. Entrambi ignorarono l’occhiata implorante di J e, dopo aver raccolto i bagagli dell’Eternal Maknae volarono fuori dalla stanza senza voltarsi indietro. 
Solo quando la porta si chiuse con un tonfo Heechul lasciò cadere la mano lungo il fianco. Stava ridendo. 
«Ti diverti, eh?!» replicò infastidita la ragazza. 
«Lo sai, adoro essere frainteso.» 
«Non puoi farti fraintendere senza coinvolgere la sottoscritta?» sbottò lei, superandolo per andare alla finestra, imbronciata. 
«Se smetti di fare il broncio ti porto a noleggiare degli sci.» replicò lui, voltandosi con disinvoltura e mettendosi le mani in tasca. Vide il riflesso di J sulla finestra sorridere.
 
Kyuhyun non poteva essere più felice. Non solo lei era venuta in vacanza con loro ma Heechul Hyung si era pure trasferito nella sua stanza! Il Maknae moriva dalla voglia di sorbirsi le loro disgustose smancerie per tutta la settimana. 
Storse il naso mentre guardava il più grande allungare la mano verso la ragazza ridendo. La stava aiutando a rialzarsi da terra per la centesima volta. La scena procedeva quasi a rallentatore. J era a suo agio, spensierata, la sua risata limpida risuonava per tutta la valle. Kyuhyun la vide arricciare il nasino in quel modo tenero mentre lo Hyung le spazzolava la neve di dosso dopo che, per l’ennesima volta, era caduta dagli sci. 
A coronare quel quadretto idilliaco c’era lui, abbracciato al tronco di un pino, che lottava per la propria sopravvivenza. Chi aveva inventato quella diavoleria degli sci non solo era un criminale ma anche una persona totalmente priva di originalità! Sì, un po’ come quei due laggiù. Neanche nei drama di quart’ordine si vedevano scene tanto disgust… PAM!
«La smetti di fissarli?» Sungmin gli aveva appena tirato una palla di neve in piena testa. Kyuhyun sentì l’acqua ghiacciata scivolare lungo la nuca. 
«Ahi… Ya, Sungmin-ah!» ringhiò, senza però osare mollare il tronco. «Fa freddo, ripuliscimi!» Sungmin aveva quel sorriso beffardo che raramente mostrava a qualcuno, qualcuno che non fosse lui, almeno. 
«YA, non ti ho dato il permesso di chiamarmi Sungmin-ah!» lo provocò il più grande, scivolando con eleganza sullo snowboard per raggiungerlo e ripulirlo dalla neve. Kyuhyun sbuffò, non considerandolo evidentemente degno di risposta. Quasi istintivamente i suoi occhi tornarono su J e Heechul, impegnati a rispondere al fuoco di Donghae, Eunhyuk e Siwon che avevano preparato una decina di palle di neve per disturbare la coppietta. 
«Ero sicuro che ti fosse passata.» continuò Sungmin, seguendo il suo sguardo. 
«Mi è passata!» avvampò Kyuhyun, distogliendo lo sguardo. 
«Credi di amarla?» il più grande doveva avergli letto nel pensiero. Con un sospiro il Maknae si arrese. 
«Non lo so…» sbuffò, appoggiando la fronte protetta dal cappellino contro la corteccia del pino. Chiuse gli occhi con un’espressione sofferente che Sungmin gli aveva visto fare di rado. La cosa lo lasciò pensieroso per qualche secondo. 
«Perché non la baci?» sbottò di colpo poco dopo.
«C-cosa?» Kyuhyun tirò su il capo talmente in fretta che per poco non si sbilanciò all’indietro. «Sei impazzito?» Sungmin lo guardò con un’occhiata penetrante. Più ci pensava e più la cosa aveva senso. 
«No, ascolta, devi baciarla, ok?» replicò energico. «Ti stai massacrando per una ragazza che non sei sicuro di amare, no? Questo è il modo migliore per capirlo. La baci: se scatta qualcosa ti devi rassegnare, la ami. Altrimenti molto probabilmente dopo smetterà totalmente d’interessarti!» il più grande lo guardò con l’espressione entusiasta di chi ha appena scoperto la cura per il cancro. Kyuhyun aprì bocca per zittirlo ma, proprio in quel momento, si sentì chiamare. Kangin e Yesung li raggiunsero poco dopo, tenendosi per mano. Quella di non saper andare sugli sci doveva essere una caratteristica tipica dei Main Vocalist. 
«Noi scendiamo al bar, venite?» disse Yesung, aggrappandosi al braccio del Panda mentre barcollava appena durante la frenata. 
«Solo se mi offri una cioccolata calda.» 
 
Ore diciannove
 
Dopotutto forse qualcosa di buono in quella vacanza l’aveva ricavato: quella che Kyuhyun stava sorseggiando era sicuramente la cioccolata calda con panna più buona che avesse mai bevuto!
«Idiota, l’hai lasciato in macchina, non te ne sei accorto?» Donghae stava prendendo in giro Eunhyuk come al solito. 
«Mi sono… distratto.» replicò Hyukjae, con un sorriso sornione stampato sulle labbra, mentre appoggiava il suo frullato alla fragola sul tavolo e guardava verso il soffitto. In un attimo il suo sguardo si perse nel vuoto. 
«Che è successo?» chiese Donghae: conosceva troppo bene quel ragazzo per non capire che c’era sotto qualcosa. 
«Niente…»
«Yaaaa, perché non mi dici mai nulla?!» 
«Ti dirò una cosa: adoro le fragole!» 
«Quello lo dici sempre!» si lamentò ridendo l’amico, tirandogli una gomitata un po’ troppo potente per le spalle dell’acciuga che si sbilanciò di lato, urtando il caffè di Siwon. 
«Attento!» esclamò il Visual, afferrandolo al volo, con gli occhi sgranati per la sorpresa. «Se si rovescia è un dramma!»
«Certo, perché poi sei costretto a rimetterci un chilo di zucchero.» ghignò Kangin.
«Ma che zucchero, lo sai che bevo solo americano.» 
«Certo, americano…»
«Ancora con quella storia? Avevo un calo di zuccheri, quel giorno!» si difese con sincerità l’uomo più bello della Corea.
«Non capisco perché ti vergogni tanto ad ammettere che non bevi americano, io non ho problemi a dirlo.» replicò Ryeowook, sul punto di sorseggiare il suo cosmopolitan fucsia da un bicchiere con tanto di fettina di lime decorativa. Siwon rispose alla sua frase lanciandogli un’occhiata eloquente che, però, confuse ancora di più l’Eternal Maknae.
«Ti spiego: Siwon Oppa intende dire che infatti tu così sembri gay.» intervenne J, fiera, scatenando però il delirio tra i membri. Kangin e Yesung scoppiarono a ridere, gli occhi di Siwon andarono fuori dalle orbite e, come tutte le volte che era in imbarazzo, cominciò a balbettare.
«N-no, no, aspettate… non ridete! Non è questo che intendevo…» prese a scusarsi, gesticolando come un pazzo, mentre Wookie allontanava imbronciato il bicchiere. 
J non aspettava altro. Appena Ryeowook lo mise da parte lei agguantò il cosmopolitan e fece per scolarselo quando Sungmin la bloccò con un sorriso dolce.
«Non credo che ti piacciano gli alcolici.» 
«Ma è rosa!» replicò lei, come se fosse una giustificazione più che valida per trangugiare liquidi di dubbia provenienza. Per sua fortuna Sungmin era l’unico, lì dentro, sensibile alla tematica del rosa quanto lei. Doveva essere stato lui ad attaccarle quella mania. 
«Prova, se non ti piace passalo a me.» ecco dove voleva arrivare, insomma! Entrambi ridacchiarono complici mentre J si accingeva a bere il suo primo sorso. 
«Ti ho sentito, sai?» Heechul aveva appena alzato la testa dal cellulare che l’aveva tenuto stranamente impegnato per un bel po’. Non che fosse una novità: ultimamente lo Hyung passava tantissimo tempo al telefono ma, per quel che ne sapevano gli altri, tutto quel tempo lo trascorreva smessaggiando con J che, però, era lì con loro in quel momento.
«Che hai sentito?» replicò proprio la ragazza a cui le parole di Heechul erano state rivolte.
«L’hai chiamato Oppa.» 
«Eh?» 
«Siwon, l’hai chiamato Oppa.» continuò, con un’espressione inquietante stampata sul volto, appoggiandosi allo schienale della sua poltroncina in completo relax. 
«E con ciò?»
«Tu chiami sempre tutti Hyung o sbaglio?» insinuò il cantante, riducendo gli occhi a due fessure. 
«Ah… beh…» J rise a disagio. «Con tutto il tempo che ho passato con Inyoung Unnie ultimamente le cose sono cambiate.» replicò senza smettere di sorridere. Anche Heechul sorrise e fu proprio in quel momento che Kyuhyun si accorse che c’era qualcosa che non andava. Heenim sembrava teso, J sembrava tesa. 
«Sono stanca, mi avvio verso la stanza.» sospirò la ragazza, alzandosi di scatto. Il silenzio più totale scese tra i Super Junior quando anche Heechul si alzò di colpo dalla sedia. Kyuhyun non capiva quella reazione: perché era così agitato e perché continuava a fissare J accigliato? Persino lei sembrava a disagio di fronte a quello sguardo. Infatti accennò un inchino frettoloso e fece per tagliare la corda quando... 
«Fermatela!» sbottò Heechul, indicandola. A quel punto anche gli altri membri si alzarono, in totale confusione. 
«Hyungnim, che ti prende?» 
«Lei non è la nostra J.»
  
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