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Autore: demischoco    17/04/2013    4 recensioni
Sfruttata, maltrattata, violentata.
Ero costretta a prostituirmi.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18



Ero persa, vuota, stavo tremando da capo ai piedi, questo fatto di non vedere mi fà venire il nervoso.
Non sapevo che fare, non riuscivo a rassicurarmi.
Le mie gambe mi abbandonarono non appena lui mi sputò di stare zitta.

-Chi sei?- riuscivo solo a balbettare.

Passarono secondi, non sentivo altro che una fottutissima macchina stridulante.

-Ti decidi a rispondermi?- stridulai.

Mi stavo seriamente preoccupando.
Subito mi accorsi che una lacrima calda mi stava attraversando il viso, la paura si impossessò di me.

-Ti stai prendendo gioco di me solo perchè non riesco a vederti.- dissi con un sottile filo di voce abbassando il capo e continuare il mio inutile pianto tra me e me.
Non potevo fare altro che questo.
Ero insicura, stavo iniziando a pensare al peggio.
Ancora nessuna risposta.

Ad un tratto mi sentii vibrare il cellulare nella tasca destra. Non appena farfugliai con la mano nella giacca un'altra me la bloccò.
Mi prese con forza il cellulare e rispose alla chiamata, almeno quello che riuscii a sentire.

-Ehi.- lo sentii ridere beffardo.

-Woh non alterarti, lei è al sicuro con me.- continuò la conversazione.

Ancora non riuscivo a capire chi fosse, aveva una voce particolare ma famigliare.

-Mi prenderò cura io di lei, tu sparisci dalla sua vita, sei solo un ragazzino Louis, lasciala stare.-

Louis, solo all'udire del suo nome il mio cuore cominciò a battere nervosamente.
Come se volesse uscire da questa gabbia fatta da ossa, ossa non frantumabili.

Sentivo schiamazzi dall'altro capo del telefono e poi più niente, aveva riattaccato.

-Dove mi stai portando?- con la tutta la forza che avevo in corpo riuscii a blaterare qualcosa.

-In un bel posto, vedrai non te ne pentirai.-

Mi sentii come osservata. Iniziai a rigirarmi nel sedile, la paura non voleva andarsene anzi, credo che sarebbe rimasta affinchè non sarebbe tornato lui, Louis.

Passarono un 10 minuti, dopodichè l'auto si fermò.

-Aspetta, non scendere.- La sua voce era un qualcosa di disgusto, mi disprezzava e questo non era di certo un buon segno.

Cercai con la mano la maniglia dello sportello, inutilmente toccavo d'appertutto, mi sentivo dispersa come in un deserto.
Appena riuscii a trovarla la porta si aprì da sola, senza che io misi forza.

-Scendi.- continuò.

Lentamente scesi dall'auto aiutata dalla sua mano pesante che mi strinse il braccio destro con forza in modo da strattonarmi sù, come un cane.
Continuò a trascinarmi, non so dove.
Le mie gambe non avevano voglia di restare in piedi, ero immobile sotto la vista di uno sconosciuto.
Appena mollò la presa da me lo sentii muoversi nel suo giaccone, intento a cercare qualcosa.
Continuai a percepire cosa stesse facendo.
Cinque secondi dopo sentii come agitare qualcosa in mano, come un mazzo di chiavi, un fastidioso e sonoro acciaio che sbatteva l'uno contro l'altro. Io odiavo quel rumore stridulo.

Lo sentii aprire il portone, se così potevo definirlo.
Ancora quella forte presa che mi pressava lungo la spalla.
Niente più fastidioso di essere strattata come uno straccio inutile.
Mi spintonò dentro con forza, buttandomi completamente a terra, come per calpestarmi.
Lui impegnato a chiudere il portone, io lentamente mi rialzai con molta debolezza.
Sentivo odore di fumo, alcol e quant'altro.
Doveva essere un posto ripugnante, schifoso, e pure quella puzza io l'avevo già sentita.
La stessa puzza che riusciva ad impadronirsi del mio cervello quando abitavo con lui, con mio padre.
Provavo disgusto in come questo non so chi mi abbia strattonata qui dentro, lui mi disgustava, poi mi chiedo come un uomo possa rapire una ragazza, doveva davvero avere seri problemi per riuscire a fare un atto del genere.
Poteva avere un pò di dignità, poteva crearsi una famiglia.
Lui poteva crearsi una nuova famiglia, quell'essere spregevole di mio padre.

-Benvenuta nella tua nuova casa stellina.- la sua voce mi fece ritornare alla realtà.
La voce di mio padre.
Non sentii nient'altro, solo il mio grosso nodo in gola e le mie gambe cedere nuovamente a terra.
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Crocifiggetemi, sono una stronza lo so uu.
Ahahaha daii ho aggiornato troppo tardi, spero vi sia piaciuto e che continuiate a seguire la mia fan fiction anche se credo un pò noiosa, lol.
Novita? c:

Per me si, tipo che il 16 di settembre andrò a vedere selena all'alcatraz di milano, sdfghjk <3
Sono troppo felice <3

Ok vi amo, tutte davvero e vi ringrazio tantissimo, lov iu all.
Bacii.


-Marti.





  
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