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Autore: Moonstone_Hell    17/04/2013    1 recensioni
Le tue mani sui miei fianchi e in attimo mi giro e ti vedo, lì davanti ai miei occhi. Bill quanto tempo abbiamo? Quanto potrà durare tutto questo? Facciamo parte dello stesso universo, mi rispondi, ci ritroveremo. E tutto ritorna, anche il battito del mio cuore ritorna. Le tue labbra sfiorano le mie, annusi il mio profumo, non mi baci. Le tue mani mi abbandonano, come fai tu. Ti scansi e abbassi il capo. Prendo il tuo viso tra le mani e ti ripeto, guardandoti negli occhi "Facciamo parte dello stesso universo". Mi sorridi, prendi la borsa che hai lanciato a terra e te ne vai. Non ti giri per guardarmi, fa troppo male. Ti osservo appoggiata al muro dell'aeroporto con un sorriso malinconico e una lacrima improvvisa scende sulla mia guancia al ricordo dei tuoi gesti quotidiani, alla vista della tua sigaretta.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dopo essermi svegliata in ritardo ed essermi vestita velocemente con un vestito fucsia con un fiocco di pizzo sulla schiena, mi precipito al ristorante, dove mi aspetta Sirius per l’appuntamento.
 
Per strada sento il telefono squillare, lo cerco nella borsa e i capelli sciolti non mi aiutano nell'impresa. Rispondo.
-“Kelly!!!”. Spiegami che fine hai fatto… Non mi dire che stavi dormendo, non posso accettare ritardi simili… Io lavoro sai?”- Lo fa sempre, non sopporta e non ha mai sopportato le persone in ritardo. Peccato perché io lo sono sempre.
-“Sono davanti alla porta principale… Scusami.”- Gli dico scocciata.
 
Mangiamo e parliamo dell’ultimo ingaggio prima delle vacanze estive. Devo prendere un periodo di riposo, più che per dormire, per divertirmi; Durante l’anno non ho molto tempo per farlo.
Mi dice che sarà una sfilata organizzata nei minimi dettagli e che è in programma da un anno circa.
Sarà alla fine di luglio tra circa due settimane, proprio in coincidenza della partenza dei ragazzi.
Questo significa che avrò un po’ di tempo libero da passare con loro, o meglio, con lui,sempre se mi chiama.
 
Sono le tre di pomeriggio e Sirius mi accompagna a casa in macchina.
Lo saluto e lo ringrazio per il pranzo e, indirettamente, per tutto quello che puntualmente fa per me.
 
Salgo le scale molto lentamente, squilla il mio maledetto cellulare, lo estraggo dalla tasca esterna della borsa e guardo il display, numero sconosciuto.
La speranza si insinua a macchia d’olio nella mia testa. Rispondo.
 
-“Kelly? Kelly Shells?”-  Il silenzio comincia ad essere imbarazzante, io sono imbarazzata o forse confusa, spaventata,sorpresa, felice…
-“Si, sono io…”- Non chiedo nulla, so chi è…
-“Hey!! Sono Bill, sai… il cantante. Ti ricordi?”- Che domande.
-“Oh si! Certo,certo… Bill. Come mai chiami a quest’ora?”-
-“Disturbo? Scusami, sai, tu ieri…”-
-“No!!! Tranquillo, non disturbi.”- Lo interrompo bruscamente.
-“Ti andrebbe di venire con me a fare un giro?”-
-“Un  giro? In che senso?”-
-“Non so, io non conosco Londra…”- Lo sento ridere, rido anche io.
-“Giusto, allora vienimi a prendere alle quattro e mezza che usciamo”-
-“Si, ok… va bene… vengo allora eh?”- Sembra felice e lo sono anche io, forse più di lui.
-“Si Bill, vieni. Ti aspetto a braccia aperte…”- Rispondo ironica.
-“Meglio se lo aspetti a gambe aperte, hahahahaha haha hahaha…”-  Non è la sua voce, è Tom!
-“Bill? Ci sei?”-
-“LASCIA IL MIO TELEFONO!!!!!”-
-“Hahaha fanculo Bill”- Una risata mi coglie alla sprovvista, non riesco a trattenermi.
-“Scusami, ti prego… Non volevo… Mio fratello… Tom sei uno stronzo!!!”- Non riesco a smettere di sorridere, sei così tenero.
-“Tranquillo, ci vediamo a casa mia. A dopo…”- Non gli lascio il tempo di rispondere e attacco.
 
Corro ad aprire l’armadio, non posso uscire in quello stato, con i capelli arruffati e il vestito fucsia, mi prenderebbe per una pazza che crede di essere nel paese delle meraviglie. Stai calma Kelly, hai tutto il tempo del mondo.
 
I minuti passano e io sono ferma davanti all'armadio, immersa, come al solito, nei miei pensieri, il problema è: Che cosa mi metto?
Sfilo dalla stampella un paio di short attillati con delle decorazioni floreali, di jeans, e un top con stampe a fiori gialli e rosa, stile figlia dei fiori. Mi teletrasporto in bagno e sistemo i capelli con una forcina, non mi piace, la tolgo violentemente strappandomi una ciocca di capelli.
Mentre mi massaggio la testa,accendo la piastra e intanto cerco nella scarpiera un paio di scarpe decenti per un appuntamento pomeridiano con il ragazzo più bello del mondo. Peccato che non esistano scarpe del genere, così indosso un paio di stivaletti estivi bianchi.
 
Dopo essermi sistemata i capelli frugo in un cassettino dove tengo i trucchi, nel bagno, e trovo un laccio da legare intorno alla testa.
 
Suona il campanello, fortunatamente sono quasi pronta. Sono le quattro e Bill è puntuale come un orologio.
Apro subito la porta dopo essermi fiondata alla finestra per vedere chi fosse.
Sento i suoi passi, le scarpe da ginnastica non fanno molto rumore, ma io le sento lo stesso.
Poi lo vedo, il cuore a mille, il sangue quasi non scorre più e mi si gelano le mani, incomincio a sudare a freddo. Si avvicina…
 
Sei bellissimo, quella camicia a maniche corte, semi aperta, mi da i brividi, vorrei strappartela a morsi. Sei così sexy… Ci salutiamo con un imbarazzante bacio sulla guancia, mi pizzichi con la barba, lo adoro.
In questo momento mi sento così piccola davanti a te, eppure siamo coetanei…
Lo invito ad entrare in casa e mi fa i soliti complimenti, a tutti piace il mio appartamento. E’ spazioso, luminoso, moderno eccetera…
Mi fissa, negli occhi, i suoi occhi sono profondi come l’orizzonte, così distanti da me, eppure così vicini da sfiorarmi l’anima… la passione cresce e anche il silenzio che, da intrigante e misterioso, diventa sempre più imbarazzante e comico.
Gli offro da bere ma lui rifiuta, allora prendo la borsetta con dentro il cellulare, la custodia degli occhiali da sole, il portafoglio e le chiavi di casa. Di solito riempio le borse con oggetti inutili e imprevedibili, stavolta voglio limitarmi, solo il necessario.
 
In macchina il silenzio è insostenibile, immaginavo che Bill fosse timido ma non fino a questo punto.
Lo stereo acceso al massimo volume interrompe il fluire dei pensieri e il mio sguardo, dal finestrino, passa al biondo.
Mi sorride, io ricambio. Improvvisamente sento una melodia che conosco, in radio danno  “Rehab” di Rihanna. Non riesco a trattenermi quando sento canzoni che mi piacciono, inizio a cantare, prima piano e sempre più forte fino a superare quasi il volume della musica.
Bill mi guarda e sorride, poi inizia a cantare anche lui e ci ritroviamo nel traffico di Londra, con i finestrini aperti a cantare e ridere come pazzi mentre le persone ci guardano e ci fanno foto. A noi non importa.
 
Finita la canzone ci guardiamo e scoppiamo letteralmente a ridere.
-“Hai una bella voce sai?”- Mi dice tra un sospiro e una risata.
-“Grazie…”- Rispondo io reggendomi gli addominali con una mano.
Ci calmiamo.
-“Dove andiamo allora? Non vorrai mica farmi perdere?”-
-“Ti dispiacerebbe perderti con me?”-
Le sue guance si colorano di rosso, leggermente.
-“No.”-
-“Gira alla prossima”-
-”Dove mi porti?”- -“E’ una sorpresa.”-
 
Scendiamo dall'Audi.
-“Come sai che amo la natura?”-
-“Non lo so infatti…”-
Davanti a noi un parco di periferia, coperto da alberi e semi deserto.
Un salice piangente rapisce il mio sguardo, ricordi infantili, troppo distanti.
-“Ci venivo spesso da bambina, è un bel posto dove passare le ore con persone speciali…”-
-“Io lo sono? Perché tu lo sei Kelly, per me.”-
Lo guardo, corro. Scappo sempre via dalle domande difficili, non voglio rispondere, ho bisogno di tempo. Anche da bambina correvo via quando mamma o papà mi chiedevano se avessi rotto io il vaso di coccio della nonna o sradicato le piante del giardino. Forse sono una codarda, forse una stupida, forse una ragazza insicura o soltanto un essere umano.
 
Mi segue e ride, lo vedo ridere e mi sembra che tutto intorno a lui splenda.
Il tuo sorriso mi ferma e mi prendi in braccio facendomi vorticare, come un padre con la sua bambina, così mi sento Bill, la tua bambina.
 
Siamo uno di fronte all'altra, il tuo sguardo sui miei occhi blu, le tue mani sui miei fianchi. Mi avvicino alle tue labbra, i piercing sono freddi, gelidi, come le tue mani, ma a me piace quel brivido, mi piaci tu.
Mi baci improvvisamente, la tua lingua nella mia bocca, sento la pallina metallica in contrasto con il calore delle labbra, è eccitante.
Mi scanso, con tutte e due le mani mi prendi il viso, sento i tuoi bracciali sbattere leggermente sulle mie guance. 
-“Non era forse questo ciò che immaginavi?”- Mi chiede preoccupato.
Ha paura, la sua fronte è contratta aspetta una risposta, anzi due, due risposte che probabilmente non arriveranno mai.
Gli prendo la mano. Osservo il suo tatuaggio, il fiore, l’uccello, il teschio, mi ispirano a baciarlo nuovamente. Stavolta si scansa lui. Mi prende per un braccio, delicatamente. Mi trascina in un punto più o meno isolato dal resto del parco. Siamo in un angolo, sotto a un albero maestoso, mi sembra di stare in un libro di favole su fate e folletti.
Ci sediamo e ci appoggiamo all'albero,contempliamo la natura senza emettere un suono. Mi prende la mano e la tiene stretta.
 
Dopo circa venti minuti mi mette un braccio attorno al collo e io mi accoccolo a lui, senza dire nulla.
Solo una cosa mi esce spontanea come una nuvola passeggera portatrice di pioggia estiva…
-“Bill, tu per me sei importante.”-
 
 
 
 
Allora, spero vi sia piaciuto questo capitolo e scusate il ritardo ma ho dei problemi con internet e inoltre non avevo idea di come continuare :) .
Vi prego commentate e fatemi sapere, sono ben accettate critiche di qualsiasi tipo ;) Al prossimo capitolo…
 
 
  
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