#6 ricordo- benda
Metropolis è piena di luci e speranze, la sorella benedetta d'una famiglia aberrante.
La notte è luminosa a Metropolis e per un breve istante rimpiangi il buio famelico di Gotham.
"Dicono che esista un uomo d'acciaio, sai?"
Bruce si flette verso l'impiantito per la centesima volta e si butta un asciugamano sulle spalle, sedendosi al tuo fianco.
"Uomo d'acciaio?"
Indichi un puntino nel mezzo della pagina centrale del Daily Planet, così piccolo da non sembrar neppure una persona.
"Impenetrabile ai proiettili e alle armi, uhm?" replica distratto, scivolando con i polpastrelli sull'articolo.
"A quanto pare..."
Bruce è troppo preso dal giornale per accorgersi che la benda che porta sul costato si è tinta di rosso, macchiando la coperta.
"Sanguina ancora." constati pratica "Bisogna cambiarla."
"Superman..."
"Come?"
"Lo chiamano Superman."
"Che nome ridicolo." sentenzi alzandoti "Banale e privo di fantasia."
"Strano commento per una donna che sta con Batman." ridacchia Bruce.
Sorridi a tua volta, cominciando a rimuovere la medicazione.
"È quasi un dio questo...alieno."
La ferita è slabbrata e stilla minuscole gocce di sangue.
"Nessuno è invincibile, Bruce." riporti lo sguardo nei suoi occhi, implacabile "Nessuno."
Metropolis sarà pure il sogno di pace d'ogni uomo, ma chi è nato all'ombra d'un incubo di metallo e pietra sa bene che anche gli dei possono cadere, sanguinando e morendo.
Come lui: come Batman.