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Autore: past_zonk    18/04/2013    3 recensioni
Quando Seung Ri uscì dalla stanza, Top rise fra sé, una risata bassa e divertita, una risata giocosa “Mi stai sfidando, Ri? Mh, chissà chi vincerà questo gioco”.
Quando a Top piaceva una cosa, se la prendeva, certo, ma questa volta il gioco si prospettava più divertente del solito.
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Seungri, T.O.P., Taeyang, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic...eccomi qui con il nuovo capitolo! Volevo ringraziarvi di nuovo *si inchina*, e dire a MiniGD che io la continuo a chiamare splendore nonostante tutto u_u Sì, sono moolto iperbolica. Quest'oggi niente note dell'autrice dementi, dai, ho sonno ed ho problemi con l'HTML, quindi nervosismo a gogò! Vorrei tanto prendere in mano la mia PS2 e poter giocare a Final Fantasy X; è una voglia incontenibile. Comunque, ditemi sinceramente cosa pensate della storia, se le vicende si evolvono troppo poco, oppure per niente per ora, cosa vorreste vedere, i vostri consigli, suggerimenti, ma anche critiche! Si accetta di tutto qui!
grazie per il vostro tempo,
veramente,
Silvia!



Bad Boy.

 
 
 
“E com’è pensare che ci sono persone che dipendono dalla vostra musica?”
La domanda dell’intervistatrice fu diretta, secca, veloce, d’impatto. Choi Seung Hyun ci aveva pensato spesso.
“Fa paura” disse, semplicemente. Era la verità.
Sapere che in qualche parte del mondo, forse ovunque, c’erano persone che sorridevano o piangevano o amavano accompagnati dalla loro musica, faceva paura. Faceva paura anche il solo pensiero di influenzare così tanto qualcun altro. Lui lo faceva tramite la musica, altri con uno sguardo, una parola, un tocco.
La mano di SeungRi che gli sfiorava il ginocchio, ad esempio.
“Paura?” chiese, curiosa, la speaker.
“Sì, fa paura…sapere di essere così importanti, e pensare quindi di poter fallire e deludere tutte quelle persone. Però allo stesso tempo, il lavoro di noi comunicatori, è qualcosa di grande…grande e bellissimo. È come stare vicino a tutti, in ogni momento, senza dover necessariamente essere lì. È come essere una spalla su cui piangere, anche non offrendola realmente”
“Oh, non sapevo che TOP fosse così poetico!”
“Ma come, era risaputo!” rispose lui, cercando di spezzare la troppa serietà creata dal flusso di pensieri che non era riuscito a frenare.
Affianco a lui, Seungri sorrideva.
“E tu cosa dici, Seungri?”
“Sono d’accordo con le parole del mio hyung. Sono grato ogni giorno della mia vita a tutti loro. La band, chi ci ascolta, chi rende questo possibile. Visto che siamo in vena di sentimentalismi ho pensato di aggiungere anche questo, ecco”
“Oh, questi ragazzi dal cuore d’oro! A tutte le fan dei Bigbang in ascolto, che sicuramente si saranno sciolte in lacrime, ecco dedicato a voi questo classico, Haru Haru! Dalla base di Radio Anky, Top e Seungri ci salutano!”
“Ciao VIPs!”
“Alla prossima”
La speaker mise giù le cuffione e sorrise ai due ragazzi “Grazie mille per la disponibilità”
I due si alzarono, inchinandosi educati e salutando lo staff, avviandosi fuori dalla sala di registrazione.
Dopotutto, oltre le solite domande e battutine di routine, l’intervista era andata a gonfie vele: avevano promosso l’uscita del loro nuovo disco, e allo stesso tempo, anche se spontaneamente, avevano sicuramente commosso molti ascoltatori con quelle loro riflessioni.
 
S’era fatto tardi, erano forse le dieci, ma Top non lo seppe finché non controllò lo schermo del cellulare. Dieci e venti.
Lui e Seungri camminavano silenziosi, seguiti da un paio di accompagnatori. Top lo osservava con la coda dell’occhio, come sempre.
“Ci fermiamo un po’ fuori per autografi e foto” annunciò il più piccolo. Non era una domanda, era un’affermazione. Top se ne stupì. Annuì semplicemente.
Fuori i VIPs erano su di giri, totalmente. Le parole dette alla radio avevano commosso tutti, così si dimostrarono – se possibile – più affettuosi del solito. Forse addirittura più controllati e meno ossessivi, doveva ammetterlo.
Fu sommerso di regali e lettere, e ringraziò ognuno di loro. Seungri faceva lo stesso, si fermava a parlare, rideva, abbracciava ragazze scioltesi in lacrime.
Prima di entrare in macchina, salutarono tutti con un gran sorriso, promettendo di vedersi presto in qualche data.
Non si seppe spiegare perché, ma quella scena seppe in qualche modo di malinconia.
 
Salito in macchina, Seungri si fece catturare dalle luci delle auto affianco alla loro. Osservava rapito fuori dal finestrino, sentiva Top affianco a lui non cercare di fare conversazione, come se si stesse beando del silenzio; pensò di sentirsi a suo agio, così, con lui, senza parole.
Allo stesso tempo, però, si sentì stanco.
Per un attimo ringraziò il vetro che divideva il lato autista dal lungo sedile unico dove erano seduti. Aveva bisogno di un po’ di silenzio, di privacy.
“Mi dispiace, sai” disse all’improvviso Top, mentre lui invece era ancora perso con lo sguardo fra le luci che splendevano disordinate lì fuori.
“Per cosa?” chiese, senza distogliere lo sguardo.
“Se ti ho spaventato”
“N-non lo so, che sta succedendo…”
“Neanche io, Rì, è per questo che mi dispiace”
Non rispose.
Le auto lì fuori sembravano tante stelle nel buio, e forse era proprio a causa di quelle luci artificiali, che le vere stelle non si vedevano più come una volta.
Chissà, forse era lo stesso anche per lui. Forse era così preso dall’illudersi di non sentire niente, che non vedeva le cose per quelle che erano veramente.
Aveva paura.
“Posso?” chiese leggermente poi Top, cercando di stendersi.
Seungri annuì, lasciando che il più grande poggiasse, stanco, la testa sulle sue ginocchia. Lo guardò intensamente mentre, ad occhi chiusi, riposava. Gli passò una mano fra i capelli ed i suoi occhi furono immediatamente spalancati a guardarlo.
“Seungri…”
Le dita gli carezzarono lentamente i capelli, poi passarono a sfiorargli la fronte, per scendere al naso e fermarsi sulle guancie. Quegli occhi lo guardavano insistentemente, come se cercassero a tutti i costi di capire cosa gli passasse per la testa.
E a cosa stava pensando, infatti, lui?
A Top? A quanto sarebbe stato bello baciarlo? A cosa stava pensando?
Non lo sapeva definire…
Top chiuse quasi con disperazione gli occhi, imbronciando le sopracciglia in un’espressione decisamente preoccupata, ma lasciando che Seungri gli carezzasse ancora i capelli, il volto, le palpebre che, ad ogni tocco tremavano leggermente.
Proprio come le auto che sfrecciavano fuori dal finestrino, la situazione era sempre più surreale.
Cosa stava succedendo?
Si addormentò con il ricordo delle dita leggere del ragazzo che, con un percorso impalpabile, continuava a carezzarlo.
 
 
“Seunghyun, siamo arrivati”
Glielo sussurrò nell’orecchio con voce bassa, un bisbiglio appena, Seungri. Top si svegliò con lentezza, sbattendo le palpebre un paio di volte prima di focalizzare la situazione.
Erano in auto, aveva un plaid addosso. Si guardò confuso. Plaid?
“Avevi freddo, tremavi, era sul sedile…” rispose alla sua domanda silenziosa l’altro.
Top annuì.
Si raddrizzò, mettendosi seduto e stropicciandosi gli occhi. Il più piccolo uscì dall’auto, invitandolo a fare lo stesso.
Quando lo fece fu colpito da un’ondata di freddo. Le labbra gli si sbiancarono, gli occhi si chiusero,  deglutì forte.
Mentre camminavano verso l’interno del dormitorio, quasi si sentiva venire meno, tanto che l’altro lo guardò preoccupato e lo esortò ad affrettarsi.
Una volta al caldo, fra le luci calde della struttura, Top sospirò forte, sentendosi il naso rosso e le labbra fredde come il marmo di una statua, come se non gli appartenessero.
“Top-hyung…dovremmo mangiare qualcosa, andiamo in cucina?”
“Mh, no…dormire” mugugnò l’altro, mentre, con un sorriso, tendeva le braccia al maknae “Portami”, concluse.
Seungri sorrise, alzando gli occhi al cielo. Si avvicinò al rapper e fece per prenderlo in braccio. Naturalmente l’altro lo fermò, sorridendogli ancora un po’ imbambolato “No, ce la faccio. Vieni con me?”
“Mh…” il giovane sembrò indeciso.
Per piacere, vieni con me? Sono un po’ malinconico” Top batté una sola volta le palpebre, per poi osservare con fermezza Seungri. Lo guardò quasi come se lo stesse pregando.
“Sì, certo”
 
 
La camera era in disordine, vestiti ovunque sul letto a due piazze che Top si ostinava a chiedere di avere in ogni posto.
“Perché vuoi sempre un letto matrimoniale per te?” Seungri si rese conto della stupidità della sua domanda non appena la pronunciò. Non aveva pensato alla possibilità di condividerlo, il letto.
“Perché sono abituato a vivere solo”
“Non ha molto senso” rispose il più giovane, levandosi le scarpe con i talloni e saltando sul letto.
Il balcone affacciava su Seoul illuminata. Era stupendo, lì.
“Sì che lo ha, sono abituato ad avere il doppio per me, a condividere tutto solo con me stesso” rispose Top, spogliandosi della camicia – le spalle definite –, dando le spalle al ragazzo, e cercando velocemente la maglia del pigiama da infilarsi.
Era molto riservato, e forse gli dava fastidio farsi vedere svestito.
“Sembra comodo, avere il doppio per sé”
Top si voltò velocemente verso di lui, guardandolo “No, non lo è”
Si pentì subito della sua affermazione non appena vide l’espressione del più grande.
“Hyung…perché sei malinconico?”
Scrollò le spalle.
Niente. Sembrava non si confidasse mai.
Una pallottola di vestiti arrotolati gli arrivò in faccia “Che cacch-“
“Pigiami”
“Eh?”
“Non vorrai dormire in camicia…”
“Oh, no”
Seungri si spogliò velocemente, infilandosi il pantalone – larghissimo – e la maglia – a righine, per Dio! – che l’altro gli aveva lanciato.
Avevano il suo odore…
Top lo raggiunse sul letto, stendendosi con un braccio sullo stomaco e l’altro sotto la nuca “Sono veramente stanco…” sospirò ad occhi chiusi.
Seungri giocherellava con i lembi delle maniche del pigiama, imbarazzato.
“Seungri…”
“Sì”
“Cosa provi per me?”
Non si stupì della domanda.
Ora entrambi guardavano il soffitto “Non lo so”
Top rimase in silenzio, poi spense la luce. Stupì il più piccolo-
“Io dormo…” annunciò con la voce bassa.
Si misero sotto le coperte. Seungri dava le spalle al rapper, occhi ancora aperti a fissare Seoul illuminata.
Il suo respiro gli sfiorava il collo.
Il suo calore gli arrivava fin lì.
Non ci aveva mai pensato, a che effetto gli facesse Top. Forse non ci voleva pensare. Forse gli faceva paura, ammettere di avere avuto le farfalle nello stomaco, quando, solo poche ore prima, era stato bloccato al muro dal suo hyung.
“Seunghyun…” chiese Seungri, con voce incerta e animo scosso.
“Mh”
“Tu provi qualcosa per me?”
“Non lo so…non so cosa…”
Seungri chiuse gli occhi, inspirando forte quel letto e quella stanza, quel tutto, che sapeva di lui. Quando all’improvviso, con una velocità ed un’istintività animale, Top lo abbracciò da dietro, spingendo la testa contro le sue scapole, non disse niente.
Rimase in silenzio, sentendo i respiri un po’ troppo pesanti dell’altro.
“Rì, non mi…n-non te ne andare”
Scosse la testa. Non l’avrebbe fatto, no, non ora, non adesso che gli stava mostrando le sue debolezze, che lo stringeva così tanto da fargli morire il respiro in gola.
Ed era stato davvero miserabile, il tono con cui l’aveva detto. Seungri poggiò piano una mano su quelle di Choi Seunghyun, strette attorno alla sua vita fino a sbiancarsi le nocche.
“No, resto qui…”
Fu un sussurro nella notte, solo un sussurro, ma a Choi Seunghyun bastò. Bastò perché era solo da troppo tempo. Bastò perché era molto più di quanto si meritasse di avere.
Bastò perché Seungri era intoccabile e lui, eppure, era lì stretto con ogni centimetro della sua carne a quel ragazzino, quasi potesse salvarlo, quasi potesse farlo redimere…
   
 
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