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Autore: Sacchan_    18/04/2013    4 recensioni
Miku, giovane ragazza diciottenne, riceve una lettera da un misterioso mittente che si fa chiamare Unknown Shadow chiedendole di raggiungerla nel bosco poco distante dal suo villaggio.
Perso il sentiero per la via del ritorno, la ragazza scopre una Villa dove i suoi abitanti la accolgono organizzando per lei una festa coi fiocchi.
Ma chi sono davvero quelle persone? E per quale motivo il misterioso autore della lettera l'ha fatta arrivare fino alla Villa?
Long Fiction ispirata alla canzone Bad End Night (Miku+Gakupo+Gumi+Rin+Len+Meiko+Kaito+Luka)
[Revisione dei capitoli in corso]
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Night ∞ Series'
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Disclaimer: Niente di quanto da me citato mi appartiene, tutto è di proprietà dei rispettivi autori. Ciò che scrivo lo faccio solo per divertimento. 
ndA:  Non prendetela come una fedele ricostruzione; come nelle mie precedenti long-fiction tutto qui è altamente personale e romanzato. 


Cast: 
Miku: ragazzina che si perde in un bosco non lontano dal suo villaggio dopo aver ricevuto una lettera da un individuo misterioso che si firma Unknown Shadow -Ombra Sconosciuta- 
Gakupo:  maggiordomo della "Unknown Mansion" -Villa Sconosciuta-  con il vizio del gioco d'azzardo. 
Len&Rin: due fratelli gemelli, maschio e femmina, apprendisti presso la Villa. Hanno la particolarità di parlare sempre in coppia e per rime. 
Gumi: cameriera al servizio della "Unknown Mansion", molto maldestra e pressochè incapace. 
Luka: dama di compagnia della padrona. E' molto rigida e severa.
Kaito: padrone della Villa Sconosciuta. E' un playboy che ama divertirsi con i suoi "giocattoli". 
Meiko: padrona della Villa Sconosciuta e sorella di Kaito, leggermente pazza e mentalmente instabile. 
Unknown Shadow (Ombra Sconosciuta): una "presenza" che non si sa chi sia... all'interno della Villa tutti hanno paura a pronunciare il suo nome. 

E adesso... che si alzi il sipario su: 



BAD - END- NIGHT-
FAVOLA DELLA FOLLE NOTTE CHE NON FINISCE MAI
ATTO I SCENA I 
(PROLOGO)


Miku avanzò di qualche passo nella notte oscura. 
Timorosa, come solo poteva esserlo una ragazza della sua età, si portò i palmi delle mani alla bocca per soffiarvi sulla pelle ma il fiato che le uscì dalle labbra servì ben poco a riscaldare le sue dita congelate e in fiamme a causa del freddo della notte.
I suoi diciotto anni -età che la consacravano come "adulta"- non erano serviti a dare un freno a quella pazzia: avventurarsi completamente da sola nel bosco adiacente al piccolo villaggio dove abitava. 
Era stata la curiosità a muoverla, la curiosità di aver ricevuto una strana lettera da un misterioso mittente che la invitava a raggiungerlo nel bosco. 
Abituata alla monotonia del villaggio e allo scorrere dei giorni sempre uguali, la ragazza aveva ben accolto quella misteriosa lettera e senza pensarci due volte, armata solo della sua sconsideratezza, si era inoltrata da sola con l'intento di incontrare l'ammiratore che l'aveva cercata. 
Il contenuto della lettera era per lei indecifrabile ma tutto sarebbe stato più chiaro una volta che ne avrebbe incontrato l'autore, un autore che si firmava Unknown Shadow.
Miku rilesse ancora una volta quella lettera misteriosa soffermandosi sul nome del mittente e si ritrovò a pensare che quell'individuo sconosciuto si citava davvero con uno strano nome.
Il vento gelido della notte soffiava piano e regolare, scompigliandole i lunghi capelli azzurrini legati stretti in due code di cavallo. Rabbrividendo si avvolse nelle spalle, ma il solo vestito e il solo mantello non erano abbastanza per ripararsi dal gelo notturno. 
In lontananza poteva sentire un lupo ululare... o forse era soltanto la sua immaginazione? 
Anche le ombre dei rami degli alberi parevano serpenti neri che strisciavano a terra. 
Scacciò via quel pensiero; non c'era nulla di pericoloso che volesse assalirla poiché era tutto frutto della sua immaginazione. 
Però l'oscurità della notte non l'aiutava a riprendere il cammino inverso e tornare indietro al villaggio; non che non avesse senso dell'orientamento ma semplicemente non riusciva a capire la sua posizione. 
In poche parole si era persa. 
Miku maledisse la sua stoltezza. Avrebbe dovuto capirlo che quella lettera era solo uno stupido scherzo di qualche ciarlatano e che lei ci era cascata in pieno perchè nel bosco non c'era nessun Unknown Shadow ad aspettarla.
Appoggiando la schiena al tronco di un albero scivolò a terra mentre la stanchezza si impossessava delle sue palpebre e la vista sfocava. Mugolando voltò la testa di lato e fu allora che la vide.
Un imponente villa fatta di eleganti mattoni e vetrate si ergeva al centro di una radura accerchiata dagli alberi e illuminata dai pallidi raggi lunari.
Sbattendo le palpebre incredula e stropicciandole con le nocche delle mani si trascinò a fatica correndo in direzione di quell'edificio. 
Forse non aveva sbagliato, forse Unknown Shadow esisteva veramente e forse la stava aspettando all'interno di quella Villa. 
Rinvigorita da quel pensiero aumentò il passo fino a varcarne il cancello.

Calpestando i ciottoli del percorso che dal cancello conduceva all'ingresso Miku lesse su un cartello di legno una frase incisa che citava: 
Benvenuti alla "Unknown Mansion". 
Deglutendo e raccogliendo il proprio coraggio bussò più volte al grande portone d'ingresso ma nessuno venne ad aprirle. 
Delusa, indietreggiò di qualche passo e guardò le vetrate in alto vedendo come alcune erano accese e come la Villa doveva essere sicuramente abitata, pertanto fece un giro attorno ai muri fino a vedere la porticina di servizio e, con sua grande gioia, notò che questa era aperta perché un inserviente stava spazzando con la scopa le pietre del marciapiede raccogliendo la polvere.
Il giovane uomo, vestito come un maggiordomo e dai lunghi capelli viola legati in alto, non sembrò notare la presenza di Miku intento come era a fare il suo lavoro perciò, senza timore, lei si fece avanti.
"Perdonate, ho provato a bussare più volte ma nessuno ha risposto."
Il maggiordomo sussultò per la sorpresa abbandonando la scopa e assottigliando lo sguardo in direzione della voce.
Quando vide la giovane fanciulla, persa nell'oscurità della notte, assunse un'espressione stupita. 
"Oh cara! Ma cosa ci fa una giovane ragazza in giro a quest'ora?" 
Miku si avvicinò ulteriormente di qualche passo. 
"Mi sono persa. In realtà penso di dover incontrare qualcuno qui..." prima ancora di finire la frase infilò una mano in una delle tasche del vestito per estrarne fuori la lettera  ma il maggiordomo non le diede il tempo di farlo parlando di nuovo. 
"Oh cielo! Perdersi in questo bosco ad un orario così tardi..." lasciò la scopa poggiandola al muro "prego, venga con me. Non è salutare restare fuori con quest'aria fredda." E appoggiò una mano sulla schiena di Miku spingendola indietro, in direzione del portone d'ingresso a cui la ragazza prima aveva bussato ma nessuno le aveva aperto. 
"E così avete detto che nessuno ha risposto?"
Miku tese il viso verso l'alto guardandolo attraverso i suoi occhi. 
"E' così! Ho provato più volte ma non mi ha aperto nessuno." 
Il maggiordomo scosse la testa facendo così oscillare la sua lunga chioma viola di capelli raccolti. 
"Quelle due pesti perdono sempre il loro tempo a giocare."  Estraendo fuori un mazzo di chiavi dal suo taschino ne infilò una nella serratura di ferro e la girò lasciando schiudere il sistema di chiusura. Il portone d'ingresso si aprì all'interno con un sonoro cigolio affacciandosi su una imponente hall con la pavimentazione di marmo e un vistoso lampadario di diamanti scintillanti. Al centro vi era una scalinata che conduceva al piano superiore sovrastata da un lunghissimo tappeto rosso ricamato con decori d'oro. 
Miku pensò che chiunque abitasse lì fosse davvero un gran signore; ma si chiese anche se era davvero possibile che una così elegante Villa si trovasse nel bel mezzo del bosco.
Incerta, si morse le labbra finché il maggiordomo non portò una mano all'altezza del petto inchinandosi elegantemente. 
"Prego, è la benvenuta." 
Incoraggiata da quelle parole suadenti e così invitanti Miku mosse i suoi primi passi sul pavimento lucido della hall estasiata da tanta bellezza. 
Il maggiordomo entrò subito dopo di lei battendo le mani. Due figure adolescenti irruppero nella hall correndo forsennate. 
"Il maggiordomo ci ha chiamato?" pronunciò una voce maschile. 
"Allora noi siamo pronti ad eseguire il nostro operato" seguì una voce femminile. 
Due piccoli ragazzini comparvero dal nulla, vestiti uguali con la medesima divisa e il medesimo frac.
Entrambi avevano i capelli biondi e raccolti ed entrambi avevano gli stessi lineamenti del viso e gli stessi occhi cristallini, l'unica differenza nei due erano gli abbigliamenti diversi poiché, sotto il frac, il ragazzino indossava dei pantaloncini neri mentre la ragazzina una gonnellina nera con i bordi ricamati in pizzo.
"Dove eravate quando questa nostra ospite bussava alla nostra porta?" li ammonì il maggiordomo.
Il ragazzino puntò gli indici in direzione della sorellina. 
"La colpa non è di Len se Rin è un incapace."
La ragazzina ripetè l'identica scena: puntò gli indici in direzione del fratellino. 
"La colpa non è di Rin se Len è un incapace."
Il fratello maschio, Len, vedendo che era stato imitato si adirò ancora di più. 
"Smettila di copiarmi le battute!" 
La gemella femmina, Rin, scimmiottò di nuovo imitandolo. 
"Smettila di copiarmi le battute!"
Len arricciò il naso. 
"E' colpa tua se il maggiordomo ci sgrida sempre tanto!"
"Sei tu che sei un fannullone, alquanto!"
I due fratelli continuarono a bisticciare fino a quando il maggiordomo non si frappose fra loro allontanandoli. 
"Adesso basta voi due! Non è questo il benvenuto che dovremmo dare alla nostra ospite!" Detto ciò le sue mani, avvolte da candidi guanti, spinsero giù le due testoline bionde costringendo loro a chinare la schiena. 
"Le chiediamo scusa per la maleducazione." Ringhiò Len fra i denti. 
"Le promettiamo che la prossima volta la accoglieremo con la dovuta educazione." Lo seguì Rin con la voce affaticata per la postura forzata. 
Soddisfatto di ciò,il maggiordomo replicò il suo inchino chiedendole se era in capitata lì in cerca di qualcuno. 
Ma quando Miku domandò se quella Villa apparteneva a qualcuno che si faceva chiamare Unknown Shadow delle ombre scure si disegnarono sul volto del maggiordomo e dei suoi assistenti.  
Il silenzio calò  nella hall unito a una sensazione di presagio. 


TO BE CONTINUED...
   
 
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