Capitolo
54.
I can't wait for this to end
Sober, empty in the head
I know I can never win
Kimberly sentì questa
frase provenire dalla bocca amara del padre, con un tono decisamente
sarcastico.
-Peccato non sia qui.-
continuò nella sua lamentela.
La ragazza roteò gli
occhi con uno sbuffo spazientito. Voltò lo sguardo nella
direzione di suo papà,
il quale se ne stava con le braccia incrociate al petto, appoggiato
alla fontanella
di marmo sulla quale avevano pranzato insieme il giorno prima.
Si guardava intorno con
quel fare stizzito; labbra increspate in una smorfia annoiata e la
gamba
sinistra che non la smetteva di martellare contro il suolo.
Se fossero stati su una
superficie di gomma, al momento Kim starebbe tremando.
-E’ leggermente in
ritardo!- lo riprese, contrariata.
Pareva che al suo
vecchio non andasse di trovarsi lì.
Si guardò
l’orologio,
carica di agitazione. Non aveva mai presentato nessuno a suo padre,
questa novità
la rendeva non poco nervosa.
Dove si era cacciato
Jared?
La sera prima, quando
lei gli aveva comunicato la sua iniziativa riguardo a fargli conoscere
un
famoso produttore, nonché suo padre, il professore si era
istantaneamente
irrigidito.
Si trovavano nel letto
matrimoniale di lui; Jared era supino e fissava il soffitto in uno
stato quasi
di estasi, mentre la ragazza era poggiata sopra il suo petto,
lasciandosi
cullare dal dolce sali-scendi che esso compieva.
Sentiva battere il suo
cuore proprio sotto l’orecchio, un suono incredibilmente
rilassante.
Lui la circondava con
il braccio sinistro, con la cui mano le accarezzava il capo,
togliendole
qualche ciocca sbarazzina da davanti agli occhi e lasciandole un bacio
occasionale tra i capelli.
Non riusciva a staccare
gli occhi dal soffitto, era incantato in un torpore decisamente
piacevole.
Quando decise di dargli
la notizia si tirò su un gomito per guardarlo negli occhi.
Solo una notizia simile
gli avrebbe fatto distogliere lo sguardo insistente dal soffitto. Il
silenzio
che si creò fu a dir poco imbarazzante, silenzio che lui
interruppe con un
secco -Sei pazza?-
-Cosa c’è di
male?-
domandò lei stringendosi nelle spalle, in modo da farsi
più piccola.
Jared si era sollevato
su entrambi i gomiti, quello sguardo folle insisteva su di lei.
–Come ti è venuta in
mente una cosa simile?-
sembrava fuori di sé.
-Non capisco quale sia
il problema.- fece spallucce Kim, corrugando la fronte.
Di tutta risposta
ricevette un -Sei seria?- talmente
sentito che portò Jared dallo stare semi-disteso al seduto.
Il fatto che ora fosse
più alto di lei la mise in soggezione.
-Ti schiarisco le idee,
cara Kimberly.- fece lui con un sorrisetto forzato, ma quella follia
perennemente negli occhi. –Di che anno è tuo
padre?-
-Del ’69- rispose lei,
scrollando la testa.
-Perfetto, di che anno
sono io?- ribatté lui, sgranando più del dovuto
gli occhi.
-Oh.- fece lei di tutta
risposta, mordendosi forte il labbro inferiore. Come aveva fatto a non
rendersi
conto di quanto fosse un problema questo? –Pessima idea.
– si disse da sola.
-Ma per me è diventato
talmente normale che al momento non mi è nemmeno passato per
l’anticamera del
cervello che fosse una pazzia.- si difese subito, prima che lui potesse
iniziare ad inveire contro di lei.
L’uomo si
piegò su se
stesso in un rantolo contrariato. –E adesso?- la voce le
arrivò attutita dalle
mani, passando però attraverso le fessure delle dita.
-Non importa, Jared.-
gli disse portandogli una mano sulla spalla. Il contatto tra le sue
dita gelide
e la sua pelle accaldata –forse dallo schock- creò
un contrasto a cui Jared non
poté fare a meno di rabbrividire.
Di tutta risposta portò
gli occhi in quelli ingenui e innocenti, si fa per dire, della ragazza.
Lei vi lesse sarcasmo e
incredulità.
-Davvero?- rispose lui,
amareggiato.
-Certo, è inutile che
mi guardi così. È una mia scelta, e poi non ho
mai specificato che stessimo
insieme io e te. - spiegò, stringendosi il piumone al petto.
Il suo sguardo non era
mutato di una virgola, facendola sentire immediatamente in colpa della
falsità
appena detta.
-Davvero?- ripeté lui,
con lo stesso tono, solo leggermente più scettico.
-Siamo rovinati.- fece
lei, abbandonando le braccia tra le gambe incrociate. –Mi
spedirà in collegio e
ti denuncerà.- disse con la tragicità in gola.
-Va bene, non
esageriamo. Ormai sei maggiorenne, e basta non sappia che sono il tuo
professore. Almeno questo l’hai tenuto per te, vero?- le
chiese, un barlume di
speranza gli ravvivò la voce.
Lei annuì col capo,
incapace di guardarlo negli occhi.
Con un sospiro
rassegnato il professore si distese nuovamente, conscio del fatto che
quella
notte non avrebbe chiuso occhio.
Con il passare dei
minuti Kim si fece sempre più nervosa. Possibile non
l’avesse avvisata che non
sarebbe venuto?
Proprio quando sentì
Max prendere aria per continuare la sua lamentela, Kimberly lo
intravide in
lontananza.
Avrebbe riconosciuto
quella camminata tra un milione.
-Eccolo!- esclamò
frettolosa, andandogli incontro.
Suo padre rese gli
occhi già piccoli, due fessure, in modo da mettere a fuoco e
capire di chi
stesse parlando.
C’erano
all’incirca una
ventina di ragazzi che passeggiavano nella sua direzione; essendo
domenica, a
quell’ora del pomeriggio il sentierone del centro era colmo
per lo più di
adolescenti mano nella mano che passeggiavano guardando le vetrine, e
famigliole dirette alle giostre appena allestite in occasione
dell’arrivo della
primavera.
Quando però si rese
conto che la persona verso cui andava sua figlia non era un comune
ragazzo ma
un uomo un po’ più cresciutello, il volto si
contrasse in una smorfia rabbiosa.
Non c’erano dubbi fosse
lui, dal momento che si era appositamente fermato per salutarla e ora
camminavano fianco a fianco nella sua direzione.
Nel mentre si
avvicinavano però Max sentì una sensazione
terribile farsi strada dentro di
lui, partendo dallo stomaco e diramandosi in vari punti del suo corpo.
Trasalì in questa
sensazione che gli fece sgranare gli occhi e spalancare la bocca, gli
raggelò
le mani e gli fece percepire una scossa alla base della nuca per poi
scorrergli
lungo tutta la spina dorsale, la quale lo fece vibrare in uno spasmo.
Quell’uomo
stava sorridendo a sua figlia, con un calore particolare negli occhi.
La gola si seccò,
impedendogli di deglutire o emettere qualsiasi suono; le gambe erano
più
pesanti del solito e non riusciva nemmeno a sollevarle.
Lui
conosceva quell’uomo.
E fu proprio quando
quest’ultimo sollevò lo sguardo verso di lui che
riconobbe nei suoi occhi
esattamente la stessa espressione sconvolta, che lo fece fermare a 6
metri di
distanza.
Kimberly fece qualche
passo in più del dovuto, ma rendendosi conto che Jared non
stava più camminando
accanto a lei, si girò velocemente.
Il professore era
immobile dietro di lei, congelato, ibernato in una smorfia incredula.
-Jared?- lo chiamò
preoccupata, per poi voltarsi di scatto verso suo padre, sul cui volto
lesse la
medesima espressione colma d’incredulità.
Il professore si sfilò
lentamente gli occhiali da sole, gli occhi fissi in quelli
dell’uomo che si
trovava di fronte.
-Tu..- mimarono le sue
labbra, Kimberly vi lesse una smorfia di dolore.
Suo padre invece era ancora
contrito nella stessa espressione, la figlia vi lesse mortificazione.
Subito vide Jared
serrare la mandibola e percorrere il resto dello spazio con passi
grandi e
pesanti fino a trovarsi finalmente faccia a faccia con l’uomo
che, quasi 5 anni
prima, gli aveva portato via la donna che amava.
We
left this land of shiny lights
I wish I may, I wish I
might
When all these dreams
have come to end
You wish you were,
you're not my friend
Note finali:
Tatatataaaaaaaaaan!!! Tatatataaaaaaan!!! Ops questa sigletta l'ho usata
con il colpo di scena precedente..
Allora andiamo con gli archi UIII UII UIII UII (se non avete visto
psycho non potete capire e mi prenderete per scema, ma tranquille,
è tutto programmato)
Alloraaaa????? E' una sorpresa o c'avevate già pensato
voi??? Sono stata scaltra come una lince o state sbadigliando dalla
noia???
Mi rendo conto sia una situazione un pò surreale, ma ogni
tanto la vita stessa è surreale quindi ho detto why not e vi
ho scataffiato questa novità assoluta.
Avete dubbi, domande, quesiti? Cosa pensate succederà? Il
padre come prenderà questa relazione? E moooo'????
Sbizzarritevi ;)
Ps: si ho lasciato gli spazi per illudervi che il capitolo non fosse
così deludentemente breve XD Spero che il contenuto vinca
sulla lunghezza :)
Sovrastami di nuovo
non vedo l'ora che finisca
Sobrio, vuoto nella testa
So che non vincerò mai
Abbiamo lasciato questa terra dalle luci scintillanti
Vorrei potere, vorrei aver potuto
Quando tutti questi sogni saranno giunti ad una fine
Vorresti essere, ma non sei mio amico.
Non saprei, così incazzata ho pensato fosse perfetta. Come se J si rivolgesse al suo ex amicone... bah, potete anche non apprezzare non è questo il punto ahah.
Ok, io ho terminato, spero vi sia piaciuto e vi abbia prese in contro piede e ovviamente fatemi sapere tutto quello che ne pensateeeeeeeee!!!
bisoux