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Autore: Miss Yuri    18/04/2013    6 recensioni
Ash, Misty, Drew, Vera, Paul, Lucinda e i loro Pokèmon si ritroveranno catapultati improvvisamente in una avventura più grande di loro, in una lotta per salvare il meraviglioso universo dei Pokèmon da una entità oscura e primordiale. Perchè si sa, a Lavandonia tutto può succedere, anche l'inizio del declino dell'intero mondo. Riusciranno a scongiurare questa nuova minaccia e a riportare la tanto agognata pace?
Se vi ho incuriositi, vi consiglio di leggere e se volete lasciate anche una piccola recensione.
Hope you like it!
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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 Capitolo 12. Uno sguardo nel passato
 

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Nemmeno un timido e pacifico Pidgey li aveva accolti quando avevano sbarcato da poco in prossimità della minuscola spiaggia vicino Biancavilla. Era una breve distesa di sabbia grigiastra, nascosta in un'insenatura naturale in modo tale che nessuno potesse accorgersi di una barca solitaria ormeggiata in bella vista.
Nonostante i turni di guardia che avevano dovuto sostenere, avevano almeno avuto la possibilità di riposarsi per qualche ora.
L’odore acre della salsedine era più pungente che in mare, persino più del solito.
Silenzio e nessun rumore. Una calma inquietante prima della tempesta. Gli unici suoni che si udivano erano il rumore dei loro passi sulla sabbia prima bagnata e poi asciutta.
Nessun pericolo in vista, a quanto pareva.
Ci impiegarono non più di qualche minuto per raggiungere la piccola cittadina, camminando in silenzio senza che nessuno spiccicasse parola.
Quando iniziarono a vedere le prime case, si prepararono psicologicamente al seguito. Non si aspettavano, di certo, la Biancavilla sicura e vivace di un tempo. Se gli altri centri più fiorenti di Kanto erano caduti in rovina, un paese come quello non poteva essere stato escluso. Le loro aspettative non furono deluse: anche la città natale di Ash era un luogo di desolazione, memoria di un fiorente passato.
All’inizio, il corvino sembrava accettare la situazione che gli si era presentata davanti agli occhi. Misty lo guardava confusa. Si aspettava un minimo accenno di dispiacere da parte sua. Ma quel debole velo che l’amico tesseva in silenzio nascondeva una sofferenza che lei non poteva neanche lontanamente immaginare. E tutta questa sofferenza esplose quando si trovarono, per caso, davanti a casa Ketchum.
In cuor suo, Ash voleva sapere com’era ridotta la sua abitazione. Ma una voce sempre più forte nella sua mente gli urlava di passare oltre e di far finta di niente. Ma lui, la capacità di rimanere indifferente, non l’aveva mai posseduta.
I suoi amici avevano riservato alla casa una breve occhiata, per poi continuare il loro cammino. Il corvino, invece, rimase indietro, fermandosi ad osservarla. I ricordi lo assalirono, accalcandosi l’uno sopra l’altro. Il suo ritardo al laboratorio del Prof. Oak il giorno del suo decimo compleanno, la sua corsa folle in pigiama, gli insulti di Gary, le adulazioni delle fan che lo acclamavano, senza dimenticare tutte i dispetti di Pikachu… e, in fondo alla lista, sua madre. Per lui, dieci anni erano trascorsi come un battito di ciglia. Per lei, invece, che lo aveva aspettato per tutto quel tempo senza avere sue notizie, erano stati più lunghi di un’eternità. Conosceva bene la donna che lo aveva messo al mondo: anche se lei lo lasciava viaggiare per le regioni e non gli impediva di realizzare i suoi sogni, sapeva che era sempre in pensiero per lui. Si augurava che stesse bene e si pentiva di essere rimasto assente per tutto quel tempo. Non era colpa sua se quel tunnel misterioso li aveva letteralmente catapultati nel futuro… o forse sì?
Una lacrima, una sola, scese lenta lungo la sua guancia destra, fermandosi ai margini della labbra. Ash si tirò giù il berretto con un gesto noncurante della mano.
Pikachu si accostò al suo viso e, con la zampa, gli pulì la guancia dai segni del pianto.
L’allenatore tirò su la testa, sorridendo amichevolmente al piccolo topo elettrico.
“ Grazie, Pikachu. Sei un vero amico. ”
“ Pika pika! ” Lo tirò su di morale il Pokémon, aggiustandogli il cappello sopra la nuca.
Sulla sua spalla, sentì un tocco allo stesso tempo delicato ma anche deciso, impossibile da ignorare. Si voltò trovandosi davanti Misty.
“ Ash. Sei sicuro di star bene? ” Gli chiese la rossa, in modo apprensivo. Si pentì subito di aver posto quella domanda. Era assolutamente ovvio che non stava bene. Ma in quel momento, non aveva trovato nient’altro da dirgli o da domandargli. Le consolazioni non riportano indietro la felicità o le cose che hai perduto. Probabilmente, anche la sua casa di Celestopoli era ridotta nello stesso stato e neanche lei sapeva se le sue sorelle fossero in pericolo o meno. Forse, anche a lei una lacrima silenziosa non gliela avrebbe tolta nessuno. L’immagine della ragazza decisa e intraprendente è difficile da mantenere intatta. Ma quando l’animo è distrutto dall’interno, l’esterno non può essere di certo migliore.
“ Sì, Misty. Non preoccuparti. Va tutto bene. ” Mentì Ash, sforzandosi di essere allegro come al solito.
L’amica indagò il suo viso, alla ricerca di un indizio che potesse confermarle il contrario. Si soffermò sulla sua guancia destra, leggermente umida. Neanche le apprensioni di Pikachu avevano potuto cancellare i segni evidenti delle lacrime.
Le venne spontaneo dispiacersi per lui. Era un suo caro amico e gli amici devono sempre sostenersi a vicenda.
“ Vuoi che ti resti accanto? ” Gli chiese lei.
L’espressione del corvino mutò di colpo.
Misty non poté fare a meno di chiedersi se non fosse stata troppo gelida nel porgli quella domanda.
“ Grazie. ” Le rispose semplicemente, mettendosi al suo fianco.
E per tutto il tragitto verso il laboratorio, nessuno dei due disse più una parola.
 
 
L’edificio, che ospitava il centro di ricerca del Prof. Oak, era una delle poche costruzioni ancora in piedi. Le pareti erano intatte, a parte qualche crepa, ma scolorite dalle intemperie. Non erano più gialle, ma grigie e terribilmente uguali.
Al tetto mancavano molte tegole in diversi punti, ma non sembrava dare segni di cedimento.
Le finestre erano, per la maggior parte, rotte o scheggiate e solo alcune erano rimaste intatte. La polvere che ne incrostava i vetri, però, celava quello che si poteva nascondere all’interno della costruzione.
I sei ragazzi spinsero accuratamente il cancello di metallo, che si aprì con un forte cigolio di sottofondo. Percorsero il vialetto che portava all’ingresso, costeggiando i cespugli spogli e rinsecchiti ai margini della stradina. Neanche l’erba del praticello aveva avuto un trattamento migliore, infatti si presentava rada e terribilmente viola, come il resto del paesaggio.
Arrivati davanti alla porta, provarono ad abbassare la maniglia. Essa si aprì, regalando al corridoio buio una lama di luce. Perlomeno, non avrebbero dovuto entrare dalle finestre col rischio di farsi male, o buttar giù la porta a calci.
Ash spinse istintivamente la testa dentro, guardandosi intorno circospetto.
“ C’è nes… ah! ” Stava per domandare il corvino, ma Paul lo afferrò per le spalle e lo ricacciò fuori, rischiando di farlo rotolare giù per il vialetto.
“ Potevo scommetterci il mio Electivire che avresti fatto una cosa tanto sciocca! ” Lo rimproverò il lilla, sbuffando e guardandolo con la coda dell’occhio con sufficienza.
“ Pika pika. ” Lo guardò contrariato Pikachu, scendendo dalla spalla del suo allenatore per verificarne le condizioni.
“ Ahi! Che male! ” Si lamentò il rivale, massaggiandosi la schiena per la botta.
Nessun altro commentò la brillante uscita di Ash, poiché non c’era più nulla da aggiungere.
“ A questo punto, è meglio che Togetic ci accompagni. Se qualcuno di pericoloso si avvicinerà, lui potrà certamente avvertirci in anticipo. ” Constatò Misty, lanciando la Poké ball in aria e liberando il Pokémon Felicità il quale, dopo essersi stiracchiato, salutò con un certo entusiasmo la sua padrona e i suoi amici.
Dopodiché, i sei si decisero ad entrare, chiudendosi la porta alle spalle per non destare sospetti.
I loro passi risuonavano lugubri sulle piastrelle bianche, rimbombando per i corridoi. Evidentemente, nessuno ci aveva più messo piede da molto tempo a quella parte, a giudicare dalle numerose ragnatele presenti in ogni angolo del pavimento e del soffitto i cui fili erano coperti dalla polvere. Neanche gli Spinarak si premuravano più di abitare in quel postaccio.
Svoltarono a destra per due volte, penetrando sempre di più fra le mura del laboratorio. Erano alla ricerca di qualche collezione di reperti o di una specie di biblioteca che contenesse le informazioni che cercavano.
Dopo qualche minuto, trovarono la stanza che faceva al caso loro.
La porta era in legno di mogano e recava una targhetta di metallo arrugginita, dove si poteva ancora distinguere una scritta in corsivo: Storia antica e recente - Archivio -. Finalmente, avrebbero ottenuto le risposte che cercavano.
Entrarono di soppiatto, preoccupandosi che non ci fosse nessun altro a parte loro. Per fortuna, nessun pericolo in vista.
La stanza era molto grande e spaziosa e ospitava così tanti libri che ci sarebbe voluta una vita intera per leggerli tutti. Gli scaffali erano disposti in parallelo tra loro ed erano in legno, probabilmente divorato fino alla superficie dalle tarme. I libri erano divisi in vaste sezioni e per volumi, disposti accuratamente e ricoperti da uno spesso strato di polvere e ragnatele. Sulle scrivanie erano ancora sparsi quaderni di tutte le dimensioni, contenenti appunti o materiale cartaceo per qualche ricerca.
Il pavimento era grigio e macchiato, ma sotto lo sporco doveva essere probabilmente di un bel bianco latte. Le pareti erano annerite negli angoli e la maggior parte dell’intonaco sbriciolato ai piedi dei muri.
Probabilmente, non ci entrava nessuno da parecchio tempo.
“ Scusate. Cos’è che dovremmo cercare con esattezza? ” Chiese Lucinda, aggrottando la fronte e chinando la testa di lato, osservando la quantità spropositata di libri sugli scaffali.
“ Pi piplup? ” Chiese anche il pinguino, con la stessa espressione in volto della sua allenatrice.
“ Se li controllassimo tutti ci vorrebbe un’eternità e non abbiamo tempo da sprecare. Forse, dovremmo cercare nella sezione contenente i volumi sulla creazione, sulle leggende o roba simile. ” Ipotizzò Drew, contando mentalmente tutti gli scaffali in cui avrebbero dovuto cercare. Ben tre o quattro file da controllare.
 “ Dividiamoci in gruppi. Poi, ognuno porterà quello che ha trovato su questa scrivania. ” Disse Vera, appoggiandoci la mano sopra.
“Meglio cominciare subito! Non ho voglia di passare tutta la giornata qua dentro! ” Esclamò Ash, sbadigliando al solo pensiero di rovistare in ogni angolo di quella sconfinata biblioteca.
“ Pika pika! ” Concordò Pikachu, annuendo.
I sei ragazzi e i rispettivi Pokémon si sparsero poco dopo, cominciando a ispezionare ogni libro e leggendone solo poche pagine per verificarne il contenuto, ripetendo lo stesso processo per un numero svariato di volte. Poi, rimettevano il volume al suo posto e proseguivano a quello successivo.
Qualche minuto dopo, si ritrovarono allo stesso punto di partenza.
“ Allora? Nessuno ha trovato nulla? ” Chiese Drew, rovistando ancora tra le pagine di un libro sulla mitologia di Kanto.
“ No! Io non ho trovato nulla. Ho guardato nei libri sulle leggende di Johto ma non c’era nulla nemmeno lì. ” Rispose sconsolata Lucinda, gettando lo sguardo sul libro che il verde stava sfogliando.
“ Piplup piplup… ” Sospirò Piplup sulla spalla della blu.
“ Hoenn e Sinnoh la stessa cosa. Neanche io e Paul siamo stati in grado di trovare qualcosa di utile! ” Annunciò Misty, avvicinandosi con il lilla al seguito.
“ Io mi sono divertito da morire! Sui libri che ho letto c’erano i nomi di tanti Pokémon che non conoscevo! Ed erano pure nomi carini, peccato che le illustrazioni non ti permettevano di osservarli. Anzi, c'erano dei dolci al posto dei Pokémon! ” Raccontò Ash, gli occhi che brillavano per la gioia. Teneva stretto il libro sotto il braccio.
“ Ash? Me lo faresti vedere un attimo? ” Gli chiese Drew, strappandoglielo dalle mani e dando un’occhiata alle prime pagine.
“ Ma cosa? Questo è un libro di dolci per Pokémon! Hai guardato nella sezione sbagliata! ” Esclamò il coordinatore, abbozzando una smorfia di incredulità.
“ Pika pika pi. ” Sospirò Pikachu, pentendosi di essere rimasto tutto il tempo con Piplup invece che badare al suo allenatore.
“ Tipico. Non so perché, ma mi aspettavo anche questa. ” Commentò Paul, sorridendo malizioso.
“ E tu, Vera? Hai trovato qualcosa? ” Domandò Misty, rivolgendosi all’amica lì vicino, che non aveva ancora abbandonato le ricerche.
La castana, in quel momento, era intenta a tirare fuori dall’ennesimo alloggiamento l’ennesimo volume da sfogliare. Quando se lo ritrovò fra le mani, abbassò lo sguardo e soffiò sulla copertina, togliendo i residui di polvere rimasti sulla superficie.
Subito dopo, un suono molto simile ad uno sfrigolio attirò la sua attenzione. Sollevò la testa, sorpresa da un simile rumore e sobbalzò per lo spavento. Davanti a lei, uno Spinarak luminescente la fissava con occhi truci, battendo tra loro le mandibole rosse in segno di sfida.
Il coleottero balzò giù dallo scaffale con un salto, atterrando sulla testa della coordinatrice e picchiandola con le zampe, cercando di morderla.
“ Aaahhh! Aiuto! Qualcuno faccio qualcosa! ” Strepitava Vera, cercando di scacciare via il suo aggressore.
“ Nooo! Io non sopporto i Tipi Coleottero! ” Urlò Misty, nascondendosi dietro la scrivania col timore che saltasse addosso anche a lei e stringendo il suo Togetic fin quasi a trangolarlo.
“ Aspetta! Ti aiutiamo noi! ” Accorsero Lucinda e Drew, cominciando a tirare da una parte all’altra per toglierglielo di dosso.
Il ragno serrò le zampe attorno alla testa della castana, mantenendo ben salda la presa sulla sua preda, col risultato che lei cominciò ad urlare ancora più forte.
Dall’altra parte della stanza, Piplup e Pikachu tentavano di comunicargli che non c’era nessun pericolo mentre Ash era indeciso se ordinare al suo Pokémon di fulminarlo o di unirsi ai suoi due amici per calmare la situazione.
Paul fu più veloce di lui e, con uno scatto, afferrò il primo libro che gli capitò tra le mani e lo lanciò in direzione dello Spinarak con tutta la forza che aveva.
Il coleottero, rapido, si slanciò verso l’alto, evitando il colpo per un soffio. Il quaderno, invece, si schiantò contro la faccia della povera Vera con un sonoro Sciaff!, tramortendola e lasciandole un segno rosso sul viso.
Drew si chinò su di lei, aiutandola ad alzarsi e cercando di farla riprendere dallo shock. Ma lei non aveva assolutamente bisogno del suo aiuto.
Si rimise in piedi subito dopo, con la faccia livida sia per la rabbia, sia per la botta.
“ Ma come ti permetti? ” Urlò furiosa, noncurante dell’aspetto orribile dei suoi capelli.
“ Almeno quello Spinarak ti ha lasciato in pace. Ringraziami, piuttosto. ” Le rispose pretenzioso Paul, alzando lievemente le spalle e incrociando le braccia.
“ Cosa? Io? Ringraziare te? Per avermi letteralmente scaraventato questo coso in faccia? ” Ribatté Vera, ancora più arrabbiata di prima e sventolandogli davanti agli occhi l’oggetto in questione.
“ Vera! Aspetta un attimo! ” La trattenne Misty, strappandole di mano il libro prima che potesse ricambiare il gesto sconsiderato del lilla.
La rossa diede una rapida occhiata alla copertina, leggendone il titolo ad alta voce: Mitologia di Kanto - Garizu e Zuriga.
“ Ecco! Lo abbiamo trovato! ” Gridò trionfante la capopalestra, lustrandosi gli occhi per la felicità.
“ Stavi dicendo? ” Disse Paul, rivolgendosi alla castana con aria di superiorità.
Vera non seppe cosa replicare e preferì tenere la bocca chiusa. Era vero, “grazie” a lui erano riusciti a trovare l’unico modo per avere le risposte che cercavano, ma il fatto che gli avesse quasi distrutto la faccia non riusciva ad accettarlo. Si voltò e gli diede le spalle, visibilmente infastidita.
“ Allora, chi legge per tutti? ” Domandò Drew, poggiando una mano sulla spalla dell’amica nel tentativo di riappacificare tutti. Di solito, era lui quello che si divertiva a sminuirla, ma il suo ruolo gli era appena stato sottratto dal lilla. E la cosa gli dispiaceva un po’, in fondo.
“ Leggo io! ” Si offrì Lucinda, afferrando il volume e sedendosi comodamente sulla scrivania, assumendo una posizione degna dei più grandi cantastorie.
“ Pi piplup! ” Si mise in posa Piplup, fingendo di avere addosso il suo solito vestitino da cheerleaders addosso, cosa che rimpianse molto.
“ Pika pika! ” Sventolò le zampe il topo elettrico, posizionandosi di fianco, assumendo un atteggiamento a dir poco teatrale.
“ Tog Tog Togetic! ” Si unì Togetic, imitandoli come poteva e considerando il tutto un gioco.
“ Bene! Cominciamo! ”
 
Molto tempo fa, non esistevano né la Terra, né il resto dei pianeti e nemmeno l’universo. Vi era solo il nulla e l’unico essere vivente ad abitare questa oscurità infinita era Arceus, il Pokémon dalle mille braccia.
 
“ Ma queste sono cose che già sappiamo! ” La interruppe Paul, spazientito dopo che la blu aveva letto le prime due righe.
“ Posso riprendere ora? ” Gli chiese ironicamente Lucinda, ricevendo un cenno di assenso dal ragazzo.
 
Con esse, egli creò il mondo come oggi lo conosciamo, affidando alle prime creature a cui aveva dato forma il compito di terminare l’opera e proteggerlo in tutti i suoi aspetti. Queste creature erano i Pokémon Leggendari, ben più potenti di qualsiasi altro Pokémon a noi accessibile, che si presero la responsabilità di proteggere il nostro universo in assenza di Arceus.
Garizu e Zuriga erano fra questi.
 
“ Finalmente arriva la parte interessante! ” Disse Ash, entusiasta come se gli stessero leggendo un libro di favole per bambini.
Lucinda lo ignorò e proseguì.
 
Garizu era anche detto il Pokémon Lealtà e Zuriga il Pokémon Rispetto, poiché loro avevano insegnato agli umani queste due qualità.
Ma Garizu nascondeva un segreto che non avrebbero mai rivelato a nessuno e che celava alla vista degli altri leggendari: l’Amore.
 
“ Oh! Che bello! Lei si era innamorata! ” Commentò ridacchiando Vera, cominciando ad apprezzare quella storia lontana a loro millenni.
“ Non ti ricorda qualcuno? ” Le bisbigliò nell’orecchio Misty, con voce fin troppo maliziosa anche per lei.
La castana arrossì, coprendosi le guance per mascherare l’evidenza.
La blu le fissò torva, stanca dell’ennesima interruzione.
 
Non lo avrebbe mai detto a nessuno, nemmeno a Zuriga, colui che per lei rappresentava sia un amico, sia un compagno, sia un amante che desiderava. Ma non aveva mai trovato il coraggio di dichiarare il suo amore, poiché non era mai successo che due Leggendari si innamorassero. Arceus aveva affidato loro un compito preciso e non potevano permettersi di soddisfare i loro capricci personali.
 
“ Sì, ok. Ho già capito come andrà a finire. ” Tagliò corto Drew, con la sua solita aria da saputello.
Lucinda alzò gli occhi dal libro, fissandoli truce uno per uno.
“ Il prossimo che oserà fare un altro commento, riceverà questo libro in faccia! Vera, ne sai qualcosa! ” Li minacciò la ragazza.
I suoi compagni si zittirono, abbassando il capo colpevoli.
La blu sorrise vittoriosa, nascondendosi il viso tra le pagine. Era riuscita ad ottenere l’effetto sperato.
 
Nonostante tutto, Zuriga la considerava molto più di un’amica, ma non era certo nemmeno lui di quello che provava.
Molto presto, l’oscurità prese possesso del suo cuore, ottenebrandolo come non era mai successo prima di allora. Per la Terra aveva in mente ben altri piani. Vivere per proteggere le altre creature che Arceus aveva creato non gli interessava più. Allo stesso tempo, scoprì che possedeva qualcosa in più rispetti agli altri Leggendari, un potere che pensava lo avrebbe condotto alla grandezza. Con queste convinzioni, era certo che nessuno avrebbe potuto fermarlo. Ogni regione della Terra cadde nel giro di pochi giorni, senza che gli altri Leggendari potessero muovere un dito. Persino Arceus doveva rimanere in silenzio e guardare mentre tutto quello che aveva creato veniva irrimediabilmente compromesso.
A quel punto, trovò una soluzione: Garizu, considerata la controparte di Zuriga, era la sola che poteva mettere fine a tutta quella insensata distruzione. Persino lei stessa non era a conoscenza delle enormi capacità che possedeva. Ma il Pokémon Creatore non sapeva quali sentimenti si ostinasse a celare Garizu. Sapeva che Zuriga non stesse facendo la cosa giusta, ma non era pronta a combattere contro di lui.
Alla fine, il senso del dovere prevalse su tutti gli altri sentimenti e si decise ad affrontare la lotta in cui lei rappresentava il bene. Il male, invece, era l’amore che aveva da tanto sognato.
I due Leggendari ingaggiarono una battaglia che durò per ore e forse anche per giorni interi, in cui nessuno dei due voleva cedere. Fu allora che Garizu prese la decisione fatale: rinunciare alla sua felicità per la salvezza del mondo, visto che, purtroppo, Zuriga non voleva saperne di porre fine alla lotta. Usò la sua mossa più potente, con la quale imprigionò il suo avversario in una sfera, rendendolo inoffensivo.
Con le ultime forze che le rimanevano, pianse lacrime d’argento, cadendo anche lei in letargo a causa del dolore. Un dolore che non aveva origine nelle ferite lungo il suo corpo, ma dal suo cuore.
La sfera che conteneva Zuriga venne posta all’interno di una montagna oscura e inviolabile. La sfera di Garizu, invece, si depositò autonomamente nel luogo dove lei era solita ammirare la luna bianca, non sola, ma sempre in compagnia del suo amore perduto.
 
“ Oh! Mi viene da piangere! Povera Garizu! ” Confessò Vera, rattristandosi per il racconto.
“ Pi piplup! ” Concordò Piplup, con le lacrime agli occhi.
“ Pika… ” Sospirò Pikachu, un po’ commosso anche lui.
“ Tog tog! ” Commentò Togetic, al quale il racconto sembrava piaciuto.
“ Sì, peccato che il suo sacrificio non sia servito a nulla, visto che Zuriga ora è di nuovo a piede libero e lei è scomparsa dalla circolazione. ” Disse, per nulla contento, Paul, stringendosi nelle spalle.
“ Se vi interessa, qui c’è anche una specie di immagine stilizzata. ” Li interruppe Lucinda, voltando pagina e mostrandola a tutti.
Era un disegno molto vecchio, protetto da uno strato di plastica per non usurarlo. Doveva essere stato fatto in tempi molto antichi, dato il colore giallognolo della carta. Ai due estremi della pergamena erano rappresentati due Pokémon stilizzati, intenti ad usare due attacchi differenti. Il primo generava un raggio da una gemma posta sulla sua fronte, mentre il secondo brandiva una specie di fendente e sembrava contrastare l’attacco del suo avversario. Sullo sfondo, si intravedeva un paesaggio ma non se ne potevano distinguere bene i contorni, forse a causa delle intemperie a cui era stata sottoposta quella rappresentazione prima di finire in quel libro.
“ Bene. Sappiamo Che Garizu è l’unica che può sconfiggere Zuriga, ma dove è situata la sua sfera? Il libro non ci fornisce abbastanza indizi! ” Si lamentò Drew, constatando che non avessero appreso poi molto.
“ L’unico che potrebbe dirci dove si trova Garizu è proprio Zuriga. ” Disse Ash, sconsolato quanto il verde “ Però, credo che dovremmo portarcelo dietro. ”
Detto questo, il corvino prese il libro dalle mani di Lucinda e lo infilò nel suo zaino da viaggio, depositandolo in una tasca interna nascosta.
“ Ragazzi! Aspettate! Togetic ha ricominciato a tremare! ” Li avvertì Misty, notando il malore del suo Pokémon.
Poco dopo, un enorme boato squarciò l’attimo di tensione che si era venuto a creare, facendo cadere i libri dagli scaffali e i quaderni dalle scrivanie.
 
 


Ciao a tutti!
Avete tutte le buone ragioni di questo mondo per volermi morta dopo questo ritardo colossale, ma cercherò di non farlo più!
Come vedete, i nostri eroi sono finalmente arrivati a Biancavilla dopo mille imprevisti! E dopo un po’ di storia antica ci vuole qualcosa per smuovere un po’ la situazione. Cosa succederà dopo? Starà a voi scoprirlo nel prossimo capitolo!
Scusate, non ho tempo per i ringraziamenti, ma vi ringrazio tutti comunque, dal primo all’ultimo! Se continuo questa storia, è per voi che mi seguite! Aspetto i vostri commenti!
Bacioni e spero di pubblicare al più presto il capitolo 13! Vi avverto, ci sarà una piccola sorpresina…
Alla prossima!
 

 
 
 
 
 

  
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