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Autore: kiara_star    18/04/2013    7 recensioni
“Afferrò il cartoncino con il suo nome e lo rigirò fra le dita prima di rimetterlo al suo posto. Non sapeva chi altro ci sarebbe stato seduto lì con lui a condividere quella serata, ma gliene importava poco.
Tutto ciò che contava era che sul cartoncino alla sua destra ci fosse scritto Colin Farrell.”
...
[pairing extra: Hiddlesworth (Tom Hiddleston, Chris Hemsworth)]
[guest star: Billie Joe Armstrong]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 Salve a tutti! Mi presento a voi con un storia un po’ WTF, perché cerca di mescolare due fra le coppie RPS che preferisco, e cioè l’Hiddlesworth e la Farrelleto.
Tutto nasce da qualche tweet idiota scambiato con ELE106 che alla fine ho deciso di prendere sul serio (purtroppo per voi).
Non ho mai trattato Jared e Colin però siccome sono per le sperimentazioni, ho scritto la storia dal punto di vista di Jared (per la serie “iniziamo bene”).
Proprio per questo motivo, ho dovuto invadere questa sezione, visto che inserirla nella Hiddlesworth sarebbe stato poco coerente. Perdonatemi >.<
Comunque, se ancora non siete scappati via, vi do qualche nota:
- Tutto si svolge ai giorni nostri, in un’ipotetica serata di Gala che non ha nome -e neanche senso onestamente. (Non mi andava di informarmi molto, per cui prendete tutto per buono u.u) Ed eventuali date citate posso essere inesatte.
- Ci sarà la gentile partecipazione di Billie Joe Armstrong nonché di Elsa, la meravigliosa consorte di Chris.
- Uso di linguaggio scurrile (obbligatomi per rispettare il carattere di alcuni personaggi.)
- Sì, il titolo è un omaggio a quella magistrale opera che è Game of Thrones.
- Mi auguro che tutti conosciate Chris Hemsworth e Tom Hiddleston perché, se così non fosse, state vivendo MALE! (Ad ogni modo CLICCA&SHIPPA)

Non so se Colin e Jared conoscano personalmente Tom e Chris, per cui mi sono inventata di sana pianta tutto, amicizie e conoscenze comprese, varie ed eventuali (Eh?)

Disclaimer: I personaggi protagonisti di questa storia sono persone realmente esistenti ma tutti i fatti narrati sono frutto della fantasia.

Vi auguro una buona lettura e non insultatemi troppo!
kiss kiss Chiara







1. Doveri da frontman

Jared digrignò i denti davanti allo specchio. Diede un’attenta controllata e poi chiuse l’acqua poggiando lo spazzolino nel bicchiere alla sua destra.

«Sbrigati lì dentro!» La voce proveniva dall’esterno del bagno ma non se ne curò. Si strinse la coda e sistemò alcune ciocche dietro alle orecchie. Forse avrebbe dovuto tagliarli. «Io scendo, ci vediamo lì.» Si voltò verso il vetro della porta per poi aprirla ed affacciarsi appena con la testa.
«Non mi aspetti?» chiese con un che di offeso.
Colin si stava sistemando l’orologio. «No» ribatté secco afferrando poi la giaccia ed indossandola. Jared era ancora in boxer a guardarlo parecchio accigliato. Colin sorrise, «Non sarebbe appropriato. Ti pare?»
Lui sbuffò. «’Fanculo.» E tornò in bagno.
«Sbrigati!» Si sentì raccomandare prima di udire la porta della camera chiudersi.

Sotto il completo nero di Westwood, Jared scelse di indossare una semplice t-shirt di cotone color grigio fumo con lo scollo a V - che le camicie e le cravatte se le mettesse quell’irlandese ed il resto di quelle pecore che avrebbe incontrato di lì a poco.
Il suo cellulare squillò. Era Shannon.
«Avresti dovuto esserci tu qui, bastardo!»
«Buonasera anche a te, fratellino.»
Jared soffiò con il naso e si sedette sul letto. «Che c’è?»
«Volevo sapere come andavano i preparativi per la grande serata.»
«Fottiti, Shan.» Shannon rise e Jared soffiò di nuovo dal naso.
Andare a quella cerimonia era solo un’offesa per lui ed il resto della band. Prima gli offrivano di esibirsi e alla fine venivano meno per preferire quel nano civettuolo di Armstrong ed i suoi compari. “Sarebbe poco professionale non andare”, gli era stato fatto notare, e a nulla era servito sottolineare che i primi ad essere stati poco professionali erano stati gli organizzatori. “Andrò io in rappresentanza di tutta la band, si era offerto suo fratello, per poi tirarsi indietro scaricando sulle sue spalle un tale onore. Tomo aveva fatto finta che il discorso non lo riguardasse ed aveva continuato a succhiare rumorosamente dalla cannuccia del suo enorme milkshake.
Traditori!
«Stavo giusto andando, non sia mai che arrivi in ritardo» sospirò sarcastico.
«Allora divertiti anche per me, fratellino.» Jared lo mandò a quel paese un’ultima volta e si alzò dal letto ancora disfatto.
Avrebbe potuto mandare tutto all’aria e ‘fanculo alla professionalità, ma poi aveva saputo che Colin sarebbe stato presente ed aveva deciso di fare il frontman responsabile e devoto alla sua band. In fondo, per i baci di Colin, ne valeva la pena - e non solo per quelli.
La loro storia era andata avanti per qualche tempo, dopo le riprese di Alexander. A dirla tutta, Jared non sapeva neanche se avesse potuto realmente definirla una storia, era certo che Colin non l’aveva mai fatto.
Poi si erano visti e sentiti sempre più di rado. "Occasionalmente" era il termine corretto. Perché era solo in determinate occasioni che le loro vite si incrociavano per qualche ora: serate di gala, premiere, concerti, eventi benefici, party di compleanno di grandi nomi.
Non c’erano telefonate, non c’erano i “mi sei mancato.” Non più, oramai non più da tanto. C’era un letto quando andava bene, o le mattonelle di un bagno ed i sedili in pelle di una limousine, negli altri casi. Poi ognuno continuava per la sua strada aspettando la prossima occasione.
Quella volta era andata bene.
Uscì dalla stanza e scese nella hall per poi immergersi nella notte multicolore di New York.

I paparazzi e i fans, erano come molliche di pane da seguire per giungere alla casetta di marzapane o al castello. Forse. Jared quella favola non se la ricordava poi tanto bene.
Tante piccole teste che creavano un lungo serpente umano. Tante facce, tanti sorrisi, tante storie diverse. A Jared piacevano le storie, piaceva la gente. Le persone erano interessanti.
L’autista guidò per tutto il tragitto restando in assoluto silenzio e lui gliene fu grato, visto che quando si sarebbe fermato, avrebbe avuto talmente tante voci nelle orecchie da ricordare quel breve viaggio con rammarico.
Arrivò sul red carpet e prese un profondo respiro mentre la portiera gli veniva aperta.
Un mare di flash lo investì insieme al suo nome urlato da ogni dove.
«Da questa parte, Jared!» Si concesse ad ogni fotografo con generosità ma scelse poche interviste ed in tutte parlò solo del nuovo lavoro della band e della sua ultima interpretazione.
«Sei innamorato?»
Sorrise in modo studiato. «Della mia musica.»
Ai successivi “Jared” era già entrato in sala.
C’erano un paio di giornalisti che facevano veloci interviste a chiunque gli capitasse a tiro. Cercò per quanto possibile di evitarli, ma uno di loro aveva messo le sue grinfie su Colin e lui non poteva perdersi il suo gesticolare e la sua parlantina veloce che il più delle volte mandava in confusione chi lo ascoltava. Ghignò quando ad una frase di Colin, che ovviamente non poteva udire, vide il giornalista assottigliare lo sguardo con la chiara espressione di chi non ha capito nulla.
Trovò i suoi occhi alla successiva domanda e gli sorrise sapendo bene che non sarebbe stato ricambiato. Colin infilò le mani nelle tasche del suo completo e rispose con la solita mitraglietta.
Jared si diresse verso il tavolo che gli era stato destinato. Prima di arrivarci, però, fu costretto a stringere numerose mani e a sorridere ad ogni frase e a ringraziare e a ringraziare ancora. Non era piacevole.
Il suo tavolo si trovava nel lato destro, quasi a metà della sala, e lui aveva la visuale del palco alla sua sinistra. Afferrò il cartoncino con il suo nome e lo rigirò fra le dita prima di rimetterlo al suo posto. Non sapeva chi altro ci sarebbe stato seduto lì con lui a condividere quella serata, ma gliene importava poco. Tutto ciò che contava era che sul cartoncino alla sua destra ci fosse scritto “Colin Farrell”.
Una bella coincidenza. Una bella coincidenza che aveva il nome di Catherine Willsard, membro dell’organizzazione della serata ed ex di Jared. Ora amica, ottima e cara amica.
Si versò dell’acqua accavallando le gambe e poggiando un braccio sullo schienale della sedia. Si guardò in giro bagnandosi le labbra. Le solite facce, le solite voci, ah, la solita noia.
Intravide la testa nera ed appuntita di Billie Joe - solo perché non c’era gente a coprirgli la vista, dato che era alto quanto la sua chitarra - e si disse che avrebbe dovuto cantargliene quattro per avergli fregato l’esibizione. L’avrebbe anche preso a calci nel culo fino a rompersi un piede se non fosse che lo adorava. Di certo, se al posto dei Green Day ci fosse stato qualcun altro, neanche Colin sarebbe bastato a calmare la sua ira.
«Sembri uno che aspetta di essere rimorchiato.» Il suo accento irlandese gli arrivò ironico alle spalle.
Sorrise e poggiò il bicchiere sul tavolo voltandosi a guardarlo. «Forse lo sono» ammiccò.
Colin si sedette ed annui con un ghigno. «Buona fortuna, allora.» Lo sospirò senza troppa emozione ma Jared ridacchiò lo stesso.
«Con chi cavolo siamo?» Chiese poggiando il mento nel palmo della mano.
«Leggi i segnaposto.»
«Non mi va. Fallo tu» brontolò beccandosi un’occhiataccia da parte di Farrell, ma alla fine lo vide raccogliere i cartoncini e leggeri. Colin era molto attraente quella sera. Aveva una leggera barba curata ed i capelli tirati indietro in modo elegante. Li stava brizzolando un po’ ai lati, ma era solo un fascino in più. Il completo blu notte in cui era stretto, lo fasciava in modo aggraziato ma virile allo stesso tempo. Jared pensò che sarebbe stato divertente sgualcirglielo un po’, magari più tardi.
«Hiddleston.» Il primo nome lo ignorò. «Non capisco perché ci abbiano infilato qui sotto.» Alzò annoiato le spalle all’annotazione di Colin sul loro posizionamento nella sala ed aspettò che leggesse anche gli altri due cartoncini. «Hemsworth e... Ah, sua moglie, credo.» Jared si illuminò.
«Oh, Chris» sospirò e Colin lo guardò interrogativo. «L’ho incontrato tempo fa. È simpatico. Ah, meno male.» Diede un’altra occhiata in giro sperando di vederlo, ma forse non doveva essere ancora arrivato. Non sarebbe stato difficile adocchiarlo, non passava di certo inosservato.
«Simpatico... Solo?» La voce di Colin aveva una nota divertita che fece sorridere anche lui.
«È sposato.»
«Non mi pare che questo ti abbia mai fermato.» Gli diede un leggero pugno sulla coscia.
«Coglione» sibilò con un sussurro e Colin rise voltandosi anche lui verso la folla.
«Anche Tom è simpatico.»
Jared gli lanciò un’occhiata di sufficienza. «Chi?» chiese falsamente sapendo benissimo che si riferiva ad Hiddleston.
«Ci siamo incrociati a Londra in un paio di occasioni. È una persona deliziosa.»
«Deliziosa? Mh... Mi sta già sulle palle.» Sentì Colin ridere ma non ricambiò.
Che voleva dire deliziosa? Le persone non sono deliziose. Le ciambelle sono deliziose, i muffin, i foulard etnici sono deliziosi. Da quando Colin usava aggettivi come quello? Sulla sua lingua suonavano proprio male.
«Quando lo conoscerai cambierai idea.» Farrell gli soffiò quella frase dandogli le spalle e Jared sollevò la fronte diffidente.
«A me basta che ci sia Hemsworth con cui farmi due risate» sentenziò e Colin continuò a dargli le spalle.
Aveva incontrato Chris un paio di volte, non di più, ma gli era stato simpatico a pelle da subito. Era un ragazzone dalla battuta facile e che sapeva metterti a tuo agio nonostante dovessi guardarlo con il naso all’insù. Jared adorava le persone con questa capacità. Chris gli aveva fatto i complimenti per la sua musica e lui l’aveva invitato ad un concerto a Los Angeles. Gli aveva risposto che non sapeva se poteva andare perché in quel periodo sarebbe stato da qualche parte in Europa a girare qualcosa con qualcuno - i dettagli non se li ricordava. Di fatti al concerto, Chris non andò, e Jared si dimenticò di averlo invitato. Gli tornò in mente solo in quel momento. Anche sua moglie era una persona affabile. Sarebbero stati un’ottima compagnia per quella serata soporifera che gli si prospettava.
Colin si alzò, «Vado a fare una telefonata.»
«Lavati le mani dopo.»
Sulla faccia dell’irlandese, Jared lesse un “fottiti” grande come l'Empire State Building. Sorrise soddisfatto e lo vide sparire nella folla. Guardò l’orologio, non era ancora iniziato e quel Gala lo aveva già annoiato.
«Posso?» Si sentì chiedere da un occhialuto fotografo. Sorrise e gli concesse un paio di pose eleganti. Dopo qualche scatto, l’uomo ringraziò e passò alla sua prossima vittima.
Peccato che Colin non ci fosse, avrebbero potuto farsi fotografare insieme. Quasi sorrise di sé per quel pensiero così stupido e inopportuno, come se a Colin fosse importato realmente di quel genere di cose. Lui era diverso, lui conservava gelosamente nel cassetto del comodino una vecchia foto scattata durante le riprese di Alexander, in cui Colin rideva mentre lui gli arruffava i capelli tinti, quegli orribili capelli tinti. Ogni tanto gli capitava di guardarla, ogni tanto pensava di gettarla, ogni tanto lo faceva, poi la raccoglieva dal cestino e la ributtava nel cassetto senza più guardarla per interi mesi.
Prese a chiacchierare con i vicini di tavolo - produttori di una serie che lui neanche si ricordava andasse ancora in onda. Ma non erano molto stimolanti e così preferì la compagnia del suo bicchiere d’acqua. Si chiese come mai a quelle dannate cerimonie rimpinzassero i tavoli di inutili bottiglie d’acqua invece che di vino o champagne. Non c’era da stupirsi che ai party che ne seguivano, tutti finivano con lo sbronzarsi in modo indegno. Se non puoi sopportare una serata, allora puoi solo cancellarla. Era abbastanza ovvio.
Cercò Colin ma non lo trovò. La sua telefonata doveva essere un’intercontinentale...
Si domandò se non fosse stato bloccato da qualche giornalista - di nuovo. Era per questo che lui aveva preferito sedersi al tavolo invece di girovagare stupidamente come una zanzara; rischiavi sempre di finire in qualche placcaggio fastidioso.
Mentre tentava di trovare la testa scura di Colin, intravide quella bionda di Chris. Era appena entrato nella sala con un braccio attorno alle spalle di sua moglie ed un sorriso sulle labbra. Portava i capelli sciolti che gli sfioravano appena le spalle. Un completo elegante grigio chiaro ed una candida camicia sbottonata in buona parte. Nessuna cravatta. Si ritrovò a sorridere, lo aveva capito subito che era un tipo con cui si andava d’accordo. Sua moglie era stretta in un tubino dorato che le sottolineava il fisico minuto ed armonico. Capelli biondi più corti del marito che le davano un’aria molto sexy. Formavano davvero una bella coppia, almeno esteticamente.
Vide Chris sciogliere il suo braccio per stringere la mano di qualcuno. Notò che era meno “grosso” dell’ultima volta che l’aveva incontrato, ed il viso rasato sembrava ringiovanirlo.
Spostò lo sguardo alla sua destra quando avvistò Colin tornare. Si stava chiudendo il secondo bottone della giaccia.
«Ti sei lavato le mani?» chiese quando gli si sedette accanto. Colin non rispose e si limitò a fargli un gestaccio da sotto al tavolo. Jared tornò a guardare Chris. «Solo tu indossi la cravatta come un idiota» sospirò.
«La indossano tutti. Sei tu ad esserti vestito come un cafone.»
Gli lanciò un’occhiataccia. «Neanche Chris la indossa, e non mi sembra proprio abbia l’aria di un cafone» sibilò indicandoglielo e Colin seguì la direzione del suo indice.
Jared studiò il suo viso, ma come aveva imparato bene, Colin Farrell era tanto espressivo sul set quanto imperscrutabile nel privato. E il suo viso rifletteva il suo stesso cuore.
«È sua moglie?»
«Mh...» mugugnò come risposta.
«Cavolo se è sexy!»
Sospirò annoiato. «Se fossi in te, terrei a freno gli ormoni. Lui ti spaccherebbe la faccia in meno di un secondo.» Ed anche io. Lo pensò ma se lo tenne per sé.
Colin sorrise e si sistemò meglio sulla sedia.
Mentre tornava a guardare verso l’ingresso i nuovi arrivi, Jared si trovò a storcere il naso. «C’è anche il tuo amico delizioso.» Enfatizzò l’ultima parola mentre Hiddleston entrava in sala con un sorriso luminoso - ed irritante - sulle labbra. Jared lo studiò con un che di indispettito. I corti capelli castani in perfetto ordine, il viso liscio e rilassato, il completo di un blu più chiaro di quello di Colin che gli ricadeva in modo fastidiosamente impeccabile. Cravatta e camicia. Ebbe la conferma che gli stava decisamente sulle scatole.
Buttò un occhio al tavolo e notò solo allora che, secondo la disposizione dei posti, Tom gli sarebbe stato seduto accanto, mentre Colin avrebbe diviso il fianco con la moglie di Chris.
Afferrò il segnaposto di Hiddleston in meno di un secondo. «Passami quel coso!» ordinò indicando quello alla destra di Colin, e Colin lo guardò confuso.
«Cosa?»
«Quel coso, il segnaposto.» Colin guardò il segnaposto e poi di nuovo Jared. Jared guardò Tom che si stava avvicinando e di nuovo Colin e mentalmente bestemmiò.
«Perché?»
«Passami quel cazzo di cartoncino e basta!» Per sua fortuna Farrell non volle indagare oltre e gli passò ciò che gli aveva richiesto.
Buttando ancora un occhio all’inglese che si era fermato a chiacchierare con qualcuno, fece il veloce scambio in modo da avere i coniugi Hemsworth alla sua sinistra.
«Sei da curare. Spero tu te ne renda conto» sentenziò Colin intuendo finalmente le sue intenzioni.
«Non lo voglio seduto accanto.»
«Ma se neanche lo conosci?»
«E non lo voglio conoscere! E poi eviterò di farti ammazzare da Chris per aver sbirciato tutta la serata nella scollatura di sua moglie.» Colin continuò a guardarlo interdetto e scosse la testa.
Hiddleston aveva finito la sua chiacchierata - purtroppo - e Jared lo vide avvicinarsi al loro tavolo. Merda! Avrebbe dovuto scambiare anche i segnaposto di Chris e di sua moglie, almeno avrebbe potuto chiacchierare con il biondo in modo più “intimo”. Eh sì, era anche un modo per far irritare Colin. Ovviamente.
«Ehi, Colin!» La voce di Hiddleston gli arrivò come una passata di unghie sulla lavagna.
«Tom, come stai?» Colin si alzò e si scambiarono un abbraccio. Lui guardò la scena in silenzio senza sforzarsi di assumere un’espressione meno acida.
«Condivideremo questa serata. Bene, sono contento!» E quello era uno delizioso? Per Jared lo era come un calcio nelle palle, di punta.
I suoi occhi incrociarono quelli di Tom e questi gli sorrise.
«Tom, conosci Jared?» Anche Colin iniziava ad essere insopportabile. Ma che aveva quella sera? Si era fatto un clistere di “rompiamo le palle a Jared”?
«Non ho avuto ancora il piacere, ma adoro i tuoi lavori.» Datemi un secchio, devo vomitare...
Gli sorrise solo per educazione e gli allungò una mano senza preoccuparsi di alzarsi né di ringraziarlo.
«Jared» alitò vago. Tom la strinse con decisione e continuò a sorridergli a sua volta.
«Tom Hiddleston.»
Aveva dita lunghe ed affusolate. Si chiese se suonasse qualche strumento.
Tom si sedette al suo posto - o meglio a quello destinatogli negli ultimi secondi - ed iniziò subito a chiacchierare con Colin.
Jared non sapeva come avrebbe fatto ad affrontare quella stramaledetta serata senza decapitare almeno uno dei presenti, e Hiddleston aveva anche soppiantato Armstrong in cima alla sua sanguinaria lista di persone da uccidere prima dell’alba.
«Buonasera.» Per fortuna Chris era giunto a risollevarlo con il suo bel sorriso da californiano adottivo.
«Buonasera» rispose cortese alzandosi prima degli altri.
«Jared! Non ero sicuro fossi tu.»
«Sono un po’ dimagrito.»
«L’avevo sentito dire.» Chris ridacchiò e lo abbracciò amichevole. Poi salutò anche sua moglie con un bacio sulla guancia.
«Sei stupenda.»
«Oh, grazie. Ma confesso che sono due notti che non dormo.» Le sorrise e le fece posto cosicché potesse accomodarsi. Si sedette a sua volta incrociando lo sguardo di Tom. Non gli fu concesso molto per poterlo decifrare ché lo aveva già distolto.
«Sono Colin, piacere.»
«Chris, piacere mio.» I due si strinsero la mano senza bisogno di intermediari.
Colin si presentò anche a sua moglie sparando il suo sorriso da irishman che Jared, in quel momento, avrebbe voluto stamparsi sulla suola della scarpa.
Chris si rivolse poi ad un esageratamente sorridente Hiddleston. «Piacere, Chris Hemsworth!» Tom rise e gli strinse la mano e Chris si sedette con un ghigno divertito.
«Smettila, non vorrai farti già conoscere?!» Lo riprese bonariamente la moglie ma il biondo continuò a sorriderle sornione. Jared studiò incuriosito l’espressione sul viso di Hiddleston.
Buttò giù un sorso d’acqua. Forse quella serata non sarebbe stata proprio così noiosa.




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