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Autore: Greta13    18/04/2013    2 recensioni
Vegeta non sopporta più la vita monotona e tranquilla condotta sulla Terra. Nonostante il suo amore per Bulma, il Principe dei Sayan sa che deve seguire il suo destino. Dopo la sconfitta di Freezer e di suo padre, Vegeta rivendica l'impero che aveva contribuito a costruire e che gli spettava di diritto.Cosa succederà alla coppia? Scopritelo in questa fanfiction che ha come protagonisti Bulma e Vegeta!!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vegeta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo


Vegeta era appoggiato alla parete della stanza con le braccia incrociate, lo sguardo era rivolto al pavimento. Sul letto stava seduta Bulma con le mani a coprile il viso. Stava ancora piangendo nonostante stessero litigando da più di un'ora ormai. Entrambi erano stanchi di urlare e di ferirsi, stanchi di farsi del male.

- Davvero, Vegeta non riesco a capirti. Pensavo che stessimo bene, che fossimo felici. La sua voce era rotta dal pianto.

-Ciò che pensavi ora non ha nessuna importanza. Io ho deciso ora sta a te fare una scelta.
Il suo tono si era fatto glaciale e questo non faceva che alimentare la frustrazione di Bulma.

- Perchè, perchè mi costringi a scegliere? Come puoi farmi questo?-

-Qui mi sento soffocare. Sono rimasto tanto a lungo solo per te e sei talmente stupida da non capirlo. Io sono un Sayan,sono un guerriero e ora che Freezer e suo padre sono morti intendo riprendermi ciò che è mio, ciò che mi spetta di diritto.

-Lascerai che questo pianeta venga distrutto dai Cyborg?- Sbottò lei in un urlo stridulo

Credi di riuscire a farmi sentire in colpa? Gli stupidi abitanti di questo pianeta devono ringraziare te se non sono saltati in aria. Poi di che ti preoccupi c'è Kakaroth, il grande eroe a difendere la Terra. Io non sono fatto per vivere giorno dopo giorno come un insulso terrest...

- Una insulsa terrestre come me vero? Finisci la frase Vegeta, avanti di ciò che pensi veramente>

Bulma era in piedi davanti a lui e lo colpiva ripetutamente. Ovviamente il sayan avvertiva appena i pugni dati dalla ragazza, a fargli del male era solo la sua disperazione. Le bloccò i polsi stando attento a non farle male e appoggiò delicatamente la fronte alla sua. Lei sembrò subito calmarsi, quello sgardo così intenso faceva crollare ogni sua difesa. Vegeta le sussrrò piano:

- Io non posso rimanere qui ma non posso neanche pensare di perderti. Quindi vieni con me Bulma.Domani mattina io partirò per lo spazio spero che tu sarai lì con me

La baciò piano sulle labbra, quel bacio così dolce la feriva e le lacrime non poterono che continuare a scendere. Le baciò anche l'incavo del collo, voleva continuare, voleva averla ancora ma sapeva che doveva lasciarla andare. Dovette ripetersi mentalmente che doveva staccarsi da lei per riuscirci davvero.Uscì veloce dalla finestra senza più voltarsi ma non fu facile per lui. Improvvisamente si scoprì arrabbiato. Perchè il principe dei Sayan doveva piegarsi ai desideri di una donna. Lui che era abituato ad ottenere tutto ciò che voleva si era piegato a chiedere. Quel suo folle orgoglio lo accecava tanto da pensare che l'avrebbe portata con sè che Bulma lo volesse o meno. Ci vollero parecchi minuti prima che si calmasse, prima che si ricordasse che era della sua Bulma che si stava parlando e che quello che voleva davvero non era semplicemente averla con sè, lui la voleva felice.
Bulma intanto era rimasta lì, in piedi davanti alla parete della sua camera da letto. Migliaia di pensieri si confondevano nella sua mente, lei sapeva di amarlo, di amarlo con ogni frammento di sè. Il pensiero di dover rinunciare a lui era insopportabile, tanto da costringerla a sedersi sul pavimento freddo. Stare con lui le era necessario, necessario come respirare ma allo stesso tempo la faceva stare male. Non sapeva ancora cosa avrebbe fatto, lasciare la Terra e tutto ciò che essa rappresentava, le sembrava impossibile.
Ma lasciare Vegeta sembrava ancora più difficile.
Andò a letto esausta e con lo stomaco vuoto. Vegeta sarebbe partito la mattina dopo proprio sulla navicella che gli aveva costruito suo padre. Si addormentò sfinita dalle urla e dal pianto di quella sera.
La mattina seguente Vegeta ritornò alla Capsule Corporation di buon ora. Dopo qualche istante il Dr Brief uscì dalla porta con una tazza di caffè fumante nella mano destra.

-Ancora un paio di minuti, Vegeta e sarai pronto a partire. Sei sicuro di voler partire figliolo.-

- Sicuro rispose lui distrattamente, stava infatti tenendo d'occhio con lo sguardo la finestra della camera di Bulma.
Dopo una ventina di minuti tutto era predisposto per il lancio. Vegeta sentiva dentro un'agitazione mai provata prima. Gli tremavano le mani e fu costretto a serrarle in due pugni.

-Allora buon viaggio ragazzo, e torna quando vuoi questa è anche casa tua adesso.- . Il Dr. Brief sapeva che tra lui e sua figlia c'era qualcosa, ma per la sua indole distratta e spensierata non ci aveva dato troppa importanza quando Vegeta gli aveva chiesto di costruirgli al più presto una navicella spaziale. Inoltre Bulma non aveva mai parlato apertamente della sua storia con il giovane Sayan quindi si può dire che lo scenziato fosse davvero in buona fede.

Vegeta era ormai salito sulla navicella e i motori erano accesi. Un istante prima del conto alla rovescia, dalla porta del grande edificio fece capolino Bulma con un con quelle che parevano essere una decina di valige. Vegeta sorrise nervosamente ma felice.
Bulma ma cosa fai? parti anche tu?- Chiese il Dr.Brief confuso.

- Si papà. Ho già parlato a lungo con la mamma, ti spiegheràà lei.- Abbracciò a lungo il padre prima di avviarsi verso la navicella.
- Sei felice?- Chiese lui con le lacrime agli occhi

- Si papà. Sono felice-

Si diresse verso Vegeta, i due si scambiorono un rapido bacio e salirono sul veicolo spaziale. Bulma aveva gli occhi lucidi ma sembrava piuttosto tranquilla.

- Ormai non ci speravo più- disse Vegeta un po' più rilassato.

-Facevi bene. Sono qui ma questo non vuol dire che non ce l'ho più con te Bulma era contraddittoria e lunatica come sempre. Vegeta rise e la navicella fu lanciata nelle tenebre dello spazio.

  
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