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Autore: AlwaysAttract    19/04/2013    10 recensioni
E’ l’inverno dei suoi ventidue anni quando lo incontra per la prima volta: ha i capelli biondi alzati in un ciuffo disordinato, due occhi che potrebbero fare invidia agli zaffiri più belli esistenti sul pianeta Terra, l’accento straniero marcato, le labbra rosa e graffianti e i calli sulle dita della mano sinistra.
L’ha visto solo poche ore prima fermo a una stazione di servizio con una chitarra in spalla e il naso livido per il freddo, mentre faceva l’autostop alle macchine che gli passavano accanto.
Zayn pensa che sia davvero bellissimo, in tutti i suoi nei e le pagliuzze chiare degli occhi, e non gli fa molte domande prima di infilargli la lingua in bocca, giusto quelle poche che gli servono per sapere qualcosa sul suo conto.
Si chiama Niall, è irlandese ed ha la sua stessa età, canta, suona la chitarra e, da quanto ha capito, è mancino.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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One Shot partecipante all’iniziativa “Shuffle Fest” del #THEGAYSHAVEGAYEDAGAIN
Zayn/Niall, roadtrip!AU, bosco innevato, 6133 parole. Il viaggio: qui.
Spero vi piaccia, e scusate per qualche errore!!

(banner in arrivo)

E’ l’inverno dei suoi ventidue anni quando lo incontra per la prima volta: ha i capelli biondi alzati in un ciuffo disordinato, due occhi che potrebbero fare invidia agli zaffiri più belli esistenti sul pianeta Terra, l’accento straniero marcato, le labbra rosa e graffianti e i calli sulle dita della mano sinistra.
L’ha visto solo poche ore prima fermo a una stazione di servizio con una chitarra in spalla e il naso livido per il freddo, mentre faceva l’autostop alle macchine che gli passavano accanto.
Zayn pensa che sia davvero bellissimo, in tutti i suoi nei e le pagliuzze chiare degli occhi, e non gli fa molte domande prima di infilargli la lingua in bocca, giusto quelle poche che gli servono per sapere qualcosa sul suo conto.
Si chiama Niall, è irlandese ed ha la sua stessa età, canta, suona la chitarra e, da quanto ha capito, è mancino.
Anche se non l’ha mai sentito cantare, Zayn è sicuro che Niall abbia una bellissima voce perché i gemiti che gli escono dalla bocca non sono solo gemiti ma veri e propri cori angelici che inaspettatamente lo fanno venire così intensamente che tantissimi brividi gli percorrono la schiena come saette. Niall, ovviamente, non si fa aspettare molto e così, con altre poche vigorose spinte all’interno di Zayn, si lascia andare emettendo un altro dei quei meravigliosi suoni che fa rabbrividire di nuovo Zayn, che intanto è rimasto a fissargli le labbra socchiuse e gonfie.
«Dio, cazzo, ci voleva» è il sussurro di Niall, la voce rauca e interrotta dagli ansiti. Zayn rischia di eccitarsi di nuovo solo sentendolo parlare e non fa niente per nascondere un gemito estasiato.
Niall alza lo sguardo su di lui, con quegli occhi scintillanti, e gli sorride accompagnando il tutto con una serie di carezze sul petto del ragazzo che gli sta sotto e «era da un po’ che non incontravo gente bella come te» aggiunge subito dopo lasciandogli un casto e veloce bacio sulla guancia.
Zayn arrossisce e giura, nonostante i sedili posteriori scomodi della sua macchina e il freddo, che questa sia stata una delle più belle scopate che abbia mai fatto. Lo giura sul suo cuore, vorrebbe anche farsi da solo giurin giuretto ma Niall lo potrebbe prendere per pazzo, così si limita solo a stare zitto mentre il biondo si alza e inizia a rivestirsi.
Se non fosse scettico Zayn crederebbe che quello che ha provato quando ha guardato Niall negli occhi per la prima volta sia stato un colpo di fulmine. E’ stato inevitabile come sarà inevitabile la crepa sul suo cuore quando sarà costretto a lasciarlo andare via, per la sua strada.
Ritornano sui sedili anteriori, ora è la chitarra e il piccolo borsone di Niall a stare dietro, e Zayn si fuma una sigaretta per distrarsi e non guardare ossessivamente quel ragazzo che gli sta accanto.
«Quindi..» inizia accendendo l’auto «dov’è che ti devo portare?»
Niall scrolla le spalle, «fin dove vuoi, anche alla stazione di servizio più vicina, devo arrivare a Seattle» dice con calma. Zayn sgrana immediatamente gli occhi, a momenti si soffoca anche con il fumo aspirato, e riesce a urlare un «Cosa?» non accorgendosi degli occhi confusi di Niall, per questo «sono due giorni interi di viaggio!» spiega.
Il ragazzo biondo scrolla di nuovo le spalle «non fa niente, è probabile che ci metterò anche di più ma devo per forza arrivare da mio fratello, a Seattle» risponde rubando la sigaretta dalle mani di Zayn «chiederò passaggi fin quando non ci arriverò, il treno non posso permettermelo».
Zayn sospira iniziando a uscire dalla stradina in cui si sono fermati per consumare la loro sosta e si riprede la sigaretta «adesso ci troviamo a Springfield ed io devo arrivare a Rochester, odio le autostrade e per questo ci metterò molto di più del previsto, con me puoi arrivare fin lì, è un bel pezzo di strada ma ci metteremo almeno altre cinque ore» lo informa. Niall sorride malizioso, «mi sembra perfetto».
 
Nell’ora seguente Zayn capisce che Niall è un chiacchierone, parla in continuazione e non smette mai, gli piace parlare dell’Irlanda e dalla musica, della cucina italiana e dei cd odiosi che il moro possiede in macchina.
«Ke$ha, davvero?» domanda sventolando il cd davanti agli occhi di Zayn «pensavo avessi più gusto» commenta subito dopo continuando a sfogliare il porta cd del moro ma «i Coldplay!!» grida estasiato quando trova uno dei cd della band, e come se fosse un premio, lo alza con le braccia sopra la sua testa.
Zayn ridacchia guardandolo e gli da il permesso di metterlo nel lettore cd e per Allah, aveva ragione, Niall ha una voce stupenda quando canta.
«Quindi sei un cantante?» gli chiede curioso.                                                                                                  
Niall s’interrompe e ride di gusto, «non proprio» dice accarezzandosi le ginocchia con le dita «mi piacerebbe però», poi guarda Zayn e gli sorride scrutandolo dall’alto al basso, «e tu, cosa fai?»
«Il tatuatore ma adesso sono in ferie» è la semplice risposta di Zayn, fissandosi subito dopo i tatuaggi che ha sulle braccia, gli sembrano anche più belli adesso e pensa, se tutto andrà bene dopo questo viaggio in compagnia di uno sconosciuto con cui ha scopato, che si farà un tatuaggio per ricordarsi delle ore passate in macchina.
Il biondino ghigna divertito, «da tutti i tatuaggi che hai, avrei dovuto capirlo» poi arriccia il naso «ne vorrei anch’io uno ma dico a tutti che non mi piacciono, in realtà ho paura degli aghi» ammette ridacchiando di se stesso.
«La tua pelle è bellissima, non rovinarla» gli suggerisce Zayn allungando una mano per accarezzargli spalla coperta dal pesante giaccone e Niall, con il solito sorriso, si protrae verso di lui con il corpo e gli lecca la pelle dietro l’orecchio, «Non c’è bisogno che continui a rimorchiarmi » mormora nel suo orecchio iniziando a lasciargli altri bacini sulla mascella pronunciata. Zayn è a un passo dal fermare un’altra volta la macchina ma si riprende appena Niall ritorna al suo posto e continua a cercare cd nelle tasche delle portelle.
 
Manca meno di un’ora per arrivare a Rochester e Zayn si sente in colpa. Niall dorme dall’ultima sosta che hanno fatto, almeno due ore prima per prendere dei panini e svuotare le vesciche, e il moro non riesce a capacitarsi all’idea che dovrà lasciar andare via questo ragazzo dalla sua vita come se fosse niente, come se in realtà non fosse mai esistito e davvero odia pensare che, quando sarà a casa sua sotto le coperte, Niall starà gelando in una delle stazioni di servizio in cui lo avrà lasciato.
Se non fa qualcosa, a ottant’anni molto probabilmente dimenticherà di aver aiutato quel ragazzo ad attraversare gli Stati Uniti per una giornata, forse dimenticherà anche della grandiosa scopata che si è fatto con lui e o forse ricorderà gli avvenimenti ma non ricorderà il suo nome, il che è peggio.
Per questo, quando finalmente arriva a Rochester, parcheggia e lascia che Niall dormi ancora mentre lui scende dalla macchina e corre verso il portone di casa sua per prendere qualche indumento, delle coperte, dei prodotti per l’igiene e tutti i soldi che ha conservato nel suo comodino in caso di emergenza.
Questa non è esattamente un’emergenza ma Zayn sa, se lascerà che Niall vada per la sua strada, che sarà per sempre il suo rimorso più grande.
E’ ancora convinto, così da non potersene dimenticare a ottant’anni, che si farà un tatuaggio in memoria di questo viaggio ma è ancora più convinto che Niall gli sia già entrato sotto pelle proprio come un inchiostro indelebile.
 
E’ mezzanotte quando inizia a sentire le palpebre cadere sugli occhi, Rochester l’ha superata meno di due ore prima e la stanchezza, ormai si sta facendo sentire.
Decide che è meglio fermarsi, se non vuole causare nessun incidente per colpa del suo poco controllo del sonno, e fortunatamente trova un parcheggio deserto a Erie, la città che sta attraversando. Appena spegne il motore, Niall si sveglia e si guarda intorno spaesato.
«Siamo arrivati a Rochester?» chiede con voce impastata, chiudendo e riaprendo ripetute volte gli occhi, e Zayn sorride perché il suo volto gli ricorda quello del gattino di sua nonna, che letteralmente amava.
«No, l’ho superata due ore fa» spiega voltandosi con il corpo per aprire una delle borse che ha preso da casa e in cui ci ha infilato le coperte.
«Ma la tua destinazione non era quella?» gli chiede Niall mentre stiracchia sia gambe che braccia, emettendo un sonoro sbadiglio.
«Sì, ma ho deciso di accompagnarti sino a Seattle» ammette sorridendogli cauto. Niall strabuzza gli occhi e apre la bocca sorpreso, poi sorride sornione e «sul serio?» chiede eccitato.
Zayn scrolla solamente le spalle e un attimo dopo è avvolto nelle braccia del biondino in un abbraccio fortissimo e senza fiato, «grazie» gli sussurra il semisconosciuto nell’orecchio e poi gli ruba una delle sigarette dal pacchetto che è appoggiato sul cruscotto ed esce là fuori, al freddo, per fumarsela.
Zayn si sente contento e schifosamente bene. In pace con se stesso, guarda Niall fuori dal finestrino e continua a ripetersi nella testaè l’uomo della tua vita, lo sai, non lasciarlo andare e scuote la testa come per ribadire il concetto di non doverlo lasciare andare. Niall è perfetto, Zayn non si è mai sentito così legato a una persona in così poco tempo, non ha neanche mai fatto sesso con un ragazzo subito dopo averlo conosciuto.
Niall è stato, e sicuramente sarà, l’esperienza più eccitante di tutta la sua vita.
Fa finta di star dormendo appena si accorge che il biondo sta rientrando in macchina, per non essere colto in fallo mentre era intento a guardarlo, ma «ehi Zayn, vai dietro» gli dice Niall aprendo poco la portella per poi richiuderla ed entrare da quella posteriore. Il moro non se lo fa ripetere due volte e, con una velocità disumana, passa tutte le cose che sono appoggiate sui sedili posteriori in quelli anteriori e si fionda, cadendo proprio su Niall, nella parte posteriore portandosi con sé la coperta.
Si spogliano degli indumenti più pesanti e scomodi e si accoccolano l’uno contro l’altro mettendoci un po’ a capire quale sia la posizione migliore per stare più comodi, la coperta è abbastanza grande per tutti e due ma comunque ne prendono anche un’altra, per creare più calore sui loro corpi infreddoliti.
E’ gennaio, è normale che faccia freddo ma Zayn ha deciso che passerebbe anche la notte in un bosco innevato pur di stare abbracciato a Niall in questo modo.
 
Zayn, il mattino seguente, viene svegliato dalle labbra di Niall attorno alla propria erezione mattutina e dai suoi buoni propositi di come iniziare bene la giornata. L’umore di Zayn è davvero, davvero alle stelle.
Pensa ancora alle sue guance rossissime ai suoi occhi brillanti mentre lo osserva fare colazione a un bar vicino al parcheggio dove hanno lasciato la macchina, lo osserva anche mentre cerca di lavarsi nel bagno dello stesso bar in cui ha preso tre caffè, per paura di potersi riaddormentare di nuovo.
Quando hanno finito di darsi una rinfrescata, comprato qualcosa da mangiare per il viaggio e deciso di ripartire l’orologio segna già le undici e mezza.
Aspettano di arrivare a Cleveland per fare un’altra sosta, dopo quattro ore di viaggio in cui Niall non ha fatto altro che lamentarsi per il troppo freddo e per la mancanza di buona musica in radio e in cui Zayn ha faticato per non pensare a tutti modi possibili in cui avrebbe potuto tappare la bocca di Niall senza farselo venire nuovamente duro nei pantaloni.
Zayn sta rifornendo l’auto di benzina quando gli squilla improvvisamente il telefono che ha in tasca, miracolosamente ancora carico, e sa già chi è che lo sta chiamando con tanta urgenza.
«Liam» dice mantenendo con una mano il telefono e con l’altra la pompa della benzina «no, non sto morendo, sì, sono vivo e vegeto, no, non sono tornato a casa ieri e non penso di farlo per qualche altro giorno» dice anticipando già tutte le domande che Liam, il suo vicino di casa, aveva intenzione di fargli. Sente uno sbuffo dall’altra parte del telefono e ghigna divertito pensando alla faccia furiosa che deve avere il suo migliore amico.
«Sei ancora a Boston?»
Zayn resta in silenzio qualche secondo, valutando l’ipotesi se dirgli tutta la verità o no ma «sì» mente appena si accorge che non è proprio una buona idea raccontare quello che sta facendo a Liam.
«Al laboratorio abbiamo bisogno di te, ci sono alcuni clienti che richiedono esclusivamente i tuoi tatuaggi» gli spiega Liam con aria irritata, «non penso che a Simon piaceranno tutti questi giorni in più che ti stai prendendo».
Storce il naso appena sente il nome del suo capo, un uomo apparentemente calmo ma con una schiettezza incredibile, e cerca immediatamente una scusa credibile mentre mette a posto la pompa della benzina. Niall ancora deve tornare dal bagno.
«Perrie ha ancora bisogno di me, qui a Boston» mente ancora tirando in ballo la sua amica Perrie, la ragazza che l’ha ospitato per due giorni a Boston per le sue ferie.
«Cerca di tornare nei prossimi giorni, Zay».
«Sicuro, Li, ora devo andare però» termina la chiamata appena intravede il ragazzo biondo che ospita da quasi ventiquattro ore nella sua auto ritornare da lui.
Quando ripartono, Zayn fa controllare la cartina che ha nel porta oggetti e che non ha mai usato a Niall e, a quanto pare, Seattle è ancora molto, molto lontana. Ne è veramente felice.
Calcola più meno di arrivare per quella notte a Chicago, non prima però di aver fatto sosta a Toledo e qualche altro paesino giusto per sgranchirsi un po’ le gambe e riposarsi un po’.
«Che ne dici se..» Zayn si schiarisce leggermente la voce prima di continuare a parlare «se appena arriviamo a Chicago non ci fermiamo in un motel o qualcosa del genere?» chiede a Niall cercando di mascherare l’ansia e l’imbarazzo «dormire in macchina è piuttosto scomodo».
Niall storce le labbra «non ho i soldi per permettermi una notte in un motel» risponde atono mentre continua a fissare il paesaggio freddo e grigio che li circonda.
«Pago io, non preoccuparti» dice in fretta Zayn ma Niall ride e lui non sa se prenderla come un’offesa e vergognarsi o unirsi alla sua risata.
«Forse non capisci Zayn..» gli dice piano, allungando una mano per accarezzargli una coscia, «la quantità di soldi che ti sto facendo spendere in questo viaggio e quanti te ne farò spendere per il tuo ritorno a Rochester».
Zayn non lo dice ad alta voce ma spenderebbe milioni per Niall, anche se non lo conosce.
«Devi stare tranquillo» lo rassicura lanciandogli un’occhiata veloce. Niall sospira prima di dire «stai tranquillo tu, forse non riuscirò a saldarteli tutti ma qualcosina potrò dartela appena arriveremo da mio fratello, per il momento sono senza un soldo».
«Scusami l’insolenza» fa Zayn accigliandosi, perché in quel quadro qualcosa gli sfugge e non capisce cosa, «ma cosa ti è capitato?» gli chiede.
«Beh, sai» soffia il biondo «i miei mi hanno cacciato di casa appena hanno scoperto che sono gay, vivevo a Boston da tre anni» confessa con una scrollata di spalle «ho vissuto per due mesi con il mio fidanzato, Josh, ma l’ho mollato appena mi ha messo le corna con uno della sua stessa band e non avendo alternative ho scelto di andare a vivere da mio fratello, che vive ed è sposato con una ragazza di Seattle» termina lasciando finalmente la presa dalla coscia di Zayn, il quale vorrebbe riprendere quella dannatissima mano e riportarla lì dov’era. Rimane in silenzio, però, un po’ scosso dalla serie di avvenimenti sfortunati che ha dovuto subire Niall e si chiede come abbia fatto questo Josh a tradire Niall. Sul serio, Zayn non capisce, Niall è una persona troppo adorabile per essere tradita. O forse è lui troppo ammaliato dal ragazzo per pensare tutto ciò.
 
Come previsto, sono a Chicago alle undici di sera ma, comunque, ci mettono almeno una mezz’ora buona per trovare un motel che possa ospitarli. La camera è davvero piccola e il bagno altrettanto.
La prima cosa che fanno è lavarsi, poi mangiano dicendosi veramente pochissime cose e subito dopo si infilano nel letto matrimoniale per non prendere troppo freddo e ore di sonno, il riscaldamento fa abbastanza schifo.
Non sono passati più di dieci minuti quando, improvvisamente, Niall si volta verso di Zayn e gli si preme su un fianco, strofinando la guancia sulla spalla del ragazzo.
Zayn strabuzza un po’ gli occhi all’improvviso contatto del biondo e «cosa c’è?» chiede stringendogli appena il braccio.
Niall scuote la testa mentre «niente, fa freddo» risponde «e tu sembri una stufetta portatile.. o una specie di Taylor Lautner versione Jacob» continua ridacchiando da solo per la stupidità che ha appena detto. Zayn sorride divertito strofinando entrambe le braccia sui fianchi di Niall per creare un po’ di calore e riscaldarlo, «va meglio?» gli chiede abbassando lo sguardo sulla testa bionda che si trova a due centimetri dal mento.
«Jacob ti fa un baffo» continua a ridacchiare Niall e, come ringraziamento, lo bacia castamente sulle labbra per poi cadere in un sonno profondo, sicuramente fatto di chitarre e marshmallows.
Zayn, adesso, è troppo felice per riuscire ad addormentarsi anche se sa che il giorno dopo gli aspetta un’altra lunga giornata in macchina.
                                                                                                                       
Niall convince Zayn a fare una breve passeggiata per Chicago il giorno dopo, appena usciti dal motel alle sette di mattina. Nessuno dei due ci era mai stato e ai loro occhi sembra davvero una città molto bella, Zayn quasi quasi ci vivrebbe, magari in una villetta a schiera, magari con Niall. Arrossisce al pensiero.
Raggiungono il Cloud Gate un po’ in macchina e un po’ a piedi, Zayn lo immaginava più grande, Niall, invece, è praticamente senza parole ma comunque non resiste alla tentazione di fare le facce buffe di fronte alla scultura, nonostante i passanti lo guardino male.
«Zayn, voglio una foto!» esclama contentissimo uscendo dalla tasca dei pantaloni il suo telefonino, poi si guarda intorno e sorride appena trova quello che cercava, «signore, signore!».
Il moro è sul punto di battersi una mano sulla fronte ma Niall lo precede mettendogli un braccio attorno al collo e sorridendo al vecchietto di circa sessant’anni che tiene in mano il telefonino, così è costretto a sorridere anche lui.
La foto non è male, se non fosse per la scarsa qualità, e a Niall piace così tanto che decide di metterla come immagine di sfondo.
Si rimettono in viaggio solo dopo le undici, non prima d’aver fatto una sosta in un fast-food per riempire i loro stomaci. Zayn è costretto a prendere l’autostrada, nonostante le odi, perché altrimenti ci metterebbero troppo per arrivare,  come minimo, nel Dakota.
 
Dodici ore dopo, a Bismark, una brutta sorpresa li accoglie.
Nevica e le strade sono intasate, il meteo raccomanda tutti di rimanere in casa e, se in caso, di usare le catene per spostarsi in macchina. Zayn non ce l’ha.
E’ mezzanotte e fa freddo.
«Forse è meglio trovare un posto dove stare, non credi?» gli propone Niall, il getto del riscaldamento dritto in faccia «congeleremo in macchina e tu sembri sfinito».
Zayn è costretto a dargli ragione, non ha mai guidato così tanto in così pochi giorni, il suo sedere ha preso ormai la forma del sedile e gli occhi gli stanno implorando pietà.
Appena escono dall’autostrada ed entrano in città il primo hotel che trovano si chiama Kelly Inn. Sembra carino, visto dall’esterno.
Entrano alla svelta con le loro valigie in mano, un campanellino suona sopra le loro teste e un piacevole calore imbatte sui loro visi, facendo scaldare immediatamente le loro guance.
«Salve!» esclama una voce squillante da dietro la reception: è un ragazzo con una cuffietta di lana grigia in testa e gli occhi azzurri, ha il viso contratto in una smorfia d’imbarazzo ma «brutta notte per mettersi in viaggio, eh?» chiede ugualmente con una risata nervosa mentre armeggia con qualcosa proprio sotto di sé.
Zayn si acciglia guardandolo e solo quando un altro ragazzo dai capelli ricci sbuca da sotto il bancone, che ricopre tutta la parete, capisce tutto, anche se non avrebbe mai voluto capire. Non sa chi ha il volto più viola, se lui o i due ragazzi. Niall non di certo, lui ride e basta.
«Non è come sembra.. stavo.. uhm..» inizia a balbettare quello con i capelli ricci «stavo cercando una cosa.. sì» continua scambiandosi qualche occhiata con il ragazzo che ha di fianco, «non c’è niente da ridere» borbotta infine con le guance in fiamme e gli occhi bassi riferendosi al biondino, che deve trattenersi la pancia per non rotolare a terra e continuare a ridere.
«Scusate» dice Niall tra una risata e l’altra, le lacrime agli occhi. Zayn è costretto a tirarlo verso il bancone di legno per una manica e a far finta di niente, non pensa di essersi mai trovato in una situazione più imbarazzante di questa.
«Vorremmo una camera» dice con tono serio rivolgendosi al ragazzo con il cappellino grigio.
«Certo, sono quarantadue dollari a notte per la doppia, i pasti sono compresi e la rete wireless è gratis» gli spiega il ragazzo aprendo un registro sul bancone.
«Scusami» lo interrompe Niall, l’attacco di ridarella appena passato, «vorremmo una matrimoniale» dice sorridendo sghembo «non siete mica gli unici che hanno voglia di divertirsi, stanotte».
 Zayn ha quasi voglia di tirargli un cazzotto in faccia ma, purtroppo, è nato con quel dono che si chiama buon senso e perciò non lo fa.
I ragazzi dietro al bancone li guardano un po’ allibiti prima di tirare un sospiro di sollievo, «cazzo, mi stavo già preparando ai commenti omofobi» sibila quello più alto, il riccio, nascondendo un sorrido dietro una mano.
«No, ma la scena è stata veramente troppo esilarante! Dovreste stare più attenti, però» blatera Niall.
Zayn alza gli occhi al soffitto prima di rivolgersi all’altro ragazzo, «il costo di una matrimoniale?» chiede lasciandosi dietro il discorso che Niall e il riccio stanno intraprendendo.
«Quarantasette» risponde sorridendo leggermente «comunque io sono Louis» si presenta girando il registro che aveva aperto poco prima verso il moro, che sorride a sua volta e «Zayn» risponde prima di firmare.
«Quindi, state insieme?» sente chiedere mentre scrive il proprio nome da Niall.
I due ragazzi ridacchiano mostrando il dito anulare delle proprie mani, «e prossimi al matrimonio» rispondono in coro con un sorriso larghissimo. Anche Zayn vorrebbe una persona così importante da condividere tutta una vita insieme, il suo cuore batte qualche secondo più velocemente appena, nella sua testa, appare la figura di Niall con un cesto dei panni sporchi sotto un braccio e un bambino attaccato alle gambe. Davvero, a queste cose non dovrebbe pensarci.
Non si accorge che il discorso tra i due ragazzi, Louis e quello che deve aver capito si chiami Harry, e Niall è andato avanti e che si stanno dando già la buonanotte, così, quando finalmente se ne rende conto, lascia i soldi al ragazzo più grande e con un sorriso si congeda seguendo Niall verso le scale, diretti verso la camera trentadue.
 
La stanza è spaziosa, il letto è grande e il riscaldamento è acceso. Niall si lascia andare in sospiro mentre cade a peso morto sul letto e un altro pensiero invade la testa di Zayn, quello in cui Niall fa la stessa azione dopo una lunga giornata di lavoro però c’è anche lui che gli si siede affianco e lo bacia sulla guancia.
Avvampa e dà la colpa al riscaldamento, non si è mai sentito tanto stupido. Appoggia la sua sacca sulla piccola scrivania che si trova di fronte al letto, «Io vado a farmi una doccia» dice prendendo ciò che gli serve «dopo mangiamo?».
«Aspetta!» esclama Niall inaspettatamente e con voce alta, si alza da letto e con una piccola corsetta raggiunge Zayn, «la facciamo insieme?»
Ora non è sicuramente il riscaldamento a farlo avvampare.
 
Il corpo di Niall è bello, bianco e liscio. Zayn conta i nei che il biondo ha sulla schiena e guarda l’acqua che gli scorre sulla pelle, è così tentato si mettergli le mani addosso e accarezzarlo tutto, magari anche baciarlo e testare la morbidezza della carne chiara, che sicuramente saprà di zucchero filato e vaniglia.
Quando Niall si volta, Zayn viene colto in fallo mentre gli guardava il sedere e, rossissimo, distoglie lo sguardo per poter prendere una saponetta e cerca di fare l’indifferente.
Ciò che non si aspettava, però, è che Niall gli cingesse in fianchi e lo baciasse sotto il getto della doccia.
La stanchezza del viaggio è immediatamente messa da parte, ciò che la rimpiazza è il prepotente desiderio di volere e possedere questo ragazzo che non conosce, questo ragazzo che è entrato così violentemente nella sua vita da sconvolgerla e capovolgerla in un istante.
Zayn si lascia baciare e spingere contro la parete più vicina, freddissima, e i primi gemiti da parte sua non tardano ad arrivare anche perché una delle mani di Niall è finita fra le sue gambe e tutto, tutto, di Niall gli provoca un piacere immenso.
Il ragazzo non aveva scherzato prima, quando aveva detto ai due ragazzi della reception che voleva divertirsi quella notte, e Zayn è davvero felice che Niall si diverta con lui.
Finiscono la doccia in fretta e ancora più veloci, nudi e bagnati, raggiungono il letto.
Usano un profilattico che Niall trova nel suo portafoglio, l’unico che hanno. Zayn sta attento mentre lo indossa, non vuole che si rompa per niente e sicuramente non vuole perdere quest’occasione. Da quanto, tralasciando l’episodio di qualche giorno prima in macchina, non ha un rapporto completo con un ragazzo? Troppo, troppo tempo. Ultimamente il lavoro è stato la sua priorità e il tempo è stato sempre troppo poco per trovare una persona con cui condividere certe esperienze.
Niall è così stretto e bello sul suo bacino, a gambe larghe, mentre impreca qualcosa per il dolore iniziale ma Zayn li sente, qualche minuto dopo, i cori angelici che escono dalla sua bocca mentre inizia a dondolarsi più velocemente.
Gli mancherà tutto questo quando lascerà Niall a Seattle, quando lascerà il suo cuore con lui.
 
La mattina dopo, Zayn se ne rende conto.
Si sveglia tra le braccia di Niall, nudi entrambi, e in un primo momento crede che quella sia la loro camera da letto e che quello sia un giorno come un altro. Solo dopo si accorge che la realtà è diversa, che Niall non vivrà mai insieme a lui e che non proverà mai più la sensazione di svegliarsi accanto a lui.
Viene colto dall’ansia e, non sapendo cosa fare, si mette seduto e inizia a guardarsi intorno. La prima cosa che vede è il cellulare di Niall, il suo si è scaricato da un bel po’, e senza pensarci due volte lo prende e si chiude in bagno, stravolto da tutte le emozioni che sta provando.
«Pronto?»
Solo quando la voce di Liam gli riempie le orecchie, Zayn inizia a piangere terrorizzato.
«Liam.. Liam, ho fatto una cazzata» balbetta sedendosi sulle piastrelle fredde del bagno.
«Zayn, sei tu? Cos’è successo?»
E’ successo tutto, o meglio, è successo quello che non è mai successo, «mi sono innamorato» soffia in un singhiozzo.
«Eh? Amico, per favore, spiegati.. non sto capendo molto».
«Ho conosciuto questo ragazzo» inizia a spiegare a bassa voce «lui è.. è bellissimo, dovresti vederlo.. solo che io ti ho mentito Liam, non sono a Boston.. in questo momento mi trovo a Bismark e mi sono offerto di accompagnarlo fino a Seattle.. lo so, è una cazzata, però io non ho mai incontrato una persona come lui, non voglio lasciarlo andare».
«Zayn non..»
«Zayn?»
La voce di Niall lo fa sussultare sul posto. Termina immediatamente la chiamata liquidando Liam con poche parole e cancella immediatamente il suo numero dalle chiamate salvate.
«Zayn, dove sei?»
«Uhm.. in bagno» risponde mentre apre il rubinetto per sciacquarsi il viso rigato dalle lacrime.
Quando ritorna in camera, Niall ha un sorriso splendente, così bello che toglie il fiato a Zayn per qualche secondo. Solo quando si riscuote, riesce a dire «scusami, ho preso il tuo telefono per fare una telefonata».
«Non preoccuparti, mi sembra il minimo per tutto quello che tu stai facendo per me» gli risponde con una scrollata di spalle «non penso riuscirò mai a ringraziarti per tutto».
«Non devi» mormora imbarazzato.
Niall, nella sua innocenza, batte la mano sul posto vuoto affianco a lui e fa segno a Zayn di avvicinarsi.
Zayn annuisce e quando gli arriva affianco lo abbraccia e appoggia la guancia sulla sua spalla. Il fatto è che non vuole perdersi questi pochi momenti che gli rimangono con lui.
Non si spiega come abbia fatto questo ragazzo di cui ha ignorato l’esistenza per ventidue anni a farlo sentire così fragile e vulnerabile, così leggero da farsi cadere nel burrone che si chiama amore. Sul serio, nessuno ci era mai riuscito.
Pensandoci, Zayn non ha mai avuto un ragazzo vero e proprio. Storielle, come meglio dire, però nessuna è stata rilevante, nessuna l’ha segnato come questa situazione, così bella e allo stesso tempo scomoda.
«Dobbiamo partire» gli sussurra Niall voltando il volto verso quello di Zayn per lasciargli dei baci sulla tempia. Zayn si trattiene per non scuotere la testa. Non vuole, non vuole.
 
Harry e Louis gli insacchettano tutta la colazione appena scoprono che Niall e Zayn non hanno il tempo necessario per fermarsi a mangiare.
Niall, come ringraziamento, li abbraccia tutti e due e, come se non bastasse l’imbarazzo della sera prima, gli ricorda di fare più attenzione e di calmare i bollenti spiriti.
Harry diventa di una tonalità tendente al bordò, Louis, invece, ride e gli consegna fra le mani un sacchetto pieno di brioches mentre «e voi siate meno rumorosi la prossima volta, avete tenuto tutto l’hotel sveglio questa notte!» esclama.
Zayn sorride divertito ma non aggiunge altro perché sa che una prossima volta non ci sarà.
 
Prima di partire, Zayn chiede a Louis quanto più o meno dista Seattle da lì e, con immenso rammarico, scopre che sono solo diciassette misere ore in autostrada.
«Per fortuna non sta nevicando» dice Niall a un certo punto, appena mezz’ora dopo essere partiti. Zayn non risponde, preferirebbe che nevicasse ancora, per molto, così da poter rimanere più tempo con Niall e rifugiarsi ancora e ancora nelle sue braccia. E invece no, c’è questo sole inaspettato che pare fargli un dispetto.
Fanno poche soste durante il viaggio e proprio quando mancano meno di cinque ore, decidono di fermarsi per dormire, è quasi mezzanotte d’altronde. 
Si fermano in una stazione di servizio e si sistemano come la prima notte che ha passato insieme, avvolti nelle coperte sui sedili posteriori.
Niall gli accarezza i capelli, fa scivolare le falangi fra i ciuffi neri e gli canticchia una canzone di Ed Sheeran nell’orecchio per farlo addormentare e non sa che, facendo così, Zayn non prenderà mai sonno.
«Sono stato bene con te» ammette il moro interrompendo quella dolce melodia «sul serio, penso che mi mancherai».
«Anche tu mi mancherai» soffia Niall nell’orecchio e, com’è giusto che sia, Zayn arrossisce.
 
Ripartono il mattino dopo con zero voglia e tanto sonno. La strada scorre silenziosa sotto le ruote della sua macchina e c’è pochissimo traffico, tutto è così malinconico per Zayn, non ha neanche la voce di Niall perennemente nell’orecchio poiché ha deciso di continuare a dormire.
 
Seattle non gli piace, il che non è vero, ma s’impone di non farsela piacere. Niall è così euforico al suo fianco appena entrano in città, davvero troppo, troppo contento.
Dodici indicazioni dopo e cinquantaquattro, Zayn li ha contati, “Ce l’abbiamo fatta!” di Niall, Zayn parcheggia davanti al numero civico 3208 di East Columbia Street.
E’ una casetta come tutte le altre, di un colore comune e con il giardinetto ben curato, Zayn la odia più di Seattle.
 
Il fratello di Niall e sua moglie sono due persone molto simpatiche e allegre che gli propongono sin da subito di restare a mangiare per la cena e, siccome Zayn è un tipo educato, accetta.
Durante le ore che passa in quella casa, nota quanto Niall e suo fratello su vogliono bene, conta tutti gli abbracci che si danno e le birre che bevono.
Sono tutte delle brave persone, Zayn potrebbe metterci radici in quella casa, anche se la odia.
Sempre per educazione, accetta anche di restare a dormire, alla sola condizione di usare il divano e non la camera destinata a Niall ma, all’insaputa di tutti, sa che a tarda notte si infilerà nel suo letto per stringerlo un’altra volta.
E così accade.
Niall scosta le coperte e lo fa stendere accanto a sé, sono entrambi molto stanchi e, come niente, si addormentano l’uno nelle braccia dell’altro, ancora una volta.
 
Poi, il momento più temuto da Zayn, è arrivato.
«Accettali» gli sta ordinando Niall con sguardo severo. Zayn scuote la testa. «Zayn, per favore!» continua il biondino prendendogli una mano e aprendogliela con la forza, giusto il tanto per poter infilare quel mazzetto di banconote nella sua mano.
«Non li voglio» ribatte Zayn ma Niall gli tira un leggero schiaffetto sulla guancia e poi chiude le mani a coppa sul suo viso per avvicinarlo e baciarlo sulle labbra. Inutile dire che Zayn resta zitto e non fa niente per ribattere. I suoi baci, d’altronde, è tutto quello che vuole.
«Stai attento per la strada» gli ricorda Niall mentre circonda le braccia attorno al suo collo e lo stringe forte «e non dimenticarmi, per favore, io non ti dimenticherò».
Zayn vorrebbe piangere e ma si trattiene, si limita a baciarlo ripetute volte sulla guancia e sulla bocca.
E’ ovvio che non lo dimenticherà, come potrebbe? E’ riuscito a farlo innamorare in pochi giorni come mai nessuno è riuscito in anni.
«Non ti dimenticherò, potrebbe cascare il mondo, io ti porterò sempre nel cuore» gli sussurra sulla bocca prima di baciarlo ancora. E’ un bacio d’addio questo, un bacio che racchiude i pochi giorni che hanno passato insieme, un bacio desideroso di altro ma che è costretto ad interrompersi.
«Quindi..» fa Zayn appena si allontanano «..ci vediamo?» ridacchia piano.
Niall annuisce, le labbra incastrate fra i denti, «puoi scommetterci» gli dice.
E questa è una promessa.
 
 
 
E’ l’inverno dei suoi venticinque anni quando, nel suo studio a Rochester, un cliente lo richiede esclusivamente. Potrebbe essere un giorno come un altro, dato che succede spesso, ma il destino ha deciso di fargli una sorpresa quella mattina.
«Zayn, vogliono te!» grida Liam dalla stanza affianco. Zayn arriccia il naso infastidito e continua a lavorare sul disegno di una piccola fata che la ragazza distesa sul lettino ha scelto, ignorando Liam che lo chiama a gran voce.
«Zayn! Ci vogliono soltanto due minuti!» grida ancora il suo migliore amico.
«Arrivo!» grida a sua volta e spazientito posa la macchinetta e toglie i guanti, «scusami, arrivo subito» dice alla ragazza.
Con passi pesanti raggiunge la saletta, quella in cui i clienti dovrebbero aspettare ma che, in realtà, usano come bar o punto di incontro, e con uno sbuffo «che c’è?» chiede rivolto a Liam.
Solo quando Liam punta con l’indice un ragazzo seduto su una delle poltroncine vicino alla vetrina il suo cuore inizia a battere più velocemente del solito.
Niall lo guarda con un sorriso sulle labbra e le mani strette sul suo grembo, è più bello di tre anni prima e i capelli castani gli donano particolarmente.
Non ci pensa due volte prima di raggiungerlo con passi svelti e Niall fa appena in tempo ad alzarsi prima di riceverlo fra le braccia.
Ispira forte il suo odore, sempre quello, e lo stringe così forte che i muscoli delle braccia gli fanno male ma non importa, è Niall quello che sta abbracciando, non uno qualunque, Niall.
«Non ci credo, non ci credo, non ci credo» cantilena nel suo orecchio. Si allontana un attimo per poterlo vedere meglio in viso e gli appoggia le mani sulle guance, «non ci speravo più» gli confessa.
Niall ride e scuote la testa «ricontrarti è stato il mio desiderio più grande negli ultimi tre anni, Zayn, l’ho voluto così tanto che alla fine ci sono riuscito».
E cosa può fare, Zayn, se non baciarlo avidamente sotto gli occhi di tutti? Dio, quanto gli è mancato, si sente improvvisamente rinato con le labbra attaccate a quelle di Niall.
«Questa volta rimani con me, non ti lascerò andare» gli rivela appena si staccano e «si può fare» risponde Niall ridendo.
Zayn sorride e lo abbraccia di nuovo affondando il viso nel suo collo e riesce a vedere, da quell’angolazione, il polso su cui si è tatuato il nome del “Kelly Inn” e la data del giorno in cui si è reso conto si essersi innamorato per la prima volta.

   
 
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