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Autore: thedragontosaphira    19/04/2013    18 recensioni
Eccolo lì, bello e dannato.
Ricco, affascinante e con un fisico da paura.
Vestiva con eleganza e, quando entrava in una stanza, che fosse un locale o una sala riunioni, tutti si ammutolivano e giravano il capo a guardalo calamitati dalla sua presenza.
Catturava ogni sguardo presente, che fosse di una donna che anelava di accarezzare il suo corpo, o di un uomo che invidiava quello che rappresentava, lui era il non plus ultra della mascolinità.
Draco Lucius Malfoy era un vero squalo dell'alta finanza, temuto e rispettato, ma non solo…
Infatti celava un oscuro segreto.
Quest'ultimo era custodito gelosamente, nessuno doveva sapere…
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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shot Eccolo lì, bello e dannato.

Ricco, affascinante e con un fisico da paura.

Vestiva con eleganza  e, quando entrava in una stanza, che fosse un locale o una sala riunioni, tutti si ammutolivano e giravano il capo a guardalo calamitati dalla sua presenza.

Catturava ogni sguardo presente, che fosse di una donna che anelava di accarezzare il suo corpo, o di un uomo che invidiava quello che rappresentava, lui era il non plus ultra della mascolinità.













                   Il desiderio sulle ali del tempo



Draco Lucius Malfoy era un vero squalo dell'alta finanza, temuto e rispettato,  ma non solo… Infatti celava un oscuro segreto.

Quest'ultimo era custodito gelosamente, nessuno doveva sapere…

Nascondeva due personalità, proprio come il dottor Jekyll e Mr. Hyde.

Di giorno uomo d'affari privo di scrupoli e di notte un ricercato gigolò.

Nessuno conosceva la sua identità, celava il suo volto dietro una maschera, questa era l'unica clausola su cui non transigeva.

Dopo la grande guerra aveva ereditato un immenso patrimonio, che poi aveva fatto fruttare ed in poco tempo l'aveva triplicato, guadagnandosi il rispetto del mondo magico.

Le donne avrebbero fatto carte false per accompagnarsi a lui, godere delle sue attenzioni e sperare di ricoprire quel ruolo, che soldi, potere e cognome, avrebbero assicurato.
Il miraggio da tutte inseguito era il matrimonio dell’anno con l’erede dei Malfoy.

Ma lui sembrava immune, freddo come il polo, non si accompagnava mai alla stessa donna per più di due volte.

Nessun coinvolgimento emotivo, nessun sentimento, il suo cuore era un ghiacciolo chiuso in una cassaforte e la chiave era andata perduta tempo addietro.

 

Quella sera era stato ingaggiato per un addio al nubilato, e si stava preparando per entrare in  scena.

Prima di salire sul palco, dove avrebbe dato sfoggio alle sue performance, spiò il pubblico in sala.

Come sempre in quei casi, le donne erano esagitate.

Cicaleggi, risate e gridolini accompagnavano l'attesa.
Trepidanti attendevano il dio del sesso, tutte in segreto desiderose di ben di più di uno spettacolo pubblico, ognuna ambiva ad uno privato di ben altra portata.
La fama della sua ars amatoria era ben nota nel loro mondo.

 Era stato prenotato per quella serata con svariati mesi di anticipo.

Ci aveva riflettuto parecchio prima di accettare, era molto selettivo con la clientela.

Non a tutti  si concedeva, più volte aveva visto il suo compenso addirittura quintuplicarsi pur di poter dire, che Dark Drake le aveva accompagnate ad un evento oppure ad una cena, e che avevano poi goduto del dopo.

Quello era il mondo marcio in cui viveva, femmine che, come lui, vivevano una doppia vita, accanto a mariti e fidanzati, ignari dei desideri reconditi delle compagne.

Famoso per essere un amante attento e generoso, tra le lenzuola come nella vita dava il massimo di se.

Nessuna mai era uscita  insoddisfatta dal suo letto, spesso soddisfava strane richieste, e sogghignava al pensiero delle fantasie delle sue clienti.

Perchè aveva deciso per quella doppia vita?

Semplice, nessun coinvolgimento sentimentale, aveva una donna nuova tutte le sere, per la prima volta veniva pagato e non doveva pagare per del buon sesso, e spesso poi si prendeva piccole rivincite, proprio come sperava di fare quella sera.

 

Poche ore prima

 

- Non sono sicura Ginny, sai che non amo questo genere di serate. -

- Oh, piantala di fare la bacchettona e per una volta lasciati andare, sabato sposerai quel pesce lesso di mio fratello ed addio alla libertà. Se tanto mi darà tanto, nel giro di poco sarai la fotocopia di mia madre, circondata da una nidiata di Weasley. -

- Ma senti da che pulpito arriva la predica - ridacchiò fissando la pancia prominente dell'amica.

- Beh, non fare caso a me, diciamo che Harry si sta rivalendo sul suo passato. E poi sai la fatica che ho fatto per ottenere questo ingaggio? Oltre a dover sborsare un sacco di galeoni per il suo cachet, mi è toccato ungere un sacco di " ruote  " e far valere il cognome di Harry. -

- Ginny! - Esclamò allibita, sembrava che lei fosse la scusa per ammirare quel  ballerino, quel gigolò, di cui tutti parlavano ma di cui nessuno ne  conosceva l'identità.

Sbuffando finì di prepararsi.
Si sentiva sottilmente a disagio all’idea di andare a vedere uno spettacolo di quel genere.

Ma anche Ron quella sera sarebbe andato al suo addio al celibato, e sicuramente non si sarebbe fatto tutte le seghe mentali, che lei come al solito non si risparmiava.

Quando furono pronte si smaterializzarono nel locale completamente riservato per loro.

E lì l'accolse un fragoroso applauso.
Arrossendo si schernì, non amava essere al centro dell'attenzione, ma in quel caso non poteva esimersi.

Era la sua festa, il suo trionfo, finalmente il suo sogno si realizzava, ed era radiosa solo come poteva esserlo una sposa.

Era realizzata, aveva raggiunto ogni traguardo che si era prefissato, e l'ultimo era per l'appunto questo, sposarsi con Ron.

Abbracci, baci e congratulazioni la distolsero dai suoi pensieri, a farlo erano le sue amiche e colleghe, persone con cui aveva condiviso la sua adolescenza, e il suo affermarsi nella vita adulta.

 

Eccole lì, tutte in sua attesa.
Le fissò con un sottile sguardo di disprezzo. Eccolo lì il festival dell’ipocrisia.
Si chiese se i compagni, mariti, amanti e fidanzati di quelle donne le avessero mai viste come le vedeva lui in quelle occasioni. Una massa eccitata e fremente di femmine vogliose ed irrefrenabili senza freni morali.

Per quella sera aveva preparato uno spettacolo speciale, le voleva vedere sbavare, strapparsi gli abiti di dosso, pregarlo per una sua carezza, un suo bacio a fior di labbra.

Ma lui aveva occhi solo per una donna, il serpente in lui si stava srotolando, pronto a preparare una trappola alla sua preda.

Voleva vederla perdersi nei suoi occhi, seguire le occhiate languide che gli avrebbe lanciato per poi goderne i frutti, e dopo, solo dopo e solo a lei, si sarebbe rivelato.

La Santa Eroina sarebbe caduta nelle spire della serpe per eccellenza, il rinnegato, il mangiamorte mancato, lui Draco Malfoy.

Era vero quel detto cinese che enunciava

" Siediti sulla sponda del fiume e paziente aspetta.. Prima o poi vedrai il cadavere del tuo nemico passare."

E lui aveva atteso pazientemente, giorni, mesi, anni, ed infine l'occasione gli si era presentata su di un piatto d'argento, e lui l'aveva colta.

Stanotte l'avrebbe fatta capitolare, stanotte tra le lenzuola l'avrebbe " macchiata ", rubandole quell'aria innocente e pura.

 

Le luci si abbassarono, il brusio in sala cessò, gli sguardi si concentrarono sul palco e lui, con la sua  eleganza innata, fece il suo ingresso.

Lento iniziò a muoversi sensuale, ogni gesto misurato ad accendere gli animi, non la perdeva di vista.

La invitava con lo sguardo, con il corpo,  che sinuoso si muoveva.

Aveva fatto scivolare il mantello ai suoi piedi, e a gambe larghe e girato di schiena, con una luce soffusa gli dava un’aria quasi spettrale, sentiva l'eccitazione salire tra le donne, mentre tutte trattenevano inconsapevolmente il fiato.

Ma lui voleva catturare un solo sguardo, quegli occhi di ambra che per ora sembravano non interessati.

Draco, si girò a mezzobusto, il capo chino, la frangia che gli cadeva sul viso, le lunga dita presero a sbottonarsi la camicia, lentamente asola dopo asola.
 Alzò i suoi occhi argentei di sbieco ed un mormorio lo raggiunse.

Era così lento e sensuale nei movimenti che sentiva i respiri trattenuti, vedeva occhi desiderosi di ammirare di più, luccicanti di eccitazione.

Ma lui sapeva come accendere il suo pubblico, e lo avrebbe fatto con maestria.

Con calma, quasi al limite del sopportabile, estrasse la camicia di pantaloni, e con uguale gioco, si sbottonò i polsini per poi sfilarsela del tutto

Con la sua camminata, che sapeva catturare gli occhi delle donne, si avvicinò ad alcune in prima fila, danzò davanti a loro, strusciandosi e non strusciandosi, solo il movimento a pochi millimetri dal loro viso, che era in preda all'estasi.

Sfuggì ai tocchi, si sottrasse alle labbra e volutamente la ignorò.

Hermione si muoveva a disagio e, per non darlo a vedere, cominciò a bere dalla coppa di champagne poggiata accanto a lei.

Le bollicine le pizzicarono il naso, le irretirono la mente, inebriarono i sensi, facendole perdere la sua famosa lucidità. Del resto era praticamente astemia, le bastava poco per perdere la lucidità, solo che in quel momento se ne era completamente dimenticata, rapita da quell’esemplare di mascolinità concentrata che le danzava davanti.

Per la prima volta dovette ammettere che non aveva mai ammirato nulla di più sensuale.

Si sentiva ammaliata, lei la ligia e l'integerrima mente del trio.

L'eroina del mondo magico, era caduta nella tela tessuta da quel ragno, pronto ad ingoiare la sua preda.

Eppure vedeva che lui sfuggiva il suo sguardo, forse, per quanto fosse la festeggiata, non la riteneva degna di nota.

Sapeva di non essere una di quelle donne che facevano voltare gli uomini per strada, ma neanche si considerava una “scorfana”. Si sentì sottilmente quasi offesa dal suo atteggiamento, improvvisamente smaniosa di attirare la sua attenzione.

Ma lui la ignorava, nella sua ingenuità l'idea che fosse tutto voluto non la sfiorò.

Veloce lui tornò sul palco e, seguendo le note che riempivano la sala, continuò lo spettacolo.

Si slacciò la cintura e poi lento, fermandosi ogni tanto e guardando il suo pubblico che ormai sembrava squagliarsi sulle sedie, calò la zip, mostrando la striscia di pelo biondo che partiva dall'ombelico fino all'elastico degli slip.

Poi ridiscese tra il pubblico e, quasi per caso, si fermò davanti a lei.
Movimenti sensuali, ondeggiamenti del busto, come a piccoli sottintesi, messaggi nascosti che dicevano toccami, accarezzami, posa le tue labbra sul mio corpo.

Hermione aveva la gola secca, le labbra riarse, istintivamente si passò la punta della lingua sulla bocca. Lui, attento, non perse quel gesto e sogghignò.

Stava per crollare, e decise di infliggerle il colpo finale.

Con le dita le sfiorò impercettibilmente il  profilo, partendo dal viso.

Ogni movenza calcolata ad accendere i sensi della grifona, che ormai sembrava persa.

Come era facile catturare chi, come lei, si nascondeva dietro  un alone che non era reale. Creature falsamente forti, ma che in realtà erano fragili prede di quelli come lui, che dell'arte amatoria ne avevano fatto uno stile di vita.

E lui quell'alone l'avrebbe sgretolato, avrebbe fatto crollare il muro, dove lei con la sua integrità si era barricata credendosi al sicuro.

Aveva atteso ed ora era lì..

Come isolati  in una bolla, dove tutto quello che il circondava era scomparso, lui la invitò a danzare con lui, a seguire le movenze languide e sensuali del suo corpo seminudo.

Come in trance, lei lo seguì. Il cervello si era spento, l’istinto aveva preso il sopravvento. Non pensava, reagiva soltanto. Era come una falena attratta dalla luce.

Non era una grande ballerina, ma con quell'uomo misterioso fu facile.

Non si rese conto che aveva gli occhi d tutte puntati addosso, o forse non le importava.

Per la prima volta si sentì viva, come parte di un sogno.

Dolce e delicato, quasi come ali di farfalla, lui le sfiorò le labbra, poi il naso ed infine la spalla.

Hermione era un mix di reazioni, caldo e freddo ed un eccitazione che partiva dal ventre espandendosi come fiamma.

Un fuoco di artificio, che pericoloso stava per esplodere nei colori più vividi.

Un alone li avvolse, una luce così scintillante che accecò i presenti.

Effetti speciali, una magia. Approfittando della protezione temporanea offerta dall’incantesimo, lui si chinò al suo orecchio e sussurrò roco

- Ti desidero.. -

Lei deglutì a vuoto.

Che le succedeva? Perchè non fuggiva lontano da lui? Perchè si sentiva attratta, perchè lo desiderava anche lei?

Perche..Perchè?

Perchè la ragione spesso non andava pari passo con le emozioni..

Senza sapere come, si lasciò condurre via, non udì i richiami, stupendo i presenti, sembrava rapita, sotto incantesimo.

Ma non vi era alcuno imbroglio, se non quello che non sapeva chi si nascondeva sotto la maschera.

Quella notte lei si concesse per la prima volta ad uno sconosciuto.

Lei che era stata di un solo uomo, e che credeva che con lui il mondo iniziasse e finisse.

Ma così non era.

L'uomo con la maschera le fece scoprire che al di fuori di esso esisteva molto altro.

 

Lasciò che lui l'amasse, e sperò che quel sogno non svanisse alle prime luci dell'alba, come ogni favola che si rispetti.

Sentiva le sue mani, le sue labbra bruciarle sulla pelle.

Passione si mischiò all'estasi, i sospiri ai gemiti ed infine il paradiso divenne inferno e poi finalmente nuovamente paradiso.

Un eden di sensazioni che forse erano state sopite per troppo tempo.

La grifona era avvolta nelle spire della serpe, che le aveva inoculato un dolce veleno.

La sentì sospirare, ancora calda dei suoi baci, chissà se si era pentita?

Era giunto il momento di sferrare il colpo finale, presentarle il conto dopo anni di attesa.

-  Saprò mai chi si cela dietro a quella maschera?- Chiese lei.
Desiderava vedere il suo volto, il volto di colui al quale si era concessa senza remore in una notte di follie.

- E così importante, sapere chi sono? Tra due giorni ti sposi, forse sarebbe meglio dimenticare. – Ribattè sfiorandole con un dito le labbra.

- Lo è per me - mormorò timida, tutto era stato rimesso in gioco quella notte, non era più certa di nulla. Come avrebbe potuto tornare da Ron ora?

- Come vuoi – l’accontentò lui e poi lentamente se la sfilò.

Per poco lei non si strozzò, le parole le morirono in gola.

Vedere il suo volto sconvolto per lui non ebbe prezzo, era valsa la pena attendere, eppure pensava di goderne di più.

Perchè non era così?

Perchè improvvisamente si sentì un uomo viscido e amorale?

Lui che era freddo e non conosceva le emozioni?

Che diavolo gli stava prendendo? Non si era mai fatto coinvolgere da nessuna, eppure improvvisamente qualcosa era mutato.

Il piacere, che credeva di poter provare, si era smorzato alla vista degli occhi della donna colmi di lacrime.

Per la prima volta si vide per quello che era in realtà, un bastardo freddo e calcolatore.

Girandosi l'abbracciò, non seppe il perché, ma sapeva che era la cosa giusta da fare.

Poi le mormorò tra i capelli

- Io e te, vuoi? -

Silenzio.

- Lontano da qui.-

Silenzio.

- Una nuova vita. -

Silenzio.

Solo silenzio.

Lenta lei si sciolse dall'abbraccio e sgusciò fuori dal letto, raccolse gli indumenti e li indossò. Sentiva sulla schiena lo sguardo di lui.

Non doveva girarsi, o sarebbe crollata, quella notte aveva fatto voli pindarici, aveva sognato ed ora il brusco risveglio l'aveva portata alla realtà

Non parlò, non emise un fiato, si mosse in un religioso silenzio.

Aveva avuto la sua rivincita, che altro voleva? Umiliarla pubblicamente, fare dichiarazioni alla stampa? Sputtanarla con il suo futuro marito?

Girò la testa di scatto, se avesse avuto lo sguardo mortale del basilisco, lui ora sarebbe morto stecchito.
Lui la fissava preoccupato, quello che vedeva non gli piaceva. Aveva voluto ferirla, c’era riuscito, ma ora le cose erano cambiate, e vederla così tesa ed addolorata per colpa sua, gli procurava un vuoto allo stomaco.

Intanto con gesti nervosi Hermione si infilò le decoltè e si diresse alla porta, aveva la mano sulla maniglia quando si sentì abbracciare da dietro. Lui le stava porgendo un’orchidea.

- Non dare un calcio al destino, se ci ripensi, questa passaporta ti porterà da me. -

Aria aveva bisogno d'aria.

Stringendo quel fiore delicato tra le dita, uscì veloce come se fosse inseguita da centinaia di  fantasmi, quelli del suo passato.

Chiuse gli occhi, mentre una perla salata scivolò al lato del viso.

Non poteva essere logico quello che provava.

In una notte una vita fatta di regole e compromessi si era dissolta, come era possibile?

Camminò lenta lungo la via, ogni tanto qualcuno la sfiorava passando.

Ma lei sembrava nè vedere, nè sentire. Nella testa un unico pensiero, il  ricordo delle sensazioni vivide e delle parole di lui. Soppesò i pro ed i contro, prendendo anche in considerazione che lui si stesse ulteriormente prendendo gioco di lei in un contorto piano al massacro, il suo, alla serpeverde. Ma la verità era che lei da Ron non poteva tornare, era finita. Non c’era rimedio, perché dopo avere sperimentato come poteva essere con Draco, non avrebbe più potuto accontentarsi di nulla di meno. E Ron era una pioggerellina fastidiosa di fronte alla maestosità della tempesta.

Ed infine giunse alla decisione, strinse forte quel fiore selvaggio, pensò a Draco intensamente e si sentì risucchiare via.

Apparve in una splendida villa sul mare.

Lui era là in piedi, le dava le spalle mentre guardava fuori, le mani in tasca. Anche in quella posizione era sexy.

- So che me ne pentirò, ma sono qui. Ora dimmi cosa è successo stanotte? – Attaccò sintetica. Aveva messo le braccia conserte come a proteggersi, come a volerlo tenere a distanza.

Senza girarsi lui rispose

- Hai solo preso coscienza di quello che veramente desideri. Cosa sia successo, davvero non lo so. All'inizio volevo solo vendetta, una vendetta che aveva atteso anni, ma poi mi sono reso conto che non era così semplice, che il mio attendere pazientemente aveva un altro interesse, non atto a farti del male, ma perchè ti volevo per me. Ho messo a dormire per anni il mio cuore, non volevo ammettere la verità nemmeno a me stesso, ma  è dalla notte del ballo del ceppo che ti voglio, e non solo nel mio letto, ma nelle mia vita. Avevo dimenticato volutamente, per proteggerti, non volevo che nessuno sapesse. Ora lo sai. -

- Tu.. Tu mi hai sempre amato? – Chiese incredula.

- Si, ma eravamo troppi diversi. – Ammise lui.

- Perchè non mi hai mai detto niente? – Insistette alla ricerca di risposte.

- Ci avresti creduto? – Ribattè voltandosi verso di lei.

Silenzio.

- No. – Come avrebbe potuto, per lei allora lui era solo un seguace di Voldemort. Un sospiro, poi lo raggiunse ed abbracciandolo, cingendogli la vita disse in un soffio - Ora si…-

Un sorriso apparve sul volto di lui, aveva aspettato, e l'attesa l'aveva ripagato

Ora dovevano solo provare a conoscersi, una sola notte non bastava, lui sperava in una vita con lei.

Si chinò a baciarla, ma lei gli mise un dito sulle labbra, fermandolo, mentre lui la fissava perplesso

 – Però… Basta Dark Drake.-

Lui ghignò divertito e annuì.

Ora Dark Drake non gli serviva più, tra le sue braccia aveva tutto quello che desiderava, non gli occorreva altro.
 E mentre le loro labbra stavano per toccarsi, lei sussurrò in un soffio – solo per me..-

La risata divertita di lui fu portata dal vento, insieme ai mille e uno sussurri che si scambiarono quel giorno e quelli a venire….
   
 
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