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Autore: scandros    01/09/2004    5 recensioni
Sulla spiaggia assolata di Hurghada, la bianca rena diverrà palcoscenico di un ritrovato amore, ma di una tragedia che lentamente sfocerà in un amore unico, indissolubile. Holly ritroverà Patty, l’amore di un tempo, più forte, più ardente che mai. Comprenderà non è solo un sentimento con la “A” maiuscola, ma un’emozione che ti riempie l’anima, che sfocia nelle vene, che vibra sulla pelle e che il destino renderà inenarrabile, unico e indissolubile. Tom, di fronte all’inequivocabile destino, capirà quali sentimenti realmente prova per Gabrielle. E Benji…inavvicinabile, borioso e sicuro di sé, incontrerà l’amore, quello vero, nel lago smeraldo degli occhi di Kirsten. Attenzione: per i temi trattati, se ne consiglia la lettura ad un pubblico maturo!
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Tradimento d’amore

Tradimento d’amore

 

A carte scoperte….(seconda parte)

 

 

 

 

Capitolo 19

 

 

 

 

 

 

-         BASTARDOOOOOOOOOOOOO! NON LA TOCCAREEEEE! – inveì Holly avventandosi sul corpo del tennista. – Come hai potuto! Maledetto stronzo! Toglile le mani di dosso! IO TI AMMAZZO! HAI CAPITO? – continuò ad urlare colpendo. Robert fu travolto dall’impeto furioso di un urugano. Senza neppure rendersene contro, sentì sugli zigomi alti e ben definiti, la forza e la rabbia dei pugni di Oliver Hutton.

Era la prima volta che succedeva. Lui che aveva sempre avuto come motto e stile di vita il fair play, adesso si ritrovava a ridosso di una persona, intento a sfogare la rabbia repressa e covata in una situazione degenerata, sospinto da un’innaturale forza fisica e da un’ira  a lui sconosciuta.

Il dolore che sentiva alle mani era di gran lunga inferiore a quello che gli stava lacerando il cuore. Nei suoi occhi, ferma e risoluta, l’immagine di Robert che schiaffeggiava Patty e le sue ultime e provocanti parole, colme di astio e disprezzo! Senza dar adito alla ragione, non frenando quell’istinto troppo represso nelle ultime ore, Oliver trascinò Robert sulla sabbia e continuò a colpirlo in volto e nello stomaco lasciando esterrefatti i suoi amici. Tom, Benji e le ragazze non staccavano gli occhi da quel giovane uomo in preda alla frenesia e all’iracondia, incerti su quello che sarebbe accaduto entro pochi istanti e su come avrebbero potuto porre fine ad una scena di tale violenza.  

-         Avrei dovuto farlo ieri quando ti ho incontrato. Non avrei dovuto cedere alla ragione! Dannato verme! Non osare toccarla, hai capito? – urlò Holly rotolandosi sulla rena ardente avvinghiato al corpo del tennista che provava inutilmente ad opporre resistenza.

-         Io ti ammazzo, hai capito Garland? TI AMMAZZO! – continuò ad inveire mentre Tom e Benji si avvicinavano lentamente all’amica tremante. Come silenti spettatori, assistevano alla scena senza proferire parola, alquanto atterriti da quegli eventi che si stavano susseguendo in un turbine di incontrollabili emozioni. Holly, il loro capitano, si dimenava su un altro uomo in uno scontro fisico che avrebbe visto vincere solo il più forte accantonando il minimo barlume di ragione e buon senso.

-         Qualcuno chiami la polizia! –

-         Aiutoooooo! -.

-         Quei due si ammazzano! Fate qualcosa!!!! –

-         Basta! Divideteli! –

 

Urla di disappunto e timore si innalzarono dalla folla ai margini di quell’insolito palcoscenico.

Con un gesto rapido, tornando alla realtà e approfittando della defaillance del tennista, Tom raccolse la custodia delle foto dalla sabbia e la buttò in mare. Trascinate dalla corrente, le stampe oramai sbiadite dall’acqua salmastra, si allontanarono dal parterre di quell’ inconsueto e anomalo teatro. Tornò a guardare l’irriconoscibile amico, coinvolto in una colluttazione che sembrava non avere termine. Quante volte aveva veduto Benji nella medesima situazione? Era tutto così strano e crudele. Avevano invertito le parti, le identità. Il carattere dolce e altruista era stato soppiantato dalla rabbia verso un perduto amore, verso l’efferatezza di un essere abbietto. Per la prima volta dacché lo conosceva, Holly si batteva aspramente per qualcosa che esulava dal calcio, per un sentimento che l’aveva sfiorato all’inizio dell’adolescenza e che l’aveva travolto come un fiume in piena in pochi anni.

Negli occhi scuri come la pece, scorgeva le fiamme della collera, un furore quasi inumano, il desiderio di rivendicare l’onore della donna amata, di riscattare gli anni in cui aveva erroneamente precluso Patty e a se stesso, l’ardore e la passione di un amore reciproco.

 

 

-         Fermi tutti! Che sta succedendo? – chiese un uomo facendosi strada tra i curiosi. Benji lo guardò e lo riconobbe subito: l’aveva visto vicino a Kirsten al suo arrivo in spiaggia.

Holly e Robert parvero non udire il richiamo del poliziotto finalmente giunto sulla scena del dramma. Un altro uomo, ma in divisa si avvicinò ai due sportivi completamente assorbiti da quella cruenta lotta. Benji e Tom guardarono l’egiziano in divisa  e compresero che era giunto il momento di porre fine a quella colluttazione. Lentamente, cercando di non compromettere ulteriormente la situazione, afferrarono il capitano per le braccia trascinandolo via di forza mentre Gabrielle e Kirsten si avvicinavano ad una Patty sconvolta dagli eventi.

-         Va a farti fottere Hutton, tu e la tua puttana! - strillò trattenuto con forza dal poliziotto. – E tu lasciami, stronzo! Bill fa qualcosa? Fa pubblicare quelle dannate foto! – continuò dimenandosi tra le braccia dell’agente. Il bel volto europeo di Robert, stava lentamente lasciando il posto ad una maschera di lividi ed escoriazioni, ricordi evidenti di un Oliver Hutton in inconsueta veste.

-         Quali foto Garland? Quelle trascinate via dalla corrente? – chiese Benji indicando con un rapido gesto il mare.

-         Maledetto. Abbiamo ancora i negativi, vero Cassie? – chiese rivolgendosi all’amica cercando di liberarsi dalla presa del poliziotto. La bionda e provocante dottoressa inglese indietreggiò denotando una palese insicurezza. Guardò Bill cercando conforto nell’amico e amante occasionale. Entrambi non sapevano cosa fare. Erano stati indicati come complici in quel losco affare, e come tali si stavano comportando. In un processo penale intentato nei confronti di Garland, sarebbero stati chiamati in causa anche loro e ne avrebbero sicuramente pagato le conseguenze. In particolar modo Cassandra, avrebbe dovuto rispondere della finta gravidanza di Patty.

-         Io non penso proprio Garland! – esclamò Kirsten con sguardo trionfante. Gli occhi brillavano di intensi riflessi smeraldini sotto i lucenti riccioli fulvi. Il sorriso si accese in volto di un malizioso porpora. - I negativi li ho io. E sarò ben lieta di pubblicare le foto del disperato amore di Oliver Hutton e di Patricia Gatsby. Sarà un ottimo scoop per la cronaca rosa. Inoltre, sarò ancora più contenta di rendere note le fotografie di questa farsa, dei tuoi complici e di divulgare la registrazione di questa insolita mattinata! – esclamò Kirsten in tono vincente brandendo i negativi e un piccolo registratore tascabile. La sua vena giornalistica non l’aveva abbandonata neppure in quegli istanti incandescenti. Aveva scrupolosamente registrato ogni singola parola recitata in quella drammatica pantomima. Le prove inconfutabili della trappola ordita dal tennista inglese e dai suoi due complici. Benji le sorrise rilassato e soddisfatto per quanto aveva appena asserito la giornalista tedesca.

-         E non è tutto. La mia fidanzata e il medico che ha assistito Patty questa mattina saranno molto contente di far aprire un’inchiesta sulla dottoressa Cassandra Hobbins! – aggiunse Tom. Robert sentì le forze venir meno. Avvertì uno strano groviglio allo stomaco. La gola era secca e sentiva la bocca ardere di quelle parole oramai scomparse. Il sudore gelato gli imperlava la fronte alta mentre gli occhi azzurri erano offuscati dall’evidente nervosismo. Vide appena accennati i volti di Cassie e Bill allontanarsi dalla scena. Stavano cercando di dileguarsi tra la folla nel disperato tentativo di fuggire e non essere attivamente coinvolti in quella storia.  Lo stavano abbandonando senza remore, al destino di un uomo oramai sconfitto. Come un castello di sabbia, i suoi piani si erano sgretolati in un attimo. Tanto tempo per ordire la vischiosa trama e pochi istanti per lacerarla.

-         Voi due non andate da nessuna parte! – esclamò il direttore dell’albergo imitato da alcuni collaboratori con l’uniforme del resort. Aveva evidentemente intuito le intenzioni dei due turisti inglesi ed aveva pensato di porre fine a tutta quella storia, collaborando in prima persona. Altri poliziotti giunti sul luogo iniziarono a disperdere la folla accorsa a presenziare alle nozze. In men che non si dica, sul palcoscenico di quell’insolito teatro, erano rimasti solo gli attori principali.

-         Signor Garland, le consiglio di cercarsi un legale, un ottimo avvocato perché con quello che ha combinato, penso che il carcere egiziano sarà contento di accogliere un ospite straniero per almeno vent’anni. –

-         Lei non sa chi sono io! – sbraitò verso il poliziotto in borghese.

-         Non mi serve conoscere il suo nome per sbatterla in cella. – rispose l’ufficiale di polizia in tono acre..

-         Non avete prove sufficienti per incriminarmi di qualcosa. –

-         Intanto la fermo per accertamenti e per tentata violenza nei confronti di Patricia Gatsby! –

-         Sta scherzando? – rimbeccò adirato. – Dovrei essere io a denunciare Oliver Hutton per violenza. Guardate come mi ha ridotto! – urlò additando il volto tumefatto.

-         Signor Garland, non pretenda di insegnarmi il mio lavoro. So bene quello che faccio e le consiglio vivamente di avvalersi del diritto di non parlare se non in presenza del suo avvocato. Altrimenti, tutto quello che dirà potrà essere usato contro di lei! – aggiunse lapidario.

-         Io dico quello che voglio, hai capito stronzo? – sbraitò Robert in tono volutamente offensivo.

-         Bene! Alla tentata violenza e alla truffa nei confronti di Patricia Gatsby, e a quanto ovviamente ne deriva, aggiungo anche oltraggio a pubblico ufficiale.

Forse lei non se ne è accorto ma noi siamo sempre stati qui. Una telefonata ci ha avvertiti che sarebbe successo qualcosa di strano. Siamo venuti a controllare e abbiamo seguito questa storia fin dal primo minuto. Non dovremo lavorare molto per farla incriminare. Inoltre, da quello che ho sentito prima, c’è una registrazione che la incrimina, nonché la testimonianza di un medico e le analisi cliniche che testimoniano la falsa gravidanza della signorina Gatsby.

Quindi, la prego di seguirmi in commissariato senza opporre resistenza e di collaborare con la giustizia. La avverto: non faccia mosse false o sarò costretto a condurla in commissariato in manette. – concluse voltandogli le spalle. - Ahmed, porta in commissariato anche i due complici. – disse ad un poliziotto additando Bill e Cassandra. – Per quanto riguarda voi, - esclamò indicando Benji, Tom, Kirsten, Gabrielle, Holly e Patty, - vi aspetto tutti nell’ufficio del direttore tra cinque minuti. Ho bisogno delle vostre deposizioni. Non lasciate il paese fino a che non avremo effettuato tutti gli accertamenti del caso. Ossam, - disse poi richiamando l’attenzione di un altro agente, - Segnati le generalità dei turisti. Non dovremmo aver bisogno di ulteriori testimonianze visto che eravamo presenti, tuttavia preferisco fare tutto con la massima precisione. Ho l’impressione che andremo incontro ad una pratica di estradizione e il consolato e il governo britannico ci chiederanno tutti i dati per poter procedere. –

-         Io ho bisogno di un dottore. Quel bastardo mi ha ferito! – replicò Robert gesticolando in maniera convulsa.

-         Tu hai bisogno di una bella cella. Andiamo! – rispose l’agente spingendolo di qualche passo dinanzi a lui.

 

Benji e Tom trattenevano Holly ancora sconvolto per quello che era successo a Patty e per la reazione che aveva avuto nei confronti di Robert. Kirsten e Gabrielle assistevano la top model cercando di rincuorarla. Robert, visibilmente investito dalla furia di Oliver, continuava a rimuginare ed imprecare volgarità alla volta dell’ex fidanzata e dei suoi complici che nel momento più cruciale avevano deciso di abbandonarlo a se stesso.

 

-         Va da lui! – le sussurrò Kirsten sfiorandole il braccio. Patty la guardò ammirandola in tutta la sua bellezza nordica. La chioma fulva rifulgeva al sole come la pelle nivea. - Non vi conosco, ma di una cosa sono sicura: ti ama profondamente e merita tutto il mio rispetto. – le disse indicando con il volto il capitano giapponese.

 

Alzò gli occhi verso di lui. Un’aura bianca sembrava dipingerne l’ombra e i lineamenti perfetti. Gli indumenti estivi macchiati di sabbia e sudore. Piccole gocce di sangue imperlavano la maglia aderente al torace muscoloso. Era bellissimo. Il suo adone, quel principe azzurro tanto sospirato anni prima e mai dimenticato. L’aveva desiderato e amato fin dal primo giorno in cui l’aveva visto.

Udiva i cori di assenso e gli applausi della folla spersa e che già amava Oliver Hutton e gridava all’eroe dell’amore.

Come un’adolescente in preda agli spasimi del primo amore, avvertì le gote imporporarsi di quell’imbarazzo d’amore a lei tanto comune. Si rivide nei panni di una Anego oramai cresciuta e più femminile. Ma questa volta, lui non camminava avanti a lei con al piede la sfera a scacchi, non indossava la divisa della squadra, non stava salendo le scale di un aereo che l’avrebbe condotto in un altro continente. Era di fronte a lei. I capelli neri scompigliati dal vento e dalla colluttazione, il volto madido di sudore e con piccoli tagli a conferma dell’avvenuta lotta. Le mani aperte e non più chiuse in pugni desiderosi di colpire, morbide e sicure lungo i fianchi. Continuava a guardarla come ammaliato dalla sua bellezza, dal dolce nome, da quello che era stata e che ancora era.

Tutte le barriere che avevano erto in quegli anni, soprattutto dopo che si erano lasciati, erano improvvisamente crollate sotto la coltre di sabbia e le parole di infamia pronunciate da Robert Garland.

La brezza estiva sollevò bizzarramente il leggero vestito di organza delineando le lunghe e tornite gambe. Il bikini di coralli e paillettes riluceva sotto i raggi intensi del sole di primo pomeriggio. Non riusciva a proferire parola, completamente rapito da quella bellezza semplice e raffinata allo stesso tempo, da quella ragazza la cui immagine era sempre vivida nei suoi occhi.

Un lento incedere di qualche passo: poi si fermarono, l’uno dinanzi all’altra, finalmente spogliati di quei rancori e dei falsi fantasmi che li avevano accompagnati negli ultimi quattro anni.

Holly levò una mano gentilmente verso il suo volto. Con un gesto tenero e affettuoso, le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Lei tremava, visibilmente emozionata. Non riusciva a proferire nulla se non il linguaggio del cuore.

 

 

 

-         Guarda capitano, guarda le nuvole. Non trovi che siano bellissime? Mi piacerebbe un giorno, poter cavalcare su quelle soffici montagne bianche, trascinata via, sulle ali del vento. Deve essere emozionante. Certo, bellissimo. Passerei ore ed ore a guardare le nuvole che si rincorrono in una danza che non ha nulla di predefinito ma che si ripete quasi ciclicamente. Non c’è nulla di razionale, solo la passione che le spinge a nascere, crescere e morire.. Guarda i loro colori…tanti, infiniti, variopinti. E tutto in funzione del cielo e del suo umore.

Le nuvole sono un po’ come i nostri cuori. Si lasciano trascinare via trasportati degli eventi, si emozionano allo stormire dell’amore e si infuriano sconvolti dalla sofferenza…oppure, oppure si gongolano sulla brezza leggera, seguendo l’innaturale danza della monotonia…come quando due cuori vivono un sentimento incerto nutrendosi di timidi barlumi d’affetto, di frasi non dette, di sguardi intensi ma mai intriganti…sono belle le nuvole…sono un po’ come noi. – disse guardandolo.

Due grandi occhi nocciola sognanti, un brillio intenso al loro interno, cosparso di pagliuzze dorate e di una luce immensa. Lentamente, i suoi occhi disegnarono i lineamenti dell’ovale e del corpo sinuoso. Il sogno più ricorrente degli ultimi anni si era materializzato dinanzi a lui. Patty era a pochi passi dal suo cuore, da quell’anima turbata che quotidianamente gli ricordava quanto la amasse.

 

 

-         Domani parto! –.

Quell’improvvisa esclamazione lo fece trasalire. Lo sapeva. Se lo aspettava. L’avrebbe detto prima o poi. Quel suo viaggio, seppur breve, era stato determinante per i suoi sentimenti, per ritrovare se stesso, per capire quali veramente erano i valori che nella sua vita aveva segretamente accantonato nel cuore.

Alzò lo sguardo verso di lei. I raggi del meriggio esplodevano di colori nell’immensità del cielo. Appoggiata alla ringhiera dell’attico, lei continuava a guardarlo. Le sue parole brevi e risolute gli erano arrivate con un soffio dritte al cuore.

La brezza improvvisa scivolò lentamente tra le ciocche scure scompigliandole. Sul volto in penombra brillavano grandi occhi castani screziati di polvere d’oro. Era bellissima. Un nodo alla gola gli impediva di parlare. Continuava a guardarla incessantemente cercando sulle labbra le più piccole e semplici parole da pronunciare. Avvertì un fremito. Il vento bizzarro alzò dolcemente l’ampia gonna dell’abito di lino mostrando le gambe snelle.

Era un uomo oramai. L’aveva dimenticato per troppo tempo. La desiderava, più di ogni altra cosa, nel corpo e nell’anima. Fremeva per abbracciare quel corpo flessuoso e perfetto, bramava al sol pensiero di baciare la pelle nivea e candida. Sentì le gote imporporarsi di quel rossore tipico dell’imbarazzo adolescenziale, il suo essere uomo risvegliarsi nei sensi e nel corpo. Dopo tanto tempo, lei gli faceva ancora quell’effetto.

Nei giorni precedenti, aveva dormito poco temendo di risvegliarsi e non trovarla più nella stanza attigua alla sua. Troppo tempo era trascorso. Lento e inesorabile, aveva diviso i loro cuori in una triste rimembranza colorata di ricordi e sguardi condivisi in una non più vicina adolescenza.

Chiuse gli occhi immaginando le dita affusolate carezzare il petto poco celato da una camicia sbottonata. Sussultò alla dolce sensazione faticando a riaprire gli occhi. Era ancora lì, ferma in attesa di una risposta. La bretellina dell’abito scese lieve sulla spalla pronunciando sensualmente il perfetto decolletè. Dov’erano finiti i principi su cui era sempre stata basata la loro splendida amicizia? Perché il suo corpo reagiva agli impulsi pronunziati in maniera naturale dal corpo femminile?

Non era più la timida ragazzina che lui aveva conosciuto, colei che arrossiva ad un semplice sguardo. Era un’adolescente consapevole delle sue debolezze e delle sue virtù.

Tutto taceva attorno a loro. Sentiva solo l’incessante palpitare del suo cuore. Un battito veloce e ardito per una giovane donna oggetto da sempre dei suoi sogni e dei più insiti desideri.

Respirò profondamente lasciando che il corpo lo guidasse verso quella creatura quasi eterea che non aspettava altro che essere carezzata. Adagio, incedette verso di lei attirato dal magnetismo dei suoi occhi sibillini. Cosa nascondeva l’enigma di quell’espressione celata nei colori più caldi della terra? Non voleva saperlo. Seguiva il linguaggio del suo corpo, quelle orme che in pochi passi l’avrebbero condotto tra le sue braccia. Pochi passi. Un soffio soltanto li divideva. Alzò la mano verso il volto eburneo. Lievemente, l’indice prese a disegnare i contorni perfetti dell’ovale, le sfiorò gli occhi accompagnandosi con il pollice. Sentì sotto le dita, il candore della sua pelle intinto delle note floreali del suo profumo. Una lacrima le imperlò la gota. La sentì tremare. Non per l’imbarazzo, ma per una situazione a lei nuova, anelata e finalmente realizzata.

Si sentì attore di quella scena. Sul palcoscenico c’erano solo un giovane uomo e la sua compagna in cerca di se stessi, di quell’amore per troppo tempo soffocato.

Avvicinò le sue labbra alle piccole gocce che brillavano sulle guance. Lei avvertì  il calore del bacio sulla pelle. Una sensazione inspiegabile, un’emozione che partiva dal cuore. Si sentì stordita e ammagliata dai suoi teneri gesti. Il petto le doleva per il soffocante pulsare. Tornò a sfiorarle il viso avvicinando il volto. I loro occhi erano gli uni negli altri. Parole che si rincorrevano nel silenzio profondo di uno sguardo. Abbassò leggermente le palpebre lambendola con un bacio a fior di labbra. Sentì la sua mano farsi strada tra gli scompigliati capelli corvini. La sentì più vicina, raccolta nel suo abbraccio d’amore. Un altro bacio a fior di labbra. E un altro ancora. Riaprì gli occhi e le sorrise. Le sue iridi castane erano inondate di lacrime gioiose. Le prese il volto tra le mani avvicinandolo al suo. Con la lingua le sfiorò le labbra. Lei lo guardò e sembrò comprendere. Con fare sapiente, si scambiarono i loro primo vero bacio, travolti da un’inesorabile passione e da carezze che sempre più vogliose presero a inseguirsi sui loro corpi. Poi lui si staccò da quell’immagine che gli tormentava il cuore e la mente. Stringendola forte nel timore di perderla ancora, le donò un sorriso dolce e rassicurante. Lei si perse nella quiete di quel volto e nell’emozione che solo lui riusciva a farle provare.

-         Finché il mio respiro sfiorerà le tue labbra, resta con me. - le sussurrò prima di donarle l’ennesimo di un’infinità di baci.

Persa nell’inebriante crepuscolo e avvolta da un’indefinita trepidazione, Patty si lasciò cullare dal suo abbraccio d’amore verso quella porta che la divideva dal divenire donna.

 

 

In un gesto spontaneo ma ricolmo di amore, senza alcun sibilo, cercò conforto sul suo petto. Sentì subito il calore delle sue braccia attorno all’esile corpo. In un moto di nostalgia e sofferenza, lasciò che le lacrime inondassero il torace di Holly che amabilmente continuava a carezzarle il capo, in un silenzio ricolmo di parole e sospiri.

-         Mi dispiace, Holly….mi dispiace! – sussurrò implorando il suo perdono. Voleva scusarsi per il rancore provato in quegli anni, per non aver capito il motivo della sua scelta, per non aver compreso quanto grande fosse sempre stato il suo amore e per non aver ascoltato il suo cuore.

-         Ssssttt! Va tutto bene amore mio. – sibilò dolcemente non aggiungendo altro. Poche parole per definire un grande e nobile sentimento. Le parole e l’abbraccio che da adolescente aveva anelato più di ogni altra cosa. Sentire il suo respiro, il profumo della sua pelle. Adesso era lì, e la proteggeva. Patty comprese che quell’incubo durato quattro anni finalmente volgeva al termine.

Holly era consapevole che aveva finalmente scontato il debito con le sue paure, con quei timori che l’avevano relegato al ruolo dell’eterno secondo in amore, con quelle incertezze che gli avevano fatto perdere la donna che amava. Nulla adesso, avrebbe più potuto fermare la corsa verso la felicità. Si liberò dall’abbraccio e con piccoli gesti, le prese il volto fra le mani. Patty sentì le sue dita carezzare le gote per asciugare le lacrime. Si specchiò nei suoi grandi occhi neri. La tempesta era passata. Non c’era più quella vena violenta che aveva veduto qualche attimo prima. Era tornato in  sé, era tornato ad essere il ragazzo di cui era sempre stata innamorata. Abbassò adagio le palpebre percependo l’avvicinarsi del suo profilo. Avvertì, il sonoro battito del cuore, oramai all’unisono, il lieve sospirar sulle labbra. Tutto ricominciava. Come quattro anni prima.

 

 

-         SE NON POSSO AVERTI IO, ALLORA NON POTRA’ NEMMENO LUI!!!!!!!!!!!!!! –. L’ urlo disperato di Robert spezzò l’incanto dell’attimo, sopraggiunse come un fendente velenoso.

Nelle iridi nere come la pece, Holly vide la sagoma di Robert Garland avvicinarsi velocemente verso di loro come sollevato dal torrido vento del deserto, spinto da un’insana e incontenibile follia. Gli occhi si sbarrarono quando distinse in maniera definita il coltello che brandiva tra le mani. Holly ne era sicuro: non avrebbe mai potuto dimenticare il luccichio della lama, gli occhi iniettati di sangue, quella maschera di violenza dipinta su un volto dai tratti angelici.

Si strinsero l’un con l’altro. Un unico suono. Forte, acuto. Il battito accelerato dei cuori. La paura dipinta in volto. Nei loro occhi, il timore di un perduto amore.

-         Amore! –

-         Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh –

-         NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -.

Un grido. Indefinito, assoluto echeggiò nell’aria. Il silenzio scese come un sipario sulla scena del delitto. Tramortiti, atterriti, tanti occhi sgranati guardavano il suo corpo che lentamente si abbandonava all’abbraccio.

Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum. Tum.

Il calore improvviso sul petto. Una goccia rossa che pulsava, viveva, ingrandendosi sempre di più. Il sapore acre sulle labbra, oramai di un vivido porpora. Un sorriso appena accennato. Le palpebre a serrare lentamente gli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ebbene, la storia sta volgendo davvero al termine. Non ho ancora deciso se ci saranno uno o due capitoli a concludere questa mia storia.

Ringrazio tutti coloro che mi stanno seguendo assiduamente. Un bacio a tutti con affetto.

 

 

 

 (**) La seconda parte del flash back che rivive Holly (quella scritta in verde) è tratta dal 15^ capitolo “ Vi dichiaro marito e moglie”.

 

  
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