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Autore: XavierGiuli    19/04/2013    1 recensioni
L'erede di casa Malfoy, il giovane Scorpius, ora è un ragazzo che sta per cominciare il Sesto Anno ad Hogwarts. La mattina del 1° settembre, sarà costretto ad andare a fare compere per la scuola a Diagon Alley.. E non avrà un incontro piacevole.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ultimatum




Come ogni anno il mese di settembre era arrivato talmente velocemente che il sedicenne Scorpius Malfoy, unico erede di una delle più ambite e blasonate casate Purosangue, nemmeno se n’era accorto. Erano giorni che suo padre gli ronzava attorno, sventolandogli sotto il naso quella che era la solita lista dell’occorrente: che, come ogni anno, non si era ancora disturbato di comprare. Ovviamente era grande abbastanza per recarsi da solo a Diagon Alley, ma era inutile dire che in quegli ultimi giorni d’estate aveva preferito mille volte passare le giornate sulla sua amata Firebolt, svolazzando in partite improvvisate a Quidditch con i suoi amici.

Era distratto il giovane Malfoy, talmente tanto che suo padre a stento riusciva a credere che fosse davvero suo figlio: ma dopotutto, il suo carattere e la sua ambizione non potevano essere di nessun altro se non dei Malfoy. Stava giusto finendo di sistemare il suo baule – sedendocisi sopra, per farci entrare l’occorrente – quando quest’ultimo entrò, deciso per l’ennesima volta a trascinarselo dietro per Diagon Alley, anche a costo di tirarcelo per le orecchie.

A quell’invito – che più che invito sembrava un ultimatum – il giovane biondo non potè non acconsentire, lasciando lì per terra in mezzo alla sua immensa stanza quel baule. Uscì di casa insieme al padre, con quella noiosa lista stretta in pugno: suo padre gli mise una mano su una spalla e si smaterializzarono velocemente dal portone d’ingresso di Malfoy Manor, per ricomparire dopo qualche secondo in un vicolo di Diagon Alley.

Non potè fare a meno di notare, guardandosi intorno, quanto la piazza del paesino fosse gremita di persone; evidentemente non era l’unico che si era attardato con le compere. Sospirò, un po’ seccato da quell’immensa folla, per poi alzare implorante gli occhi su suo padre

 

«Dobbiamo  proprio, papà?»

 

«Sì. Non si discute. Non vorrai mica cominciare l’anno con cose di seconda mano, vero? Non siamo Weasley.»

 

«Certo che no..»

 

Sospirando tra se e se, prese a camminare di fianco all’uomo alto e stempiato che era suo padre: passarono di fianco alla vetrina del Ghirigoro, e il ragazzo non potè fare a meno di spiare il proprio riflesso nello specchio. Spostò lo sguardo da se stesso al padre, osservando a labbra socchiuse. Non ne era di certo la fotocopia vivente, anzi, tutt’altro. Aveva visto molte fotografie di suo padre, da Hogwarts fino al matrimonio, e i suoi lineamenti non lo ricordavano poco più del necessario: se non fosse stato per quegli occhi cerulei e quei capelli biondissimi, probabilmente non sarebbe passato nemmeno per il giovane rampollo Malfoy. Di Draco aveva ereditato un pizzico di carattere, quel pizzico di superiorità che bastava per farlo risultare il più ambito ragazzo della propria casata, nonché del suo anno. Ovviamente, non girava per il Castello con a proprio fianco la scorta di gorilla pronti a sacrificarsi per lui come sapeva era stato solito il padre, ma di sicuro, se vi era un gruppo, sapeva di per certo che sarebbe stato a capo di questo.

Proprio mentre stava per seguire l’uomo dentro il negozio, qualcuno gli piombò addosso.

Evidentemente si era ritrovato nella traiettoria di qualcheduno, senza avere il tempo materiale di spostarsi.

La fronte cominciò a pulsargli fastidiosamente, riportandolo alla realtà in un batter d’occhio: aveva preso una bella testata nel giro di pochi secondi.

Chiunque fosse stato, avrebbe rimpianto sicuramente il giorno in cui si era trovato nella traiettoria sbagliata, al momento sbagliato.

 

«Dannazione.. Guarda dove metti i piedi!»

 

Alzò gli occhi, massaggiandosi la fronte dolorante, giusto per notare un ammasso di capelli rossi e due occhioni azzurri quanto il cielo fissarlo in maniera infastidita. Quel viso l’aveva visto mille volte, cosparso da quelle piccole e visibili lentiggini rosse: la riconobbe immediatamente, era Rose Weasley, figlia di due dei Salvatori del Mondo Magico. Lì per lì rimase interdetto, fissandola quasi stupito: la sua voglia di cercare vendetta era sparita nell’istante in cui l’aveva guardata negli occhi. Non ci aveva mai parlato a dire la verità, si erano solo guardati di sfuggita qualche volta, incrociandosi solamente per qualche corridoio. Il ragazzo si schiarì la voce, rimettendosi a schiena dritta per apparire il più serio possibile, pronto a chiederle scusa per l'increscioso incidente.

Ma il suo carattere pessimo, ovviamente, prese il sopravvento.

 

«Sai, Weasley.. Ci vorrebbe una medaglia, per la tua goffaggine.»

 

«Ma va a quel paese, Malfoy!»

 

Lo spinse con una spallata contro il lato della porta di ingresso, superandolo a passo svelto e irritato, lasciando il biondino ancora più interdetto a fissarla. Aveva carattere, la ragazza, doveva ammetterlo. Ma l’avrebbe pagato, quell’affronto.
Un Malfoy dopotutto, non si sarebbe mai fatto mettere i piedi in testa.
Non da una Weasley.

  
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