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Autore: Radcliffe_    19/04/2013    5 recensioni
“Fumi spesso?”
“Solo quando sono nervoso”
“Sei nervoso spesso?”
Lo guardò. “Ti dà fastidio?”
Niall scosse la testa.
“Dicevo per te. Fa male, dicono.” //
Zayn/Niall, room mates!AU. One-shot che partecipa allo #ShuffleFest indetto dal gruppo su facebook #TheGays. Slash molto lieve!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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…Ma io non sono abituata a scrivere così tanto! ;_;.
Dire che è stato un parto è dire poco (e vi risparmio l’altra metafora poco carina), e spero vi piaccia, davvero.
Questa one-shot partecipata all’originalissimo #ShuffleFest, un challenge del gruppo #THEGAYS: dovevo scrivere una Zayn/Niall, room mates!AU, ed ispirata a questa immagine.
Ta-daaan, <33 (anche se lo Ziall è molto lieve ;_;).
Grazie a chi recensisce e anche a chi legge in segreto: ♥♥♥♥
Ed un grazie assurdo per la solita disgraziata, perché senza di lei in chat non avrei scritto.
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They're about to call the police
 


Le gambe tese poggiate sopra il ripiano sotto la scrivania, il computer caldo sulle cosce, un po’ di patatine di fianco ed una pagina Word da riempire entro alcuni giorni.
Zayn ci pensava su, a cosa scrivere; pigiava qualche tasto, ma poi cancellava.
Era da un po’ che andava avanti così.
Sfiorava i tasti della tastiera con le punte delle dita lunghe: non sapeva da dove cominciare.
Quello che doveva fare, precisamente, era “presentare le principali fonti per la ricerca storica, dalla Grecia Antica al mondo contemporaneo”.
Nonostante non sapesse bene cosa intendeva Mr. Cowell, sapeva che lì dentro, nella sua testa, c’era qualche idea buona. Ne era sicuro. L’unico problema era, infondo, che non sapeva come tirarla fuori e, peggio ancora, come esporla.
Da quanto tempo era che non riusciva a scrivere? Troppo tempo. Odiava non riuscire ad eccellere nei temi o nei compiti di inglese a causa della scarsità di idee ed ispirazioni.
Aveva anche provato a googlarlo, “come sbloccare il blocco dello scrittore”, ma non era riuscito a molto. E, ad aggravare il tutto, c’era il nuovo coinquilino che sarebbe dovuto arrivare settimana prossima.
 
 
 
 
La prima volta che Niall sentì parlare dell’Hallyom College era stato da un suo amico che parlava di ragazze. “Dieci eurose ne trovate una decente” aveva detto, e tutti avevano riso. Ed in quel momento Niall, con la divisa del college un po’ sformata, a quasi seicento km di distanza da casa sua, non riusciva proprio a riderci sopra. Si era trasferito da poco e l’aria piovana di Londra gli dava già i nervi. Com’è che tutta questa gente intorno a lui faceva come se nulla fosse?
Peggiorò tutto quando, sistemandogli bene l’uniforme tutta blu e nera, suo fratello Greg gli indicò un edificio grande, grigio e “Attento ai ragazzi” lo ammonì divertito.
 
La stanza era stretta e lunga, e comprendeva due letti, una scrivania incavata nella parete ed una finestra con la vista sul cortile.
Sulla scrivania c’era un Vaio nero molto bello, vicino ad un paio di casse; su uno dei letti, invece, c’era un baule blu con un cartellino attaccato. “Zayn Malik, n.87/26”
“Se hai bisogno, io sono al terzo piano.” Biascicò il docente che lo aveva accompagnato. “Il tuo coso arriverà tra poco, penso”, ed uscì dalla stanza.
Niall si guardò intorno e “troppo ordine”, borbottò. Dopodiché posò in terra il borsone rosso con la scritta “Niall Horan, n.88/26”, poggiò la custodia della chitarra sul letto e si mise a suonare.
 
 
 
 
Erano le sei del pomeriggio ed il suo nuovo coinquilino era, con tutte le probabilità, già in camera.
Zayn non riusciva a pensarci più di tanto ora però, perché aveva ancora in mente l’illeggibile tema consegnato il giorno prima ed il nuovo titolo per la settimana dopo. Introduzione ai principali temi della storia moderna.
Avrebbe potuto fumare anche alla finestra oggi, tanto Payne era in palestra e non avrebbe potuto fare la spia, il fatto è che non voleva incontrare il suo nuovo compagno di stanza prima del tempo. Addio allo scrivere notturno, pensò, poi si ricordò che non riusciva a scrivere da un mese abbondante e che quindi non avrebbe fatto molta differenza.
Scese dalla ringhiera, preparandosi a salire in camera, si infilò le dita in tasca e, mentre guardava le sue tre sigarette spente in terra, pregò vivamente che al suo nuovo coinquilino non desse fastidio l’odore del fumo.
 
Quando Zayn guardò Niall il giorno del suo arrivo, non lo vide davvero.
Gli occhi chiari, i capelli biondo sporco tirati su e una chitarra tra le mani. Portava la divisa della scuola, quella che ormai nessuno portava più; si era tolto le converse verdi e le aveva poggiate vicino al proprio letto stropicciato, segno che ci si fosse già steso sopra. Aveva un sorriso tranquillo sulle labbra.
“Hei”. Posò la chitarra sul letto e gli tese la mano, un po’ impacciato. “Io sono Niall”.
“Zayn”, rispose. Si strinsero la mano, e neanche due passi dopo Niall aveva cominciato a parlare.
“E’ tuo quel computer?”
“Sì.”
“Wow! E le casse?”
“Pure.”
“Posso provarle con la chitarra?”
“Sei bravo?”
“Me la cavo.”
“Allora ok.”
E, dopo un paio di tentativi chitarra-computer-casse, Niall stava suonando qualcosa.
“Che musica ti piace?”
“Di tutto.”
“Styles ti piace?”
“A chi no?”
Niall sorrise, ed iniziò a suonare le prime note di Things like that, poi si fermò e “Intendevo come cantante” aggiunse.
Zayn lo guardò di sottecchi. Lo stava prendendo in giro?
“Anche io.”
 
 
 
 
“Non porti l’uniforme?”
“Non è obbligatoria”
“Oh”
La mamma, a Niall, aveva detto il contrario.
Zayn si portò di nuovo la sigaretta alle labbra.
Erano tutti e due pronti per le lezioni del mattino, ma mancavano ancora dieci minuti, così Zayn si era appoggiato con i gomiti alla finestra aperta e si era acceso una sigaretta, cercando di non pensare al Nuovo Documento Word completamente vuoto sul suo desktop, in bella vista. Questa volta non se la sarebbe cavata facilmente, pensò.
“Fumi spesso?”
“Solo quando sono nervoso”
“Sei nervoso spesso?”
Lo guardò. “Ti dà fastidio?”
Niall scosse la testa.
“Dicevo per te. Fa male, dicono.”
 
Zayn era un tipo strano. Gli piaceva molto scrivere, leggere, fumare Marbolo bianche, il silenzio, stare solo e dormire il pomeriggio. Quello che a Zayn non era mai piaciuto fino all’arrivo di Niall, era parlare di sé stesso.
Niall lo capiva, ed infatti aveva iniziato con il parlare di gossip (“Hai visto? Harry Styles ha detto che la sua celebrity crush è Louis Tomlinson. E’ quell’attore nuovo, che ha fatto… Com’era? Vabbè: un film con DiCaprio. Voglio dire, ha appena fatto coming out e già parla di celebrity crush. Pazzesco.), di ragazze (“Chi è quella mora?” “Con gli orecchini grossi?” “No no: roba vecchia. Intendo quella con la maglietta scura”) e persino di scuola. Poi Zayn, in una conversazione troppo impegnativa per tutti e due su Il ritratto di Doran Gray, buttò lì un “io adoro scrivere, me è da un po’ che non riesco”.
 
“Secondo me non devi… Sì, insomma, non devi pensarci molto.” Cercò lo sguardo di Zayn, un po’ incerto, poi continuò. “Scrivere deve essere spontaneo, no? Allora scrivi le prime cose che ti vengono in mente. Casa, albero, libro. Poi collegale.” E mangiò una patatina, risoluto.
Erano seduti uno di fronte all’altro, Zayn con il computer sulle gambe incrociate, mentre Niall con un pacchetto di patatite per due stretto tra le braccia.
“Sembra un rito satanico, sai?” disse Zayn sorridendo.
Niall rise, continuando a mangiare e, dopo aver respirato a fondo, Zayn si sistemò meglio gli occhiali sul naso ed iniziò a scrivere.
 
Dopo aver consegnato il tema più elaborato che avesse mai scritto e dopo aver  preso sopra alla media all’esame di scrittura creativa, Zayn aveva deciso di cambiare il soprannome di Niall da “il tipo biondo” a “la soluzione di tutti i miei problemi”.
Non avrebbe mai pensato di potersi trovare così d’accordo con qualcuno, eppure era successo. Stava bene, insieme a Niall. Stava così bene che, per la prima volta in tutta la sua vita, non voleva arrivassero le vacanze. Quando disse a Niall quello che pensava, sentendosi vagamente stupido, Niall rise parecchio.
“Possiamo vederci anche fuori da scuola, dude”.
 
 
 
“Sono le tre del mattino.”
“Lo so.”
“Allora perché stai ancora suonando?”
“Tu perché stai ancora scrivendo?”
“Credo che quelli della 27 stiano per chiamare la polizia.”
“Probabile.”
 
 
E quando Zayn guardò Niall quel giorno, dopo alcuni mesi dal suo arrivo, riuscì a vederlo davvero.
Occhi belli, azzurri e freschi: non freddi, freschi; occhi che sapevano di casa e di bella giornata di sole. I capelli biondo sporco sempre tirati su che si toccava spesso e che, Zayn lo aveva scoperto da poco, erano pure morbidi. Aveva ancora la chitarra in mano quel giorno (E quando non ce l’aveva?) e strimpellava la “Larry Stylinson song” trovata su internet pochi giorni prima con lui, ostinandosi ancora a portare la divisa della scuola solo perché sua mamma gli aveva detto di farlo.
   
 
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