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Autore: Jiraiya    08/11/2007    7 recensioni
Le vicende narrate sono ambientate vent'anni dopo la serie shippuden.Tutti i personaggi principali di "Naruto", quindi, sono ormai persone mature e adulte, magari con famiglia al carico. Dicevo, sono tutti più maturi, tranne un certo biondino di nostra conoscenza, che, per via di una sciocchezza, deve farsi perdonare da una persona per lui molto importante.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Sakura-chan, mi fai male! -
A lagnarsi era stato un uomo sui 35 anni. Capelli biondi, occhi di un azzurro intenso e tre segni per ogni guancia.
- Zitto, baka! Te la sei proprio cercata... -
Sakura, ormai divenuta la miglior ninja-medico di tutta Konoha e non solo, affondò l'ago senza alcuna pietà, non curandosi minimamente dei piagnistei del suo ex-compagno di squadra.
- Con questo farmaco, il flusso del chakra dovrebbe rientrare della norma. Devi averla fatta proprio arrabbiare per averti conciato così, dico bene? -
La kunoichi dai capelli rosa scuoteva la testa, con disappunto. C'era poco da fare, Naruto rimaneva sempre lo stesso: un immaturo, un bambinone.
- Sì, forse ho fatto qualche errorino, un po' è colpa mia... Ma, Sakura-chan, non potevo fare altrimenti! Il mio credo ninja mi obbliga a mantenere sempre ogni singola promessa. Io sono fatto così, non mi sentirei un vero ninja, non mi sentirei un vero uomo, se non agissi così! Ad esempio, non ti ho forse promesso che t'avrei riportato Sasuke? E, difatti, mi pare che Sasuke adesso stia a Konoha e che ti abbia sposato e dato due figli! Non vedo, ora, perchè mai dovrei cambiare il mio modo di essere. Credo che sia mio dovere mantenere anche quest'ennesimo impegno. -
Sakura sorrise con gratitudine. Non avrebbe mai scordato tutti i sacrifici e i pericoli che Naruto aveva sopportato per potergli riportare il suo adorato Uchiha. Ciononostante, replicò duramente:
- Sì, baka, ma questo non c'entra nulla! Quella era una promessa seria, questa è... grr... Ma è meglio se non continuo... -
La kunoichi stava, tanto per cambiare, perdendo le staffe. Naruto, vedendo una strana (e preoccupante) concentrazione di chakra nel pugno destro della donna, s'affrettò a sottolineare un importante e decisivo dettagliuccio:
- Ehm, Sakura-chan, ti ricordo che il tuo dovere sarebbe quello di curarmi, e non di darmi il colpo di grazia^^. Ti ricordo, anche, che sono il sesto Hokage: che penserebbe il villaggio di te, se mi uccidessi? -
Il biondo esibì un sorriso a trentadue denti, ormai perfettamente sicuro di averla fatta franca dall'ira della sua ex-compagna di squadra.
- Guarda che ti salvi solo perchè sei l'hokage, non per altro! Comunque, caro rokudaime, hai dimenticato che posso sempre torturarti, hi hi,hi. -
Sakura aveva una faccia decisamente preoccupante. Quel suo ghigno diabolico era agghiacciante. Col passare degli anni, la sua tendenza agli scatti d'ira oltre ad accrescersi si era anche accompagnata ad una inquietante vena di sadismo.
Naruto sbiancò nel vedere un'altra enorme siringa danzare proprio davanti i suoi occhi.
- Non dimi che... -
- Già, già. Proprio così: ne dobbiamo fare un'altra, ih ih.-
L'ago si piantò nuovamente nella carne dell'Hokage, che, inerme, fu costretto subire questo nuovo castigo.
- Bene, adesso mi sento molto più soddisfatta. Anche se, il pugno mi prude ancora. -
La donna, quindi, scaricò il suo destro sul comodino posto proprio nelle immediate vicinanze del letto in cui era disteso Uzumaki. Inutile dire che il povero mobile finì in pezzi.
"Il tempo passa e lei diventa sempre più violenta," pensò il sesto hokage. "E' stato veramente un bene che non ci sia finito io con lei... Povero Sasuke..."
- Ecco, adesso, ho sfogato del tutto la mia rabbia: mi sento a posto, ora.^^-
-...- fu tutto ciò che riuscì a dire Naruto.
Sakura, infine, fece per andarsene, aprendo la porta. Prima di abbandonare la sala d'ospedale, però, disse ancora due paroline al suo paziente:
- Naruto... Vedi di farti perdonare. Altrimenti la perderai e potresti pentirtene. Tu la ami, no? -
Il rokudaime rimase un attimo in silenzio. Poi aggiunse, sussurrando appena ma in modo che fosse ugualmente udibile:
- Da morire... -
- Ecco, allora datti da fare! Per quel che riguarda noi due, invece, ti anticipo che ci vedremo questo pomeriggio per il controllo pomeridano: stai tranquillo, ti riprenderai nel giro di tre, massimo quattro giorni. Si vede che ti vuole molto bene: se fossi stata io al suo posto, a quest'ora saresti sotto terra a fare compagnia al tuo ero-sennin. -
- Non ne dubito, Sakura-chan: ti conosco bene ^^' -
- Vuoi forse insinuare che sono troppo violenta, per caso? -
- Ma no, che dici, eh eh... -
Naruto rise nervosamente, passandosi la mano sinistra dietro la testa. - Vabbè, lasciamo stare, baka. A dopo. -
Ed uscì.
L'hokage rimase quindi solo in quella cameretta d'ospedale.
Avendo ben poco da fare, si mise a ripensare al passato. Il suo corpo era immobilizzato a letto, ma la sua mente iniziò a viaggiare nel tempo, rievocando vicende avvenute vent'anni or sono.
"E' passata davvero tanta acqua sotto i ponti, eppure io ricordo tutto benissimo," pensò tra sè e sè il biondo. "Come potrei mai dimenticare?"
Ricordava bene il giorno in cui gli giunse la notizia della morte di Jiraiya. Ci rimase di sasso. Doveva molto all'ero-sennin, doveva davvero molto a quel vecchio eccentrico e pervertito. Se ne era andato da grande, gli avevano detto, combattendo contro due avversari assieme, Pain e Konan, due eccellenti shinobi di Alba. Una fine degna di una vera leggenda, insomma!
Oh, gliel'avrebbe fatta pagare a quelli dell'Akatsuki, questo era poco ma sicuro. Per colpa loro aveva sofferto e pianto troppo. Doveva distruggerli! E difatti così fu: l'organizzazione Alba ebbe vita molto breve e dei suoi membri nessuno fu risparmiato. Tutto ciò fu possibile soprattutto grazie al grande regalo d'addio che Jiraiya fece a Naruto.
Ricordava perfettamente, proprio come se fosse ieri, quando Tsunade lo mandò a chiamare per consegnargli il testamento dell'eremita dei rospi. Si trattava di un rotolo notevolmente voluminoso. Al suo interno, v'erano riportati tutti i "jutsu" del ninja leggendario. Questo era il suo ultimo dono per Naruto. Un regalo molto utile, che il ragazzo della volpe a nove code avrebbe ben saputo usare contro quei cani di Alba.
In fondo al rotolo, però, v'era qualcos'altro che nulla aveva a che fare con le tecniche. L'ero-sennin vi aveva allegato, infatti, una serie di appunti confusi e, a dir la verità, molto frammentari. Si trattava della bozza di quello che avrebbe dovuto essere l'ultimo libro della fortunata collana "Icha icha paradise". Il titolo del testo, purtroppo incompiuto, sarebbe dovuto essere "L'ultima pomiciata. Donne di paesi lontani".
Jiraiya, così era scritto nel testamento, desiderava ardentemente che Naruto, il suo allievo, completasse quel testo, servendosi degli appunti che gli aveva lasciato; appunti maturati, con tanta fatica, in tanti viaggi per terre lontane.
Erano passati, adesso, 20 anni da allora e quel libro era ancora incompiuto. Non che Naruto, si badi bene, se ne fosse dimenticato! Ma tra la guerra contro Alba, il recupero di Sasuke, la sua elezione ad hokage, il matrimonio, la nascita dei suoi figli e chi più ne ha, più ne metta, non aveva avuto proprio il tempo di pensarci con calma!
Adesso, però, che tutte le condizioni erano favorevoli, poteva impegnarsi ad esaudire l'ultimo desiderio del grande Jiraiya, completando il testo. Kakashi,in quanto massimo esperto in tema di "icha icha paradise", si era offerto spontaneamente di aiutarlo nell'impresa.
Tuttavia, una certa persona non era affatto d'accordo al compimento di questo progetto. E proprio per via di questa persona che Uzumaki Naruto, Kage di konoha, si trovava in ospedale.
"Tsk... Le donne sono proprio una seccatura! Shikamaru ha sempre avuto ragione, in proposito. Dopotutto, ha un Q.I. di 200, lui. Non poteva non avere ragione.
E adesso che faccio? Rinuncio alla promessa fatta all'eremita porcello? Per lui quel libro era importante! Mi ha affidato questo compito, glielo devo. Lui ha fatto molto per me! Però, come posso al tempo stesso risolvere le cose con lei?
Ah, che casino!"
  
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