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Autore: fraVIOLENCE    19/04/2013    2 recensioni
"E.. dio, non so nemmeno perchè io stia dicendo questo, non è da me! Io.. Io sono Tom Delonge, diamine! Non ho bisogno di dire queste cose!"
Ambientata nell'estate 1999, dopo l'uscita di Enema of the State.
La protagonista è Jennifer, la migliore amica dei tre ragazzi californiani, una ventunenne che presto si ritroverà a fare i conti con un nuovo mondo: quello dell'amore.
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Travis Barker
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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"Mi porti a casa per favore?" - sussurrai.
"Sì.." - rispose lui, imbarazzato.
Si alzò, porgendomi la mano e io la afferrai, alzandomi.
Iniziammo a camminare verso la macchina di Erick, in silenzio.
Eravamo entrambi imbarazzati e nessuno dei due osò dire nulla.
Ci fermammo davanti la macchina e ci mettemmo le scarpe, per poi salire.
Mi allacciai la cintura e guardai Erick mettere in moto la macchina con la coda dell'occhio.
"Scusa.." - mormorai, sospirando.
"Tranquilla. Non dovevo farlo" - disse lui, appoggiando la mano destra sul cambio.
"No, ero io che dovevo dirti sin dall'inizio che non volevo nulla oltre ad una semplice amicizia. Mi dispiace" - sospirai nuovamente.
"Non devi preoccuparti, davvero" - disse lui, accennando un sorriso.
Annuii appena, abbassando lo sguardo.
"Spero di poter rimanere tua amica lo stesso" - mi morsi le labbra.
"Ma figurati, per chi mi hai preso?" - rise appena lui.
Sorrisi e rimanemmo in silenzio, finchè Erick non si fermò ad un semaforo rosso vicino alla spiaggia in cui andavo di solito con Mark, Tom e Travis.
"Puoi lasciarmi anche qui se vuoi" - gli dissi.
"Sei sicura? Non vuoi che ti porti a casa?" - mi domandò, guardandomi.
"Vado a casa di un'amica" - mentii.
"Owh, va bene" - disse lui, accostando la macchina.
"Ci vediamo allora" - sorrisi, slacciandomi la cintura e girandomi a guardarlo.
Lui annuii, avvicinandosi a me e dandomi un bacio sulla guancia.
"Ciao Jen, ci vediamo" - ricambiò il sorriso e scesi dalla macchina, chiudendo lo sportello.
Iniziai a camminare verso la spiaggia, mi tolsi le scarpe e mi sdraiai vicino la riva.
Presi la borsa e iniziai a cercare tra le mille cianfrusaglie il telefono, prendendolo e chiamando Mark.
"Pronto?" - rispose Mark.
"Ti prego aiutami" - sospirai, chiudendo gli occhi.
"Che succede?" - mi chiese Mark, preoccupato.
Mi misi a sedere e mi portai le ginocchia al petto, chiudendomi a riccio e prendendo un lungo respiro.
"Mi mancate un sacco ed Erick mi ha baciata, sono in crisi" - sbottai.
"Frena, ti ha baciata?" - mi domandò Mark curioso.
"E' Skye? Skye l'hai tradito?" - sentii la voce ridente di Tom di sottofondo e inarcai la schiena a causa dei brividi.
"Stai zitto coglione, è Jennifer" - lo zittì Mark - "Allora?" - mi chiese.
"Sì.. Mi ha baciata" - risposi, distrattamente - "C'è Tom lì?" - chiesi, con voce tremante.
Sentii una porta sbattere dall'altra parte del telefono.
"Sì, è appena uscito" - rispose.
"Capito" - sussurrai, prendendo un mucchio di sabbia tra le dita.
"Ma dove sei adesso?" - mi chiese Mark.
"In spiaggia" - sollevai lo sguardo verso il mare.
"Da sola? Di notte? Sei impazzita?" - domandò Mark preoccupato.
"Stai tranquillo, non c'è nessuno" - sospirai - "E poi avevo voglia di stare un po' da sola, e penso che questo sia il posto migliore"
"Stai attenta Jen, mi raccomando. Non fare cavolate"
"Cavolate?" - risi - "Tu invece cosa mi racconti? Che fate di bello?" - domandai.
"Beh, qui sono le diciannove e trenta. Tom è uscito, non sta praticamente mai con noi tranne quando siamo sul palco. Travis sta facendo la doccia e tra un po' usciamo a mangiare qualcosa. Abbiamo voglia di messicano, però sicuramente qualsiasi posto non sarà come il Sombrero" - rise Mark.
"Il Sombrero non si batte" - risi - "Come mai Tom non è mai con voi?"
Sentii Mark sospirare.
"Io ho la stanza vicino alla sua e la notte mi sembra di sentirlo con altre ragazze. Mi sembra, eh. Poi la mattina è uno straccio perchè è ancora sbronzo dalla sera prima" - disse Mark.
Chiusi forte gli occhi e mugolai rumorosamente, sentendo lo stomaco dolermi.
"Tutto bene, Jen?" - mi domandò Mark.
"Sì.. Tranquillo. Mi fa solo male lo stomaco" - sospirai, riaprendo gli occhi e sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Scusa, non dovevo dirtelo. Sono stato un deficiente" - sospirò anche Mark.
"No, no! Stai tranquillo! Non è per quello, è che ho mangiato tanto stasera" - mentii - "Adesso torno a casa prima che mia madre si preoccupi, ci sentiamo domani" - dissi.
"Va bene Jen, ti voglio bene, ricordalo"
"Ti voglio bene anche io" - mormorai, per poi chiudere la chiamata e lasciando cadere il telefono nella borsa.
Mi lasciai cadere sulla sabbia, osservando le stelle. Avevo mentito, mia madre aveva il turno di notte e Dylan avrebbe trascorso il week-end in Colorado con la sua ragazza. Quindi non c'era nessuno a casa che mi aspettasse.
Le parole di Mark rimbombavano nella mia testa: "La notte lo sento con altre ragazze. Poi la mattina è uno straccio perchè è ancora sbronzo dalla sera prima".
Più ci pensavo e più stavo male: il dolore allo stomaco si fece più acuto, avvertivo delle fitte all'altezza del cuore e tremavo leggermente.
Mi portai le mani sul viso e mi morsi le labbra per evitare di piangere, ma fu inutile: presto scoppiai in un pianto isterico.
Le lacrime scendevano veloci dai miei occhi, lasciando righe nere di mascara sul viso.
Mi mancavano i miei migliori amici, mi mancava Tom. Lo amavo e lo volevo con me.
Ma il suo comportamento aveva confermato la mia ipotesi: lui non mi aveva mai amata.
Evidentemente non vedeva l'ora che lo lasciassi per andare a divertirsi in Australia.
Nella testa iniziai ad immaginarmi scene di lui con altre ragazze. Lui sudato, i suoi ansimi, le sue labbra su quelle di un'altra. I suoi sorrisi mozzafiato rivolti ad altre donne.
Mi sentivo morire, piangevo a dirotto e avevo la nausea.
"Fanculo! Non mi merita!" - urlai tra le lacrime, iniziando a sbattere i piedi sulla sabbia.
Cercai di tranquilizzarmi e rivolsi il mio sguardo verso il mare, asciugandomi il viso con le mani e respirando con affanno.
Dovevo smetterla o mi sarebbe venuto un attacco di panico.
Mi sentivo andare a fuoco, merito di tutte le lacrime che avevo appena versato.
Acchiappai la borsa e presi il lettore CD. Mi misi le cuffie e feci partire i Jimmy Eat the World.
Mi distesi nuovamente e chiusi gli occhi, iniziando a riflettere.
Giurai a me stessa che non avrei più versato una lacrima, nè per Tom e nè per qualsiasi altra persona.
Non volevo più sentirmi così e avrei mantenuto la promessa.


Okaaaay gente!
Questa storia è quasi terminata e volevo ringraziare tutte le persone che la leggono e la commentano!
Siete tutti/e bellissimi/e e dolcissimi/e e mi fate commuovere ogni volta!

  
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