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Autore: lee82    19/04/2013    1 recensioni
Mag e Tom amici da sempre, si ritrovano a fare i conti con bambole gonfiabili, amici permalosi ed un mucchio di dollari
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tommy Lee
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mag era appena tornata da lavoro, era stanca e affamata. Non appena entrata in casa gettò le scarpe a destra e sinistra e si spogliò gettando a terra i vestiti. Andò in bagno e aprì l'acqua. Aveva un gran bisogno di togliersi di dosso quella giornata. Si buttò in doccia canticchiando un motivetto nuovo che l'aveva ossessionata tutto il giorno e si beò di quel momento tutto suo. Il suono del campanello però interruppe quel momento magico:

“ Fanculo! Chi sarà?”- si chiese mentre il campanello continuava a suonare- “ Ho capito!!! Sto arrivando!!”

Si coprì con l'asciugamano e corse scalza e bagnata verso la porta. Aprì e vide la faccia scura del suo migliore amico fissarla:

“ Dovevo immaginarlo che eri tu...entra...”- disse facendogli spazio. La presenza di Tom voleva dire solo una cosa: aveva litigato di nuovo con quella specie di barbie.

Il ragazzo le tirò una cartellina:

“ Cos'è?”

“ Sono i documenti del divorzio. Non si può dire che Pam abbia perso tempo”

“ E che ti aspettavi? Un comitato di benvenuto? Era ovvio che lo facesse, se non l'hai ancora capito è stata lei a farti finire dentro mi pare!”

“ Sempre delicata tu eh? Non lo so che mi aspettavo! Forse pensavo che sarebbe stato diverso. Magari che ci avrebbe ripensato!”

Mag alzò le sopracciglia sorpresa

“ Non fare quella faccia poteva essere!”

“ Come no!”

“ Ok senti forse ho sbagliato a venire qui! Sei una stronza lo sai?”

La ragazza alzò le spalle:

“ Che vuoi sentirmi dire? Che mi dispiace? No, nemmeno un po', solo per quei bambini. Loro non c'entrano con le vostre cazzate!”

Tommy la guardò per la prima volta. Il fisico avvolto in un telo bianco, le spalle nude e le gambe sottili. Le guance rosse e i capelli bagnati. Non l'aveva mai vista per quello che era. Mag era bella, una bellissima donna, ma era anche fredda e dura come la pietra. Come Nikki anche lei non sapeva perdonare, né ammettere gli sbagli. Ora stava lì a sfidarlo con lo sguardo di chi sa di avere ragione.

Le si avvicinò e la baciò. Era la prima volta in assoluto che lo faceva, dovette curvarsi per farlo, Mag era piccola di statura. Lei rimase ferma incredula di quel contatto inaspettato. Poi si scosse liberandosi:

“ Che stai facendo?!”

Lui la zittì di nuovo baciandola e questa volta Mag rispose. Era un sogno che si realizzava, era sciocca a cadere in quello che sicuramente per lui era solo un gioco. Un momento per dimenticare i suoi guai, ma desiderava Tom da sempre, voleva che lui si accorgesse di lei. Mag lo aiutò a togliersi la maglia e senza smettere di baciarsi andarono in camera.

La sdraiò e si mise sopra di lei. Le piccole mani di Mag lo liberarono dei pantaloni e Tom la penetrò senza esitare. Il suo cervello era totalmente in black out, voleva solo lei in quel momento.

Fecero l'amore per ore, quello che Tommy non si aspettava era che gli piacesse così tanto. La pelle di quella bellissima donna profumava di buono, quello sguardo lo eccitava e soprattutto il fatto che fosse la sua preziosissima Mag lo faceva impazzire.

Quando tutto finì si gettarono sul letto felici e sudati. Si guardarono increduli. Gli occhi del ragazzo non lasciavano quelli di lei. Con il dorso della mano le accarezzò il viso.

“ Non posso credere che sia successo...”- sussurrò lei con un bellissimo sorriso in volto

“ Già...”- sorrise lui di rimando- “ E' stato bellissimo. Non so descrivere come mi sento adesso”

Lei si accoccolò sul suo petto e lui la strinse a sé. Il cuore di Tommy batteva forte mentre la testa di Mag immaginava già il seguito di quel cambiamento. Forse non era così sbagliato sognare dopotutto. Un ti amo...il vestito bianco...dei figli e chissà forse anche un cane! Tutto quello che voleva ora si sarebbe realizzato.

Fantasticando si addormentò.

 

Aprì gli occhi stiracchiandosi con un sorriso stampato in viso, allungò la mano ma trovò solo uno spazio vuoto accanto a lei. Si levò a sedere:

“ Tom...Thomas..”- chiamò ma nessuno rispose. Si alzò e scalza lo cercò per tutta la casa, di lui nemmeno l'ombra.

Si disse che forse era andato a comprare qualcosa da mangiare, infondo il frigo era vuoto magari voleva farle una sorpresa. E se invece fosse scappato?

Tornò a letto e scacciò quel pensiero brutto dalla mente.

Si rannicchiò accendendosi una sigaretta. Buttò fuori il fumo...

Restò in attesa per minuti interminabili...poi afferrò il telefono. Compose il numero e attese: uno, due, dieci squilli ed infine la segreteria.

Il cuore prese a martellarle nel petto, e l'ansia iniziò a salirle

“ No...non può essere...”- si disse chiamandolo ancora...spento.

Gettò il cellulare a terra in un moto di rabbia. Pensò che forse era solo scarico di batteria, sì, ora lui sarebbe tornato da lei e le avrebbe sorriso ancora. Infondo Thomas era il suo migliore amico, l'unico a cui importasse di lei.

Sospirò accendendo la radio: Vince cantava Without you chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi, ma più il tempo passava più sentiva quel magone crescere dentro di lei.

Si sentiva sciocca, tradita e ferita. L'aveva usata...come una delle tante puttane che si faceva ogni volta che ne aveva voglia.

Aspettò ancora: per il suo cuore era inaccettabile che potesse averlo fatto davvero, ma più i minuti passavano più la delusione si trasformava in rabbia.

“ Era ovvio! Che mi aspettavo? Che mi dicesse ti amo e vissero tutti felici e contenti? Svegliati! Non c'è anima viva a cui importi di te accettalo e basta!”- si disse, ma presto le lacrime iniziarono a scendere senza sosta...

 

Era scappato. Fuggito come un coniglio. Sapeva benissimo che ora Mag ce l'aveva a morte con lui, l'aveva ferita ne era certo. Lei non era una da una botta e via, e pur sapendolo si era comportato da stronzo. Era per questo che non ci aveva mai provato. A Mag lui piaceva, se ne accorgeva ogni volta che l'aveva vicina, ad ogni tocco lei arrossiva imbarazzata, se n'era accorto dalle scenate che gli faceva ogni volta che usciva con una donna. Anche a lui non era indifferente, avere una come lei vicina e non farci niente gli era costato un bel po' di sacrifici, ma non voleva che le cose cambiassero tra loro. Non poteva darle quello che voleva.

Ora però che aveva fatto quel casino si sentiva in colpa. Sentì il telefono squillare e guardò lo schermo. Lo stava cercando. Mise la funzione silenzioso e non rispose. Quando il cellulare smise di suonare lo spense.

Era un coniglio, una merda, un vero stronzo, si disse sentendosi in colpa.

Si incamminò a testa bassa verso casa, non si era mai sentito tanto solo. 

  
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