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Autore: CrHacker98    20/04/2013    2 recensioni
Se state cercando una Fanfiction Yaoi, sbagliate a scegliere questo racconto. Se cercate stessi personaggi, ma in un ambiente diverso, sbagliate ancora.
Questa storia parla del nostro mondo. Quello reale dove Death Note è solo un anime ed un manga. Ma, con nostra grande fortuna...o sfortuna a seconda dei casi, i personaggi della tanto famosa serie, per qualche misterioso motivo ( Errore di un qualche Shinigami? ) si ritrovano nella nostra epoca a combattere gli uni contro gli altri...nell'ombra.
Il più grande scontro di tutti i tempi sta per iniziare.
Ma la domanda che accompagna tutti è: chi vincerà?
Genere: Azione, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando Alfa si svegliò era ancora disteso sopra a Neko, con la testa che gli girava, completamente nudo. Il moro sotto di lui non si era ancora svegliato, ma il ragazzo poteva vedere nitidamente la pelle alzarsi ed abbassarsi sopra alle ossa affusolate del suo corpo.
In un modo inaspettatamente dolce, il rosso gli accarezzò la schiena, percorrendo con le dita la spina dorsale. Appoggiò la testa contro i capelli dell’altro, annusando un vago profumo di fragola, nascosto dal penetrante odore di sangue e sudore. In quel momento però una curiosità gli salì su per il cervello e si trasformò in bruciante desiderio.
Voleva come erano gli occhi di Neko. Sollevare quelle bende arrossate e scoprire cosa celavano con tanta segretezza.
Senza svegliarlo, sciolse il nodo che teneva unite le due estremità della medicazione, facendola scivolare lungo il viso del moro, finendo direttamente tra le sue mani. Con la massima delicatezza il giovane voltò l’amante e vide finalmente il volto senza bende del ragazzo. Senza quei pezzi di stoffa bianchi, sembrava persino più bello.
- Neko...- gli sussurrò all’orecchio. Questi mugolò scontento.
- Che c’è?- domandò in risposta il moro. Alfa sorrise.
- Apri gli occhi...- continuò l’altro.
Il giovane scosse la testa.
- No- disse secco.
- Perché?-
- Perché fanno paura-
Sembrava un bambino dicendo così quello che in realtà intendeva. Voleva avvertire Alfa che i suoi occhi non facevano solo paura, ma erano orribili e disgustosi. Rossi come quelli di un demonio.
- Per favore – lo supplicò Alfa che cominciava ad innervosirsi ma manteneva la calma :- Te lo chiedo io, fammi questo piacere...- lo implorò di nuovo il rosso.
Neko timidamente spalancò le palpebre e vide per la prima volta davanti a sé il ragazzo con cui era andato a letto la notte prima.
Non era molto diverso da come se lo era immaginato, ma la cosa che lo colpì più di tutte furono i suoi occhi. Uno verde e l’altro blu. Strani e inusuali come i suoi.
Alfa d’altro canto osservava compiaciuto le iridi rosse fuoco del giovane sotto di sé. Erano spaventate, terrorizzate, tristi, addolorate. Comunicavano una disperazione che le parole non sarebbero mai riuscite ad esprimere.
Quelle tre tonalità diverse di colori riuscivano a trasmettere dall’uno all’altro i reciproci pensieri.
Alfa vedeva bene l’orgoglio ferito di Neko. Era stato sottomesso, era stato vinto. Non aveva lottato neanche un secondo contro il suo destino e si era lasciato andare. Aveva permesso che il rosso facesse qualsiasi cosa del suo corpo, e non si era lamentato neanche una volta. Ma solo la sensazione che qualcuno, per la prima volta, lo considerasse qualcosa di più di un mostro, ripagava tutti quei torti subiti.
Il moro invece era confuso. L’occhio verde, un verde smeraldo così acceso da sembrare innaturale, era criptico, impossibile da capire o da comprendere. L’altro, chiaro ed azzurro come il mare, sembrava felice, rassicurante.
I suoi occhi erano così brillanti, sembravano fatti di vetro come quelle delle bambole.
D’improvviso il rosso si alzò, rompendo quell’equilibrio che si era venuto a creare.
Neko si girò pigramente sul fianco e seguì la figura del ragazzo fino al lato della stanza. Ora che poteva vederlo con tranquillità gli sembrava piuttosto...bello. Era aggraziato, con le gambe sottili e le braccia affusolate che gli pendevano ai fianchi. Gli sembrava particolarmente attraente, e si stupì lui stesso di quel pensiero, anche se era certo che non era la prima volta che si mostrava nudo sotto gli occhi di qualcuno e sapeva bene che i sentimenti che provava per il rosso erano a senso unico. Per Alfa era solo un giocattolo da manipolare, non era così stupido da non arrivarci, ma a lui stava bene. Non gli importava che l’altro non provasse emozioni nei suoi confronti, l’importante era che per almeno qualcuno lui esisteva, che non era una nullità assoluta. Era questo che si sentiva, uno schifo sputato sul marciapiede.
A quelle considerazioni  si rannicchiò portandosi le gambe al petto ed abbracciandosele.
Alfa si piegò e raccolse i pantaloni lanciati ore prima alla cieca nella furia della passione. Sui jeans svettava una macchia di sangue raggrumato. Bestemmiando ed imprecando arrotolò l’indumento e lo gettò sul divano.
Neko tremò.
- per te io valgo qualcosa?- domandò con voce rotta verso l’altro. Il rosso si dimostrò piuttosto sorpreso a quella domanda, non se la aspettava. Non avrebbe mai creduto che un ragazzo che era capace di sistemare per le feste Mister Muscolo fosse così insicuro di sé e fragile. Certo, questo lo rendeva ancora più adatto ai suoi scopi, rendendogli più facile manipolarlo, ma in fondo provava un certo senso di pietà per quel giovane. Sorridendo si avvicinò al moro e si inginocchiò di fronte a lui. Neko lo guardava spaesato come un gattino, con il viso proteso in alto come se aspettasse una qualche magia da Alfa.
Quest’ultimo si limitò semplicemente ad allungare una mano ed ad accarezzargli gentilmente una guancia.
Non seppe perché, forse per l’emozione, ma delle gocce di sangue cominciarono a scendergli dagli occhi. Neko scosse la testa cercando di pulirsi dal liquido rosso, ma il rosso lo trattenne. Con un bacio lavò via le lacrime color carminio per poi appoggiare la testa contro quella dell’altro.
- Allora, mi aiuterai? Sai che posso darti quello che desideri, te l’ho mostrato, ora non ti resta che uccidere quel bastardo. Lo farai? Lo farai per me?- gli chiese con voce dolce il rosso, ben sapendo di come lo stesse usando.
- Si, lo farò...ma mi prometti che dopo che avrò finito non mi metterai da parte?- ora sembrava per davvero un gattino dal pelo nero arruffato. I due sfiorarono i loro visi, per poi distendersi l’uno accanto all’altro per terra.
 
 
 
 
 
4 DAYS BEFORE...
 
Matt imprecò a gran voce. Nella sua sfilza di parolacce ci infilò anche qualche bestemmia, ma cercò di non farsi sentire troppo dall’amico, seriamente occupato a capire se ci si potesse veramente fidare di quella castana fuori di testa. Melissa dal canto suo stava osservando con curiosità una pistola 6mm, tastando deliziata il grilletto.
- Porca puttana troia, questo cazzo di DS ha deciso di non salvarmi i progressi. Fottuto stronzo, ci avevo messo tre anni per andare avanti in quel  livello di merda ora devo cominciare da capo... – e così continuava imperterrito il rosso, furioso ed al contempo seccato.
Mello non ci fece caso e continuò ad osservare sospettoso la giovane.
- Allora, come hai intenzione di aiutarci?- disse il biondo addentando famelico una tavoletta di cioccolato ma mantenendo sempre gli occhi sulla ragazza. Quest’ultima fece spallucce.
- Oh beh, lavoro in una discoteca. Vedrò quello che posso fare...- rispose con un sorriso prima di alzarsi e mettere la pistola nei pantaloni.
- Hai intenzione di tenertela quella? – domandò nuovamente il giovane indicando l’arma. La castana annuì.
- Ovvio, non voglio che mi sparino. Vabbè, ci vediamo...- tagliò corto lei dirigendosi verso la porta.
Il ventenne si alzò e le bloccò la strada.
Matt si contorse in preda alla rabbia e sussurrò altre bestemmie.
- Dove hai intenzione di andare? Non puoi uscire così come ti va- sottolineò il biondo addentando nuovamente la cioccolata. Melissa sorrise ancora una volta.
- Ma alla discoteca, ovvio. Non volete più le vostre preziose informazioni? – disse lei mettendo il broncio. Il ragazzo sbuffò e la lasciò passare. La donna gli fece l’occhiolino per poi abbassare la maniglia, attraversare la porta per poi chiuderla.
Matt era ancora sprofondato nel divano e cercava di far funzionare la console.
- Mapporcaput...- sussurrò tra sé battendo ripetutamente la mano a lato del Nintendo Ds, ma questi non ne voleva sapere di salvare.
Mello pensò che forse era meglio se lei seguisse la castana. Non voleva certo che si mettesse nei guai. Così sarebbe anche stato sicuro che non avrebbe nascosto loro niente. Inoltre se avesse trovato una pista buona sarebbe stato ancora più utile pedinare l’informatore e, con qualche mazzata, farsi dire di più. Non c’è da pensarci, per una volta una donna si rendeva utile.
- Matt, io esco...- disse subito il giovane prontamente andando via. L’ultima cosa che si sentì fu un pezzo di cioccolata spezzato e mangiucchiato.
Il viso di Matt si illuminò di felicità.
Era riuscito a salvare i progressi del gioco. Respirò sollevato e si guardò intorno.
Rimase sorpreso.
- Ehi, dove cazzo sono tutti? Mi hanno lasciato da solo? – si domandò perplesso.
Nessuno gli rispose, così lui fece spallucce e continuò il livello successivo.
 
Melissa si snodò per tutta la sua lunghezza sul palo, girandoci poi attorno ed aggrappandosi ad esso.
Stava seguendo fedelmente il ritmo della musica ed a volte chiudeva persino gli occhi sognante, gustandosi le note alte e profonde della discoteca. Le luci stroboscopiche danzavano in tutta la stanza, illuminando di tanto in tanto i volti di alcuni uomini muscoli, tutti e tre seduti intorno ad un tavolo con una birra in mano.
- Vi dico così, era un tizio alto, molto magro, con i capelli arruffati neri e la pelle bianca come il latte. Non sembrava molto forte a prima vista, ma vi giuro che con un paio di mosse è subito riuscito a mettere KO un tizio il doppio di lui. Non avrei scommesso una sola lira su quel tipo, ma se l’è cavata- disse l’uomo urlando e bevendo dalla birra.
Mello aveva sentito tutto.
Capelli neri arruffati. Pelle bianchissima. Alto. Che non sembra forte ma è riuscito a mettere Ko un tizio grosso.
Se non si sbagliava, era l’esatta descrizione di L.
Si avvicinò ancora di più agli uomini, ascoltando attentamente.
- Si, vi dico, con un solo colpo. Era una furia. Sono sicuro che alla Fogna delle Anime non ci sia mai stato un mingherlino così cazzuto – urlò l’uomo prima di scoppiare in una fragorosa risata.
Fogna delle Anime, eh?
Era tutto ciò di cui aveva bisogno di sapere.
Senza degnare neanche di uno sguardo la castana uscì dal locale. A giudicare dall’aspetto di quei tizi molto probabilmente questa Fogna delle Anime si trovava nella Downtown. Con passo svelto cominciò a camminare per la strada, dando occhiate sfuggenti ai suoi lati. Improvvisamente ci fu qualcosa che attirò irresistibilmente la sua attenzione.
Una moto sportiva, nera, con la vernice appena passata che luccicava. I cerchioni scuri, la carrozzeria affusolata e i pneumatici striati.
Una vera bellezza.
Senza neanche fermarsi a controllare se ci fosse qualcuno nelle vicinanze, si avvicinò al mezzo e vi salì. Le chiave erano rimaste nella toppa, un qualche coglione aveva lasciato incustodita quella meraviglia.
Partì subito in quarta, sentendo improvvisamente dietro le urla furiose e disperate di un qualche coglione.
Senza neanche mettersi il casco, il ragazzo sfrecciò per le vie della città.
Assaporò dopo tanto tempo l’ebbrezza della velocità, il sentirsi la terra fuggire da sotto le ruote.
Senza neanche accorgersi era arrivato nella downtown, senza sapere neanche lui come. Mello rallentò e cominciò a scrutare guardingo la feccia che si aggirava in quei posti. Appena vide un uomo piuttosto muscoloso, alto ed abbronzato, non perse l’occasione.
- Hey, tu. Sai dove posso trovare la Fogna delle Anime?- domandò con fare seccato il biondo. L’uomo lo guardò storto, e senza neanche aprire bocca indicò la strada dietro di sé. Con un cenno del capo il ragazzo ringraziò per poi risalire di nuovo in sella.
Vagò per un po’ per le stradine strette e sporche, finchè non vide un gruppo di ragazzi che si avvicinavano ad un magazzino decadente e pericolante.
Frenò improvvisamente provocando una strisciata sull’asfalto. Abbassò il cavalletto e scese dalla moto facendo ben attenzione a mettersi le chiavi in tasca.
Appena entrò nell’edificio un odore di marcio e polvere gli entrò nelle narici, facendolo tossire. Due uomini, sopra ad una pedana lottavano tra loro, mentre una folla piuttosto numerosa strepitava in preda all’eccitazione. Mello sputò per terra disgustato da tutto quell’inutile clamore. Si mischiò a quella gente di malavoglia, cercando di trovare un “pollo” adatto a dirgli quello che gli interessava.
Un ragazzotto, più o meno sulla ventina, sembrava essere piuttosto annoiato anche alla vista di quello spettacolo. I capelli tinti di un colore bluastro, gli occhi del medesimo colore che scrutavano ogni volto, ogni cicatrice ed ogni ruga. Una barba rasata che gli incorniciava i tratti del viso facendolo sembrare più grande di quello che in realtà era. Un fazzoletto rosso legato al collo con maestria. Addosso aveva una camicia bianca con sopra un gilet con un cappuccio, un paio di jeans strappati legati alla vita da una cintura spessa in pelle.
Gli annoiati sono quella che la sanno sempre lunga, no?
Si destreggiò tra tutte quelle persone fino ad arrivargli abbastanza vicino da far in modo che riuscissero a sentire le loro reciproche voci.
- Stammi a sentire, moccioso. Alcuni giorni fa qui c’è stato uno scontro tra un tizio dai capelli neri, magrolino, con la pelle bianca. Tu sai per caso che cosa è successo dopo?- domandò il ragazzo con fare autoritario all’altro. Il giovane alzò la testa e squadrò Mello dall’alto al basso, sbuffando seccato.
- Perché ti interessa? Sei un cacciatore di taglie?- chiese a sua volta sospettoso. Il biondo sorrise compiaciuto, scuotendo la testa.
- No, lo sto cercando perché è un mio amico. Mi servirebbe sapere dov’è andato dopo...- spiegò il motociclista. Il ventenne mugugnò accendendosi una sigaretta e cominciando a tirare inspirando profondamente.
- Quello che so, è che quel tizio è stato pestato per bene da un paio di stronzi, poi è caduto a terra come un sacco di patate. Infine è arrivato un altro ragazzo che l’ha preso in spalla e se l’è portato via- disse il ventenne. Mello lo guardò non ancora soddisfatto della risposta cercò di ottenere più informazione.
- Che tipo era questo che si è portato via il mio...ehm....amico?- chiese nuovamente il biondo scoccandogli un’occhiataccia. L’altro sorrise ironico.
- E se te lo dico io cosa ci guadagno? – disse ridendo il ragazzo dai capelli blu. Mello stava per perdere la pazienza.
- Conosco anche una ballerina, ti prometto di fare due giri dentro di lei. Ti va bene, blu?- propose il motociclista.
- sta bene. Era un ragazzo sui diciassette anni, forse diciotto, con i capelli rossi come il fuoco, un occhio blu e l’altro verde. Più di questo non saprei dirti. Quando sono usciti sono andati verso l’Uptown, nella parte occidentale credo. E’ tutto – concluse il ragazzo tirando un’ultima boccata alla sigaretta. Mello annuì, ringraziando sottovoce.
Uscì dal locale proprio quando le urla esplosero. Uno dei due contendenti era con tutta probabilità caduto a terra ed aveva perso.
Poco gli importava di tutto ciò.
“ Chi cazzo può essere quel rossiccio di cui o sentito parlare? Forse Matt ne saprà qualcosa”
Pensò tra sé saltando sulla motocicletta e dirigendosi verso il suo appartamento.


Commento di Juli-chan
Pardon per il ritardo, ma ho avuto un botto di cosa da fare.
Purtroppo non sono arrivata prima al concorso del Lazio, ma terza, sono stata battute da due ragazze del secondo classico
MA LA PROSSIMA VOLTA VINCERO'!!!!!
Vabbuòh...credo che Alfa stia diventando col tempo sempre più stronzo, o è solo una mia impressione.
Invece non mi aspettavo un Neko così ingenuo, ma si sa, la solitudine è il peggior nemico.
   
 
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