Film > The Phantom of the Opera
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Autore: __aris__    20/04/2013    4 recensioni
Emily Wandervitt è un esperta di autenticazione di opere d'arte ed altri oggetti antichi. chiamata a Parigi per una consulenza dall'Opéra, per caso trova un inquietante libro di pelle nera con i bordi delle pagine rosso sangue siglato FO. Incuriosita lo porta nella sua camera d'albergo, ignara di cosa le accadrà d lì a poche ore.
Nel 1875 Erik è alla disperata ricerca di un mezzo per riunirsi alla sua Christine. Disposto a tutto utilizza un incantesimo per tornare indietro nel tempo ma non otterrà il risultato sperato ...
-- ispirata al film del 2004 ed alla versione per il 25esimo anniversario del musical, con qualche accenno del romanzo. spero vi possa piacere e che la recensiate!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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AVVISO: caro Lettore, lo so che non è periodo di Natale ma ti assicuro che lo uso solo come pretesto, oltre che come riferimento temporale! Infatti non è molto natalizio! Se vorrai sentire la canzoncina che disturba Erik ti lascio il link http://www.youtube.com/watch?v=Yjcu4-E-PFE (è la più ridicola che mi sia venuta in mente! Ma il contrasto tra la smorfia disgustata di Erik ed il “tampaty tampaty tampaty tampaty tamp” del coro era troppo divertente! Un giorno mi impiccherà per come lo tratto!) Anche se non lo ritengo un gran capitolo, spero ti piaccia e, se vuoi, dimmi cosa ne pensi!
PS: spero di aver coniugato correttamente il verbo in francese ma se non l’ho fatto correggetemi!
 







  Erik Destler era comodamente seduto sul divano della biblioteca intento a leggere un libro di immunologia ignorando la neve che cadeva su New York e che riusciva a sporcarsi prima ancora di toccare il suolo. Virus e batteri erano decisamente più interessanti di stupidi fiocchi di neve! La medicina era sempre stata uno dei suoi molteplici interessi e lo studio di Alex aveva una fantastica biblioteca medica. Sebbene i libri usassero tutti linguaggio tecnico abbastanza specifico per Erik non si trattava di una lettura eccessivamente complicata: in fondo aveva sempre imparato da autodidatta.
Le settimane erano corse veloci in casa Wandervitt con poche o nessuna novità rispetto al Ringraziamento, eccezion fatta per gli enormi scatoloni arrivati il giorno prima che avevano reso l’umore di Emily particolarmente allegro.
La sua lettura fu interrotta da una musica … una musica di natale? Una ridicola musica di Natale su un pupazzo di neve di nome Frosty??!! Era arrivato Natale e lui non se ne era accorto?! Non che gli importasse del Natale, ma voleva dire che era a New York da più di tre mesi! La musica proveniva dal salotto da dove si sentivano anche le voci dei fratelli Wandervitt discutere sul “senso artistico nel piegare i rami”. Guardò indeciso il libro, momentaneamente appoggiato sul divano, non sapendo se seguire la curiosità e vedere cosa stessero combinando quei due oppure rimettersi a leggere ed ignorarli; loro e quella ridicola canzoncina orrenda con i sonaglini! Vinse la curiosità. Erik uscì dalla biblioteca, rendendosi impercettibile alla vista ed all’udito, e si portò dietro la soglia del salotto nel più assoluto silenzio.
Il salone era una stanza molto grande per una parte occupata dal tavolo da pranzo dalle pareti  chiare con qualche quadro appeso; c’erano un tavolino in vetro basso ed un lungo divano color crema dalle linee moderne. Tutta la stanza era piena degli scatoloni arrivati il giorno prima: erano stati aperti ed il loro contenuto sparpagliato in modo caotico. Si trattava di dozzine di addobbi natalizi della più varia foggia: palline in vetro, decorazioni in legno, ghirlande ed altri ancora. Lo sguardo di Erik fu attirato dai due americani intenti a montare un albero finto che arrivava quasi fino al soffitto.
Emily era salita su una sedia, mentre Alex era rimasto a terra ed entrambi cercavano di montare la parte più alta dell’albero in modo che fosse dritta. Ad un certo punto Emily perse la presa e quell’insieme di plastica e brillantini argentati finì addosso al medico che si ritrovò completamente sommerso dai glitter. Emily scoppiò a ridere ammirando il contrasto tra la, ormai, ridicola tenuta del sempre preciso dottor Wandervitt e lo sguardo omicida nei suoi occhi. Alex sapeva che l’otto dicembre non era mai la sua giornata fortunata! Tutto grazie alle brillanti idee della sorella!
Erik aveva assistito a tutta la scena non visto ed era rimasto impassibile fino a quando Emily non aveva iniziato a ridere. Era bella quando rideva. No bella non era esatto: era luminosa! Rendeva persino l’espressione truce e furente di Alex meno minacciosa! La risata di Emily era acuta ma non stridula, leggera e cristallina. Nelle orecchie del Fantasma divenne una musica … una danza vivace … un rondò. Si mise a suonare quasi senza rendersene conto e le note uscirono praticamente da sole. Come ogni volta che la Musica si impadroniva di Erik l’uomo era costretto a darle sfogo. In quei momenti non era né Erik Destler né il Fantasma dell’Opera, ma solo uno strumento della Musica che si propagava in lui come una scarica elettrica che non gli lasciava scampo! Suonata la danza cercò un foglio pentagrammato per fermare le note sulla carta, ma si dovette accontentare di un semplice foglio bianco in cui scrivere gli accordi in forma abbreviata, e passò il resto della giornata a perfezionare la sua composizione.
Dopo diverse ore aveva trovato la forma perfetta: non era molto lungo ed era in La minore, tonalità che aveva permesso al brano di avere un colore limpido e luminoso.
 “È bellissima ... di chi è?” Erik era talmente concentrato sulla sua musica da non essersi accorto che Emily era entrata nella stanza, restando sulla soglia con un vassoio in mano.
È … mia!” il Fantasma esitò nel pronunciare l’ultima parola che uscì con un inaspettata possessività, ancora scosso per la violenza con cui la Musica si era fatta viva dopo anni di silenzio.
È meravigliosa!”  Emily non aveva mai sentito Erik suonare una sua composizione ed era rimasta molto scossa da cosa fosse capace di tirare fuori da quegli ottantotto tasti. Era il brano più splendente e meraviglioso che avesse mai udito! Era come una mattina di primavera piena di Sole dopo giorni di pioggia incessante! “È bellissima! Ha già un nome?
In effetti no.” Disse guardando pensieroso il foglio, ormai ridotto ad una serie di scarabocchi incomprensibili a tutti fuorché a lui. Si voltò verso l’americana che aveva posato il vassoio sulla scrivania accanto al pianoforte; il suo volto portava ancora i segni della meraviglia per la sua Musica.Cos’hai portato?”
Tea e biscotti allo zenzero. Tradizione di Natale!” rispose sorridete mentre porgeva all’uomo una tazza di tea accompagnata da qualche biscotto.
Hai avuto un permesso speciale per mangiare biscotti alle sei e mezzo?” chiese Erik rigirandosi uno di quegli strani biscottini a forma umana tra le mani. Anche se non passava molto tempo con i suoi ospiti aveva comunque imparato molte cose sul loro conto; ad esempio sapeva che Emily era molto golosa di dolci (tanto che in quella casa non mancavano mai torte o muffins) il cui consumo era rigidamente regolato e controllato da Alex.
Lei abbasso gli occhi colta in flagrante “Prima c’è stato un piccolo incidente con l’albero … ed Alex è andato in ospedale alla ricerca di un buon intervento per tirarsi su il morale!” Erik annuì facendo finta di non sapere di cosa stesse parlano “Temo che questa sera sarai solo perché non ho idea di quando Alex tornerà ed io devo andare ad un party.” proseguì dopo qualche minuto di silenzio con aria un po’ rassegnata.
Non mi sembri molto contenta.
Il party è organizzato da uno dei miei migliori clienti … ci sarà tutta la New York che conta … quindi devo andarci, ma con questa neve preferirei restare a casa avvolta da una coperta di pile a vedere un vecchio film anni ’50!” spiegò guardando fuori dalla finestra: ad Emily piacevano le nevicate, ma solo quando tra loro c’era una bella finestra a doppio vetro!  
Erik rassicurò la ragazza ricordandole che era già capitato che in casa non ci fosse nessun altro oltre che lui. “Ho passato tutta la vita dal solo ed in posti ben peggiori di casa tua! Credo che riuscirò a sopravvivere!” aveva concluso con un ghigno da Fantasma dell’Opera triste a cui Emily non badò molto rispondendo “Nessuno dovrebbe passare tutta la vita da solo!
Perché quando Emily parlava così non riusciva mai a trovare qualcosa da ribattere? Nonostante le sue affermazioni gli sembrassero tremendamente ingenue non trovava mai nulla da obiettare! Nessuno doveva vivere tutta la vita da solo, ma nessuno era stato più solo di lui durante tutta la vita! Avrebbe avuto molte cose con cui opporsi! Tuttavia la voce di Emily racchiudeva sempre una nota di decisa determinazione che lo lasciava disarmato!
Bevvero il tea parlando di molte cose: erano tante le curiosità che Erik iniziava a nutrire sugli anni 2000 ed Emily le soddisfaceva tutte; d’altro canto la ragazza rimaneva sempre sbalordita ascoltando frammenti della vita del Fantasma. Sembrava che aver vissuto per anni nei sotterranei di un teatro fosse la più normale delle cose che avesse fatto! Ad ogni modo lui stava ben attento a scegliere aneddoti che non turbassero la sensibilità dell’americana. Terminata la bevanda Emily si congedò e lo lasciò  con la sua musica.
Questa era una scena che dal Ringraziamento si stava ripetendo abbastanza spesso: ad una cera ora Emily entrava in biblioteca, magari con del tea, e parlavano di musica (anche se l’americana continuava a non voler suonare amava profondamente la musica!), di Shakespeare (autore prediletto da entrambi), e di tutte quelle cose degli anni 2000 a cui Erik non riusciva a trovare un senso (e spesso Emily doveva ammettere che di senso non ne avevano affatto!); parlavano di tutto e di niente con una naturalezza che lasciava Erik senza parole! Certo Emily saltava letteralmente dalla poltrona quando il senso teatrale del Fantasma dell‘Operasi palesava in tutto il suo splendore, ma non mostrava mai terrore o disgusto nei suoi confronti!
A dire il vero le prime volte non era stato affatto felice delle intrusioni della ragazza e la ignorava continuando a suonare; lei si limitava a sedersi sul divano e lo ascoltava restando ferma e zitta. In questo modo Erik presto riusciva a concentrarsi pienamente sulla musica dimenticandosi di avere un pubblico; dopo un po’ si girava e non la trovava più, rimaneva solo la teiera con  la bevanda ancora calda, sebbene preparata molto tempo prima.
Un giorno, in cui il suo umore era particolarmente pessimo, l’aveva rimproverata di essere ostinata e testarda, lei gli aveva sorriso rispondendo “Se non lo fossi non sarei qui!” e dal tono usato Erik aveva intuito che non intendeva dire solo “in questa stanza ed in questo momento.”; così da quel momento avevano iniziato a parlare. Le loro conversazioni erano sorprendentemente facili e stimolanti, ma c’erano due argomenti che restavano innominati: Christine, perché lei non voleva mettere sale su una ferita aperta, ed il passato di Emily, c’erano cose più interessanti della vita che l’americana aveva condotto fino a poche settimane prima! Visto quanto fosse piacevole la sua compagnia, e che lei cercava sempre di non interromperlo, Erik le concesse il permesso di entrare liberamente in biblioteca mentre suonava, anche solo per ascoltarlo; privilegio che non fu riservato nemmeno a Christine.
Verso le nove il perito bussò delicatamente alla porta prima di aprirla leggermente ed Erik la vide avvolta in un lungo cappotto nero da cui emergevano frammenti dell’elegante abito da sera. Dovette ammettere che era molto bella: l’abito era lungo, dalle linee semplici e senza fronzoli, realizzato in seta blu cangiate metteva in risalto i suoi occhi; mentre il trucco era apparentemente inesistente, ad eccezione delle labbra laccate color ciliegia. Tutto l’insieme era semplicemente delizioso! Certo non era paragonabile alla bellezza eterea della sua Christine: Emily Wandervitt era decisamente più terrena, carnale e consapevole della propria femminilità.
Buona notte Erik!” lo salutò con un sorriso.
Amusez-vous mademoiselle!” ricambiò con un cenno del capo. (divertiti mademoiselle, nda)
Rimasto solo, quando anche il taxi si fu allontanato, il Fantasma fu preso da uno strano desiderio completamente inaspettato: per una sola, singola, millesimale frazione di secondo desiderò con tutte le sue forze che la donna fugacemente apparsa sulla porta rimanesse con lui, anche solo per ascoltarlo o per continuare a conversare! In fondo, si era giustificato, non voleva nemmeno andarci a quella festa!
   
 
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