- MIOSODITE
- -Capitolo
due-
- “No
aspetta, fammi capire bene. TUA
MADRE HA INVITATO IL PROF STRANAMORE A CENA?!” chiese Cher
sputando alcuni pop
corn che aveva in bocca.
- “Shh!”
esclamò Rosalyn portandosi un
dito alle labbra e guardandosi intorno circospetta, “Non
urlare! Vuoi farti sentire
da tutta la scuola?!”
- Erano
le otto di venerdì sera e, come
da loro abitudine, si trovavano a scuola a ‘vedere’
la partita di basket.
- Sì,
‘vedere’ era un parolone. Diciamo
che erano lì soprattutto perché a Cher piaceva
stalkerare Dean Geller. E perché
a lei piaceva rifarsi un po’ gli occhi.
- “Tanto,
se loro due si metteranno
insieme, a scuola si verrebbe comunque a sapere”
- “Oddio,
non mi ci far pensare” disse
la ragazza afflosciandosi sul seggiolino di plastica blu.
- In
quel momento tutti si alzarono in
piedi ad esultare e le due amiche, un po’ impacciate, li
imitarono.
- “Tu
hai visto che è successo?” le
chiese Cher.
- “No
ma credo che la nostra squadra
abbia fatto canestro” rispose battendo le mani.
- “Ottimo
spirito d’osservazione” disse
l’amica risiedendosi.
- Rose
la imitò.
- “Poi
ti immagini che brutto?! Vivresti
con l’uomo che ami e con la donna che te l’ha
rubato!”
- “Eh,
esagerata! ‘Uomo che amo’ mi
sembra un po’ troppo, non credi? E’ solo una
semplice cottarella e…” la giovane
si bloccò vedendo lo sguardo scettico dell’amica,
“E non abbiamo abbastanza
merendine ipercaloriche per affrontare il discorso, perciò
vado a fare
rifornimento”.
- Cher
sospirò, “Ok, ma sbrigati. Ho
bisogno di qualcuno che mi spieghi quanto valgono i touchdown”
- “Em…
mi spiace deluderti Cher ma nel
basket non ci sono i touchdown”
- “Va
bè ci siamo intese, no?”
- Rosalyn
alzò gli occhi al cielo, si
alzò, scese dalle gradinate e, cercando di passare il
più inosservata possibile
e di evitare di essere colpita dalla palla che avrebbe potuto benissimo
sfracellarle la faccia - l’unica cosa decente del suo corpo
che FORSE possedeva-,
uscì dalla palestra dirigendosi verso il chioschetto.
- “Buona
sera Mr. Jones” disse
salutando cortesemente l’uomo che si trovava dietro al
bancone.
- Il
signor Jones, marito della sua
insegnante di ginnastica, la signorina Jones, era uno dei bidelli della
scuola
e, durante le partite, si occupava del chiosco.
- “Oh,
buona sera Rosalyn. Come posso
esserti utile?”
- “Mh,
mi dia tre snack al cioccolato, due
vaniglia e nocciole, quattro al cioccolato fondente e caramello e,
giusto
perché sono a dieta, una coca cola piccola”
- L’uomo
la guardò un po’ sgomento e
poi si mise alla ricerca di quello che gli aveva chiesto.
- “Non
sapevo che le diete prevedessero
il cioccolato” disse una voce dietro di lei.
- “Molto
studi hanno confermato che il
cioccolato risolleva il morale. Come faccio a fare la dieta se ho il
morale a
terra?” replicò, girandosi per vedere a chi
appartenesse quella voce così sexy.
- “Ottima
osservazione” disse l’uomo che
Rosalyn scoprì essere il professor Bollore.
- Come
aveva fatto a non riconoscerlo?
- Lui
le sorrise mentre lei rimase con
la bocca aperta come un’ebete.
- ‘Di
qualcosa! Di qualcosa, dannazione!’
- “Ecco
a te, cara” disse il signor
Jones appoggiando sul bancone tutto quello che aveva chiesto.
- “Em,
grazie” disse lei prendendo il
portafogli.
- “Lascia,
pago io” disse Ian.
- ‘Eh?!’
- “N-no,
no, la prego” disse la ragazza
arrossendo, “Non deve”
- “Oh,
ma per me è solo un piacere. In fondo
sei la figlia di Crystin” sorrise lui.
- “Bè,
ma...”
- Non
finì la frase che Somerhalder
passò delle banconote al signor Jones.
- “Almeno
scelga una merendina” disse
Rose.
- “Vorresti
privarti di una di queste
delizie?”
- “Diciamo
che non è una cosa che
permetto a tutti…ma per lei farò
un’eccezione. In fondo è un amico di mia
madre” replicò lei imitandolo.
- Oddio,
non è che stava flirtando con
il suo prof?
- “Oh,
che onore!” disse lui ridendo.
Dio, che risata! “Prenderò questa al cioccolato
fondente e caramello”
- “Ottima
scelta!” disse la studentessa
sorridendo e, per la prima volta, si rese conto che non era agitata in
sua
presenza e si diede mentalmente una pacca sulla spalla.
- “Sei
qui anche tu per sostenere la
squadra?” le chiese.
- “Sì,
più o meno. Io e la mia migliore
amica non ce ne perdiamo una”
- “Wow!”
- “Ci
consideriamo dei portafortuna”
- “Allora
se vinciamo sarà solo merito
vostro”
- “Eggià,
ci dovrà alzare il voto in
matematica…” scherzò.
- “Potrei
ma se invece perdiamo dovrei
abbassarvelo…”
- “No,
la prego! Più basso di così si
può passare solo ai numeri negativi” disse Rosalyn
ridendo e contagiando anche
il professor Stranamore.
- Non
avevano mai parlato al di fuori
di un’aula scolastica e tutto questo le sembrava un sogno.
- Non
solo per il fatto che si stava
rivelando una persona 'alla mano', ma anche perché sembrava
così dolce, così…così
tutto.
- “Va
bè, ti lascio. Non voglio che la
tua amica ti dia per dispersa”
- “Quale
amica?” chiese la giovane, incantata
dai suoi occhi.
- “Non
eri qui con una tua amica?”
- “Oh,
sì sì, certo. Scusi, ero sovrappensiero”
- ‘No,
complimenti! Maniaca e ritardata
ora!’
- “Allora
ci vediamo lunedì a scuola” disse
Ian.
- “Certo.
Arrivederci”
- “Ciao
Rosalyn” disse lui sorpassandola.
- “Prof?”
- “Mh?”
disse lui girandosi.
- “Per
quello che è successo ieri
pomeriggio…bè, volevo dirle che io non sono
pazza”
- “Pazza?”
- “Sì,
sa quando mi sono messa ad
urlare in giardino”
- Somerhalder
piegò la testa di lato,
“Io ti ho trovata buffa”
- Lui
l’aveva trovata buffa.
- L’AVEVA
TROVATA BUFFA!
- Oh,
perché quando serviva non c’era
una telecamera?
- “Rose?
Rose cara?”
- La
voce della signora Thomas la destò
dai suoi ricordi della sera precedente.
- “S-sì?”
chiese Rosalyn sbattendo un
paio di volte le palpebre, come se si fosse appena risvegliata da un
lungo
sonno.
- “Stai
bene?” le chiese la donna.
- “Oh,
sì sì, stia tranquilla”
- “Sicura?
No perché è da più di venti
minuti che vedo che cerchi di sistemare quei fiori ma rimani sempre
allo stesso
punto.”
- Erano
le tre di pomeriggio di un soleggiato
sabato d’ottobre e la ragazza stava lavorando nel negozio di
fiori dei nonni di
Cher, che le aveva chiesto di sostituirla.
- “Em,
scusi ora sistemo” disse prendendo
altri Fiordaliso da unire al mazzo.
- La
signora Thomas le sorrise e poi
tornò ad occuparsi dei clienti.
- ‘Rose,
Rose, Rose…il professor Bollore ti sta entrando troppo
dentro, fermati finché
puoi’, si
ammonì
mentalmente. ‘Ha mille anni
più di te!
Ok, magari non mille anni, ma più o meno siamo
lì. E poi…’
- “Buon
pomeriggio Rosalyn” disse una
voce che, questa volta, riconobbe.
- ‘Non
è possibile…’
- Rose
alzò il viso e incontrò gli
occhi più belli che avesse mai visto -di
quell’azzurro che solo il cielo
d’estate può avere- accompagnati dal sorriso
più luminoso, capace di illuminare
un’intera città.
- Il
suo professore era semplicemente
una bomba atomica di bellezza vivente.
- Era…era…
- “Rosalyn
sono io, Ian Somerhalder.
Sono il tuo prof, ricordi?” chiese lui vedendo che lo stava
fissando con la
bocca mezza aperta e lo sguardo da maniaca sessuale.
- “Em…sì,
sì, scusi prof, è che sono
cieca come una talpa e sa, con questo sole” rispose la
giovane un po’ impacciata.
“Ma che ci fa qui?” chiese cambiando rapidamente
discorso.
- “Passavo
di qua” diede lui come
spiegazione, “Stavo facendo jogging. Ti ho vista dalla
vetrina e ho pensato di
venirti a salutare”
- La
giovane osservò il suo
abbigliamento e ringraziò il cielo di essere appoggiata ad
uno sgabello perché
altrimenti sarebbe di certo svenuta per terra.
- Somerhalder,
infatti, indossava una
tuta grigia (sia felpa che pantaloni) aderente e portava i capelli
spettinati e
leggermente umidi.
- Rosalyn,
che invece indossava la
divisa del negozio - jeans neri, maglietta bianca e grembiule verde
scuro -, si
sentì comunque uno schifo di fronte a lui.
- “Ha…ha…ha
fatto bene” disse lei deglutendo
rumorosamente.
- Improvvisamente
sentiva la bocca
secca.
- Il
professore sorrise.
- “Comunque
vorrei cogliere l’occasione
per comprare dei fiori. Tu sei una ragazza. Che fiori
sceglieresti?”
- “Dipende
dall’occasione…”
- “Voglio
regalarli alla mia ragazza”
- A
quelle parole la ragazza, che
mentre parlava con l’uomo aveva afferrato delle forbici per
tagliare il gambo
ai fiori, per sbaglio tagliò via il Fiordaliso dal gambo.
- ‘Ragazza?’
- Rose
sentì una piccolissima fitta al
cuore che smise di battere per un secondo.
- Lo
stomaco si annodò su se stesso e
le sembrò di essere in una di quelle scene che ci sono nei
cartoni animati,
quelle in cui quando la protagonista riceve una brutta notizia la si
vede
immobile che sprofonda nel buio più totale e, ad
illuminarla, c’è solo una
piccola luce.
- Ecco,
se in quel momento fosse stata
un cartone animato, si sarebbe ritrovata in quella situazione.
- Lo
sapeva benissimo che, per svariati
motivi che ora non aveva voglia di analizzare per l’ennesima
volta, tra lei e
il suo prof non ci sarebbe potuto essere mai nulla, ma questo non
voleva dire
che non soffriva.
- A
lei piaceva davvero.
- Le
piaceva come a Cher piaceva Dean.
- E
non ci poteva fare nulla, perciò
aveva tutti i diritti di stare male.
- Perché
il cuore dell’uomo per cui
provava qualcosa di forte apparteneva ad un’altra.
- Perché
il suo conte Fersen aveva già trovato
la sua Maria Antonietta.
- “Rosalyn,
stai bene?” le chiese Ian piegandosi
in avanti.
- “Mh?
Sì, sì, scusi…” rispose
cercando
di riprendersi un po’.
- “Sei
sbiancata di colpo...”
- “Sì,
ma stia tranquillo. Sono solo un
po’ stanca. Questa notte non ho dormito molto”
- “Capisco”
- “Comunque”
disse Rosalyn schiarendosi
la voce, ”Aveva già in mente che fiori
prendere?”
- “No…”
disse lui sospirando, “Voglio
un fiore che parli d’amore ma che non sia la solita
rosa”
- “Allora
il ‘miosodite’ è quello che
fa per lei”
- “Il
‘miosodite’?” chiese il professor
Stranamore corrugando la fronte.
- La
studentessa si morse il labbro
inferiore per cercare di non svenire davanti a quella faccina.
- “Scusi,
nessuno lo conosce con quel
nome. Intendevo il ‘Non
ti scordar di
me’…”
- “E
pensi che siano dei fiori adatti?”
- “Certo!
Sa, il suo nome pare legato ad
una storia austriaca avvenuta lungo il corso del Danubio, dove due
giovani si stavano
scambiando promesse d'amore donandosi proprio questo fiore. Lui
però cadde nel
fiume e gridò a lei, appunto, la famosa frase come promessa
di amore eterno”
- “Wow!”
- “Già.
Nel tempo questo fiore è stato
utilizzato con numerose simbologie. Ad esempio, nella Germania del
quindicesimo
secolo, chi indossava questo fiore non sarebbe stato dimenticato dalla
propria
amata; mentre le donne lo portavano come segno di
fedeltà.”
- “Sembri
molto informata al riguardo”
- “Bè,
lo sono” replicò la ragazza arrossendo
lievemente, “Diciamo che il significato dei fiori mi
affascina, ma soprattutto
mi affascina la storia che vi è dietro”
- “Quindi
mi fido? Non ti scordar di
me?”
- “Si
fidi”
- “Quanto
ti devo Rosalyn?”
- Rose
si girò e fece segno di
avvicinarsi al fratello di Cher, Mathès.
- Mathès
aveva tre anni in più di loro.
- Era
alto e faceva il nuotatore il che
implicava spalle larghe, vita stretta e molti, molti muscoli.
- Aveva
i capelli biondi molto corti e
gli occhi di un castano scuro.
- “Si,
Ros?”
- Ah,
e la chiamava Ros.
- “Mi
potresti fare un bel mazzo con
dei ‘Non ti scordar di me’?”
- “Certo.
Serve subito o lo devo far
recapitare?”
- La
giovane si girò verso Somerhalder per
fargli capire che doveva rispondere lui.
- “Se
è possibile vorrei farlo
recapitare…”
- Rosalyn
prese una penna e un
foglietto dove scrisse l’indirizzo che l’uomo le
dettò.
- “Come
si chiama la sua fidanzata?”
- “Nina.
Ma non ti preoccupare, viviamo
insieme”
- “Ah…”
disse secca.
- Finì
di scrivere l’indirizzo e poi
diede il foglio a Mathès.
- “Stasera
ti vengo a prendere alla
solita ora?” le chiese lui prima di andarsene.
- “Certo”
disse lei sorridendo.
- Come
ogni sabato, infatti, Mathès
accompagnava lei e la cugina
nel locale in cui lavorava la sorella di Dean che era una grande amica
di lui.
- Mathès
passava la serata a tenerle
compagnia, mentre Cher era intenta, come sempre, a stalkerare il povero
ragazzo.
- Somerhalder
si schiarì la gola.
- “Allora
a dopo” disse Mathès.
- “A
dopo”
- “Quindi
quanto ti devo?” richiese.
- “Sono
dieci dollari”
- L’uomo
prese il portafogli e poi la
pagò.
- “Ci
vediamo lunedì a scuola, Rosalyn”
- “Arrivederci
prof”
- “Piacere
di averti rivista” disse lui
uscendo dal negozio per poi rimettersi a correre.
- La
ragazza non lo perse di vista. Cioè,
finché non svoltò l’angolo, non perse
di vista quel meraviglioso sedere sodo
che si ritrovava.
-
- Rosalyn
bloccò la nuova puntata di
‘Pretty little liars’, si sfilò le
cuffie e spostò il PC sul materasso. Si
scostò le coperte di dosso, scese dal letto e, in punta di
piedi, si diresse
verso il corridoio.
- Prima
di uscire sporse la testa e
vide sua madre dirigersi verso lo specchio posizionato sul mobiletto di
legno
posto vicino alla porta d’ingresso.
- “Allora
alla fine esci?” le chiese la
ragazza andando a mettersi davanti al caminetto.
- “Sì,
perché non dovrei?” chiese Cristyn
ravvivandosi la chioma rossa con le dita.
- ‘Forse
perché è fidanzato e non ha bisogno di
te’, pensò, ‘Dio, Rose, è tua
madre. Portale
un po’ di rispetto anche se lei non ti considera’
- In
quel momento il suo cellulare
vibrò.
- Con
cautela lo prese dalla tasca
anteriore della tuta intera a forma di coniglio, munita anche di una
codina
morbidosa e di un cappuccio con le orecchie.
- *Allora,
per che ora passo a prenderti?*
- *Scusami
Cher ma non ho voglia di uscire*
- *No
:( perché?*
- *Ti
spiegherò tutto domani pomeriggio*
- *Non
mi puoi anticipare qualcosa?*
- *Professor
Bollore*
- *Okey,
ho capito. Ti lascio alla tua depressione ;)*
- *Grazie
:3*
- “Allora,
non mi rispondi?”
- “Eh?”
- “Perché
non dovrei uscire con Ian?”
- ‘Bene,
lei lo può chiamare per nome e io no.’
- LE
INGIUSTIZIE DELLA VITA.
- ‘Lei
ci può uscire a cena e io no.’
- LE
INGIUSTIZIE DELLA VITA.
- ‘Lei
ci parlerà tutta la sera senza dovergli dare del
‘lei’ e io no.’
- LE
INGIUSTIZIE DELLA VITA.
- ‘Lei
è stata la sua fidanzata mentre io non lo sarò
mai!’
- LE
INGIUSTIZIE DELLA VITA.
- ‘Probabilmente
si scambieranno i numeri di telefono.’
- LE
INGIUSTIZIE DELLA VITA.
- “Non
so. Che cosa vuoi fare con lui?”
- “Che
cosa intendi dire, tesoro?”
- “Bè,
mamma, lui è il mio professore...”
- “Ed
è anche un mio caro amico”
- “Sì,
ma…”
- In
quell’istante il campanello suonò.
- “Oh,
è lui!” esclamò Cristyn tutta
eccitata, finendo di mettersi un po’ di rossetto.
“Vuoi salutarlo?”
- “No
mamma, non conciata così!”
- “Come
vuoi, piccola scorbutica” disse
lei. “Come sto?”
- “Come
una che sta per apprestarsi al
peccato” rispose teatralmente Rose.
- “Perfetto!”
- Cristyn
aprì la porta ma, invece di
richiudersela subito alle spalle, la spalancò.
- Con
disinvoltura si buttò addosso al
suo professore e lo salutò dandogli un bacio sulla guancia
destra.
- Sua
madre si girò verso di lei e la
salutò con un cenno della mano.
- Somerhalder
alzò lo sguardo e la
vide.
- Lentamente,
sul suo volto, comparve
un bellissimo e sexy sorriso sghembo e anche lui la salutò
con un gesto della
mano. Dopo di che, la porta si chiuse davanti ai sui occhi, spalancati
per la
vergogna.
- LUI
l’aveva vista con quella tutina
addosso.
- LE
INGIUSTIZIE DELLA VITA.
- Angolo
autore:
- Buon
pomeriggio!
- Scusate
l’enorme ritardo,ma,per chi
non lo sapesse,io scrivo,compresa questa altre 4
storie,perciò,vi prego,abbiate
pazienza.
- Anyway,buona
lettura:)