Capitolo Nono
-Fake Fay-
Le si
avvicinò prudente e silenziosa, salendo le scale,
osservandola: dalla bocca
usciva sangue, ma solo da là. In più, non
sembrava riportare fratture.
«..Fay?»
tentò. Le poggiò una mano sulla spalla destra, ma
la ritrasse immediatamente:
scottava. Ma nonostante questo, raccogliendo le forze, la
voltò ugualmente,
osservandola negli occhi. Erano chiusi, in un’espressione
serena. Era bizzarro
vedere come in uno stato di svenimento Fay potesse essere tanto serena.
Marianne la scosse, la schiaffeggiò, finchè Fay
non aprì gli occhi, e la
guardò.
«Che..
che è successo?» le chiese, stropicciandosi gli
occhi.
«E’
quello che vorrei sapere pure io, bambina mia.» disse
Marianne, osservandola «Eri
svenuta sulle scale, e.. bhè, hai sangue che ti esce dalla
bocca.» spiegò «E la
tua spalla destra scotta in una maniera allucinante: come
mai?» a quelle parole
Fay spalancò gli occhi, poi riabbassò il volto.
«Non
ti interessa.» e si alzò, schiva, risalendo la
scalinata «Dove sono gli altri?»
chiese, fermandosi e guardando Marianne, che la guardò
interrogativa: ah, già,
lei non sapeva che in quella casa circolavano anche Jewell e.. cazzo!
«Ma porca
troia!» sbottò, risalendo veloce le scale. Non
badò manco alla domanda che sua
madre le aveva posto con un filo di voce, quasi senza farsi sentire:
non le
interessava. Arrivata al secondo piano sentì un botto, e
vide il corpo di
Alphonse saettarle davanti, lanciato da qualcuno, sbattendo contro il
muro alla
sua sinistra. Rimase immobile a fissare davanti a se, per poi osservare
Alphonse, scioccata: che stava succedendo? Si voltò appena
in tempo per
schivare un Edward sanguinante che subiva la stessa sorte del fratello
minore. «Ma..
cosa..?» sussurrò, voltando lo sguardo verso la
sua alter ego.
«Oh,
dunque tu sar-» e cadde a terra, apparentemente priva di
vita. Fay inarcò un
sopracciglio, mentre Marianne la raggiungeva, e tremava alla vista
dell’alter
ego di sua figlia per terra.
«FAKE!»
urlò, gettandosi sull’Homunculus, soccorrendola.
La voltò, e la osservò negli
occhi che si erano misteriosamente fatti bianchi: che stava succedendo
a
quell’Homunculus? Sinceramente non lo sapeva nessuno, ma una
cosa era certa:
Fay, Edward, Alphonse e Jewell dovevano uscire da quella casa, e
subito. Si
voltò dunque verso Edward ed Alphonse, conciati malissimo,
entrambi distesi per
terra. Si voltò appena un attimo, in tempo per vedere Jewell
fiondarsi fra le
sue braccia, stringendola forte. Fay sulle prime decise che doveva
liberarsi,
poi invece ricambiò l’abbraccio. Jewell
cominciò a piangere.
«Shh..
calma, Jewell, ci sono io, adesso..» e lanciò uno
sguardo minaccioso verso
l’Homunculus immobile per terra. Probabilmente, Marianne
aveva utilizzato
qualcosa di Fay per crearla: forse una ciocca di capelli, o del
sangue.. «Marianne.»
disse, solo, mentre la madre le passava uno sguardo infuriato
«Sei solo
un’idiota. E basta.» disse, schifata.
Tentò di fare un passo, ma Jewell non
riusciva a muoversi.
«F-Fay..
p-per la paura mi si sono immobilizzate le gambe..» Fay le
sorrise
rassicurante: Jewell rimase incantata da quel gesto, almeno fin quando
Fay non
la prese in braccio, tranquillamente, quasi fosse una piuma. Poi si
diresse
verso Edward e Alphonse, inginocchiandosi vicino a loro, lasciando
Jewell per
un attimo di lato. Li osservò, e sospirò.
«…
tu, Homunculus.» disse voltando appena il volto di lato,
verso l’Homunculus.
Marianne la guardò al suo posto.
«Cosa
vuoi ancora da Fake?!» le sbottò, rabbiosa.
«Lei
hai dato quel nome?» fece, spalancando gli occhi, Fay. Fake,
uguale falso, o
falsa. Strinse i pugni «Mi fai schifo.» disse
ancora. Marianne voltò lo sguardo
per terra «Quando si sveglia, dille che un giorno
l’ammazzerò.» disse, seria «E
non perché è il mio Homunculus, a dire il vero
non mi interessa cosa è.» spiegò
«L’ammazzerò perché ha osato ridurre
così Edward e Alphonse.» serrò le
labbra, silenziosa. Si limitò a posare le
mani su quelle di Ed e Al, e a chiudere gli occhi, concentrandosi.
Una
luce rossastra l’avvolse, e avvolse anche i corpi dei due
ragazzi, donando
nuovamente loro colore. In tutto questo, Fay stringeva sempre di
più i denti,
abbassando sempre più la testa, tremando: ma non smetteva di
concentrarsi.
Quando
Edward e Alphonse aprirono gli occhi, Fay era distesa ai loro piedi,
svenuta, e
loro erano senza più ferite.
Aprì
gli occhi lentamente, voltando la testa lateralmente, ma li richiuse
quasi
subito, accecata dalla luce che le investì il volto.
Tentò di pararsi gli occhi
con le braccia, ma si accorse che erano legate al letto dove era
distesa. Così
tentò di aprire gli occhi, lentamente, abituandosi poco a
poco alla luce. Voltò
il viso a destra e a sinistra, per poi tentare di alzarsi a sedere
nonostante
le catene che le bloccavano polsi e caviglie.
Ci
riuscì, ma dovette rimanere in una posizione alquanto
imbarazzante. Confusa,
squadrava il posto: era sudicio, nero e logoro, mentre sopra la sua
testa
brillava la luce fortissima di una lampadina. Attorno a lei, nei muri,
erano
attaccate delle piccole fiaccole a illuminare il resto della stanza che
non
aveva abbastanza luce per brillare.
«Vedo
che ti sei svegliata..» e vide qualcosa brillare nel buio,
qualcosa che poco a
poco si avvicinava a lei. E infine definì i contorni di
quella persona: aveva
capelli neri dai bizzarri riflessi verdi, abiti strani, occhi viola e
uno
strano tatuaggio sulla coscia sinistra. Alzò un
sopracciglio, non capendo chi
fosse: non l’aveva mai visto.
«Chi
sei?» chiese, allora, cercando di riconoscerlo: niente, non
‘aveva mai visto.
«Ovvio
che non ti ricordi di me, dopotutto l’ultima volta che mi hai
visto è stato
poco prima di svenire.» e sorrise, maligno. Il tono di voce
non aveva niente di
rassicurante.. niente. «Comunque, io sono Envy.» e
le si avvicinò ancora,
mentre lei tentava di far forza con le braccia per liberare i polsi.
Poco
a poco stava sempre avanzando, e.. adesso era vicino. Troppo vicino.
Poteva
sentire il suo respiro sul collo, e poi sull’orecchio.
«Mia
cara Fantasy..» sussurrò Envy, appoggiato con una
mano dietro di Fanny, mentre
le alitava nell’orecchio «..sei il mio asso nella
manica, sai?» e sorrise,
allontanandosi, accorgendosi di aver causato il rossore più
totale sulle guance
di Fanny.
«A..
A che ti riferisci?» chiese, osservandolo. Aveva connesso di
essere stata
rapita.
«Mi
servi.» rispose semplice Envy, che si erse in tutta la sua
altezza «Mi servi
per avere Fay.» e le sorrise, malizioso e crudele allo stesso
tempo. Fanny tremò,
ed ebbe un bruttissimo presentimento. Cosa intendeva con..
“per avere Fay”?
«Che..
che vuoi farle?» chiese, con la voce tremante. Envy rise. E
Fanny ne rimase a
dir poco turbata «CHE VUOI FARLE, RAZZA DI ESSERE
SCHIFOSO?!» gli urlò contro:
come risposta, ricevette un colpo sulla nuca. Fanny cadde pesantemente
all’indietro,
svenuta.
«Voglio
farla mia.»
Faycchan- salve. lo so, ho un tremendo ritardo di postaggio (ò.O solo un giorno!! ndEd).. sorrytemi! solo che ho avuto problemi, si è risvegliata la mia parte Emo, e quindi ho dovuto uscire x comprare mille e più cose in Emo-style. Quindi mi fa schifo tutto, ma.. dettagli!
Le fiction sono pur sempre le fiction.. no? quindi, dividiamo vita privata da vita virtuale, che è meglio.. o rischio di fare confusione!
Che ne pensate di questo capitolo? Carino? Orribile? Decente? O fa semplicemente schifo?
Rispondete, che mi interesserebbe saperlo XD
SbAcIuZZ
Faycchan