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Autore: IamTommo    20/04/2013    7 recensioni
Sapevo che lei sarebbe stato il vento che avrebbe stravolto la mia vita. Era stata creata per passare e non tornare.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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November Rain

La prima volta che ti vidi era un giorno nuvoloso, l’aria di Novembre era carica di pioggia, e se per un attimo ti concentravi molto intensamente, riuscivi quasi a sentire l’odore della campagna umida. Il sole usciva a chiazze dalle nuvole, illuminava qui e lì qualche prato, lasciando quasi completamente il paesino di Holmes Chapel all’ombra.
Era una domenica mattina, e come tutti gli abitanti di Holmes Chapel aiutavo il parroco ad allestire messa, la gente parlava scherzava, commentava l’ultimo risaputo pettegolezzo di paese, e con gioia, pensavano all’arrivo della festa del patrono, una domenica come le altre, una giornata come le altre.
O quasi.
Dopo esserci seduti tutti con le rispettive famiglie, alla prima nota del pesante organo, la porta, di legno massiccio e scuro, si aprì facendo volare via i cappelli dagli appendi-abiti, i capelli alle ragazze, la tovaglia dall’altare.
Eri tu.
Nessuno ti conosceva, sembravi in fuga da qualcuno o da qualcosa. Sapevo che non eri il tipo da chiesa, perché sembravi quasi spaesata, costretta tra quelle quattro mura di marmo. Ti sedetti con grazia, vicino alla famiglia Lawrence, aggiustandoti una ciocca, sotto lo sguardo di tutti,sotto il mio.
I minuti passavano, la messa procedeva come ogni volta, eppure pensando al momento in cui finalmente avrei potuto chiederti qualcosa ero emozionato. Solo verso la fine mi convinsi che tutto ciò era praticamente impossibile. Sapevo qual era il mio destino, sposarmi con Charlotte,la mia ragazza, continuare a fare il panettiere, finire la scuola, restare con Niall e Louis ad ubriacarmi il sabato sera, ma tornare abbastanza sobrio per insegnare ai miei figli ad essere onorevoli, e ogni domenica mattina guardare il tramonto pensieroso pensando a come fosse felice la mia vita. Le cose andavano così, non era colpa di nessuno, tu dovevi restare una vagabonda io un uomo di famiglia.
Ma la curiosità lottava. Così dopo la fine scattai via dal banco dove erano seduti i miei genitori e mia sorella e prendendo per mano Lottie uscì dalla chiesa guardandoti quasi con scherno nei tuoi dolci occhi grigio scuri, proprio come le nuvole durante le tempeste … “Chi eri tu per farmi questo?” pensavo … Tu invece eri confusa.
 Il mattino dopo era vacanza e dopo una notte insonne per paura di poterti vedere in sogno, andai in cucina contento del risultato ingurgitando il latte, venne mia madre, che con un grosso sorriso, mi raccontò di te, della tua vacanza per le campagne inglesi, tu che venivi dall’Irlanda, della tua passione per la natura, dei tuoi parenti, dei tuoi diciotto anni. Uscii quasi di malavoglia, ce l’avevo con te, con mia madre per avermi parlato di te, per le nuvole che erano così simili ai tuoi occhi …
E ti vidi lì sul muretto, avvolto nel tuo cappotto nero di lana, perfettamente contrastante con i tuoi capelli biondi e lunghi. Decisi che parlarti, forse sarebbe stato il modo migliore per convincermi che la mia fosse solo curiosità.
Mi rivolsi un sorriso, mostrando una fila di denti bianchi, in mezzo alle sottili labbra rosse.
-Ciao- le dissi a mo’ di risposta
-Ciao, dovresti essere ehm … Harry - ma risposi solo dopo un po’, ero incantato, tu ti adattavi a quel paesaggio di novembre in modo così dolce, e naturale
-Eh, si, si sono io-
il suo accento irlandese era buffo era il piccolo particolare che stonava
-Ti ho mai fatto qualcosa di male?- chiese smarrita chiudendo le mani proprio come quando si prega e riducendo gli occhi in fessure
-Eh,no … no- e continuammo a parlare del più e del meno per giorni, mesi, anni, tu decisi di rimanere, in quello strano paesello. Forse, il campanello d allarme continuava a suonare, ma era troppo forte, ti volevo mia. Decisi che potevo far coesistere Darkblue, il tuo stranissimo nome, e Charlotte.
Ma non ce la feci.
Dopo esattamente un anno ci ritrovammo a parlare di nuovo su quello strano muretto, dove tu provavi a camminare sulle punte, come se per un attimo potessi volare con le rondini che migravano verso il sole e le sue sfumature violacee, caddi, io ti presi, e ti guardai ancora una volta negli occhi grigi, pieni di, lacrime?
Con tutta la mia forza di volontà buttai lì un
-Vuoi migrare con le rondini?- sorridente e tu rispondesti scossa
-Scusa, devo correre,a studiare- ti lasciai correre via … ma il giorno dopo sarebbe stato vacanza … tu non dovevi studiare.
Anni dopo, tu ti fidanzasti con Niall, il mio migliore amico, e il giorno prima del matrimonio mi invitasti al tuo “addio al celibato” chiesi a Niall se andasse bene e lui rispose che sarebbe stato meglio, l’avrei tenuta “sotto controllo”, dopo parecchie pinte della migliore birra, i tuoi amici andarono via,eravamo solo io e te, sarei stato il suo autista per il gran giorno …
Poi successe.
Tu mi baciasti, non sapevo se fosse l’alcool, o la voglia che frenavo da anni, ma in quel momento mi sentivo padrone del destino di tutti.
Se avessi portato via con me Darkblue dalla casa, scappando, avrei vissuto una vita felice, distruggendo quella di Niall e Charlotte, ma avrei distrutto te se avessi interrotto tutto.
Così mi staccai.
Ti guardai con compassione, con desiderio …
Mi tirasti uno schiaffo.
Prendesti tutta la tua roba e scappasti via
Per sempre
Il giorno dopo raccontai a Niall che mentre dormivo eri scappata via, e avevi lasciato un biglietto dov’era scritto che non ti sentivi pronta … ci bevette un po’ su e dopo due anni si sposò con mia sorella.
Io sposai Charlotte, morì quasi dopo due anni per un tumore, ricordo ancora cosa mi disse prima di morire
 
-Io ti amo- disse sorridendo
-Anche io- risposi stringendole la mano
-No- ribattè spingendola via- siamo stati dei bravi “amici”, ma dal primo momento in cui la vista te ne sai innamorato-
-Charlotte, ti prego- le dissi chinandomi vicino a lei per baciarla
-Promettimi una cosa, la cercherai, ieri mi è arrivata una lettera, te l’ho nascosta, ma non ce la faccio più, lei è in un paesino che si chiama Newcastle –
Passai i suoi ultimi giorni provando a mascherare i sentimenti che quella lettera mi faceva sentire. Ma aspettai il giorno della sua morte.
Solo una settimana dopo ebbi il coraggio di aprirla
 
Le mie ultime volontà
In pieno possesso delle mie facoltà mentali, io Darkblue Shade, un’ora prima della mia morte, causa suicidio, scrivo qui le mie ultime volontà.
Non sono più in possesso di nulla, con lui ho perso tutto, l’amore, il lavoro, la mia casa … ho provato a vivere in questo meraviglioso paesino, ma, anche se ormai i miei sentimenti si sono affievoliti nei suoi confronti, solo ora capisco che non ho il coraggio di continuare ad affrontare la mia vita … Non ho ne beni comuni ne parenti a cui lasciare qualcosa … Semplicemente vorrei che l’uomo che ho amato, a cui non accuso niente, se non di avermi reso la vita una fantastica avventura,di venirmi a trovare un’ultima volta, quando ormai sarò troppo lontana .
Promettimi che vivrai la tua vita a pieno.
Io stessa già mi sto pentendo di questa scelta
Prega per me, mio fiore
Darkblue
 
Corsi a perdifiato, dovevo vederti, sapevo che ancora non eri morta, parcheggiai la macchina urtandone un’altra … e poi davanti alla tua tomba trovai lei.
Ti assomigliava sai? Sembrava il fantasma che rimirava la sua stessa tomba
-Signorina?-mi sentivo tradito, chi era quella per stare sulla tomba della mia Darkblue- chi è lei?-
-La sorellastra, mia sorella scappò via quando seppe del tradimento di mio padre … Allora ero piccola, non la riconoscevo come una sorella, lei chi è scusi?- chiese lei socchiudendo gli occhi esattamente come facevi tu …
Sapevo che c’era la tua mano sotto, che volevi che io arrivassi a Newcastle per ricominciare la mia vita.
Volevi che fossi capace di ricominciare senza aver paura, di tradirti.
Ci vedremo in un’altra vita nuvola mia …

  
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