Sembrava
esser passato un secolo da quella notte…quella notte dove
finalmente tutto
finì…quando Voldemort fu sconfitto…
Eppure
erano passati così pochi giorni, giorni in cui
c’era chi festeggiava e chi
compiangeva e chi, come i nostri amici, faceva entrambe le
cose…
Era tutto
finito.
Sì,
ma a
quale prezzo?
Erano morte
moltissime persone nello scontro….persone che avevano pagato
quella vittoria
con la vita…e nessuno avrebbe potuto ridargliela,
ormai…
O no?
“Come
sono
dolci!”disse una voce facendo sobbalzare il ragazzo moro.
Lui si
voltò e sorrise alla ragazza che aveva parlato.
Capelli
rossi e lunghi, occhi chiari, milioni di lentiggini sul viso, Ginny
Weasley si
stese accanto a lui all’ombra di un albero in
quell’assolato giardino.
Harry
Potter si stiracchiò.
“Finalmente
si sono messi insieme!
Non ce la
facevo più a vederli stare così!”
“Già!
A
litigare sempre, ad essere gelosi, a non voler ammettere ciò
che provavano…”
Harry rise
al solo pensiero e voltò lo sguardo verso i suoi due amici.
Accoccolati
l’uno accanto all’altro sotto il portico,
chiacchieravano e si scambiavano
occhiate dolcissime, cariche di passione e sentimento.
Harry
sentì
Ginny stringersi a lui e sorrise.
L’abbracciò
forte.
Era tutto
finito…almeno i momenti bui sì… ora
restava solo vivere quelli che avevano
perso…
“Mi
manca
Fred, sai?
La casa
sembra vuota senza i suoi scherzi con George, la sua allegria, la sua
irriverenza….
Ma so che
ormai nulla potrà tornare come
prima.”sussurrò Ginny ed una lacrima le
rigò la
guancia.
Harry la
strinse più forte.
Non sapeva
cosa dire….e dubitava che avrebbe mai saputo cosa…
Sapeva bene
cosa provava la ragazza….quanto stava soffrendo e quanto
ancora sarebbe stata
male…
La morte
è
una cosa difficile da accettare.
Sempre.
Possono
passare giorni, settimane, anni, addirittura decenni, ma il dolore
rimane ed è
una cosa insopportabile….
Un rumore
simile ad uno sparo interruppe il quieto silenzio.
Harry e
Ginny scattarono in piedi, cercando la fonte del rumore.
“Avete
sentito anche voi?”
Ron ed
Hermione si avvicinarono le bacchette sguainate.
I due
annuirono.
“Pensate…che
ci sia un Mangiamorte…o qualche guaio in arrivo?”
“Credo
che
non ci sia bisogno di agitarsi tanto.
Dopotutto
Lord Voldemort è morto.”disse una voce alle loro
spalle, facendoli sobbalzare e
voltare nella sua direzione.
Apparteneva
ad un uomo alto, coperto da capo a piedi da un mantello di un bianco
quasi
accecante.
Aveva gli
occhi scuri ed i capelli erano un po’ brizzolati,
l’espressione gentile.
Li fissava
con uno strano sorriso sul volto, come se sapesse chissà
quali cose sul loro
conto.
“E
lei chi
è?”chiese Harry, estraendo la bacchetta magica.
“Sei
un
ragazzo intelligente, Harry Potter.
Forse
saprai dirmelo tu.”disse.
Harry
alzò
di più la bacchetta e la puntò sul viso
dell’uomo.
Lui sorrise
ancora di più.
Harry
iniziava ad innervosirsi.
“Stupe…”iniziò,
ma l’uomo non gli diede il tempo di finire di pronunciare lo
schiantesimo.
Mosse la
mano in un gesto strano ed Harry venne sbalzato all’indietro,
cadendo
sull’erba, dopo un piccolo volo.
“HARRY!”
Ron,
Hermione e Ginny corsero verso l’amico che, lentamente si
stava rialzando.
“Ma
è
impazzito?
E poi, come
diavolo ha fatto senza bacchetta?”
“Mi
hai
costretto tu, Harry Potter.
Sono qui
per parlarti.”
“E
posso
sapere di grazia lei chi sarebbe?”
“Sono
un
anziano.”
Harry
notò
le facce perplesse dei suoi compagni.
Solo
Hermione, nel sentire la parola “anziano” aveva
trattenuto il fiato.
“Dalle
vostre facce perplesse devo dedurre che non sappiate chi sono.
Hermione
Granger, lo vuoi spiegare tu?”
La ragazza
annuì.
“Sapete
che
esiste una forza superiore a noi maghi e streghe, vero?
Dio, no?
Suoi
subordinati, mi scusi se uso questo termine, sono gli anziani, degli
esseri
dotati di enormi poteri che possono interferire ogni tanto nel destino
degli
uomini.”
“E tu
come
lo sai?”
“Studio,
Ronald. Leggo libri e so cose.
Hai
presente?”
Ron le fece
una smorfia, mentre Harry e Ginny lanciavano uno sguardo ammirato
all’uomo
davanti a loro.
“Ora
che ci
siamo presentati, Harry avrei piacere di scambiare con te un paio di
chiacchiere.
Mi puoi
seguire?”
Harry
annuì, lanciando uno sguardo agli amici.
L’anziano
guidò
Harry all’ombra della casa dei Weasley dove Harry ed Hermione
stavano da pochi
giorni.
“Prima
di
tutto volevo farti i miei complimenti per aver sconfitto Lord Voldemort.
Hai
liberato il mondo da un essere troppo malvagio per viverci.
Ora
è tutto
più sicuro.
Certo,
alcuni Mangiamorte stanno ancora seminando il panico, ma tutto si
metterà a
posto.
Ne sono
certo.”
“E’
venuto
solo per dirmi questo?”
“Sei
deluso?
Comunque
no.
Sono qui
per darti un’opportunità che capita una sola volta
nella vita.
Noi anziani
abbiamo deciso di concederti…un premio chiamiamolo
così, per ciò che hai fatto
e ciò che hai passato.”
“Un
premio?”
Harry era
sbalordito.
“Sì,
lo
possiamo chiamare così.”
“Ed
in cosa
consiste di grazia?”
“La
possibilità di far tornare in vita le persone care che hai
perso.”
Poco
mancò
che Harry non svenisse lì sul posto.
“C-cosa?”boccheggiò.
Era
stupito, sconvolto…
Aveva sul
serio la possibilità di rivedere i suoi genitori o Sirius e
Remus?
“Harry,
stai bene?”chiese l’anziano.
Il ragazzo
annuì.
“Sei
sbiancato.”
“Sul
serio
ho questa possibilità?”
“Non
ti
fidi di me per caso?”
“NO!
Non
è per
questo.
È
solo che
mi sembra tutto così…pazzesco, ecco.”
“E’
normale
che sia così.
Non capita
tutti i giorni di poter rivedere le persone che hai perso,
no?”
Harry
annuì.
“Allora,
accetti?”
“Cosa
succederà?
Intendo
quando loro saranno tornati.
Si
ricorderanno di essere morti o…cosa?”
L’uomo
sorrise di fronte alla preoccupazione di Harry.
“Quando
una
persona muore va in un posto….che conoscerai non tanto
presto, spero, e da lì
può seguire tutti gli avvenimenti della vita delle persone
che ha lasciato.
Così
può
sapere tutto di loro e stargli vicino, proteggendoli e avendone
cura.”
“Quindi
i
miei genitori in questo momento ci stanno guardando?”
“Probabile,
sì.
Quando
torneranno
qui, verranno portati nei luoghi a cui appartengono.”
“In
che
senso?”
“I
tuoi
genitori saranno nella vostra casa a Godric’s Hollow, Sirius
Black a Grimmauld
Place 12….e gli altri a casa propria.
Quindi, per
loro sarà come ricominciare…non da dove avevano
lasciato, ma da un punto che
avranno seguito precedentemente.
Mi
segui?”
Harry fece
segno di sì con la testa.
“So
che
sarà una situazione difficile da affrontare, ma sono certo
che tu e tutte le
persone coinvolte ve la caverete egregiamente.”
“Lo
spero.”
“Allora,
Harry, dimmi chi vuoi riavere con te.
I tuoi
genitori e Sirius devo supporre in primis, giusto?
E poi Remus
e Tonks, Silente, il tuo amico Fred e Dobby e….”
“Malocchio
e Severus Piton.”
L’anziano,
nel sentir pronunciare “Piton” lo fissò
intensamente.
“Devo
ammettere con sincerità che non me
l’aspettavo.”
“Mi
sbagliavo sul suo conto.
Mi dovevo
fidare del giudizio di Silente e di Piton, invece mi sono lasciato
ingannare
dal rancore che Sirius provava per lui e non fidarmi.
Lui mi ha
sempre protetto ed anche se l’ha fatto perché
amava mia madre, mi ha salvato la
vita e glielo devo.
Capisce,
vero?”
“Sei
un
ragazzo davvero nobile, Harry Potter.
Siamo fieri
di te.”
Harry
sorrise, imbarazzato.
“Sei
pronto
a riavere le persone che ami?”
Altro cenno
d’assenso.
“Bene.”
L’anziano
si arrotolò le maniche ed allargò le braccia.
Pronunciò
parole che Harry non capì, ma la potenza
dell’incantesimo gli fece rizzare i
peli sulla nuca e i suoi tre amici avvertirono la sua potenza anche se
erano
entranti in casa.
Ci fu un
momento di silenzio.
Poi un urlo che fece sobbalzare Harry.
“Credo
che
il tuo amico Fred sia resuscitato, sai?”
Harry se
n’era accorto benissimo da solo e corse verso la casa seguito
dall’anziano.
Tutti i
Weasley, compresi Hermione erano radunati intorno a Fred, appena
tornato in
vita che non la finiva più di sorridere, ridere ed
abbracciare tutti.
Appena vide
Harry gli saltò addosso prendendolo in braccio e
sollevandolo da terra.
“Se
non
fosse stato per te….io sarei ancora morto!
Harry sei
un angelo!”
“Fred,
fai
piano!
Così
lo
soffochi!”
Molly
Weasley aveva un sorriso enorme, come tutti del resto.
“Harry,
non
sappiamo come ringraziarti.”disse Fred, lasciandolo andare.
“Non
ce n’è
bisogno.
Io non ho
meriti.”
Si
voltò
verso l’anziano, colpito da un pensiero improvviso.
“La
casa di
Godric’s Hollow è distrutta!
Dove
saranno?”
”L’abbiamo fatta ricostruire, calmati!
Va da loro!
Su!”
“Harry!
Cosa sta
succedendo?”chiese Ginny.
“Io..”
“Vai!
Glielo spiego io!
Tu
raggiungi i tuoi!”
Harry si
smaterializzò, anche se non aveva ancora il permesso dato
che non era
maggiorenne ancora, prima che lui potesse finire la frase.
Ma anche se
moriva dalla voglia di vedere i suoi genitori, si
smaterializzò in un posto
totalmente diverso da quello dove avrebbe dovuto apparire:
Grimmauld
Place 12
“Sirius!”pensò,
correndo nella casa.
Grazie alle
cure di Kreacher quando Harry abitava lì, la casa era
decente, ma ora il
disordine e il cattivo odore regnava sovrano.
C’erano
spessi centimetri di polvere e la casa era nelle stesse condizioni
della prima
volta in cui Harry c’era stato.
Il ragazzo
sentiva il cuore battergli così forte da fargli male.
Dov’era
Sirius?
E se
qualcosa fosse andato storto?
Prese a
camminare più velocemente lungo il corridoio, ma non lo vide
da nessuna parte.
Poi di
colpo, entrando in cucina vide un corpo per terra.
“SIRIUS!”urlò,
correndo verso di lui.
Era proprio
il suo padrino.
Giaceva
riverso sul pavimento, i capelli corvini lunghi che gli coprivano gran
parte
del viso.
Sembrava
dormire.
Harry si
inginocchiò sul pavimento, incurante della polvere e della
sporcizia.
Gli
scostò
i capelli dagli occhi e lo guardò con dolcezza.
L’ultima
volta che l’aveva visto da vivo era stato
all’Ufficio Misteri, prima che
morisse.
Si rese
conto che le lacrime lottavano per farsi strada, ma lui le trattenne
con
orgoglio.
Se si fosse
svegliato… non voleva che lo vedesse piangere.
Gli
accarezzò i capelli, mentre i minuti passavano lentamente.
Chissà
come
se la stavano cavando gli altri.
Malocchio,
Piton, Remus, Tonks, Dobby, i suoi genitori…
Un elfo
domestico comparve con un sonoro crack alla sua presenza, facendogli
fare un
salto.
Era Dobby.
Sorrideva,
un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
“Harry
Potter signore!
Io la
volevo ringraziare!
Lei ha
salvato!
Lei ha
ridato la vita!”
“Te
lo
dovevo!
E poi non
è
merito mio.
Devi
ringraziare gli anziani per questo.”
“Io
già
fatto. Lui è venuto da me ed anche dagli altri.”
“Sul
serio?”
“Sì.
Io ora va,
Harry Potter signore.
Il
professor Silente è felice e sta rimettendo tutto a posto e
vuole il mio aiuto,
Harry Potter signore.”
“Sta
bene?”
“Benissimo!
Allegro
come non mai.
Ma dopo la
vuole vedere, anche lei per ringraziarla!”
E
sparì.
“Ti
è
sempre stato affezionato quell’elfo, vero?”disse
una voce.
Harry si
voltò di colpo.
Sirius si
era svegliato e si era messo lentamente a sedere.
“Sirius…”
“Stai
bene?
Hai una faccia!”
Gli occhi
grigi scintillarono.
Harry si
morse il labbro e non ce la fece più.
Gli
gettò
le braccia al collo e lo strinse a sé, tremando da capo a
piedi.
Sirius era
rimasto
sconvolto dalla sua reazione.
Non
l’aveva
mai abbracciato prima d’ora.
Si
chinò
per stringerlo e gli accarezzò i capelli neri arruffati,
mentre lo sentiva
sussultare e piangere, il viso affondato nella sua spalla.
“E’
tutto
ok….sfogati…sono qui con te…non ti
lascio…piangi quanto
vuoi…”sussurrò piano,
abbracciandolo forte forte.
“M-mi
dispiace…io non volevo…sono stato così
stupido…
È
tutta
colpa mia…sono stato io…”
“Harry…se
è
per l’Ufficio Misteri…tu non c’entri
nulla!”
“Come
fai a
dirlo? Se non avessi seguito quel sogno, se non avessi avuto la mia
“mani di
fare l’eroe” mi sarei accorto che era tutta una
trappola!
Hermione
aveva ragione, se le avessi dato ascolto…”
Sirius non
sapeva che dire.
Seduto per
terra, teneva Harry tra le braccia in un’intimità
che mai avevano avuto prima
d’ora.
“Non
hai
colpe, Harry.
Credimi.
Ora
calmati.”
Il respiro
del ragazzo da irregolare e affannoso diventò più
rilassato, fino ad essere
normale.
I
singhiozzi finirono e lui smise di tremare.
Anche se
aveva finito di piangere, Sirius non lo lasciò andare.
“Ti
devo
delle scuse.”
“Perché?”
Harry aveva
la testa appoggiata alla spalla del padrino e con le braccia gli
cingeva il
collo.
“Durante
il
tempo che abbiamo passato insieme io vedevo in te così tanto
di James che ho
finito per confondervi…
Siete
così
simili e lui mi mancava così tanto…che ho finito
per considerarti un adulto e
non un ragazzo che aveva bisogno di un po’
d’attenzione ed affetto…cose che io
non ti ho mai dato….
Perdonami,
ti prego….”
“Era
normale che ti mancasse…era il tuo migliore
amico…e poi non m’importa.
Tu mi hai
dato tanto…”
“Non
è
affatto vero!”
“Mi
hai
dato un punto di riferimento…eri tutto per me…mi
affidavo a te per ogni
cosa…eri come un padre per me…un
fratello…c’eri sempre per me…e se non
mi
trattavi come un ragazzo della mia età….beh non
fa nulla…”
“Lo
pensi
sul serio?”
Harry si
staccò da lui e si asciugò le guance.
“Certo
che
lo penso.”
Si
alzò.
“E
non
avrei dovuto coccolarti o fare cose simili?”
“Forse…ma
non importa.
E poi oggi
abbiamo compensato.”
Sirius
rise.
Quella
risata, quella risata simile ad un latrato…quanto gli era
mancata….quanto
avrebbe dato per risentirla…negli anni che aveva passato
senza di lui.
“Stai
bene?
Eri
così
assorto.”
“Mi
sei
mancato.”disse semplicemente.
“Anche
tu.”
“E’
meglio
andare.”
Sirius
scattò in piedi e si precipitò verso
l’ingresso seguito da un sorpreso Harry.
“Perché
corri?”
“I
tuoi
genitori!
Tuo padre
James mi ammazza se non andiamo da loro!
Li abbiamo
lasciati soli ed anche Remus e Tonks!”
Gli prese
la mano e insieme si smaterializzarono.