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Autore: Alexiel Mihawk    08/11/2007    12 recensioni
Lucius fece una smorfia schifata come per dire che anni addietro tali oscenità non sarebbero mai state permesse, quindi dopo aver posato un bacio sul capo della moglie si chinò è uscì.
-Devi perdonarlo Hermione tesoro lui non…-
-Non riesce ad accettare che ci sia una sangue sporco tra i mangiamorte, infatti detto così anche a me suona senza senso-
-Sai credo che il vero motivo sia che lui dubita che tu sia fedele alla causa-
-Lo sono forse?-

Allora questa è la nuova storia che sto scrivendo. E’ ambientata sette anni dopo la fine del settimo ad Hogwarts di Hermione, che attualmente ha venticinque anni. Harry e Ron sono scomparsi e con loro sembra essere scomparsa la speranza dei maghi e anche quella di Hermione che, diventata mangiamorte, da cinque anni vive a Lost Hope Manor come moglie di un uomo che non ama, in attesa di una libertà che non è poi così lontana come sembra.
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Sorelle Black, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Darkness

Capitolo 3: Inferno

 

 

L’abbazia risplendeva nella notte illuminata dalla luce dei lampioni, l’imponente edificio gotico aveva un’aria antica, misteriosa, quasi spettrale.

Luna fissò la facciata principale, lo stupore stampato sul volto, non poteva credere che dei semplici esseri umani avessero potuto creare una cosa così bella, così eterna.

-         E’ meravigliosa, gotica vero?- sussurrò Ginevra che di architettura babbana sapeva qualcosa.

-         Si – confermò la riccia guardandola con affetto – Una delle più imponenti chiese mai costruite da mano umana, è alta circa trenta metri lo sapevate?-

-         No, sai Hermy? E’ la prima volta che vengo a Londra, cioè papa mi aveva sempre promesso che mi ci avrebbe portato un giorno ma poi…. Bè si insomma è successo quel che è successo- Luna distolse lo sguardo dalle amiche e lo posò nuovamente sull’edificio, cercando di scacciare quel senso di solitudine che l’aveva improvvisamente colta.

Ginevra le appoggiò teneramente una mano sulla spalla quindi volgendosi verso la riccia le domandò da dove sarebbero entrate, domanda più che legittima visto che ogni accesso all’Abbazia pareva serrato, le fu pragmaticamente ricordato da Hermione che avevano imparato a smaterializzarsi a 17 anni perché loro sapevano usare una cosa chiamata “magia”.

La battuta smorzò la tensione e parve rasserenare gli animi.

L’interno della chiesa era buio e incredibilmente grande, se non ci fosse stata Hermione a guidare il gruppo probabilmente si sarebbero perse.

-         Hermy tu sai dove andare vero? – chiese luna titubante

-         Si Luna –

-         Anche perché sennò io andavo a sbattere contro una statua – ironizzò Ginny che dieci minuti prima aveva davvero rischiato di spaccarsi il naso volando addosso alla tomba di un tale chiamato Charles Dikens, che aveva poi scoperto essere uno degli scrittori preferiti dell’amica… ovviamente babbano.

-         E dove stiamo andando di preciso? –

-         Alla tomba di Sir Isaac Newton. –

-         Sir Isaac Newpool? E’ l’inventore di un nuovo tipo di piscine?-

-         Newton, Luna, Newton è uno scienziato –

-         E come fai a sapere che ti aspetta lì?-

-         Oh bè quando stavamo insieme siamo venuti a Londra un paio di volte, i miei abitano ad Hyde Parck così andavamo a trovarli spesso – Hermione iniziò a raccontare del passato nei suoi occhi brillava una luce che da molto tempo si era spenta, nel vederla la piccola Weasley sorrise. L’ex grifondoro non se ne accorse impegnata com’era a ricordare. – Tutte le volte che ci davamo appuntamento qui, era davanti alla tomba di Newton, so che verrà lì, e noi lì saremo ad aspettarlo-

La tomba dorata riluceva alla fievole luce delle bacchette delle ragazze che sedute di fronte di essa aspettavano in silenzio.

All’improvviso si sentì un rumore sordo come di qualcosa che si spezza e dei passi, Luna si stupì di come si udissero distintamente quei passi nella chiesa vuota, in un attimo tre bacchette erano state tirate fuori pronte per essere usate.

Poi la voce, calda, famigliare, amata, una voce che nessuna delle tre udiva più da circa tre anni, la voce di Harry Potter, il bambino sopravvissuto.

-         Sibi gratulentur mortales tale tantumque exstitisse humani generis decus –

-         “Si rallegrino i mortali perché è esistito un tale e così grande onore del genere umano” sapevo che sareste tornati – sussurrò Hermione con le lacrime agli occhi –Lo sapevo- esclamò prima di gettarsi tra le braccia di Harry e di Ron che l’accolsero con il sorriso sulle labbra e l’espressione di chi dopo un lungo periodo di sofferenze riscopre il significato della felicità.

Nessuno di loro tre avrebbe mai scordato quell’abbraccio, il primo abbraccio dopo tre lunghi anni, un abbraccio che conteneva in se una molteplicità di significati differenti, affetto, parole non dette, dolore, perdita, amore.

Quando erano mancati a Harry gli abbracci di Hermione, le sue battutine pungenti, il suo sorriso, quanto era mancato a Ron il suo sapere sempre ogni cosa, la sua voglia di dare il meglio, il suo affetto e la sua fiducia in lui, quanto era mancato a Hermione il sorriso sbarazzino di Ron, le sue uscite totalmente prive di tatto, l’abbraccio di Harry, il suo odore, i suoi baci.

Sì fu l’abbraccio più intenso della loro vita, il primo dopo un lungo periodo di abbandono, dolore e sofferenza ma fu anche l’ultimo per loro.

L’ultimo prima della separazione, l’ultimo che Hermione riusciva a ricordare.

Perché fu in quel momento che con un lampo di luce verde si scatenò l’inferno.

-Bene bene bene- una voce fredda, glaciale, tetra, una voce che tutti conoscevano e temevano.

Lucius Abraxas Malfoy da dietro una colonna puntava la sua bacchetta sul gruppo.

Fu un attimo, ad Hermione basto meno di un secondo per pensare a cosa andava fatto.

Si frappose a scudo tra Harry, Ron e i mangiamorte che erano sopraggiunti iniziando a lanciare schiantesimi a chiunque cercasse di avvicinarsi.

-         Scappate! Ora!-

-         No Herm ce ne andiamo insieme- le urlò Ron gettandola a terra e prevenendo così una morte prematura dell’amica.

-         Io non mi chiamo Harry Potter e non ho passato con lui gli ultimi tre anni, se muoio io non cambierà nulla ma se dovesse succedere qualcosa a uno di voi due allora non potrete proseguire nella ricerca, non potrete fermare lui – adesso anche Harry si era avvicinato – Io ve lo prometto qualunque cosa succede io non morirò, resterò ad aspettarvi, non importa dove sarò, con chi, ma vi aspetterò e quando tornerete vi aiuterò ad ultimare l’incantesimo-

-         Hermione presto – la voce di Luna rannicchiata a dieci metri da loro li riscosse, avevano bisogno di una copertura e ne avevano bisogno subito.

-         Andate ora!- urlo Hermione prima di lanciarsi al fianco di Ginevra che fece una smorfia che poteva assomigliare a un sorriso o a un “perché sono qui e non tra le braccia del mio quasi eterno amore?”

-         Stupeficium!- la rossa colpì in pieno uno dei nemici, il più vicino al nascondiglio dei due ragazzi che ne approfittarono per smaterializzarsi senza farsi notare.

 

 

Lucius cominciava a stufarsi di quel giochetto, punto primo gli era stato ordinato di portare a Malfoy Manor i prigionieri vivi e lui odiava non poter usare l’Avada Kedavra, secondo gli era stato proibito di ferire fisicamente una qualsiasi delle ragazze anche la “sudicia babbana” perché poi ancora non lo capiva e terzo Bellatrix, che non voleva scomodarsi se non poteva usare almeno una maledizione, invece di aiutare si stava limando le unghie.

Il tutto sarebbe anche potuto apparire divertente se non fosse per il fatto che sia Avery che Nott erano stati schiantati da tre ragazzine che avrebbero potuto facilmente essere le loro figlie; senza contare che stavano distruggendo una delle poche opere d’arte babbane che lui non disprezzasse.

-         E pensare che non mi pagano neanche per questo lavoro- sibilò a denti stretti dopo avere lanciato l’ennesimo schiantesimo in direzione della Lovegood che tra tutte era la più esposta.

Fu un attimo nemmeno lui se ne rese conto finchè il fumo dell’esplosione non si diradò.

Il suo incantesimo quello di McNair e quello rivolto a loro della Granger si erano scontrati esplodendo e coinvolgendo nell’esplosione tutto ciò che si trovava nel raggio di due metri.

Hermione approfittando dello scompiglio creatosi si getto su Luna semisvenuta e la trascino vicino a sè e Ginny, poi si rivolse alla rossa:

-         Porta via Luna, adesso, io vi raggiungo subito, vi copro le spalle!-

-         Hermione io non ti lascio qui-

-         Tranquilla Gin sono sempre la migliore ricordi- le sorrise la riccia facendole l’occhiolino

Ginevra sorrise a sua volta, quindi stringendo a sé Luna si smaterializzò.

Hermione si preparò a seguirle, provò a smaterializzarsi anche lei ma un dolore acuto alla gamba glielo impedì.

E fu allora che si accorse  di essere ferita, si accorse di avere fatto un enorme errore di calcolo che le sarebbe costato qualcosa di molto più prezioso che una O ai mago.

Tra la nebbia e il fumo che si diradavano la consapevolezza di essere in trappola la travolse come un fiume in piena: non aveva scampo alcuno.

E fu come in sogno che sentì un dolore lacerante al petto e l’ultima cosa che vide prima di crollare a terra priva di sensi fu il volto vittorioso di Malfoy senior che sorrideva beffardo.

 

 

Freddo.

Aveva freddo e paura.

Sollevò piano le palpebre ma non vide nulla, all’inizio pensò di essere diventata cieca, poi si rese conto che era solo buio.

Cercò di orientarsi, di capire dove si trovasse ma non un raggio di luce filtrava in quella stanza umida e puzzolente.

Quasi sicuramente era un sotterraneo, lei odiava i sotterranei, le ricordavano Hogwarts o meglio le serpi che si aggiravano a scuola.

Cercò di alzarsi salvo scoprire di essere stata legata alla parete tramite pesanti catene, probabilmente tenute insieme da un qualche incantesimo di magia oscura.

Quella situazione l’avrebbe fatta impazzire, Hermione Jane Granger aveva sempre odiato non avere il pieno controllo della situazione e soprattutto del suo corpo.

Cercò di ricordarsi come fosse finita lì dentro ma una vocina proveniente da qualche parte del suo cervello le rammentò che era svenuta in seguito ad uno schiantesimo di Lucius Malfoy.

Il primo pensiero di Hermione fu “quel maledetto bastardo” seguito subito dopo da “sono nella merda”.

Pensiero che effettivamente rispecchiava la sua situazione attuale.

Era chiusa in una stanza buia, legata e con probabilmente un paio di coste rotte e di lì a poco sarebbe arrivato qualche mangiamorte della cricca di Voldemort a farla secca.

Si Hermione, davvero un’idea brillante fare scappare Ginny e Luna da sole.

Stava ancora maledicendo la sua stupidità quando la porta della stanza si aprì e, insieme a una luce accecante entrarono nella stanza tre persone.

Fu come se tutto l’ossigeno fosse stato risucchiato via dai suoi polmoni, mai, mai in tutta la sua vita si era ritrovata di fronte ad un uomo che sapesse incutere così tanto timore e rispetto insieme.

Eppure egli stava lì di fronte a lei con la sua pelle candida e gli occhi rossi che la fissavano come a leggerle l’anima.

E Hermione si rese conto di quale fosse la reale portata del compito di Harry, di quel compito di cui lei si era sobbarcata una parte, capì perché il bambino sopravvissuto era considerato un eroe, capì perché quegli uomini che lei aveva sempre disprezzato lo seguissero senza esitare, capì cosa fosse la vera forza e la vera paura.

Capì tante cose in quel momento la piccola Grifoncina e come ipnotizzata non riuscì a non guardare il Lord Oscuro.

Fu la sua voce, fredda come una lama di ghiaccio a riscuoterla.

-         Bene, bene, bene chi abbiamo qui? L’amichetta sanguesporco di Harry Potter-

Hermione distolse finalmente lo sguardo accorgendosi dei due uomini che l’accompagnavano, uomini che lei conosceva molto bene.

Il primo le era noto per essere un gran bastardo, padre del suo incubo peggiore, nonché l’uomo che le aveva rotto le coste: Lucius Malfoy.

Il secondo invece le era conosciuto per ben altri motivi, Severus Snape, colui che era stato il suo insegnante di pozioni per sette stramaledettissimi anni.

-         Ho saputo da Lucius che hai creato non pochi problemi questa notte – continuò Tom Ridde avvicinandosi pericolosamente al suo volto.

Hermione non lo guardò, non rispose, non avrebbe parlato, non avrebbe tradito i suoi amici.

Fu Lucius a prendere la parola al suo posto.

-         Ha ragione mio Signore, questa mocciosa è dannatamente potente per la sua età. E’ solo colpa sua se Potter e il suo amico straccione ci sono sfuggiti –

-         Ronald non è uno straccione- sibilò Hermione a denti stretti guardando Malfoy con astio palese.

-         Mi correggo straccione e babbanofilo-

-         Malfoy se non fossi legata ti leverei quel tuo sorriso bastardo dalla faccia, e ti assicuro che mi pregherai in ginocchio di ucciderti!-

-         Oh mia cara ma sarai tu a pregare di venire uccisa- le sussurrò Lord Voldemort riprendendo la parola – Sai, Bella si diverte a usare le maledizioni senza perdono…. A meno che tu non sappia qualcosa che possa aiutarmi –

Hermione guardò con odio e disgusto quell’essere viscido che le stava di fronte.

-         Io non so nulla e anche se sapessi qualcosa non ve lo direi mai. Preferisco morire che tradire i miei amici!-

-         Si si questo le fa onore signorina Granger ma come al solito si dimostra stupida- Severus Snape parlò per la prima volta e la sua voce era più dura del solito, più fredda di quanto Hermione ricordasse.

-         Stupida Grifondoro, morire per onore- Malfoy scoppiò a ridere quindi dopo avere rivolto un leggero inchino al suo signore uscì seguito da Severus.

-         Magari Bella ti farà cambiare idea piccola sanguesporco- le sussurrò Tom prima di scomparire dietro la porta.

 

Hermione non avrebbe mai scordato il dolore che provò in quei giorni di infinite torture.

Dire che Bellatrix Black Lestrange era pazza era un eufemismo, quella donna non era pazza, no era perfettamente lucida e questo rendeva, se possibile, le sue azioni ancora più tremende.

Godeva nel sentirla urlare, nel vederla contorcersi sotto i suoi cruciatus.

Fu in quel periodo di dolore e terrore che Hermione sperimentò la vera disperazione, da quel giorno potè dire di avere conosciuto l’orrore della tortura, della pazzia, della guerra.

Di giorno veniva torturata a sangue e di notte le veniva somministrata da Snape una pozione medicamentosa per sanarle le ferite in modo tale che non potesse morire di dolore.

Poi una mattina la sua carceriera dalla belle di alabastro e la bocca del colore delle rose si stufò di usare la bacchetta.

-         Proviamo a usare la frusta piccola sanguesporco, vediamo se riesci a non urlare-

Ancora adesso sulla sua schiena si potevano notare i segni di quelle giornate infernali, le sembrò davvero di essere precipitata nell’Ade, non dormiva più, il dolore era troppo intenso, non mangiava più, voleva solo morire, e fu allora, alla fine del terzo mese di prigionia, che Lord Voldemort tornò da lei, questa volta però per ucciderla.

-         Signorina Granger sia grata al cielo che oggi sono di buon umore, ho deciso di farle un regalo-

Hermione alzò il viso sporco di sangue raggrumato e polvere e lo guardò arrogante.

-         Mi farà fare un bagno?-

-         No mia cara, le concederò una morte veloce e più o meno indolore- quindi rivolgendosi al suo seguito di mangiamorte – Inizi dunque l’esecuzione di Hermione Granger, qualcuno di vuoi ha da dire qualcosa?-

E fu allora che la speranza tornò a brillare più intensa che mai, tornò a splendere tramite la voce di Severus Snape.

-         Io reclamo questa donna come mia-

Se i suoi compagni mangiamorte apparvero stupiti Lord Voldemort non lo fu più di tanto, conosceva Severus da anni e sapeva che i suoi gusti in fatto di donne erano discutibili.

-         Severus i tuoi gusti in fatto di donne sono sempre orribili-

-         Ne sono consapevole mio signore-

-         Molto bene e come hai intenzione di fare per tenerla legata a te? A noi?-

-         La …. Io la sposerò mio signore-

Hermione non poteva credere alle sue orecchie eppure Snape era serio, non era mai stato così serio in tutta la sua vita, Lucius lo sapeva, Tom lo sapeva.

E anche se con la morte nel cuore, ammettiamolo non è che il Lord oscuro fosse entusiasta di vedere uno dei suoi più fedeli uomini sposare una sanguesporco, Lord Voldemort acconsentì.

 

Il matrimonio si celebrò una settimana dopo, Hermione era stata curata al meglio dai medimaghi fedeli alla causa, di tutti i mangiamorte solo Narcissa Black Malfoy le aveva rivolto la parola e solo per organizzare con lei il matrimonio.

Come se fosse quello che la riccia voleva.

Quel giorno era bel tempo e faceva caldo, sarebbe potuto essere il giorno più bello della sua vita invece fu un incubo.

Era grata a Severus per averle salvato la vita, ma non riusciva ancora ad accettare il suo destino.

Si sa gli esseri umani sono individui testardi e orgogliosi e difficilmente accettano passivamente il fato che gli dei scelgono per loro.

Ma questa volta Hermione non aveva la possibilità di opporsi, doveva piegarsi, fare buon viso a cattivo gioco e sopravvivere.

Era stata lei stessa promettere ad Harry che sarebbe sopravvissuta per aiutarlo, non poteva permettersi il lusso di morire.

Non ancora.

La cerimonia fu veloce e molto sobria, Hermione splendeva nel suo vestito bianco a balze e le piccole perle tra i suoi capelli luccicavano come gocce di rugiada.

-         Era l’unico modo che avevo per salvarla signorina Granger- le disse il suo nuovo marito una volta arrivati a casa loro dopo la cerimonia, la sua nuova casa: Lost Hope Manor.

-         Lo so e la ringrazio professore –

-         Temo che dovrai incominciare a chiamarmi Severus …. Hermione – disse l’uomo porgendole un pensatoio tirato fuori da un armadio a muro.

-         Cos’è… Severus?-

-         Devi solo guardare e fidarti di me-

E lei l’aveva fatto, capendo che l’uomo che aveva sposato era tutto fuorché malvagio.

Si Hermione Granger era stata fortunata, la speranza nel suo cuore si riaccese come un fuoco pronto a spazzare via ogni ostacolo e d’improvviso seppe cosa doveva fare… continuare a lottare.

La lotta contro il male era dura ed eterna, ma non poteva fermarsi, avrebbe continuato a combattere, sgretolando la fazione nemica dall’interno, si sarebbe unita a loro e poi avrebbe colpito, andando a distruggere tutto quello che poteva, non era sola, non lo sarebbe mai stata solo non lo aveva capito.

La vera battaglia iniziava adesso.

 

E fu così che Hermione Jane Granger si unì alle schiere dei Mangiamorte del Signore Oscuro, fu così che la compagna di battaglie del bambino sopravvissuto cambiò fazione. Ma attenzione fu il suo corpo soltanto a spostarsi perché il suo cuore, quello mai nessuno avrebbe potuto cambiarlo.

 

 

 

 

 

 

Ecco finalmente la fine del terzo capitolo, pensavo che non sarei mai riuscita a finirlo =.='' Comunque mi scuso per la scena della battaglia nell'abbazia un pò perchè non sono assolutamente riuscita a descriverla come volevo e un pò perchè mi sento colpevole per avere distrutto il patrimonio artistico mondiale ù.ù Un'altra cosa so che gli avvenimenti di questo capitolo sono un pò tutti "appiccicati" o meglio il capitolo copre un periodo di tempo abbastanza vasto, però ci tenevo a ritornare alla storia principale e evitare di prolungare troppo i flashback, su alcune cose poco chiare tornerò più avanti nella storia. Voi comunque fatemi sapere se non avete capito qualcosa. Ringrazio tutti quelli che hanno commentato soprattutto la mia Judy *________________*

 

 

Coffe14: Grazie ** sono contenta che ti stia piacendo la storia spero solo che questo capitolo non deluda troppo perchè mi rendo conto che passa in fretta e che può essere un pò prolisso *temo di essere una persona prolissa* Un bacio Ale

HermyKitty: Tesora!!! Come va? Si ti ho messa tra gli autori preferiti perchè dopo avere letto la tua "balbetta per favore" ho deciso di leggere le altre tue fic (anche se al momento ho pochissimo tempo) quindi ti ho aggiunto ai preferiti poi prometto che appena inizio a leggere ti lascio commenti ** No che dici brutalmente il mio obiettivo reale era stecchirvi tutte sul posto ù.ù Si bè cercare di spiegare come si è giunti alla situazione attuale mi sembrava doveroso sennò poi non si capiva quello che succedeva! Ginny avrà un ruolo importante nella storia, il che è strano dato che la odio è.è si si il primo amore di Herm è proprio Harry principalmente per il fatto che odio ROn e le ROn-Hermione e quindi onde non traumatizzarla troppo ho preferito metterla col bambino sopravvissuto. Grazie tesora ** Un bacione Ale

magicrossy: Grazie dei complimenti ** un bacio Ale

piperina: Ivaaaaaaaaa!!!! Che onore ** guarda forse non sei tu in effetti i dialoghi del primo capitolo sono un pò confusionari XD colpa del mio inticato cervellino... Oddio no ti assicuro che on hanno consumato O.O cioè ci ho pensato se fare una scena NC17 ma poi mi veniva la nausea al solo pensiero di loro due e ho evitato. Come hai visto il cuore di Herm resterà sempre quello di un grifone è solo l'apparenza che è cambiata. sperò che questo capitolo sia stato all'altzza delle aspettative ** Ti mando un bacio grande. Ceci

Magical_illusion:  Waaaaaaaaaaa *________________________* La mia ammora Judy!!!! Infatti non ci posso credere! Sono contenta che la storia ti piaccia e ti assicuro che questa Ginny è tutto fuorchè priva di signifato ma come ben sai è dedicata a te ( e te lo dico perchè già sai con chi la shipperò) Ti mando un bacio enorme. Ceci

Faith07: La mia Psiuly ** tesoro hai commentato! Non sai quanto mi ha fatta felice!! Tu sei una vera fonte di soddisfazioni, come farei senza di te? Si il bigliettino in effetti stato studiato bè più da Herm che da me ma vabbè ù.ù Percy mi stata sul popò ma posso capire che per Molly sia stato un colpo lo stesso. grazie ** con tutti questi complimenti finirò per arrossire >////< Ti Adoro. Ceci

 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

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