Non capisce cosa possa avergli fatto. Anche rianalizzando le proprie parole non riesce proprio a trovare cosa possa averlo fatto scattare a quel modo. Lo ha sfottuto, è vero, ma è sempre stato così fin da quando è arrivato lì.
Arrivato forse è una parola un po’grossa. Sarebbe meglio dire che Thor lo aveva schiaffato sul pavimento della sala senza troppi complimenti e che Stark si era svegliato imprecando e maledicendo tutto e tutti, per poi avere una qualche chiacchierata con il Direttore Fury, tornare nel salone e indicargli con un gesto secco una stanza sul fondo del corridoio.
Non aveva nemmeno provato a scappare, lì fuori c’era Banner ad aspettarli e la sola idea di risvegliare la cosa verde lo terrorizzava.
Aveva optato per una politica di non belligeranza vigile: nel caso ci fosse stata un’occasione se ne sarebbe andato sparendo in una nuvola di fumo verde, così, solo per fare un po’di scena.
Ma di occasioni se ne erano presentate parecchie, e lui era ancora lì, seduto sul proprio letto a chiedersi cosa avesse sbagliato con quell’umano.
Si stringe le ginocchia al petto, infastidito da se stesso. Quel noioso mortale sta rendendo le cose più difficili di quanto non siano, e per quanto noioso possa essere purtroppo ora è tutto ciò che ha. È stato l’unico a mostrargli un po’di gentilezza, anche se accuratamente mascherata, non trattandolo come un mostro, garantendogli di vivere in un posto decente e di avere ogni tanto una conversazione quasi stimolante.
Si alza e si dirige verso la porta.
- Signore, mi spiace informarla che se oltrepasserà la porta sarò costretto a… -
- Zitto, barattolo. Devo parlare con Stark. Se non posso andare io fa’venire lui qui. -
- In questo momento il signor Stark non è nelle condizioni di avere una discussione. -
- Cosa ha combinato quel coglione? -
- Il solito, signore. -
- È di nuovo ubriaco perso, eh? -
- Esatto. -
- Allora quando si sveglia ricordagli di farmi uscire da qui. -
- Sì signore. -
Va a sedersi su una poltrona di pelle scura e scruta fuori dalla vetrata.
Manhattan gli si presenta in tutta la sua magnificenza di città che non dorme mai, abbagliandolo con le tutte quelle luci al neon, chiaro segno di quanto gli umani abbiano bisogno di vedere e di controllare ciò che li circonda e li spaventa, in questo caso il buio, in altri lui.
Tutte quelle luminarie però soffocano la luce delle stelle che, nonostante siano diverse da quelle di Asgard, gli mancano.
Note della
Vecchia
Volpe
Wow, grazie! Non credevo che questa accozzaglia di scleri mattutini/pomeridiani/serali avesse tanto seguito!
Grazie mille a chi segue e recensisce (neurodramaticfool la tua recensione è assolutamente fantastica), vi adoro <3
Un grazie speciale alle mie editors, che sono fantastiche e commentano praticamente ogni frase che scrivo.
Spero vi piaccia questa specie di POV Loki J
Scusate per la brevità del capitolo, ma il prossimo sarà molto più lungo :D
Baci.