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Autore: ary_gg    20/04/2013    2 recensioni
Allison è la figlia dei protagonisti di Through. Ovviamente le due storie sono separate e possono essere lette indipendentemente. Allison vedrà molti rapporti cambiare nel nuovo arco della sua vita, farà molte esperienze che prima non aveva mai pensato di fare e probabilmente le apriranno gli occhi. Con lei Rebekah la sua migliore amica da sempre. Lucas che lei definisce migliore amico e una nuova conoscenza Daniel. Probabilmente i triangoli sono spesso utilizzati, ma d'altronde sono anche i più interessanti. Spero che ci darete un'occhiata. Ari.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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CAPITOLO DICIOTTESIMO

Allison si svegliò con molta calma, non aveva lezione o tirocinio e poteva prendersela con comodo nonostante non fosse il week-end. La ragazza dopo essersi vestita in modo molto comodo, scese al piano di sotto per fare colazione.
“Buongiorno!”
Esclamò allegra sedendosi al tavolo e riempiendo la tazza con il caffè. Non aveva nessuna intenzione di continuare a tenere un rapporto gelido con nessuno, quindi si pose in modo solare e rilassata sperando di risolvere la questione una volta per tutte.
“Buongiorno”
La madre le avvicino dei biscotti.
“Mi basta il caffè.”
Serena la rimproverò con lo sguardo e la ragazza prese un biscotto per mangiarlo.
“Tesoro se esci copriti, credo nevicherà tra un po’”
Allison fece una smorfia alle parole del padre.
“Magari cerca di andare in giro in auto piuttosto che in moto”
Disse sarcastico l’uomo, Allison sbuffò.
“Papà..”
La ragazza lo vide allontanarsi e poi uscire di casa.
“Davvero andremo avanti così?”
Disse Allison esasperata.
“Ali, andiamo, gli passerà”
“Sono stufa di sentirmi dire gli passerà. Daniel è..è meraviglioso ok? E’ dolce, è protettivo, mi fa ridere, mi mette in discussione, siamo in sintonia, mi fa sentire viva, mi fa semplicemente stare bene. E dopo tutto quello che ha dovuto affrontare nella sua vita, il minimo che io possa fare è cercare di fargli capire quello che sento e quanto lui sia tutto questo per me. Se fossi genitore vorrei questo per i miei figli.”
Allison sembrava un fiume in piena e Serena non se lo aspettava, fu colpita da quelle parole, aveva augurato a sua figlia tutto ciò perché era esattamente ciò che lei aveva trovato in Jake e sapeva che la normale gelosia di suo marito non giustificava il suo essere così reticente nei confronti di un ragazzo di cui non sapevano assolutamente nulla.
“Tesoro lo so. Io sono felice per te, credimi. Ieri quando l’ho visto per la prima volta mi ha trasmesso una sensazione positiva, sai che io vivo molto a pelle, se ne farà una ragione. E’ ancora sulle sue per quella notte fuori, ma hai ragione tu, anche lui vuole questo per te. Non conosciamo Daniel e la sua storia, la sua vita e non so se dovremmo, non ne abbiamo il diritto probabilmente, ma proprio per questo non lo giudico, per questo rimprovero sempre tuo padre. Non sei una bambina e hai tutto il diritto di vivere la tua storia senza sentirti oppressa da noi.”
“Perché lui non lo capisce?”
“Ali, basta così, non è un tuo problema al momento”
La ragazza sospirò e si alzò.
“Finisco di prepararmi, devo uscire”
Allison si chiuse in camera sua per cercare un po’ di spazio per sé, si rese conto di aver detto qualcosa di molto serio a sua madre e qualcosa che non sapeva da dove fosse uscito, qualcosa su cui non si era poi interrogata davvero molto e che probabilmente ancora non capiva bene. Dopo un po’ le arrivò il messaggio di Daniel così uscì e si ritrovò davanti il suo ragazzo sorprendentemente non in moto, ma in auto. La ragazza sorrise fra sé e sé e salì in auto.
“E io che mi aspettavo un ragazzo in moto”
Disse sarcastica la ragazza.
“Sta per nevicare non credo sia il caso”
“Non pensavo avessi una macchina”
“La uso solo nei mesi più freddi dell’anno, la moto mi costa meno”
Allison si mise comoda e diede uno sguardo all’auto, poi notò un mazzo di fiori sul sedile posteriore, si allungò e li prese.
“E questi?”
Disse ridendo
“Devo deluderti, non sono per te”
La ragazza corrucciò la fronte, ma non aggiunse altro. Dopo un altro breve tratto, Allison riconobbe il cimitero. I due scesero dall’auto senza dire nulla.
“E’ successo oggi?”
Chiese Allison conoscendo già la risposta e campendo improvvisamente il comportamento un po’ assente del ragazzo negli ultimi giorni.
“Si”
Disse Daniel fermandosi. La ragazza si voltò con il ragazzo e dopo qualche secondo a fissare la foto del ragazzo, le sembrò di vivere in un mondo parallelo. Dal canto suo Daniel aveva posato i fiori e poi si voltò verso la ragazza che sembrava quasi stare peggio di lui, era bianca e un po’ turbata.
“Ali, stai bene?”
La ragazza non rispose immediatamente, ma dopo qualche secondo di silenzio parlò.
“Io..lo conosco”

Dave uscì rapidamente dalla classe, seguì nei corridoi Tom senza troppo successo. Alcuni ragazzi della squadra di baseball in cui si era imbattuto lo trattennero e quindi perse di vista il ragazzo. Dopo un quarto d’ora di finto interesse e di parole che lo sommergevano senza alcun senso, Dave riuscì a liberarsi, si recò nell’atrio della scuola e si guardò intorno. Riuscì a scorgere Tom, così si avvicinò a lui.
“Davvero Tom?”
Disse sarcastico allargando le braccia in segno di disappunto. Il ragazzo lo guardò perplesso.
“Molla quella roba prima che finisca male”
Tom guardò la sigaretta illegale che aveva tra le mani e accennò un sorriso sarcastico.
“David, torna a casa”
“Cos’è successo? Hai lasciato la squadra, i tuoi voti sono un disastro, adesso anche le canne? Andiamo Tom. Non sei così. Da quando hai cominciato a frequentare quei tizi..”
“Non è esattamente la tua vita perfetta amico”
“Quale vita perfetta! Nessuno dei due ce l’ha, ma di certo il fatto che mio padre sia morto quando avevo sei anni, non è una giustificazione per farmi di erba o ubriacarmi continuamente.”
Tom fece un altro tiro.
“Dave non c’entra nulla. Niente di niente. Io sto bene così. Cosa si può ottenere senza soldi, senza futuro, senza lavoro? Finirò a fare l’operaio da qualche parte spaccandomi la schiena per dieci ore e tornare a casa da una moglie e dei figli che avrò condannato alla mia stessa misera esistenza. Il mio futuro è già scritto. Al momento voglio divertirmi un po’”
“Così non ci arriverai nemmeno al tuo futuro già scritto. E tuo fratello? Ha solo te, cosa gli dimostrerai così? Tanto vale divertirsi?”
Tom sbuffò alzando gli occhi al cielo.
“Non essere melodrammatico. Daniel è in gamba, più di me, se la caverà. Non sarà la mia copia.”
Tom fu distratto da una bambina che piangeva silenziosamente qualche metro alle spalle di Dave, poi tornò a guardare il ragazzo.
“Ascolta non sono affari tuoi, non più. Sei stato un ottimo amico, non sentirti in colpa per me”
Tom gettò il resto di quello che stava fumando per terra e si avvicinò alla bambina.
“Stai bene?”
Sembrava davvero spaventata.
“Allie!”
Dave si voltò riconoscendo sua nipote e si avvicinò.
“Cos’è successo? Stai bene?”
La bambina continuò a piangere scossa dai singhiozzi.
“E’ tua nipote? Tua sorella non abita fra i ricchi sfondati? Com’è arrivata qui?”
Disse sarcastico Tom. Dave gli lanciò un’occhiataccia. Tom mise la mani in tasca e tirò fuori una caramella.
“Avanti quegli occhietti non meritano tante lacrime”
Disse il ragazzo allungando il palmo aperto con sopra la caramella. Allison piano smise di piangere e prese timidamente la caramella, poi guardò Dave.
“Papà si arrabbierà”
Dave sospirò grattandosi la testa.
“Si, si lo farà piccola peste”
“Io tolgo il disturbo, ciao piccolina”
Tom le scompigliò i lunghi capelli castani, Dave cercò di fermare l’amico senza molto successo.
“Tom, aspetta”
“Occupati di lei, io non ho bisogno di aiuto”

Daniel ed Allison non parlarono della cosa, il ragazzo si sentì stranito dalla situazione. Tornarono a casa dal ragazzo e una volta dentro Allison si sedette sullo sgabello dell’isola della cucina.
“Sei sicuro che non vuoi sapere nulla?”
Il ragazzo sospirò sedendosi sul divano.
“Non lo so..”
Allison si alzò e si sedette accanto a lui.
“Cosa pensi che ti dirò?”
“Ho uno strano ricordo di lui ok? Non ricordo nemmeno com’era prima che..cambiasse. E non perché fossi troppo piccolo, perché semplicemente tutto quello che è diventato mi ha fatto dimenticare quello che era.”
“E quindi? E’ stato gentile con me, avevo otto o nove anni. Mi ero ostinata a voler tornare a casa da sola a piedi all’insaputa dei miei, mi sono persa e mi sono ritrovata a scuola da mio zio, parlava con tuo fratello”
Daniel la guardò perplesso
“Zio?”
“Si, mio zio, l’hai visto, è venuto a prendermi un giorno. Avevamo litigato”
“Oh. Si, ricordo”
Il ragazzo scosse la testa sentendosi molto stupido per quello che aveva pensato sul ragazzo.
“E’ stato gentile, l’ho visto qualche altra volta con lui, ogni volta discutevano, ma aveva sempre una caramella alla fragola per me”
“Sicura fossero caramelle?”
“Daniel..”
“Non ci riesco ok?”
Il ragazzo si alzò nervoso.
“La verità è che sono così arrabbiato con lui. Se l’è cercata lui. E io mi sento sempre così in colpa, perché avrei dovuto arrabbiarmi, avrei dovuto probabilmente prenderlo a schiaffi. Tra i due il maggiore sembravo io e..e invece l’ho lasciato fare, ho detto a mia madre di ignorarlo, di ignorare il fatto che volesse rovinarsi la vita, ero semplicemente stanco. E lui non ha fatto nulla, non ha lottato nemmeno per salvare se stesso”
Allison restò seduta sul divano guardandolo dispiaciuta. Sapeva quanto il ragazzo stesse ancora male per quello, ma non aveva idea che fosse così arrabbiato con lui oltre che con se stesso.
La ragazza si alzò avvicinandosi a lui, gli prese la mano cercando di tranquillizzarlo.
“Non puoi incolparti per questo. Ognuno decide della propria vita e se lui aveva deciso questo per sé, è ora che tu accetti tutto questo. Le decisioni degli altri influenzano le nostre vite, ma restano comunque loro decisioni, nel bene o nel male.”
Daniel posò una mano sul viso della ragazza guardandola quasi sofferente.
“Che cosa dovrei fare?”
Allison posò la sua mano su quella che il ragazzo aveva sul suo viso.
“Lascialo andare”

“Toc toc”
Jake si appoggiò allo stipite della porta aperta della camera della figlia. Allison era sul letto sommersa dagli appunti.
“Ciao”
“Non voglio disturbarti, volevo solo dirti che dopo domani abbiamo un evento a cui partecipare”
Allison cambiò espressione.
“Per evento..
Marcò la parola e mimò delle virgolette con le mani.
“..intendi vestiti eleganti e paparazzi?”
L’uomo alzò le spalle e Allison sbuffò.
“Devo proprio?”
“Tesoro, lo sai che cerco di farvi partecipare a meno roba del genere possibile, ma si, te ne sarei molto grato. E comunque ci sarà anche Rebekah”
“Ok, va bene”
Disse senza troppa enfasi. Quel pomeriggio Allison dovette andare ad una lezione e dopo passò per il centro dove doveva incontrarsi con Rebekah per dare un’occhiata a qualche vestito per la serata di beneficienza.
“Allora, che genere di vestito vuoi vedere?”
“Non lo so, tanto è uno di quei vestiti che non metterò più per il resto della mia vita”
Rebekah rise.
“Sei noiosa. Molti vorrebbero essere al nostro posto”
“Se me ne indichi qualcuno gli cedo il posto”
Disse sarcastica Ali, poi guardò un momento la sua amica.
“Come stai?”
“Mh?”
Rebekah si distrasse dal vestito e la fissò.
“Bene”
“Sam si è più..fatto vedere?”
Rebekah scosse la testa.
“No, grazie al cielo e non voglio pensare nemmeno che sia qui”
“Ok..senti cambiamo negozio ti va?”
“Si, decisamente”
Le due ragazze si infilarono in una boutique dando un’occhiata ai vestiti. Mentre Allison ne faceva scorrere un paio sull’appendiabiti di fronte a sé, notò una delle commesse che si guardava intorno.
“Oh no”
Allison richiuse lo spazio che si era creato nello spostare gli abiti nascondendocisi dietro.
“Beky, possiamo andare via?”
Disse raggiungendo l’amica.
“No, ho trovato l’abito perfetto! Lo provo e..”
“No, dobbiamo andare via, adesso”
“Ma..”
“Allison! Non ero sicura fossi tu, ma a quanto pare non mi sbagliavo”
Allison e Rebekah continuarono a guardarsi, Ali alzò gli occhi al cielo e poi si voltò sfoderando un sorriso convincente.
“Ciao Sasha. Non sapevo lavorassi qui”
“Solo da un paio di settimane, ho dovuto lasciare il vecchio lavoro”
“Chissà perché..”
Mugugnò Rebekah continuando a guardare l’abito che tanto le piaceva, poi Ali le diede un colpo e alzò lo sguardo sorridendo forzatamente.
“Sasha, lei è Rebekah”
“Piacere..posso aiutarvi? Puoi provarlo se vuoi, cerco la tua taglia in magazzino”
Rebekah guardò Allison, il vestito le piaceva davvero molto.
“Bene, grazie.”
Sasha sorrise e si allontanò.
“Magari è stata licenziata per stalking”
“Beky”
“Perché sei gentile con lei? E’ una stronza che vuole il tuo uomo, a quest’ora l’avrei già..”
“Beky!”
“Ali, è così lo sai”
“No. No, hanno passato tutta la vita insieme non farò la stronza con l’ultima parvenza di famiglia che Daniel ha”
“No, è solo lo spettro della sua famiglia, lo spettro di suo fratello, lei vuole voltare pagina e come, saltando nel suo letto però”
“Smettila di dire queste cose”
Disse quasi disgustata Allison che si diresse verso i camerini con un vestito tra le mani.
“Lo faccio solo per te! Ricordi Tania Peterson vero?”
“Cosa c’entra ora quella..”
Allison si bloccò prima di poter andare avanti.
“Ti ricordi cosa le hai combinato al ballo del secondo anno vero? Solo perché aveva una cotta per il tuo accompagnatore, con il quale, ricordiamoci, sei stata per sole due settimane”
“Era un’atleta idiota”
“Non è questo il punto Ali”
La ragazza sbuffò.
“Avevamo sedici anni. Arrivate all’ultimo anno abbiamo smesso di disseminare terrore a scuola. Abbiamo deciso che era ora di diventare delle donne mature che si accingevano a diplomarsi e ad entrare al college”
“E non c’è cosa che ci sia riuscita meglio, nessuno ci riconosceva più, ma ci portavano rispetto. Pretendi rispetto da quella finta biondina. Marca il territorio!”
“Non siamo animali Rebekah”
“Sveglia la reginetta della scuola prima che Sasha diventi la vendetta di Tania Peterson e si prenda Daniel”
Sasha uscì fuori dal magazzino con il suo vestito di Rebekah, la ragazza lo prese e lo andò a provare.
“Quello non lo provi? E’ della tua taglia mi pare”
Allison guardò Sasha e poi il vestito che aveva in mano.
“Non lo so”
“Cosa c’è che non va Allison?”
La ragazza chiuse gli occhi per calmarsi, le cose che le aveva detto Rebekah non le erano indifferenti e sebbene cercasse di farsi andare bene Sasha, non era così. L’aveva vista un paio di volte e aveva provato anche a parlarci, ma questo non le era servito a granchè.
“Ti prego smettila, smettila di essere così”
Sasha la guardò perplessa.
“Non so se sei davvero innamorata del mio ragazzo o semplicemente ossessionata, ma smettila di fingere di essere mia amica o di essere gentile solo per rimanergli vicino. E’ inquietante, ossessivo e di cattivo gusto.”
“Non so davvero di cosa tu stia parlando”
“Non far uscire la principessina che è in me, è viziata e cattiva e ottiene quello che vuole, quindi dimenticalo, ti conviene”
“Sembra una minaccia? Sai che mi renderesti tutto solo molto più semplice si?”
Disse poi Sasha sorridendole sicura di sé.
“Daniel è davvero molto dolce e onestamente mi crederebbe se gli dicessi qualcosa, dopo tutti questi anni, si mi crederebbe e che la sua fidanzatina poco più che liceale faccia la stronza con me non credo che sia del tutto piacevole”
“Nemmeno che tu faccia la stronza con me è piacevole non trovi?”
Sasha alzò le spalle.
“Al momento quella poco carina sei stata tu se non erro. Oh e se volessi provare qualcosa di piacevole dovresti chiedere a Daniel, posso garantire io per le sue capacità.”
Allison lanciò uno sguardo di fuoco alla ragazza, poi Rebekah uscì dal camerino vedendo l’amica molto turbata.
“E’ tutto ok?”
Allison lasciò il vestito bruscamente nelle mani di Sasha.
“Ci vediamo domani Rebekah”
La ragazza uscì dal negozio turbata quasi non riuscendo più a respirare.

   
 
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