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Autore: Loveroflife    20/04/2013    1 recensioni
Lei, Marika, 19 anni appena compiuti, ammessa alla facoltà di medicina da poche settimane, ha un solo sogno: diventare medico pediatra, i bambini sono la sua passione.
Lui, Victor, 21 anni, studente di storia dell'arte, bocciato un po' di volte, è nella facoltà da un anno. Ha due scopi nella vita: diventare un pittore e un chitarrista famoso.
Cosa li unisce? Lei è la cugina del suo migliore amico. Cosa li ha divisi? L'indecisione.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando la musica ti colpisce al cuore...'
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Era appena entrata a casa sua, dove era accaduto l'irreparabile un mese prima, su quel divano stava quasi per cedere ma poi era successo il caos. Arrossì al pensiero di cosa stava per succedere e le gambe le diventarono come gelatina.
''Puoi usare il bagno, poi vai in camera mia, nel secondo cassetto del mobile ci sono delle maglie, prendi quella che vuoi. Poi dammi i tuoi vestiti, io intanto metto della legna nel camino.''

''Ok, grazie.'' Si rifugio' nel bagno con il cuore a mille. Nel mese appena passato aveva imparato a tener fermo l'istinto di prenderlo e baciarlo, ogni volta che lo vedeva ridere con qualcuna o quando era in cortile a fumare, o quando si fermava con il prof di scultura a bere un caffè. Doveva mantenersi anche stavolta, e doveva cambiarsi, aveva freddo.
Entro' nella sua camera. C'era un odore di sigarette e di menta, si stava benissimo. I poster dei suoi artisti preferiti, le sue 4 chitarre adagiate in un angolo, miliardi di dischi, l'enciclopedia sulla storia della musica, la tv con tutti i live in dvd dei suoi chitarristi preferiti, era tutto perfetto, in un ordine quasi maniacale. Poi c'era il letto. Era enorme, grandissimo, con un cuscino enorme su cui erano stampati Victor, Michele, Franco e Angelo in una foto di gruppo. Penso' distrattamente a come sarebbe stato dormire con lui su quel letto, e quasi si meraviglio' dei suoi stessi pensieri. Scosse la testa e decise di vestirsi, altrimenti una polmonite non gliel'avrebbe tolta nessuno.
Torno' dopo pochi attimi nel salotto, dove Victor sistemava il jeans e la felpa vicino al camino.
''Dovrebbero asciugarsi cosi, vuoi qualc...oh porca miseria.'' Non fini la frase, perchè la ritrovo' in salotto, vestita solamente con la sua maglietta preferita, quella dei Guns N' Roses e con un suo paio di pantaloncini, precisamente il costume che indossava al mare. Marika era davvero alta, pero' i suoi vestiti le andavano larghissimi. Era una visione che mai avrebbe dimenticato.
''Cosa è successo?'' Marika sorrise, lo capii subito, ma voleva che glielo dicesse.
''N-niente, mi stavo per bruciare con un pezzo di legno.'' Se lo invento', per poi perdersi a osservarle le gambe. Non erano affusolate, erano belle, in carne e anche abbastanza lunghe.
''Ah capisco. Grazie dell'accoglienza, comunque, sei stato tanto gentile con me e si, insomma, io non lo meritavo, visto che per un mese..'' La interruppe sul più bello.
''Sssh, non dire niente, facciamo finta che questo mese non sia mai esistito, va bene?'' Era davvero dolce, Marika stava per abbracciarlo e baciarlo, ma si trattenne.
''Ok...Che facciamo?'' Gli sorrise apertamente, era bella e lui stava per prenderla e portarsela in camera sua, ma non lo fece.
''Ti va se ci guardiamo un dvd? Ci sono i miei film horror e i film romantici di mia sorella, scegli tu.''
''Romantico...'' Ovviamente.
''Che palle! Vabbè, scegli, ti va una birra?''
''Se la bevi tu, la bevo anche io.''
''Potrei non bere birra, io?'' E risero insieme, mentre lei sceglieva un film dalla custodia.
Ritorno' pochi istanti dopo con due birre e una coppa piena di pop-corn.
''Il Diario Di Bridget Jones, ti va bene?''
''Oddio mio, no..''
''Lo prendero' come un si.'' E, mettendosi sul divano, premette play.

I minuti passavano, le risate aumentavano, la birra finiva e i pop-corn erano evaporati in pochi istanti. Marika era rintanata in un angolo del divano e Victor dall'altro lato. Ad un tratto Marika si sdraio', le gambe lunghe tenute costantemente piegate iniziavano a farle male. Non sapeva proprio dove metterle.
''Stendile sulle mie, non mordo.'' E cosi fece. Victor le osservo' per qualche secondo e agi' d'istinto. Prese ad accarezzare i suoi piedi cosi piccoli e delicati; beh, insomma, un 40 non era un piede piccolo, anche se non avrebbe mai superato il suo 44 pieno. Aveva la pelle liscia e profumata di cioccolato, o almeno cosi gli sembrava. Saliva sempre più lentamente, e si fermo' sul ginocchio destro quando senti' una frase che lo innvervosi'.
''Hugh Grant è veramente un figo pazzesco, è l'uomo della mia vita''. Si giro' e trovo' Marika rossa in viso che fissava la tv. Possibile che non avesse sentito niente? Merda, lui si stava eccitando solamente a toccargli un ginocchio e lei pensava a quel vecchio.
''Ha più anni di mio nonno.''
''Ma cosa dici, avrà si e no 50 anni. E poi e' figo comunque.''
''Pensavo avessi dei gusti migliori.'' Sputo' fuori acido. Sentiva la bile che dal suo fegato risaliva in gola. Non poteva essere geloso di un attore di Hollywood, era impossibile.
''Sei geloso per caso?'' E rise. Fu in quel momento che Victor le gattono' addosso e raggiunse il suo viso. O no, non doveva farlo.
''Io? Di quello li? Non scherzare, sono nettamente superiore.''
''Certo, certo, dicono tutti cosi.''
Victor aveva davvero voglia di dimostrarle quanto fosse superiore, ma non potè farlo perchè, finito il film, lei si alzo' di scatto.
''Vado a rivestirmi, ha smesso anche di piovere. Meglio tornare a casa.''
''Aspetta, ti porto io a casa, fammi mettere i jeans.''
''Ok, grazie.''
''Smettila di dirmi grazie, gli amici fanno queste cose.''
Era seduta sul divano, già vestita. Aveva sudato freddo appena lui le aveva toccato involontariamente le gambe. Aveva voglia di saltargli addosso, sentiva una morsa allo stomaco che non la faceva respirare. Poi quel sorriso, moriva ogni volta che le sorrideva. Pero' c'era il fatto che lui andava sempre con tutte, e lei non doveva fidarsi. Aveva passato il mese più brutto della sua vita e non doveva fidarsi. Solo un amico.
''Eccoci, andiamo.'' La strada era bagnata, piovigginava ancora, faceva freddo. Insomma, era tutto molto triste. Arrivati sotto casa, Marika senti' il cuore stringersi. Vide la macchina dei genitori e quindi si tranquillizzo'.
''Che farai stasera?''
''Mah, credo che andro' al solito pub con Angelo, Michele e Francesco. Tu?''
''Misà che studiero' un po', sono un po' indietro.''
''Beh, insomma, quando vuoi uscire lo sai, basta che mi fai uno squillo e io sono sotto casa tua.
''Grazie mille, davvero.'' E si sporse a dargli un castissimo bacio sulla guancia. Non ci poteva giurare, ma era quasi certa di aver visto Victor arrossire.
''Io vado... Mi raccomando.''
''A cosa?''
''Sulla strada. Cioè, non correre, sta piovendo, le strade sono bagnate,meglio andare piano...'' Si stava davvero preoccupando per lui.
''Tranquilla, vado piano.'' E le sorrise, colmo di gratitudine.

Entro' in casa, con sua madre furente perchè non le aveva risposto al telefono.
'' Ma', ho dimenticato le chiavi e sono andata a casa di un'amica, tutto qui.''
'' E non potevi avvisare?''
''Per fare cosa? Cosi vi facevate altre 2 ore di strada per aprirmi la porta?''
''Almeno tenere il telefono acceso!''
''Mamma, si è scaricato all'Università, non è colpa mia. Sono viva, sono sana e sto a casa. Piuttosto, dov'è papà?''
''Sul divano, sta vedendo la partita.''
Vide il padre sdraiato sul divano a vedere la sua amata Juventus, stava dormendo, il che significava che era davvero stanco. Suo padre non dormiva mai quando c'era la partita. Si mise piano sul divano ma il padre, dal sonno leggero come una piuma, si sveglio' di colpo.
''Amore di papà, sei tornata.''
''Si papi, aveva dimenticato semplicemente le chiavi. Che ha detto il dottore? Dovevi farti controllare la schiena no?''
''Tutto ok, tranquilla. L'ernia ogni tanto si fa sentire, ma non è niente di grave. Il tuo papi è sano come un pesce.''
Marika lo abbraccio' di slancio e gli si sdraio' accanto, a vedere la partita dal momento che anche lei era tifosa.

A metà partita, durante la pausa, il padre decise di fare delle indagini.
''E con chi sei stata 3 ore?! Vorrei capire.''
''Un'amica papi, dell'Università. Siamo state a casa a vedere un film e dopo mi ha portato qui.''
''Ah bene. C'è qualche ragazzino che ti fa il filo?''
''No papa', tranquillo, appena ci sarà sarai il primo a saperlo.''
''Voglio sperare che non ti faccia soffrire, altrimenti poi se la vedra' con me, avvisalo.''
''Ahahahah papà, non posso minacciarlo ancora prima di fidanzarmi.''
''Prevenire è meglio che curare, amore mio.'' Ovviamente scherzava. Forse.

Dopo una doccia e una camomilla per riscaldarsi, Marika si mise a letto, dove ricevette un messaggio subito dopo.

 

''Sono sano e salvo, ora sto nel bar con gli altri ma vorrei davvero che tu fossi qui. Con te sto bene.'' Era Victor. Marika stava per urlare dalla felicità.
''Sono contenta che stai bene. Anche io sto bene con te. Pero' adesso dovresti dare retta ai tuoi amici, ne hanno diritto anche loro ahahaha''
''Il fatto è che non voglio più perderti..'' A quella frase Marika sbianco'.
''Non mi perdi, tranquillo. Buona serata :)''

Dopo quei messaggi si sentiva bene, e dormi' tranquilla. Fino a quando un fastidioso rumore le perforo' le orecchie in piena notte.


 

 


Buon pomeriggio gente! Capitolo aggiornato di fretta, prevedo due giorni frenetici e volevo lasciarvi questo regalino. Spero davvero che vi piaccia, cosi come spero anche che la storia sia di vostro gradimento. Non sono un granchè a scrivere, lo so, ma è una valvola di sfogo e poi questa storia ce l'ho dentro da tanto, e voglio raccontarvela tutta. Ci vediamo alla prossima, cosi scopriamo insieme cos'è quel fastidioso rumore. Ciaooo!
M.

  
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