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Autore: Marcy_    20/04/2013    10 recensioni
La vita felice e spensierata della giovane Laila viene catastroficamente rovinata il giorno del suo sedicesimo compleanno, momento in cui le verrà rivelato che, al compimento dei diciotto anni, sposerà un ragazzo di nome Zayn Jawaad Malik.
L'obbligo deriva da un'accordo stipulato molti anni prima tra le due famiglie, sottoscritto da entrambi i nonni paterni in cambio di aiuti economici da parte della famiglia Malik.
Ma se non fosse solamente quello il vero motivo del contratto?
La ragazza avrà solo dieci giorni per evitare il matrimonio e non dover convolare a nozze con l'arrogante, misterioso e sfrontato ragazzo appena conosciuto.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Dieci
 

Non vado subito da Laila, ho bisogno di stare un po’ sola con me stessa e ritrovare la piccola e ingenua bambina scappata e nascostasi dietro chissà quale emozione.
Esco da una porta anti-incendio, l’aria fresca e pungente di inizio febbraio mi sferza sul viso facendomi rabbrividire, quel poco che basta per farmi capire che riesco ancora a percepire le sensazioni derivanti da ciò che mi circonda. Il tutto viene contrastato dalle lacrime calde che mi sgorgano dagli occhi andando a bagnare le guancie ormai prive di fondotinta, tutte appiccicose dal pianto precedente.
Sfilo il cellulare dalla tasca e controllo l’ora.                                  
4.25.
Sospiro, mordendomi il labbro inferiore, e decido di lasciare un messaggio nella segreteria dei miei genitori per avvisarli del perché non sono tornata a casa.
Parte la segreteria telefonica, non l’ho mai odiata così tanto in vita mia. La voce squillante di mia madre dice tutta felice ‘’Se non rispondiamo non siamo in casa, oppure siamo troppo occupati. Lasciate un messaggio dopo il bip’’ e a quel punto parte la mia voce e quella di mia sorella che urliamo un ‘bip’ tanto forte da farmi rizzare i peli delle braccia. Appena torno a casa la prima cosa che farò sarà cambiare quella maledetta segreteria. Mi scuso con tutti i poveri disgraziati che si sono sorbiti quella tortura.
Ricordo alla perfezione il pomeriggio afoso in cui abbia fatto quella registrazione. Due intere ore per scegliere la frase, per non parlare del tempo impiegato a registrarla senza scoppiare a ridere come ebeti. Il tutto mentre papà trafficava in cucina nella disperata ricerca di preparare un dolce per tutta la famiglia.
‘’Ehi ciao mamma. Ehm, so che ti stai chiedendo dove sono. È successo un problemino, abbiamo accompagnato Sofia in ospedale. Ma non preoccuparti, sta bene. Okay, ciao’’ rimango sul vago cercando di fornirgli meno informazioni possibili ma comunque in modo da avere la coscienza apposto, quindi decido di rientrare e dirigermi dritta dritta nella camera 608.
Faccio un respiro profondo prima di abbassare la maniglia della piccola camera in cui hanno sistemato la mia amica. Un forte odore di disinfettante mi fa arricciare il naso, facendomi salire un conato di vomito dallo stomaco alla gola.
Mi fermo un secondo tra l’uscio e l’ingresso, prima di decidermi a varcare la soglia ed entrare nella stanza. Un letto, un piccolo armadio e un comodino. Il tutto con uno sfondo di un colore molto simile al giallo vomito. Se una ragazza sopravvive al suicidio, quella camera le fa venire voglia di togliersi la vita per quanto è triste. Né un tocco di colore, né un filo d’allegria. Al contrario, secondo me, gli ospedali dovrebbero darti forza, speranza, energia. L’unica cosa che trasmette questa camera è il voltastomaco. Seconda cosa da fare non appena avrò tempo: indurre una petizione per far cambiare colore a quelle stanze.
‘’Ciao’’ gli occhi chiari di Sofia appaiono maledettamente spenti, i capelli tirati indietro e il viso pallido e stanco.
Mi chiedo perché non me l’abbia detto prima, perché non si è confidata con me. Me e tutti quei problemi che sembrano stupidi e futili paragonati ai suoi. Mi sento così stupida, egoista.
‘’Ciao’’ rispondo chiudendomi la porta alle spalle, avvicinandomi al suo letto.
Cosa bisognerebbe dire in certe situazioni? Come ci si comporta? Cosa bisognerebbe far sapere all’altra persona?
Vorrei piangere, abbracciarla, finchè tutte le lacrime non hanno finito di sgorgare dai miei occhi. Vorrei proteggerla e dirle che andrà tutto bene.
Perché tutto andrà bene.
A qualsiasi costo.
Vorrei dirle che è solo un brutto incubo da cui si sveglierà presto. Vorrei cancellare gli ultimi avvenimenti. Vorrei essere stata con lei quando ne aveva bisogno.
Ma non  so se è il caso di riversarle addosso tutti i miei pensieri. Allora potrei dirle –Hei, mi hai fatta prendere uno spavento, sai? Sei una grandissima stronza!- si, una stronza. Una stronza del cazzo per cui darei la vita, però. Perché non l’ho mai odiata e amata tanto, allo stesso tempo.
È una cosa che ho sempre pensato: l’odio e l’amore vanno a braccetto. Non puoi amare una persona senza odiarla allo stesso tempo. La odi per come ti fa sentire, anche indirettamente. Ma non puoi fare a meno di amare ogni singola parte di lei, incondizionatamente.
Forse è per questo che la gente preferisce starsene zitta. Parlare è inutile un certe situazioni, si sta in silenzio e ci si guarda in faccia. Come se gli occhi riescano a fare un intero discorso. Senza fraintendimenti, pause o parole inutili. Il minimo indispensabile per capirsi è rinchiuso li, dentro quello sguardo arrossato e stanco dalla notte insonne.
Mi avvicino al suo letto, sedendomi sul bordo, mentre lei mi esamina, osservando ogni singolo movimento.
‘’Avrei voluto ucciderti, sai?’’ sorrido guardandola, non è il momento per deprimersi più di quanto non lo siamo già.
‘’Almeno mi avresti evitato il dolore atroce dei punti’’ ribatte lei sorridendo appena ‘’Non mi lamenterò mai più della ceretta brasiliana’’
‘’Azzardati a fare una cosa simile e vedi cosa ti faccio! Mi hai fatto venire i capelli bianchi dalla paura!’’ stiamo sorridendo, apparentemente sarebbe stata una conversazione come un’altra se non fosse che in quelle poche frasi ci sono più discorsi seri di quanti ne abbiamo fatti negli ultimi tre anni.
‘’Bè, tu non eri quella che a sedici anni voleva farsi i capelli biondo platino?’’
Alzo gli occhi al cielo sorridendo come se non ci trovassimo in quel luogo, in quel momento.
‘’Allora, come è andato l’appuntamento?’’ cerca di sviare il mio discorso, puntando a qualcosa di più leggero.
‘’Oh, da Dio..’’ rispondo  ironica, portando le mani al cielo ‘’Ho appena avvisato i miei del fatto che sono in ospedale. Sai, so quanto mia madre lo speri da morire ma non voglio che pensino che sia rimasta sola con Zayn tutta la notte’’ glielo spiego gesticolando, mentre lei tenta di trattenere una risata.
‘’Ma lascia sognare un po’ quella povera donna!’’ mi risponde ridendo mentre una smorfia di dolore le compare in volto.
‘’Ti fa molto male?’’ le chiedo puntando con lo sguardo la fasciatura che parte dalla mano e finisce al gomito.
‘’Un po’’’ ammette facendo spallucce.
‘’Promettimelo’’  non c’è nemmeno bisogno che finisca la frase –promettimi che non lo rifarai più. Promettimi che non tenterai più di toglierti la vita-
Mi guarda riluttante prima di sospirare ‘’Te lo prometto’’
Le stringo la mano cercando di farle capire che ormai è tutto passato. Non sarà semplice, ma tutto passerà. In qualche modo.
Con me, con Zayn, con i suoi amici. L’aiuteremo tutti.
‘’Non l’hai detto a Marck, vero?’’ chiede allarmata dopo qualche secondo di tranquillità, mentre un luccichio le attraversa gli occhi.
Scuoto la testa un paio di volte ‘’Pensavo che avresti dovuto esser tu a informarlo..’’
‘’Laila, non voglio dirglielo’’ mi confessa abbassando lo sguardo e sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
‘’Non penso servirà che tu glielo dica. È evidente’’
‘’Oh andiamo, mi conosci! Lo sai che sono sbadata. Gli dirò che sono inciampata o qualcosa del genere.’’alza il tono di voce di qualche ottava.
 La guardo di traverso, sa benissimo quanto odio le persone che all’interno di un rapporto dicono stronzate, eppure, so anche che, da una parte, lo fa solo per proteggere lui.
Per proteggere lui dal suo passato.
‘’Non penso ci crederà’’ le rispondo senza lasciar trapelare nessuna emozione.
‘’Ti ricordo che stiamo parlando di quello che ha tentato di unire tutti i puntini delle mie lentiggini con un pennarello, in quarta elementare’’ mi torna alla mente quel pomeriggio e scoppio involontariamente a ridere.
‘’Oh mio dio…si, ci crederà!’’ acconsento battendo le mani in stile foca in calore.
Avrei dovuto essere io a farla ridere e invece stava avvenendo esattamente il contrario.
Stiamo qualche secondo in silenzio, solo il rumore di un macchinario nella stanza di fianco è udibile da quella camera.
‘’Non avrebbe potuto capitarti ragazzo migliore, Laila’’ so che si sta riferendo a Zayn, ma quelle parole mi svegliano quasi da un sogno, facendomi tornare sulla terra ferma.
La guardo seria ‘’Lo so’’ annuisco assorta nei miei pensieri mentre lei sospira nuovamente.
Potrei dirle quanto mi stia antipatico, quanto sia insopportabile, quanto avrei preferito di gran lunga andare a letto con l’uomo delle caverne. Ma se lo facessi, mentirei. Perché infondo è un bravo ragazzo.
‘’Spero ancora sia impotente, comunque’’ sospiro ironica mentre tento di mantenere una risata.
‘’Oh fidati di me, non lo è per niente!’’ ride lei dandomi una pacca sulla spalla con la mano sana.
‘’E tu come fai a saperlo?!’’ la punto con lo sguardo, minacciandola ‘’Non è convenevole che la testimone sia andata a letto con lo sposo!’’
‘’Eh?! Non ci sono andata a letto!’’ urlacchia come al solito, facendo diventare la sua voce più stridula del dovuto ‘’Mi offende il fatto che tu abbia anche il dubbio di ciò!’’ la situazione si è ribaltata e adesso è lei a puntare me con un dito.
Ci voltiamo verso la porta quando sentiamo qualcuno aprirla lentamente.
‘’è permesso?’’ la voce di Zayn ci arriva affievolita dalla stanchezza, anche lui ha bisogno di una notte di risposo.
Entra chiudendosi la porta alle spalle e guardandoci come se avesse davanti due mostri.
Mi schiarisco la voce tornando in una posizione da persona normale, non penso sia roba da tutti i giorni entrare in una stanza di un ospedale e trovare una tipa mezza stravaccata sul letto dell’infortunata e la malata con le gambe in aria.
‘’Voi si che siete strane..’’ dice ironico grattandosi la testa, come se avesse davanti due alieni.
Gli faccio la linguaccia e un gestaccio poco carino, mentre lui mi risponde con una smorfia che gli deforma il viso.
No, non dormire non ci fa per nulla bene!
‘’Stavamo parlando proprio di te’’ Sofia lo guarda con gli occhi da foca indifesa mentre lui si avvicina al letto.
‘’Stavate parlando di quanto sono bello?’’ chiede mettendosi in posizione di supermodello sexy.
Che poi, non ha nulla da invidiare ai supermodelli sexy.
‘’No, Laila spera che tu sia impotente..’’ Sofia fa la spia, sperando, forse, di assistere a una bella scenetta comica. Le sarebbero mancati solamente i popcorn a quel punto.
‘’O gay’’ aggiungo mettendo in chiaro la situazione.
Mi blocco di scatto, iniziando a fissare un punto fisso davanti a me.
Gay.
Comincio a ragionare su questa parola.
‘’Ai gay piacciono i ragazzi’’ dico ad alta voce, ancora assorta nei miei pensieri.
‘’Hai scoperto l’acqua calda’’ mi schernisce Zayn con un ghigno.
‘’Porca troia!’’ grido alzandomi in piedi tutta saltellante e felice.
Se Zayn fosse gay il matrimonio non si farebbe! Non si potrebbe fare. Tutto all’aria. perché è ovvio, se a un ragazzo piace il pene e non la vagina, non va bene che si sposi con una che ha la vagina. No?
Spiego velocemente la mia idea geniale ai ragazzi, sotto lo sguardo divertito di Laila e quello contrariato di Zayn che mi risponde con un ‘’Assolutamente no’’ prepotente.
‘’Zayn sei un egoista! Oggi mi hai detto che mi avresti aiutata!’’ piagnucolo con la voce di una bambina di cinque anni.
‘’Voi due romperete il servizio di piatti entro tre ore dal matrimonio’’ ci ride in faccia Laila, ricevendo come risposta un’occhiata furiosa da parte di entrambi.
Continuiamo a litigare mentre Laila se la ride come una psicopatica e io mi agito in stile bambina delle elementari a cui non hanno concesso di mettere la mini gonna, finchè un’infermiera non ci caccia, urlandoci di smammare perché è tardi (o presto, dipende dai punti di vista) e che abbiamo tutti bisogno di risposare.
Parole sante!
Usciamo dalla camera ancora battibeccando sulla mia idea geniale, salutando velocemente Laila con un cenno della mano.
‘’Ah a proposito, io e te abbiamo un appuntamento domani’’ sbuffo aprendo furiosa la portiera dell’auto e correggendomi ‘’..cioè, oggi’’
Saliamo in auto, l’odore di sigaretta mi investe le narici e per poco non tossisco.
‘’Se mai ci sposeremo, perchè tanto non ci sposeremo, giuro che ti farò smettere di fumare. Costi quel che costi.’’
‘’Buona fortuna, allora.’’ Ridacchia mentre mette in moto l’auto e mi riporta dritta a casa.
Il sole sta sorgendo, la vista è mozzafiato. Non si può dire lo stesso della musica metallara che mi sta obbligando ad ascoltare e della scarsa compagnia che è capace di dare. Un vegetale sarebbe più loquace del mio cavaliere dai capelli scuri.
Sento il cellulare vibrare perciò lo prendo alla svelta poggiandomi al finestrino e leggendo velocemente il messaggio.
‘’SONO UN GENIO! DOPODOMANI APPUNTAMENTO A QUATTRO. AVVISA IL TUO AMMMMORE.p.s. non puoi dirmi di no o mi avrai sulla coscienza a vita’’ ero seriamente intenzionata a dirle di no, un bel no di quelli secchi e decisi…prima di leggere l’ultima frase.
Sbuffo, chiudendo gli occhi e massaggiandomi le tempie.
‘’Che succede?’’ mi chiede Zayn, lanciandomi un’occhiatina furtiva.
‘’Non prenderti impegni domani sera, Sofia ci costringe a fare un’uscita a quattro’’ liquido velocemente il discorso cercando in qualche modo di alleviare il mal di testa che oramai mi perseguita da tutta la notte.
Arriviamo davanti casa, sto per scendere ma Zayn mi blocca per un braccio, facendomi rimbalzare –letteralmente- sul sedile, e ritrovandomi a pochi millimetri dal suo viso.
‘’Ma sei coglione?’’ gli chiedo ancora con la faccia davanti alla sua, cercando di ricordarmi come si respira.
Prendere l’aria, buttarla dai polmoni. Prendere l’aria, buttarla dai polmoni.
Non è così difficile dopotutto.
‘’Tu, mi devi una cosa’’ mi sussurra, abbassando la voce e facendola uscire dalle sue labbra in modo rauco e seducente.
Cosa gli devo? Oh, gli darei qualsiasi cosa in questo momento.
Dove sono? Chi è lui? Come mi chiamo?
Ok, stiamo calme.
Fottuti ormoni.
Gli devo qualcosa. Non si riferisce alla patata, vero?
‘’Mi sfugge qualche dettaglio’’ sussurro a denti stretti, cercando di non inalare più del dovuto il suo odore ipnotizzante.
L’avrei visto benissimo nella pubblicità della Dior mentre, ricoperto d’oro, dice con voce seducente ‘’J’adore, Dior’’
Laila, riprenditi. Cazzo.
‘’Mi devi dire chi è quello là…’’ fa un gesto alquanto sensuale col viso, riferendosi a qualcuno di cui probabilmente gli ho parlato.
Faccio mente locale di chi possa essere prima che una lampadina mi si accendi nel cervello:Andrew!
Lo guardo male spingendolo via. Prima mi guarda con la faccia da –ti prego, scopiamo senza levarci neanche i vestiti- e poi mi chiede stronzate tipo Andrew?!
‘’è un mio vecchio compagno di classe che non vedevo da molti anni ma che si è trasformato dal secchione quattr’occhi cesso a figo da paura. Contento?’’ concisa e schietta. Ho sonno e non ho intenzione di dirgli più del necessario.
‘’Contento’’ risponde soddisfatto della mia domanda.
‘’Non sei tipo..preoccupato che possa provarci con me?’’ chiedo alzando un sopracciglio. Io che  speravo che si ingelosisse o qualcosa del genere… e invece sembra la persona più tranquilla del mondo!
Ma che futuro marito mi sono trovata?
‘’Nah, hai detto che è intelligente e anche bello. Non mi preoccupo’’  ridacchia guardandomi da sotto le lunga ciglia, in modo ironico.
Spalanco la bocca mentre lui sorride vittorioso.
Impiego qualche minuto a capire cosa intende con quelle parole, prima di comprendere fin troppo bene.
Mi ha praticamente appena data della cessa?!
Brutto figlio…
Afferro la prima cosa che mi capita a tiro –non so se si tratta di un libro o del libretto delle istruzioni dell’auto- e glielo lancio addosso urlando come una iena, uscendo dall’auto infuriata nera e mandandolo a quel paese gridando ai quattro venti tutti gli insulti possibili ed immaginabili mentre lui se la ride di gusto.
Figo o non figo rimane uno stronzo di sto cazzo.
 
 
 
 
 
 spazio autrice



buonasera ragazze! lo so, il mio ritardo è imperdonabile ma GIURO che ho delle buone giustificazioni!

-ho avuto due settimane pienissime di studio causa verifiche
-mi sono beccata un virus che non mi ha fatto accedere al pc
-sono stata in punizione: niente computer
-ho scritto una OS per un concorso ( tra l'altro se vi va potete passarla a leggerla :) 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1724930&i=1
-
ho vinto il concorso e di conseguenza il libro, quindi mi sono messa a leggere quel libro lol
-ho perso la bozza che tenevo sul cellulare con tutta la scaletta della storia, oi non potete capire la tragedia!
insomma, sono stata un pò impegnata, scusatemi :(

volevo solo dirvi che il prossimo capitolo sarà molto ehehehehhe

ok, basta ahahah se volete seguitemi su twitter, ricambio! ( @sheismarcy_ )

spero vi piaccia e che recensiate! un bacione!

   
 
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