Vi consiglio di sentire questa mentre leggete
Shattered
Louis
finì di abbottonarsi la giacca, sospirò guardando
il suo riflesso
nello specchio. Non
avrebbe mai pensato di sposarsi così presto, e invece eccolo
lì;
avrebbe dovuto essere l'uomo più felice del mondo, ma
ovviamente non
era così. Perché
probabilmente lui sarebbe stato entusiasta di sposarsi, se
non
fosse che lo stava facendo con la persona sbagliata. Perché
lui non avrebbe voluto avere lei accanto, non avrebbe voluto vedere
nessun vestito da sposa, nessune scarpe con il tacco, nessun velo a
coprire i capelli -ricci, in quel caso- del suo ragazzo. Lo
stesso ragazzo che, in quel momento, entrò nella stanza
senza
nemmeno bussare, senza sorridere, solo guardandolo e mordendosi come
al solito il labbro inferiore. Lo osservò in silenzio per
alcuni
secondi senza dire una parola, dai capelli castani fino alla punta
delle scarpe nere lucide, immobile e in piedi. "Ehi,
Haz", provò a salutarlo lui, con un minimo di tono
d'incoraggiamento, ma riuscì solo ad abbozzare un sorriso. "Lou"
mormorò Harry in risposta, alzando gli immensi occhi verdi
nei suoi,
e non servirono altre parole. Il più piccolo si
rifugiò fra le sue
braccia, stringendolo talmente forte a sé da fargli male,
abbracciandolo così di slancio che se solo Louis non se lo
fosse
aspettato sarebbe di sicuro caduto. "Sei
bellissimo", mormorò quasi sottovoce, sentendo che le
lacrime
già erano vicine, "non ho mai visto uno sposo
così bello",
aggiunse, ridendo tristemente. Louis
strinse le braccia ancora di più attorno al suo busto,
chiudendo gli
occhi e sospirando. "Harry, non..." Harry
lo interruppe, la voce bassa e incerta. "Non piangere?", lo
anticipò. "Non preoccuparti, Louis, tanto non mi sentirai." Affondò
il viso nella sua spalla. "Non mi sentirai mentre il mio cuore
mi spezza. Non mi sentirai mentre vorrei urlare in chiesa." La
sua voce era ancora più debole, ovattata dalla pelle di
Louis sulle
sue labbra. "E non mi sentirai nemmeno piangere." Eppure,
Louis lo sentì. Sentì quel singhiozzo soffocato,
sentì persino le
labbra di Harry muoversi contro la sua pelle nel tentativo di
reprimere le lacrime. E sentì, allo stesso modo, anche le
prime
gocce d'acqua bagnare la sua camicia nera. "Non
mi sentirai piangere", ripeté Harry, per farsi forza e
reprimere il pianto. Louis chiuse gli occhi, non voleva piangere
anche lui, portò le mani sui suoi fianchi e li
accarezzò
dolcemente. "Questo
non cambia nulla", disse piano, nel suo orecchio. "Questo
cambia tutto" replicò l'altro, singhiozzando. "Tu non sei
mio, tu sei suo. È Eleanor che da oggi porterà il
tuo cognome.
Eleanor Tomlinson" pronunciò con astio,
prima che un
nuovo singhiozzo più forte lo costringesse a interrompersi
per un
attimo. "È il matrimonio tuo con Eleanor, che domani
sarà
sulla copertina di qualsiasi giornale. Sarà la vostra, la
coppia più
adorata da chiunque. Oggi ci sarà lei sull'altare, e non..."
Harry smise di trattenersi, la sua voce tremò e si
spezzò nel
pronunciare le ultime parole, "e non me." Louis
le percepì. Calde, fredde, dolci, amare; lacrime. Solo due.
Due
lacrime che scivolarono silenziose dai suoi occhi e tracciarono un
solco sulle sue guance. "Harry,
Harold, guardami", ordinò, con tono forse troppo duro. Ci
riprovò, accarezzandogli teneramente i capelli. "Amore?" Harry
alzò timidamente la testa, puntando gli occhi verdi e
arrossati
dalle lacrime in quelli lucidi, ma decisi, di Louis. "Sei
tu la persona che amo. Sei tu quella che possiede il mio cuore. Sono
tuo, Harry, uno stupido anello al dito non può cambiare
questa
cosa", disse il più grande, senza permettergli di
distogliere
lo sguardo. "Tuo", ripeté, avvicinandosi alle sue labbra,
"per sempre." Si
abbandonò totalmente a quel bacio; voleva disperatamente
sentire
Louis suo, ancora una volta, l'ultima
volta,
ma suo, solo
suo, e di nessun altro. Chiuse
i pugni sulla stoffa leggera della sua camicia, intrappolando il
tessuto e sentendo il calore della pelle di Louis sotto di esso.
Sarebbe morto di dolore, lo sapeva, allora tanto meglio morire
direttamente lì, morire baciando Louis. Gli sembrava davvero
la
morte migliore che potesse desiderare. "Avrai
dei figli" mormorò fra i baci, "li avrai con lei, e non
con me. Li crescerete insieme" un bacio interruppe quella frase
così dolorosa, "voi due, e non noi due.
Li porterete
insieme all'asilo, li iscriverete a scuola" Louis lo baciò
ancora "e diranno di essere figli di Louis Tomlinson e Eleanor
Calder, prenderanno buoni voti a scuola" quanto poteva fare male
un discorso, quanto? "e sarete fieri di loro. Perché
somiglieranno a te, a lei, e li amerai più di quanto ami me." "Ti
prego", supplicò Louis, trattenere le lacrime iniziava ad
essere impossibile, "per favore, Harry, basta..." "Non
è la verità?", fece Harry, puntando gli occhi nei
suoi. Dio,
quanto gli sarebbe mancato vedere ogni giorno quei due smeraldi
-sarebbe andato a vivere con Eleanor. "Avresti potuto evitarlo,
ma non hai voluto. Non ne hai avuto il coraggio" singhiozzò,
"io per te non sono niente." "Harry!",
Louis lo richiamò a voce alta, prendendo il suo volto fra le
mani
per costringerlo a guardarlo. "Harry, cosa stai dicendo? Tu per
me sei tutto, Harry, ogni cosa." "Non
hai combattuto per noi", replicò il ragazzo, in un sussurro.
Il
suo sguardo era carico di dolore, e cosa avrebbe potuto ribattere
Louis? Era vero. Non aveva combattuto, non abbastanza. Era solo colpa
sua. Come poteva farsi perdonare? Louis
chiese scusa, nel modo più intimo e sincero che potesse
usare. Posò
le sue labbra su quelle di Harry, delicato, leggero, in un soffio.
Il
ragazzo chiuse le mani intorno ai suoi polsi, accarezzandogli il
dorso delle mani con i pollici mentre le lacrime continuavano a
scorrere sul suo viso, le labbra ricambiavano il bacio, ogni singola
cellula del suo corpo richiedeva, pretendeva, necessitava la presenza
di Louis nella sua vita. "Ti
amo", sussurrò Louis sulle sue labbra, prima di baciarlo
ancora.
E
due sapori diversi di lacrime differenti si mischiarono in
quell'ultimo bacio. Non
mi sentirai mentre il mio cuore mi spezza. Non mi sentirai mentre
vorrei urlare in chiesa. E non mi sentirai nemmeno piangere.
Questo
aveva detto Harry meno di un'ora prima, in lacrime, con le labbra
contro la sua spalla e la voce che mai Louis aveva sentito tremare
così tanto.
Eppure,
Louis l'aveva sentito il cuore di Harry spezzarsi. Eppure,
Louis l'aveva sentito l'urlo di dolore che Harry soffocava dentro
sé. Eppure,
Louis l'aveva sentito il singhiozzo che Harry aveva cercato di
trattenere fino all'ultimo. E,
baciando Eleanor, lasciò che l'anima di Harry piangesse per
sempre
con la sua. Angolo
Autrice Oddio,
è sabato sera e io pubblico roba super deprimente. *si
applaude da
sola* Per
piacere non odiatemi per questo sclero, non so proprio cosa mi sia
preso, ho messo la musica di sottofondo e ho iniziato a scrivere,
avevo le lacrime agli occhi io stessa mentre scrivevo. Perciò
vi lascio subito, in modo da non buttarvi ancora più
giù con i miei
commenti inutili, vi lascio solo il link della mia fan fiction
Larry: You're
every line, you're every word, you're everything spero
che
ci facciate un salto. Scusate
per avervi depresso e grazie a chi ha letto c: Seele
Harry infranse quell'ultimo centimetro di
distanza, voleva morire in quel bacio. Voleva baciarlo un'ultima
volta, perché sapeva che lo fosse; era l'ultima volta che
poteva
baciare Louis, sentirlo suo per davvero. Perché fra meno di
un'ora
Louis si sarebbe sposato, e sarebbe appartenuto ufficialmente a
un'altra persona. Altre labbra avrebbero baciato quelle così
sottili, calde, perfette di Louis. Un'altra bocca avrebbe pronunciato
il "sì" che spettava a lui. Un'altra mano si sarebbe
incrociata a quella di Louis, quella mano che sembrava fatta apposta
per accogliere la sua, e non quella di una ragazza che non amava.