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Autore: Shate    20/04/2013    0 recensioni
Dov’era finita tutta la mia determinazione e sicurezza? Me l’avevano rubata? No, nessuno aveva sottratto nulla a nessuno: “Non voglio uscire. È inutile sforzarsi. Nessuno interessa della fine che farò, perciò lasciami qua” Rachele abbassò nuovamente la testa. Non volevo arrendermi. Finsi di andarmene, per poterla guardare da lontano, ma prima di farlo esclamai: “Ogni qual volta che ti senti persa e non sai che fare, pensa a me, che comprendo alla perfezione il tuo dolore!” -Cit. dalla songfic.
Genere: Malinconico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When you’re down and troubled
and you need a helping hand,
and nothing, whoa nothing is going right.
Close your eyes and think of me
and soon I will be there
to brighten up even your darkest nights.

Un giorno, mentre camminavo nell’oscurità cercando una via di fuga, ho incontrato una ragazza il quale nome era Rachele. Mi ha subito colpito sin dal primo istante perché pensavo fossimo simili: stessi interessi, stesso modo di pensare, stessi passatempi e stesso dolore. Così, incuriosita, mi avvicinai a lei chiedendole come si chiamasse: “Piacere di conoscerti, sono Rachele, tu come ti chiami?”. Usò un tono basso di voce e aveva il viso piuttosto cupo: “Che bel nome! Mi chiamo Sonia, da quanto tempi sei qui?” la ragazza, che era rannicchiata su se stessa, alzò un po’ la testa e rispose: “Penso di essermi persa. Ad ogni modo non è da molto che sono qua. Perché me lo chiedi?” le sorrisi e, tendendole la mano, la incitai a seguirmi: “Sul serio? Allorasonoin tempo per salvarti! Chene dicidi seguirmi? Vuoiuscireda qua?”
Non riuscivo a osservare il suo volto perché il posto in cui eravamo finite era privo di illuminazione. Era un luogo completamente buoi e spoglio, privo di oggetti o persone. C’era talmente tanto silenzio da mettere ansia. Apparentemente sembrava non avere uscite e per un momento ho pensato di arrendermi, ma poco prima di lasciare che l’oscurità prendesse possesso della mia anima, per merito di alcune parole dette molto tempo prima da una persona, mi resi conto che stavo scappando e non risolvendo il problema come credevo. Dov’era finita tutta la mia determinazione e sicurezza? Me l’avevano rubata? No, nessuno aveva sottratto nulla a nessuno: “Non voglio uscire. È inutile sforzarsi. Nessuno interessa della fine che farò, perciò lasciami qua” Rachele abbassò nuovamente la testa. Non volevo arrendermi. Finsi di andarmene, per poterla guardare da lontano, ma prima di farlo esclamai: “Ogni qual volta che ti senti persa e non sai che fare, pensa a me, che comprendo alla perfezione il tuo dolore!”. Se prima non era nelle mie intenzioni aiutare gli altri, in quel preciso istante, cambiai idea: “Voglio salvarmi, ma voglio farlo assieme a lei” pensai mentre mi allontanavo da quella ragazza.

 

If the sky above you
should turn dark and full of clouds
and that old north wind should begin to blow
Keep yourhead togetherand call my name out loud now
and soon I’ll be knocking upon your door.

Ogni qual volta che qualcuno alzava la testa al cielo, non vedeva nulla, se non delle enormi nuvole grigie e, proprio per questo motivo, evitavo di alzare troppo il mio viso perché sapevo che il mio umore sarebbe peggiorato a vista d’occhio. Rachele, che non sapeva cosa avrebbe portato l’osservare quell’orrendo soffitto colorato di grigio, lo fece più e volte. L’avevo sempre tenuta sott’occhio da quella volta e avrei voluto avvisarla, ma per quante volta cercai di avvicinarmici, c’era sempre qualcosa che mi impediva di farlo: “Sembra un incantesimo, però è strano perché non esiste la magia. Che sia una maledizione?”.
Ero consapevole che mi stavo facendo del male da sola, ma non potevo di certo lasciarla al suo destino. Passare l’eternità all’interno di un edificio inospitale e freddo, senza l’affetto di nessuno, dev’essere brutto. Quel sentimento d’amore volevo che raggiungesse anche il suo cuore. Mi sarebbe piaciuto, dopo aver battuto alla porta della sua piccola casetta, che mi avesse dato la possibilità entrare. Bussai ancora e ancora, ero testarda, ma lo ero molto più di lei: “Sono in grado di distinguere il bene dal male e ti assicuro che in mezzo a tutta questa oscurità, c’è un raggio di luce che non vedi. Giuro sul mio stesso nome che rimarrò sull’uscio fino a che non ti renderai conto di quale bagliore sto parlando” urlai mentre picchiavo la porta con forza. Ci mancava poco e l’avrei sfondata sul serio. Non c’era nulla da fare, non voleva farsi aiutare. Era come se mi evitasse apposta perché non si fidava di me, oppure il motivo era che non si accorgeva della mia presenza: “Se fosse così, allora tutto avrebbe un senso. Se riuscissi ad aprire questa porta, forse si renderebbe conto che non è sola, che qualcuno che le vuole bene c’è e che quel ‘qualcuno’ sono io”. Giorno dopo giorno, senza dormire o fermarmi per riposare, provai in tutti i modi di farmi notare, fino a che non sentii il mio nome: “Sonia, sono intrappolata qua dentro. Ti prego aiutami, non ignorarmi”. A quelle parole mi resi conto che nemmeno io, prima di quell’istante, non riuscivo a sentire la sua melodica voce. Stava urlando tanto quante me, anzi forse molto di più.

 

Hey, ain’t it good to know that you’ve got a friend?
People can be so cold.
They’ll hurt you and desert you.
Well they’ll take your soul if you let them.
Oh yeah, but don’t you let them.

Mi ero impegnata e alla fine ce l’avevo fatta: finalmente era davanti a me che aspettava di essere abbracciata. Mi precipitai e mi gettai fra le sue braccia: “Ehi! Non è bello per te sapere che hai un amico?”. Non mi rispose, ma si mise a piangere dalla felicità. Era la prima volta che la vedevo felice. Tutte le volte che la osservavo di nascosto, mi sembrava così triste e persa. Mi dava di non essere in grado di sopportare tutto quel dolore da sola. Avevo rotto la porta di casa sua, non potevo darle da mangiare perché non avevo terminato tutte le scorte di cibo che avevo con me e, tranne che farla ridere per evitare che lei pensasse ai suoi problemi, non ero in grado di fare nulla: “Non ti preoccupare, il fatto che tu sia qui con me, mi rende davvero felice. Ho appena trovato un tesoro e quel ‘tesoro’ di cui parlo, sei tu. Sono contenta d’averti conosciuta”.
Avevamo perso ogni cosa, ma nonostante tutto volevamo vivere lo stesso perché avevamo capito che, anche se la vita di per sé non ha senso, visto che c'era stato concesso questo inutile dono, tanto valeva conservarlo con cura e perseveranza. Avevamo perso la strada, ma successivamente l'avevamo ritrovata e so con certezza che fino al momento in cui la nostra amicizia non si spezzerà, riusciremo a custodire questo regalo chiamato vita.

Nota dell’autrice: Ennesima oneshot, ma stavolta si tratta di una songfic! La canzone che ho usato è You've Got a Friend - James Taylor.  Questa è la prima volta che provo a farne una! Che ne dite? Vi piace? :) Sicuramente ci saranno una valanga di errori perché l’ho fatta piuttosto velocemente e l’ho riletta solamente una volta per cercare di correggere le imperfezioni del testo. Ad ogni modo, tornando a noi, questa songfic la dedico alla mia migliore amica, anche se non dico chi è, sono sicura che capirà. Credo che la songfic parli da sola, perciò l’unica cosa che posso dirti è di tenere duro. Stay strong! I’m with you!
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