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Autore: Bobbieyoung    21/04/2013    4 recensioni
E' colpa di Brittany se l'asilo dove lavora è stato costruito in prossimità del campo da football dove Santana allena le sue Cheerios? No. Ed è colpa sua se le due non vanno d'accordo? In parte.
DAL CAP1:
E’ così testarda… Chi cerca di impressionare? Perché non riesce a parlarmi civilmente? Beh… Magari neanch’io sono stata troppo gentile, ma è sempre lei a cominciare.
Testarda e sexy… ma tutto ciò non ha importanza adesso, perchè presto incontrerà una bella ragazza che la farà innamorare, e lei si dimenticherà di me. Che è una buona cosa, perché io non sono più interessata a lei.
Per niente!
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Dave Karofsky, Quinn Fabray, Sam Evans, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 7

*Because she’s good*

-Brittany-


 

Santana è in piedi sul marciapiede di fronte a casa mia e, quando la chiude,  la sua macchina fa un acuto bip. Mi appoggio allo stipite della porta, incrociando le braccia al petto, mentre guardo come controlla che non ci sia nessuno per strada, con l’intento di attraversare.

Non appena vede che la sto già aspettando, si ferma improvvisamente. I nostri occhi si incrociano a distanza e io scuoto lentamente la testa. Quale parte di ‘domani dopo scuola’ non ha capito?

"Sul serio? Vuoi fare a modo tuo nonostante io ti abbia detto di non voler parlare adesso?" Urlo dall’altra parte della strada, e Santana abbassa le spalle. Piega la testa da un lato e io riesco a vedere la sua espressione disperata, nonostante siamo a metri di distanza.

"Prima di tutto" Comincia, mettendosi una mano sul fianco. Ha i capelli legati in una coda disordinata e indossa pantaloni comodi e una maglietta, perché probabilmente non aveva in programma di uscire di casa. " Sei stata tu a presentarti alla mia porta per poi scappare, quindi non è colpa mia se ora sono qui. E, seconda cosa, non dirmi che avevi in programma di andare a letto, chiudere gli occhi e addormentarti, dopo quello che è successo. Saresti rimasta sveglia tutta la notte, proprio come me, quindi puoi ringraziarmi per essere venuta qui a chiarire."

Sono abbastanza sicura che qualsiasi mio vicino, con la finestra aperta, possa seguire la nostra conversazione e, con la coda dell’occhio, riesco a vedere anche la faccia di Lauren dietro il vetro.

"Ok allora" controbatto, con un’alzata di spalle. "Parla"

Se è qui, così determinata a chiarire, allora che lo faccia. Sembra che Santana sia perplessa, perché ora che dovrebbe parlare, quando apre la bocca non esce nessun suono.

"Avanti… cosa vorresti dirmi? Che ne pensi di iniziare spiegandomi esattamente il motivo per cui hai organizzato tutta quella cosa con Quinn? Cosa cercavi di ottenere? Mi hai fatta ingelosire, ma poi? Qual’ era il tuo piano?" Fisso i miei occhi nei suoi e il nostro contatto visivo si interrompe solo per qualche secondo, quando passa una macchina.

Santana rimane lì, completamente indifesa, cercando di farmi impietosire, ma io ho deciso di restare fredda fino a che non saprò per quale motivo sia qui.

"Posso entrare?" Chiede con insicurezza, e io mi prendo un minuto per pensarci.

Se la lascio entrare, non posso garantire niente. Magari urlerò, gridandole contro per essere stata così infantile, forse la afferrerò e la bacerò, continuando per tutta la notte. Provo troppe cose nello stesso momento.

Alla fine decido di arrendermi, perché so che non riusciremmo a parlare, separate da una strada.

"Va bene… se prometti di essere completamente onesta con me." Le rispondo, invitandola ad entrare con un gesto della mano. La faccia di Santana si illumina e, senza guardare né a destra né a sinistra, inizia ad attraversare la strada.

"No, ferma!" Le urlo, facendo un passo avanti, ma è già troppo tardi.

Una ciclista, che ho visto spuntare dall’angolo, cerca di fermarsi in tempo, ma colpisce Santana sul gomito e sul fianco. La velocità e la forza dell’impatto fa perdere ad entrambe l’equilibrio e, con un rumore assordante, la bici si ribalta e Santana e la ciclista cadono sull’asfalto.

Il mio cuore perde almeno tre battiti mentre osservo l’incidente proprio di fronte a me ma, quando vedo che tutte e due si muovono e riesco a sentire un gemito di dolore, corro lì più veloce che posso.

"Oh mio Dio, state bene?" Domando, cercando di capire chi si sia fatta più male.

Santana si è già seduta, ma osserva il suo ginocchio con terrore. Mi avvicino a lei e deglutisco, perché i suoi pantaloni della tuta si sono strappati e c’è sangue su tutto il ginocchio ma, oltre a questo, sembra che stia bene. La donna che l’ha investita si sta rialzando, mentre prende un respiro profondo. Indossa il casco e, quando si volta, posso vedere una sbucciatura sul suo braccio.

"Che diavolo. Sei cieca cazzo?" Urla la donna, spostando lo sguardo verso il basso per guardare Santana. "Dove cazzo hai imparato ad attraversare la strada, eh? Avresti potuto tranquillamente farci morire tutte e due!" La donna è furiosa e non posso biasimarla. Santana ha cercato di attraversare la strada come una bambina incapace.

"Mi dispiace" Mormora, alzando lo sguardo verso la donna. "Non l’ho vista arrivar-"

"Perché non hai neanche guardato! Stronza – ora mi ripaghi la bici!"

"Whoa hey, andiamo. Cerchi di calmarsi." Mi intrometto, alzandomi per avvicinarmi alla donna.

"Prima diamo uno sguardo a tutto quanto. Ha male da qualche parte, oltre alla sbucciatura sul braccio? Fortunatamente indossava il casco, ma da qualche altra parte magari? Le gambe?" Chiedo con voce calma, lasciando vagare i miei occhi sul corpo della donna. Credo abbia più o meno la nostra età e, oltre alla sbucciatura, sembra in forma e in salute.

"No, credo di stare bene." Mi risponde, mentre controlla di non avere contusioni sul corpo. Quando lo fa, controllo che Santana stia bene. Annuisce quando vede il mio sguardo stupito.

"Ok, bene. E la bici? E’ rotta?" Le chiedo, mentre la aiuto a rialzarla. Dopo averla guardata da vicino mi dice che il manubrio è un po’ rovinato ma che, a parte quello, sembra tutto a posto.

Le propongo di segnarsi il mio numero, nel caso ci fosse qualcosa da far aggiustare, ma la donna si è calmata e mi sorride timidamente prima di dire che è tutto a posto.
Mi chiede addirittura se può aiutare Santana a rialzarsi, ma io sono già lì che la aiuto a rimettersi in piedi.

"Mi dispiace veramente, avrei dovuto guardare." Santana mormora imbarazzata, dandomi il permesso di guidare il suo braccio sopra la mia spalla, per assicurarmi che non cada di nuovo.

"Sì beh, spero che il tuo ginocchio non sia ferito gravemente." Risponde la donna, poi mormora un veloce saluto prima di allontanarsi spingendo a mano la bici.

Tengo saldamente il braccio intorno alla vita di Santana, mentre la aiuto a fare due passi.

"Va tutto bene? Credi di avere qualcosa di rotto?" Chiedo con preoccupazione quando la sento mugolare.

"No, no… fa solo male, perché si è tolta un po’ di pelle quando sono caduta sul ginocchio. Hai per caso qualcosa per disinfettare la ferita?"

"Certo. Entriamo."

Santana annuisce e, quando la guardo in volto, riesco a vedere una lacrima nel suo occhio. Non so se sia causata dal dolore o dall’imbarazzo. Forse è anche il fatto che la sto praticamente tenendo tra le mie braccia, mentre la guido dentro casa mia.

Credo che possa essere un mix di tutte le cose.










 
Quando chiudo difficilmente la porta di casa mia, perché sto praticamente trasportando entrambi i nostri corpi, sento la voce di Lauren.

"Porca vacca, è stato così spaventoso." Dice guardando me e Santana, mentre ci segue in cucina. "Quella tipa in bici è apparsa dal nulla! E poi BAM – uomo a terra! E’ stata come una scena di un film d’azione, avreste dovuto vedere le vostre face quando è successo. La donna era tipo ‘meeeerda’ e Brittany era tipo ‘Oh mio Dioooo’, mentre Santana era tipo ‘Che sta succedendo?’ e poi BAM, giusto?"

Le lancio uno sguardo annoiato perché sì, ero lì quando è successo.

"Perché non sei uscita ad aiutarci?" Voglio sapere, mentre aiuto Santana a sedersi su una sedia. Fa una smorfia quando cerca di piegare il ginocchio. "Stai ferma" Le dico, prima di inginocchiarmi di fronte a lei e socchiudere gli occhi per vedere meglio.

"Perché sapevo sareste state capaci di affrontare la situazione. Oltretutto è stato abbastanza figo vedere tutto da dietro la finestra. Quasi come un film d’azione."

Schiocco la lingua e dico a Lauren di stare zitta o di lasciarci sole. Con un ultimo sguardo alla ferita sanguinante di Santana, esce dalla cucina per sparire nella sua stanza.

"Vado a prendere la cassetta del pronto soccorso e un po’ d’acqua, ok? Dobbiamo pulirla prima che si infetti."

Santana annuisce silenziosamente e, quando i nostri occhi si incontrano, non riesco ad evitare di provare pieta per lei. Sembra veramente infelice.

Mi ci vogliono solo due minuti per prendere tutto ma, quando provo a pulire la ferita, vengo bloccata dal tessuto dei suoi pantaloni. Lo squarcio è troppo piccolo e così guardo verso di lei.

"Li potresti togliere?" Le domando, notando un’improvvisa ombra rosa sulle sue guance. Lei si morde il labbro, per poi prendere dalle mie mani il batuffolo di cotone bagnato con l’alcol.

"Va tutto bene, posso farlo io." Mormora, e io accetto. Mi alzo in piedi, voltandomi, per farle fare le sue cose.

Non è una dei miei bambini dell’asilo. Certo che può prendersi cura di se stessa. Prendo un bicchiere dalla credenza, riempiendolo d’acqua, per far passare il tempo. Sento come si abbassa i pantaloni, per poi ansimare subito dopo.

"Stai bene?" Chiedo senza voltarmi.

"Sì. Ma il taglio fa malissimo. I tuoi bambini devono odiarti ogni volta che si fanno male e tu devi disinfettargli le ferite."

Sghignazzo, perché mi odiano veramente per tipo tre minuti, fino a che non passa il dolore.

"Britt?"

Mi volto e i miei occhi si posano automaticamente sulla sua gamba scoperta. Indossa ancora i pantaloni sull’altra gamba e sembra un po’ spersa con il batuffolo insanguinato in mano.

"Hai mica un paio di pantaloncini da prestarmi? Questi sono abbastanza rovinati …"

La osservo, persa tra i pensieri, e vengo riportata alla realtà quando lei si schiarisce la voce.

"Uh, certo! Aspetta, torno subito." Corro fuori dalla cucina per andare in camera mia, dove prendo i miei pantaloncini più comodi.

"Grazie" Sorride quando glieli porgo, poi si toglie i pantaloni e le scarpe per indossare i miei pantaloncini.

Vedere Santana con i miei vestiti rende difficile distogliere lo sguardo.

"Qui c’è dell’acqua. Hai bisogno di qualcos’altro?  Antidolorifici?" Le domando, osservando il modo in cui si mette un cerotto per coprire la ferita.

"No, grazie. Sto bene. Spero solo che stia bene anche la ragazza con la bici. Davvero non l’ho vista arrivare."

Socchiudo le labbra, sorridendo in modo compassionevole quando Santana scrolla le spalle soavemente.

"Credo che sia stata colpa mia, visto che ti ho fatto cenno di entrare." Cerco di farla sentire meglio, ma Santana ride e scuote la testa.

"Nah… Sono solo stata stupida."

Rido anch’io, trattenendo un 'forse un pochino'.

"Allora… vuoi che ti accompagni a casa o qualcosa del genere?" Le chiedo dopo un po’ e Santana mi guarda confusa.

"Ma non abbiamo neanche parlato. Non sono venuta fin qui solo per essere investita da una ciclista. Per favore Britt, possiamo parlare? Io… ne ho bisogno." Il suo tono supplicante mi fa male al cuore, perciò accetto.

"Okay. Ma ho una proposta."

Santana mi guarda incuriosita.

"Che ne dici di andare nella mia stanza e di sederci sul letto mentre parliamo? Puoi riposare la gamba ed è più comodo. Perché potrebbe volerci un po’ di tempo." Non mi ero accorta del tremolio nella mia voce, fino ad ora.

"Ok. Buona idea." Mi incoraggia Santana, alzandosi con cautela. Le faccio strada attraverso il salotto, questa volta senza contatto fisico siccome riesce a camminare da sola.









 

-Santana-

 

"Wow…" Mormoro entrando nella stanza di Brittany, perché era da parecchio tempo che non ci entravo. Spero non mi abbia sentita dire ‘wow’, perché sarebbe abbastanza imbarazzante.

"Vuoi sdraiarti? Posso metterti un cuscino sotto al ginocchio." Dice Brittany dolcemente, indicando il letto.

Ridacchio, sedendomi sul materasso.

"E’ solo un graffio, Britt. Non perderò la gamba." In realtà fa malissimo, ma non voglio fare la bambina.

Brittany sorride con insicurezza, sedendosi dall’altro lato. Siamo passate dal gridare da una parte all’altra della strada a quasi sussurrare da un lato all’altro del suo letto matrimoniale. Tutto perché non ho guardato prima di attraversare.

Il dolore al ginocchio mi distrae per un po’ ma, ora che siamo da sole nella sua stanza, in procinto di parlare, divento nervosa e spaventata. Ho paura che non ci sia più niente da salvare perché è troppo delusa.

"Pensavo che farti ingelosire mi avrebbe fatta notare da te." Comincio a parlare, accarezzando la coperta di Brittany. "Il mio piano era quello di attirare la tua attenzione e farti capire che mi volevi ancora." Mi sento sciocca mentre lo dico, ma andiamo, sono stata travolta da una bici oggi – non credo che possa andar peggio.

"Pensavi che farmi arrabbiare ti avrebbe resa desiderabile? Perché questo è ciò che è successo; mi arrabbiavo tantissimo con te, ogni volta che ti vedevo con Quinn."

"Ma un’ora fa, a casa mia, hai detto che aveva funzionato. Hai detto che eri gelosa."

"Gelosa e arrabbiata, Santana. Ma perché non mi hai parlato? Perché non hai semplicemente chiesto se mi piacevi ancora?"

La guardo con sarcasmo, perché se fosse stato così semplice non avremmo passato otto mesi lontane.

"Sii onesta, Britt… Era praticamente impossibile parlarci normalmente, perché eravamo entrambe ferite. Io ero ancora ferita dal fatto che tu non ti volessi impegnare e tu perché io ho iniziato ad essere cattiva con te."

Brittany singhiozza profondamente, lasciandosi andare sul materasso fino a sdraiarsi sulla schiena. Guardo verso di lei, per poi fare lo stesso. Siamo sdraiate una di fianco all’altra, osservando il soffitto.

"Ma io volevo impegnarmi." Dice con dolcezza, e la speranza comincia a riempirmi il petto. "E’ solo che non ero pronta, a causa di Lana e anche del fatto che tra noi due stesse succedendo tutto così velocemente."

Sussulto internamente quando sento nominare l’ex di Brittany.

"I sentimenti che provavo per te mi hanno sopraffatta e così ho rovinato tutto…"

Ruoto la testa da un lato, così da poterla guardare. Anche se riesco a vedere solo metà della sua faccia, posso riuscire a leggere il rimorso scritto su tutto il suo viso.

"Non sei stata la sola ad aver rovinato tutto. Avrei dovuto essere più comprensiva, invece di smettere di parlarti. Avrei dovuto darti più tempo, ma credo che fossi troppo delusa per il tuo rifiuto di intraprendere una relazione. Sono stata stupida…"

Brittany si volta verso di me e le pulsazioni nel mio petto aumentano.

"Ma certo che volevo una relazione. Semplicemente non era il momento adatto. Non sei stupida, Santana – io lo sono. Perché se non ricordo male sono stata io a chiedere a te di uscire. Avrei dovuto aspettare di essere completamente pronta."

"Ma se avessi aspettato avrei preso io le redini e fatto la prima mossa. Possiamo ammettere di aver fatto entrambe degli errori e di essere state entrambe stupide? E cieche?"

Brittany sorride, annuendo lentamente. E, quando sento una mano sul mio stomaco, per poco non cado dal letto. Cerco di stare calma, nonostante i miei organi interni stiano volando, e mi godo il calore della sua mano.

Ora è sdraiata su di un fianco vicino a me e, se mi girassi anch’io, le nostre labbra potrebbero tranquillamente sfiorarsi. Ma il mio ginocchio mi impedisce di fare grandi movimenti, così rimango sdraiata lì, con la testa voltata da un lato.

"Ho odiato Camilla" Mormora Brittany con tono incolpevole, facendomi sorridere. Perché pensa a Camilla ora? E’ piuttosto dolce, comunque.

"Non ha significato niente." Le rispondo, perché è vero. "E io ho odiato Dave."

Brittany schiocca la lingua, perché sappiamo entrambe che non è successo niente con Dave.

"Non riesco ancora a credere che tu abbia pensato che potessi uscire con lui." Poi distoglie lo sguardo con leggero imbarazzo. "Non sono stata con nessuno."

Mi fa sentire infinitamente colpevole. Da un lato perché, a differenza di Brittany, io ho fatto sesso con altre persone e dall’altro lato perché Brittany merita di essere felice. Merita qualcuno che tenga a lei e che la porti fuori per dei fantastici appuntamenti. Qualcuno che le dia il bacio della buonanotte alla fine di ogni giornata e che le faccia il caffè al mattino. Qualcuno che faccia l’amore con lei per tutta la notte e rispetti ogni centimetro del suo corpo, perché è tutto bellissimo. Il suo corpo è veramente bellissimo. E così sono anche il suo carattere e il modo in cui si comporta con i bambini. E’ una delle maestre brave e i bambini la adorano. Così come me.

"Volevi che fossi completamente onesta, giusto?" Domando, aspettando finché Brittany annuisce cautamente. Prendo un respiro, posando la mia mano su quella di Brittany, che è ancora poggiata sulla mia pancia.

"Mi sento in colpa per questo ma, allo stesso tempo, non posso negare di essere contenta che tu non sia stata con nessuno. Neanch’io avrei dovuto farlo."

Brittany chiude gli occhi, avvicinandosi per baciarmi la spalla. E’ un gesto talmente dolce da farmi quasi piangere. Raccolgo tutto il coraggio di cui ho bisogno e le stringo la mano, prima di aprire la bocca.

"Sono ancora completamente pazza di te, Britt. E se c’è ancora una possibilità per noi, allora faro tutto il possibile per far funzionare le cose." Trattengo il respiro, guardando di lato per non perdermi la reazione di Brittany.

I suoi occhi si spostano tra i miei e le mie labbra e io ho una voglia matta di baciarla, per enfatizzare il mio discorso. Così, delicatamente, ruoto il mio corpo, posizionandomi di fronte a lei.

"Oooh- cazzo!" Sibilo di dolore, chiudendo gli occhi per fermare le lacrime che si formano immediatamente.

"Cosa? Che c’è? Ti ho fatto male al ginocchio? Oh Dio, mi spiace tantissimo!"

"No! Ho scontrato la tua gamba mentre mi sono girata. Merda, fa malissimo." Rantolo, puntando il gomito sul letto per alzarmi e guardare verso il mio ginocchio.

Il cerotto è praticamente fradicio e ci sono già macchie di sangue sulle coperte.

"Oh no, mi dispiace. Non mi sono accorta che stesse ancora sanguinando." Mormoro, mettendomi a sedere.

Brittany si alza dal letto, correndo fuori dalla stanza.

"Non ti preoccupare! Vado a prenderti un cerotto più grande e una benda!"

Ritorna praticamente subito e io lascio che si prenda cura della ferita. Applica un nuovo cerotto, assicurandosi che non possa togliersi mettendoci sopra una fascia. Con le sue dita attente riesco a non sentire dolore durante la procedura e mi limito ad osservare il suo volto concentrato.

"Puoi provare a sdraiarti sull’altro lato? Ho preso del ghiaccio per attutire un po’ il dolore."

Annuisco, girandomi lentamente dall’altro lato. Il dolore mi fa pulsare la gamba e, a questo punto, le farei provare qualsiasi cosa per farlo passare. Brittany gattona sulle coperte per sdraiarsi dietro di me.

L’eccitazione di essere tra le sue braccia in questo modo viene rimpiazzata velocemente da un freddo scioccante sulla mia coscia e qualcosa di simile a un gemito fuoriesce dalle mie labbra, perché non ero preparata.

"Scusa" Sussurra con un sorriso, lasciando scendere il ghiaccio, avvolto in un asciugamano, fino a posarlo gentilmente sul mio ginocchio. Quando lo percepisco chiudo gli occhi, perché era esattamente ciò di cui avevo bisogno.

"Va bene così?" Mi domanda Brittany, e io so che sta guardando oltre la mia spalla per vedere la mia faccia.

"Sì. E’ perfetto." Mormoro, tenendo gli occhi chiusi, mentre il dolore si affievolisce lentamente.

Dopo un po’ percepisco delle labbra calde sulla mia spalla e, così come con il ghiaccio, all’inizio rimango scioccata. Le sue labbra rimangono sulla mia pelle fino a che non riapro gli occhi, per girarmi a guardare verso di lei.

"Pensavi davvero quello che hai detto? Sai… prima di sbattere contro la mia gamba?" Mugola. La sua mano è ancora sulla mia coscia per tenere il ghiaccio e il modo in cui tutto il suo corpo è premuto contro il mio da dietro, unito ai suoi occhi blu, mi rende abbastanza difficile respirare.

"Certo che lo pensavo… perché avrei dovuto inventarmi tutto?"

Brittany ride, piegando la testa da un lato.

"Uh, perché tendi ad inventare cose solo per attirare la mia attenzione."

"Oh"

"Sì"

Credo di non poterlo negare. Ma ho bisogno che Brittany sappia che pensavo veramente tutto ciò che le ho detto prima. Perciò mi sollevo, per posare una mano sulla sua guancia. Probabilmente l’angolazione non lo rende molto comodo, ma a me non interessa quando la attiro verso di me, posando le mie labbra sulle sue. Solo adesso mi rendo conto di quanto abbia voluto baciarla da quando si è presentata a casa mia.

Ma sono contenta che non abbiamo forzato un sexy-arrabbiato bacio mentre stavamo ancora discutendo. Questo è molto meglio. Lei ricambia il bacio immediatamente e le sue labbra avvolgono il mio labbro inferiore. Il calore si diffonde nel mio petto e nel mio stomaco e sono abbastanza sicura che anche il ghiaccio sul mio ginocchio si stia sciogliendo più velocemente adesso.

Un singhiozzo sfugge dalle sue labbra quando si allontana e guarda verso di me. La sua guancia è così calda contro la mia mano e, dal modo in cui il suo viso avvampa, direi che anche il resto del suo corpo è molto caldo.

"Non staccarti subito" Sospiro, alzando la testa nel disperato tentativo di ricevere ancora qualcosa. Ma lei non fa altro che allontanarsi maggiormente, guardando direttamente nei miei occhi.

Poi, iridi blu vagano sul mio volto e io quasi non riesco a sopportare l’attesa. Non voleva baciarmi?

Ruota il viso per baciare il palmo della mia mano, per poi sorridermi.

"Scusa… per un momento non ero sicura che stesse accadendo veramente. Non sai quanto abbia desiderato che questa fosse la realtà, durante le ultime notti. Ma eccoci qui, stese sul letto a baciarci."

Sogghigno, mordendomi il labbro, mentre sollevo lo sguardo per osservarla.

"Beh, non ci stiamo proprio baciando in questo momento. Cioè, lo stavamo facendo ma poi tu ti sei fermata perché non volevi crederci. Ora che sai che sta succedendo veramente… possiamo tornare a farlo?"

Brittany non risponde, invece si avvicina per far scontrare le nostre labbra un’altra volta. Otto mesi senza baciarci… abbiamo perso tante occasioni e dobbiamo rifarci. Questa mi sembra una buona partenza, soprattutto quando Brittany dischiude la bocca, aspettando che io la imiti, prima di assaggiarmi prudentemente con la sua lingua.

Mi sto sciogliendo tra le sue braccia sperando che il ginocchio non mi facesse così male, in modo da poter ribaltare le nostre posizioni, per approfondire il bacio. Ho bisogno sentirla di più e di sentire di più ciò che stiamo facendo.

Sembra che lei abbia in mente la stessa cosa, perché la mano che teneva sul mio ginocchio comincia a salire. E’ fredda perché stava tenendo il ghiaccio, ma le ci vogliono solo un paio di secondi per riscaldarsi. Non riesco a trattenere un leggero gemito quando la sua mano mi stringe un fianco, per poi salire lateralmente lungo mio corpo.

Continua a baciarmi con molta delicatezza e sono sicura che riesca a sentire il battito del mio cuore quando posa nuovamente la sua mano sul mio stomaco. Vorrei non avere la maglietta, perché ricordo che i suoi polpastrelli erano sempre sofficissimi contro la mia pelle. Questo è quello che di solito facevo a lei. Stare semplicemente sdraiata dietro di lei, lasciando che la mia mano sparisse sotto la sua maglietta, per giocare con la sua pelle calda e sentire i muscoli contrarsi sotto il mio tocco.

Il suo respiro si infrange tremolante contro la mia guancia, quando ci distanziamo per prendere aria. La sua mano curiosa continua ad esplorare il mio busto. Potrei continuare così per tutta la notte…

"Mi è mancato tutto questo" Le confesso, sospirando di contentezza quando le sue dita mi solleticano l’ombelico.

"Non dirlo a me." Mormora Brittany, con le labbra contro la mia spalla. "Prima che mi dimentichi: ce n’è una." Aggiunge e io corrugo le sopracciglia, mentre sposto il mio sguardo sul suo viso.

"Una cosa?" Voglio sapere.

"Mi hai chiesto se ci fosse ancora una possibilità per noi… ce n’è una."

Mi perdo nei suoi occhi e non sono in grado di descrivere i sentimenti che mi pervadono quando lei annuisce per enfatizzare le sue parole. A me sembra che questo voglia dire che Brittany vuole provarci di nuovo e sento l’impellenza di abbracciare il mondo intero quando mi rendo conto che è così.

Con infinita delicatezza, per evitare di sanguinare nuovamente, mi sdraio sulla schiena, in modo che il collo smetta di farmi male e così da poter vedere meglio Brittany. La sua mano rimane sotto la mia maglietta e i suoi occhi sono incollati ai miei.

"Facciamo un passo alla volta, ok? Voglio fare le cose per bene questa volta." Le dico, posando la mano sulla parte bassa del suo collo. Lei annuisce, sorridendo dolcemente. "Non sprechiamo più occasioni, Britt…"

Brittany si avvicina per lasciarmi un bacio sul naso.

"Non ne sprecheremo neanche più una, perché otto mesi separate sono troppi."

"Mi sono sembrati anni." Aggiungo drammaticamente e Brittany alza scherzosamente gli occhi al cielo.. "Seriamente però… facciamo in modo di non essere mai più così stupide."
Brittany mi rassicura con un bacio, sorridendo sulle mie labbra.

Forse mi chiederà di passare la notte da lei. Forse le ricorderò che Fergie mi sta aspettando a casa e le chiederò di venire da me. In ogni caso mi assicurerò di usare le ore che ci separano dal mattino per recuperare tutti i baci che ci siamo perse.
 
 
  
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