Forever young, I want to be forever young
do you really want to live forever?
Forever young.
 

A chi non è mai capitato di fermarsi un attimo, anche uno solo, ed osservare il cielo, far vagare gli occhi tra le stelle che brillano, e incantarsi guardando il bianco perlato della luna? Io lo facevo spesso, era come se, guardando il cielo, tutti i problemi sparissero, come se il brillare delle stelle riuscisse a metterli in una posizione buia e oscura che li rendeva invisibili, troppo oscurati e flebili per vederli davvero.
Mi piaceva tanto quella sensazione. Ora, invece, ho troppe cose a cui pensare. Ogni notte corro da una parte all'altra per placare il dolore allo stomaco provocato dalla fame, e non mi fermo mai ad osservare il cielo buio. Anche se ho un'ottima vista, non posso fermarmi, le persone che sanno chi, o meglio, cosa sono mi danno spesso la caccia e io devo sempre scappare. Le mie notti sono monotone: corri, trova, mangia, scappa. E' come un'infinito circolo vizioso.
Qualche volta, nelle notti più calme, mi accovaccio in uno dei vicoli bui dove trovo le mie fonti di cibo e penso a quanto vorrei che tutto questo finisse. Vorrei poter tornare ad essere quella ragazza solare dagli occhi tremendamente espressivi. Vorrei tornare a fare quelle passeggiate sotto il sole estivo che amavo tanto. Vorrei tante cose, ma più di tutto, vorrei che tutto questo non fosse mai successo.
Perchè ora, da sola, senza più nessuno, il mio cuore è distrutto. E niente e nessuno può aggiustarlo.
Prima avevo tutto, ero di famiglia nobile, tutti mi amavano, adesso sono diventata "Il mostro di Londra" e tutti mi danno la caccia. I giornali parlano di me come uno squartatore, a dire il vero su tutti i giornali, sotto le foto delle mie vittime, appare spesso "Jack Lo Squartatore colpisce ancora!", a me non dispiace che le persone pensino che sia un maschio, almeno non sospettano della dolce e piccola Katherine. Ma, in fondo, tutte le persone che mi conoscevano sapevano che ero morta e sepolta nel cimitero nobile di Whitechapel. Ricordo ancora alla perfezione quel giorno...

Inizio flash-back.
"Dottore, come sta Katherine?" la voce di mia madre mi sembrava così bassa e lontana. Non era la sua solita voce allegra e melodiosa, era triste e priva di ogni sfumatura di felicità o buon umore, e questo era davvero tanto insolito.
"Signora Isobel, temo che per sua figlia non ci sia niente da fare. Il suo cuore ha smesso di battere da ormai dieci minuti." non conoscevo quella voce, ma quel tono forte e autoritario poteva appartenere solo ad un medico.
Le urla strazianti di mia madre si erano confuse al mucchio di voci tristi e dispiaciute delle altre persone presenti in quel momento. Riuscii a captare e riconoscere la voce di mio padre che cercava di consolare mia madre.
Quindi ero morta, ma allora perchè mi sentivo così piena di energie? Perchè riuscivo ancora a pensare e ascoltare? Non potevo essere morta. Però cosa ero, dunque? Forse era solo la mia anima in Purgatorio, forse le voci, i suoni e le persone che mi accarezzavano la mano per darmi un ultimo saluto erano solo frutto della mia immaginazione.
Fine flash-back.

Sfortunatamente, o fortunatamente, non ero morta. Cioè, tecnicamente lo ero dato che il mio cuore non batteva, ma non ero neanche poi così viva.
Ancora non capivo bene cosa ero, ma riuscivo a correre molto veloce, ero fortissima, fredda come il ghiaccio e non potevo morire. C'era solo un piccolo problema...per restare in forze dovevo bere sangue. Prima della mia morte, anche solo il pensiero di quel liquido rosso e ferroso mi faceva girare la testa e rischiavo di svenire. Adesso mi fa impazzire e non posso farne a meno. Questo dimostra quanto è strana la vita.
Ma torniamo a noi, come dicevo prima, i cittadini di Whitechapel pensano che io sia un'uomo e che uccida le prostitute per colpa di qualche strana malattia mentale, ma non è così, io non ho nessuna malattia! Sono costretta ad uccidere per vivere. Il fatto era che, per non sentirmi in colpa, mi cibavo con il sangue delle prostitute, la maggior parte di loro non avevano famiglia e sarebbero potute mancare solo ai loro clienti abituali. Ma ora dovevo scoprire cosa ero diventata. All'inizio avevo provato a placare la fame con i tipici cibi normali come il pane o la pasta, ma avevano un sapore disgustoso e mi veniva voglia di vomitare tutto.
Poi, senza farlo apposta, una giovane prostituta era finita nel vicolo buio dove mi ero accovacciata, aveva un braccio ferito da dove fuoriusciva del sangue. Bastò quel profumo dolce e ferroso a far scattare in me la scintilla che svegliò il mostro che ero diventata. Con un solo salto mi ero fiondata sopra la ragazza e le avevo letteralmente squartato la gola. In conpenso avevo trovato il modo di nutrirmi e tenermi in forze, anche se non mi andava molto a genio il fatto di uccidere. Ma, alla fine, meglio loro che me!




*Beezus's Time*
Cccciao pipol(?)
Questa storia mi è uscita fuori da non so dove °-°. Sono arrivata al terzo capitolo, e aggiornerò molto più spesso.
L'altra storia (She's a monster, ma cherie.) è calata un botto, quindi ho deciso che per il momento aggiornerò solo questa, perdonatemi ç_ç
Anyway, ciancio alle bande(?), la protagonista si chiama Katherine Desirèe Kadmon -Sotto proverò a mettervi una foto della ragazza che le presterà il volto-.
Più avanti capirete meglio cosa tutto sta succedendo in questo "crazy world"(?).
Sono in fase inglese oggi :'D
A presto pelle pampine,
xx, Beezus. Ecco Katherine (Se non si apre il link della foto, la ragazza in questione è Taylor Mangan): http://weheartit.com/entry/25074308