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Autore: solarial    21/04/2013    2 recensioni
Toccavano tutto, quelle maledette, tranne la parte che bramava essere tastata, per essere intossicata e catturata. E poteva sentirlo sulla sua pelle il ghigno provocatorio di quella bocca che lo sfiorava con una lentezza disarmante, come se non avesse alcuna fretta, perché si compiaceva e beava nel vederlo sottomesso, sofferente e speranzoso.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Stay Still Next To Me
Rating: Giallo
Genere: Generale, romantico, commedia, introspettivo, fluff?
Pairing: EunHae, velatissimi (fantasmi) accenni ad altre coppie che non vi dico u.u
Un grazie enorme enorme enorme enorme va alla mia amica Charlie, che mi ha sopportato e supportato alla realizzazione di questa fanfiction, e alla mia bellissima e ciccissima Naco che l’ha betata, facendole sentire la nostalgia dei vecchi tempi XD
Mi auguro che i personaggi non siano troppo OOC, specialmente Hyukjae, ma in caso contrario, ditelo che mi regolo di conseguenza. E spero di non aver distrutto i personaggi.
La storia probabilmente… anzi, senza probabilmente, presenta dei cliché. Io li adoro, non ci posso fare niente e… niente, ho provato a cimentarmi per la prima volta in una RPF. Che c’è? Lo so che ero quella del “io non lo farò mai!”… ma ormai non dovrei stupirmi più di nulla; dopo aver vagato su questi lidi dal 2005 e aver osato mettere piede nel fandom dei videogiochi… LOL
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, purtroppo, altrimenti avrei fatto sposare la EunHae rendendola ufficiale, e sarei diventata la moglie di Leeteuk. Quello lo farò lo stesso, in ogni caso u.u
Note dell’autrice:
Che dire? Mi fa uno strano effetto ritornare dopo due anni e qualche mese lontana dal mondo della scrittura. Pensavo che la mia “vena artistica” – chiamiamola così - si era estinta una volta per tutte con l’ultima fanfiction che risale al 2010, ma a quanto pare mi è bastato avvicinarmi al fandom dei Super Junior per riprendere in mano la voglia di scrivere.
Insomma, prendetevela con quei due *indica EunHae* se mi è rivenuta voglia di scrivere.
 

 STAY STILL….

 

Nonostante fosse andato a letto da almeno un’ora, non era ancora riuscito a prendere sonno.
Lanciò un’occhiata all’orologio che segnava le tre passate, e malgrado il suo corpo reclamasse riposo totale, sembrava non ci fosse proprio verso. Ne aveva un disperato bisogno, ma l’adrenalina era ancora presente e la sua mente non si degnava di svuotarsi: tanti pensieri, tante emozioni e sensazioni che giravano vorticosamente. Se chiudeva gli occhi, poteva ancora sentirle, le sue piccole ELF, che urlavano e reclamavano la sua attenzione in un mare d’infinito blu zaffiro.
Oh come avrebbe voluto poterle accontentare tutte e tenerle strette tra le sue braccia senza lasciarle andare mai; ma finché il colore del fandom avrebbe continuato inesorabile ad illuminare persino il capo più estremo ed isolato della terra, avrebbe avuto la convinzione che loro, Elf e membri, fossero una cosa sola. Ed era una delle sensazioni più belle che avesse mai provato.
Eunhyuk aveva ormai perso il conto di quante volte si era girato e rigirato tra quelle lenzuola; e se lo scopo era di trovare una posizione che gli potesse permettere il riposo totale, quel movimento continuo era servito solo a farlo agitare di più con il risultato di innervosirsi.
“Meraviglioso!” Grugnì.
Forse avrebbe dovuto chiedere alla reception di portargli del latte caldo con del miele, magari lo avrebbe aiutato a rilassarsi, ma era troppo stanco per fare qualsiasi cosa. Non ci pensava minimamente di lasciare quel letto.
Sospirò rassegnato.
Era tutto inutile, non sarebbe riuscito a dormire quella notte, con la conseguenza che tra qualche ora si sarebbe trovato faccia a faccia con le occhiaie e il viso gonfio. Per fortuna che Yesung aveva dato a loro la sua dannata scorta di occhiali da sole, così, con la scusa di indossarli, avrebbe protetto la sua immagine dai flash dei media e delle fan e fatta pubblicità al suo Hyung.

Eunhyuk aprì gli occhi leggermente quando sentì il cigolio della porta e, pensando che potesse essere il Manager in giro di perlustrazione notturno per vedere se tutti stavano al proprio posto come avrebbero dovuto essere piuttosto che girovagare tra i corridoi dell’albergo giocando – tipo Henry e Zhoumi - o passare la notte a bere del vino – tipo Kyuhyun e Sungmin – o a parlare al telefono – tipo Ryewook con Yesung –, cercò di apparire come se stesse dormendo.

Per un attimo non gli prese un colpo quando sentì il materasso abbassarsi al peso di qualcuno. Che fosse stato scoperto?
Eppure non era la prima volta che fingeva, e di solito Manger-Hyung, dopo aver osservato la situazione, se ne andava via lasciandolo da solo. Ovviamente lui sospettava che Manager-Hyung sapesse benissimo che fingeva ma non aveva mai detto niente, almeno, non sul momento. Che cosa era cambiato? Si morse l’interno della guancia con fare nervoso. Poteva benissimo sentire il cuore battergli all’impazzata nel petto.
Non è che gli andasse tantissimo essere ripreso proprio quella sera.
Andiamo!
Dopotutto non era colpa sua se non era riuscito ancora a chiudere occhio…
Non riuscì a impedirsi di inghiottire la saliva in eccesso e, cercando di restare il più immobile possibile, attese di sentirlo parlare, ma dopo alcuni minuti si chiese se non fosse stata la stanchezza a giocargli un brutto scherzo… eppure il peso sulla parte destra del materasso c’era eccome, per non parlare di quella sostanza bagnaticcia – che lui aveva collegato a bava - che poteva sentire sulla schiena nuda.
No, quello decisamente non era il Manager.
Sospirò lentamente rilassandosi a quella scoperta.
C’era solo una persona che era capace di arrivare tanto, ed era proprio quella che dormiva beata alla sua destra.
Lee Donghae.
“Ancora sonnambulismo, eh?” disse piano “Ormai non ci crede nessuno Hae.” aggiunse ridacchiando teneramente tra sé e sé.

Non riuscì a trattenere un sorriso guardando come le labbra di Donghae emettessero suoni senza alcun senso. Scosse piano la testa divertito; potevano anche essere passati tantissimi anni dalla prima volta che si era trovato in quella situazione, eppure certe abitudini erano proprie dure a morire. Donghae ne era la prova vivente. 
“Resterai sempre così, vero?” gli chiese come se potesse rispondergli “Donghae, non permettere a nessuno di cambiarti, va bene? Nemmeno a me, soprattutto a me, ok?” aggiunse poi seriamente.
Cercando di non svegliare l’altro, Eunhyuk scivolò lentamente verso il basso e con movimenti lenti e misurati inclinò la testa in modo da essere alla stessa altezza di quella del compagno, soffermandosi a osservarlo in ogni suo particolare.
Accarezzò con i suoi occhi il viso di Donghae, toccandogli, come delicate ali di farfalla, la fronte per risalire laddove spesso le sue dita avevano attraversato quei capelli così soffici; le sue guance, così paffute e perfette che si sollevavano quando gli occhi ridevano spensierati e gioiosi facendo illuminare il viso; il suo mento, dai lineamenti forti e decisi che aveva sfiorato in diverse occasioni e quelle labbra, che non riusciva a resistere dal vedere e toccare, perché tastarle non era mai abbastava. Erano come una sorta di droga, dal sapore dolce e dal retrogusto amaro da cui dipendeva completamente.
Ma c’era una cosa che adorava oltre ogni misura: i suoi occhi.
Erano belli, capaci di allargarsi come fanali quando era curioso o sorpreso di qualcosa: parlavano più di quanto lo facesse la sua voce.
Erano puri, perché nemmeno gli anni passati avevano spazzato via quel velo d’innocenza che era capace di scorgere dentro.
Erano due specchi di lago profondo nel quale si tuffava volentieri per naufragarvi dentro e perdersi in quello sguardo che lo cullava e accarezzava; perché nell’immensità di quelle emozioni riusciva a scorgere se stesso come un uomo diverso, bello nel fisico e nell’anima. Si vedeva come lo vedeva Donghae. Ed era la cosa più bella che potesse esistere ed esserci.
Eunhyuk si avvicinò al punto da riuscirne a sentire il respiro pesante e regolare sul viso; chiuse per un attimo gli occhi beandosi di quella sensazione che sembrava cullarlo come una dolce ninnananna. Senza rendersene conto si ritrovò a emulare il respiro di Donghae, alzando e abbassando il petto alla stessa maniera e si sentì come se potesse essere parte di lui. Era in momenti come quelli che trovava la forza di andare avanti, la consapevolezza che bastava così poco, come respirare all’unisono, per renderlo felice e rilassato.
Era buffo pensare a come dopo tutti quegli anni continuassero a cercarsi inesorabilmente senza quasi rendersene conto. Si rincorrevano in un cerchio che non si sarebbe mai spezzato, perché l’uno era la costanza e l’essenza dell’altro. E non era assolutamente un’abitudine quella, e nemmeno un’ossessione, oh no; era molto, molto di più: era pura e nuda necessità.
Erano amici, erano fratelli, erano anime gemelle, erano la stessa persona e al contempo due parti separate della stessa moneta che s’incastravano alla perfezione tra pregi e difetti.
Sua sorella, una volta, li aveva paragonati al girasole e al sole. Perché l’uno non sarebbe sopravvissuto senza l’attenzione dell’altro e Eunhyuk non poteva vivere senza posare il suo sguardo su quello di Donghae.
A lui bastava veramente poco, perché era sufficiente guardare il compagno per rincuorarsi e liberarsi da tutti i cattivi pensieri, le fatiche delle prove, gli estenuanti concerti…
C’era chi aveva frainteso negli anni il loro rapporto, e chi lo aveva giudicato come malato e ossessivo perché bastava che restassero separati per poche ore per andare in escandescenza – e no, non bastavano le telefonate o i messaggi -, ma loro non capivano, non avrebbero mai compreso che loro erano molto di più di ciò che avrebbe visto la gente.
***
“Hyukkie, perché ci guardano in quel modo quando ci teniamo per mano?” Aveva chiesto Donghae guardandosi furtivo a destra e sinistra “Guardali! Sembra che stiamo facendo qualcosa di sbagliato!” aveva aggiunto poi triste mentre gli accarezzava le mani con le sue dita lunghe e affusolate, sfiorandole con una lentezza quasi disarmante, seguendole con gli occhi grandi e profondi per imprigionare dentro di sé ogni centimetro di quella pelle che gli anni di duro lavoro avevano reso callose e forti.
Eunhyuk aveva sospirato. Non era la prima volta che Donghae gli poneva quella domanda e di solito non avrebbe risposto o lo avrebbe distratto in qualche modo, magari comprandogli del gelato. 
“Perché non capiscono, Hae. Loro non vedono ciò che vediamo noi.”
“Perché? Cosa vedono loro?” aveva chiesto con un’innocenza che aveva quasi messo in ginocchio? Eunhyuk.  
“Vedono molto di più di ciò che vogliono vedere.”
“E allora perché quando lo facciamo davanti alle telecamere o davanti alle fan va bene?”
“Perché la finzione non è altro che uno specchio distorto della realtà, Hae!” 
Donghae aveva inclinato la testa di lato strabuzzando gli occhi, cercando di capire cosa volesse dire il compagno. Eunhyuk aveva sorriso guardandolo tutto preso, e si trattenne dal toccargli la fronte tesa e concentrata per distogliere le pieghe che si erano formate. Eppure era la verità. Sapeva benissimo che la società dove vivevano era completamente diversa dal mondo in cui erano nati come membri dei Super Junior. 
Perché il duo EunHae aveva motivo di esistere tra le mura della SM e nelle aspettative dei fan, ma sarebbero stati giudicati e sputati come sbagliati dalla società coreana. Non avrebbero retto nemmeno se ci avessero provato, erano troppo deboli di fronte alla cruda e nuda cattiveria. 
Non poteva fingere, nemmeno se lo avesse voluto, era qualcosa che lo terrorizzava fino allo stremo, perché sapeva benissimo che non sarebbe sopravvissuto se avesse proclamato a voce quali fossero i veri sentimenti per Donghae. Aveva giurato che lo avrebbe protetto da ogni pericolo e insidia, dalle male lingue, da se stesso se ne fosse stato necessario per cui, era davvero disposto a portare con sé Donghae laddove lo avrebbero guardato con occhi pieni di rancore e derisione?
Sarebbe davvero stato disposto a perdere tutto quello che aveva guadagnato tra notti insonni, lacrime, sudore e sangue? Sarebbe stato davvero capace di mettere tutto da parte, il suo orgoglio e la sua passione per la danza, per uscire allo scoperto? 
No. 
E sapeva di essere un maledettissimo egoista e ipocrita, ma non voleva rinunciare né al suo status di Idol né alla persona che gli stava accanto, perché non era niente senza la danza e Donghae.
La verità era che non era ancora pronto ad un passo come quello.
 

 ….NEXT TO ME


 
“Perché non dormi?” la voce rauca e impastata dal sonno di Donghae lo riportò al presente.
“E tu perché non sei in camera tua?”
“Perché non mi andava di stare da solo e gli altri hanno chiuso la porta a chiave!”
“Tzè, e quindi hai pensato che andasse bene la mia camera! ”
“Beh, era l’unica aperta!” rispose Donghae come se fosse la cosa più ovvia del mondo, incastrando la sua gamba tra quelle di Eunhyuk.
Approfittando del fatto che il compagno sembrasse essere stato preso alla sprovvista da quel movimento improvviso, con un colpo di reni, si mise sulla schiena portando con sé parte del corpo di Eunhyuk, così che quest’ultimo fosse quasi su di lui.
“Ma che fai?”
“Ho freddo!” mugugnò Donghae.
“E perché non ti copri?”
“Ma io mi sto coprendo, stupido, non vedi?”
“Con il mio corpo? E lo stupido sei tu, non io!”
“Mi piace, è caldo e accogliente!” rispose sospirando beato mentre sentiva su di sé gravare il peso delle ossa di Eunhyuk. Lo circondò con le sue braccia affinché non scappasse via.
Quella era una delle sensazioni più piacevoli che potessero esserci, perché era come se Eunhyuk fosse una coperta nata appositamente per fargli sentire protezione e calore. Più sentiva il suo peso addosso e più si sentiva al sicuro, e non c’era niente al mondo che lo avrebbe spaventato o messo in ginocchio.
Eunhyuk si ritrovò a sospirare sconfitto.
Donghae non lo avrebbe mollato e per quanto fragile potesse apparire all’esterno con quegli occhi da cucciolo spaurito, dentro era dotato di una forza non indifferente e si poteva benissimo notare, giacché, a differenza delle sue braccia che erano composte per buona parte di ossa, quelle di Donghae erano muscolose. Era incredibile come potessero essere diversi fisicamente, ma riuscissero a completarsi a vicenda.
“Te l’ho detto che mi piacciono così colorati i capelli?” chiese piano Donghae prendendo ad accarezzargli i capelli. Per fortuna aveva eliminato quell’orribile color… blu? O era azzurro? Grigio topo?
Non faceva in tempo ad abituarsi che Eunhyuk lo stupiva con un nuovo colore e taglio lasciandolo senza fiato. Ok, sapeva benissimo che la scelta non era colpa sua, ma questo non gli impediva di essere in disaccordo con le stylist e parrucchieri…
“Sì, tante volte.” rispose Eunhyuk appoggiando la testa tra l’incavo e la spalla del compagno, rilassandosi sotto il tocco esperto di quella mano che sapeva dove e come toccarlo per distendere i nervi tesi.
“Però dovresti farli crescere un po’ di più e magari evitare di farti colori strani: se continui così diventerai calvo prima dei trenta!” aggiunse ridacchiando per poi lasciarsi sfuggire un mugolio di dolore visto che Eunhyuk lo aveva pizzicato sul fianco.
“Io sono bello anche da pelato, ricordatelo!”
“Se lo dici tu, l’importante è crederci!” un altro pizzicotto seguito dalla risata addolorata di Donghae.
Nessuno dei due parlò per qualche tempo, entrambi immersi nei propri pensieri, lasciandosi cullare dai battiti del cuore e dai propri respiri. Eunhyuk si ritrovò a sorridere sentendo come stessero provando a  respirare alla stessa maniera.
Pure da svegli.
Si ritrovò a inalare il profumo di Donghae. Chiuse gli occhi assaporandone l’odore, inebriandosi di quella sensazione come se fosse un afrodisiaco che lo stordiva e lasciava addosso un senso di velata leggerezza e freschezza.
Non era mai riuscito a identificarne un nome preciso, perché era strano e particolare il suo profumo. Era come se una parte di sé riuscisse a captarne l’odore del latte. Quel tipico odore che si poteva sentire addosso ai bambini.(*) E al contempo stesso era mascolino e deciso, un contrasto che lo rendeva unico e particolare. Come lui. 
“Hyukkie? Dormi?” chiese Donghae dopo un po’ non percependo alcun minimo movimento da parte del compagno.
“Ci stavo quasi per riuscire, ma grazie a te adesso sono di nuovo tra i vivi!” rispose un po’ scocciato. Eppure c’era quasi riuscito! Non poteva continuare a restarsene zitto e cullarlo come stava facendo?
“Non riesco a dormire” si lamentò debolmente l’altro e per Eunhyuk non c’era bisogno di guardarlo per sapere che stava sfoderando il broncio.
“Vuoi che ti canti la ninnananna?” chiese ironico.
“No, sarebbe peggio e mi faresti venire il mal di testa!”
“Tzè, come se tu fossi migliore di me! Almeno io ho una voce sexy e suadente!” E non era affatto ironico, ci credeva seriamente in questo.
“Che cosa c’è?” gli chiese poi. C’era qualcosa che lo turbava e lo poteva percepire nell’aria.
Non c’era bisogno di guardarlo in faccia per sapere che Donghae era in preda ad una battaglia con se stesso cercando di capire se fosse il caso o meno di parlare.
Era da qualche periodo che lo vedeva strano. Lo aveva osservato in silenzio e in attesa che venisse da lui, sebbene vederlo in preda a chissà quali pensieri lo aveva quasi costretto a metterlo spalle al muro, pronto a tirargli fuori con le pinze le parole se ne fosse stato necessario. Ma aveva deciso di aspettare, perché sapeva che costringerlo avrebbe significato peggiorare la situazione.
Sebbene sul palco, nei fan meeting o tra i membri risultava lo stesso ragazzo di sempre, lui aveva notato che da qualche tempo c’era qualcosa che non andava. Lo poteva sentire a pelle e si era spesso trovato a guardarlo, senza che Donghae se ne accorgesse, mentre quest’ultimo si ritrovava a fissare il vuoto con gli occhi pieni di malinconia e tristezza. Come se portasse un peso dentro che lo stesse schiacciando.
Eunhyuk circondò le spalle di Donghae con un braccio, mentre l’altro scivolava sulla vita e con un movimento di reni, alzando il bacino di Donghae, lo fece sedere sulle sue cosce costringendolo a stringere le gambe attorno alla sua vita, facendolo arrossire di fronte all’intimità di quella posizione.
Eunhyuk ghignò soddisfatto guardando l’altro imbarazzarsi.
“Che c’è? In fondo non sarebbe la prima volta che ci troviamo in posizioni così… suggestive” disse mentre alzava ed abbassava con fare allusivo le sopracciglia guardando come il viso di Donghae diventasse sempre più rosso per poi ricevere uno schiaffo sul braccio seguito da un “idiota” appena percettibile.
Eunhyuk prese ad accarezzargli il braccio dalla spalla fino al polso con dolcezza, percependo al tocco la pelle d’oca del compagno che lo guardava con quegli occhioni grandi e confusi.
Se si fosse lasciato guidare dall’istinto e dalla voglia che aveva cominciato a vorticare dentro di sé che gli implorava di prenderlo lì e adesso, lo avrebbe fatto ma… non era il momento giusto quello, non con  Donghae in quello stato. Lo rispettava e amava troppo per trattarlo in quella maniera, come se fosse una bambola senza sentimenti.
Lui lo sapeva, lo aveva sempre saputo, c’era molto di più per loro in quel rapporto che avevano creato con il tempo. Non era semplice istinto animalesco, non era solo lussuria o appagamento sessuale; ogni carezza, ogni singola parola, ogni bacio, tutte le volte che si lasciavano pervadere dal desiderio che bruciava lento e inesorabile, sbocciava in qualcosa di più profondo e intenso che spesso li aveva messi di fronte alla nuda verità facendoli apparire come se non ci potesse essere un domani senza l’altro. Questo li spaventava eppure li incoraggiava, perché non potevano farne a meno. Era un sentimento viscerale che si era ramificato dentro ogni singola fibra del loro essere a intrecciarsi per abbracciarli completamente.  
“Allora? Me lo dici cosa ti turba?” domandò infine.
“E’ una cosa senza senso…” rispose Donghae nascondendo il suo viso nel collo di Eunhyuk.
“Se ti fa agire così, non lo è per niente”
Lo sentì sospirare mentre sollevava lo sguardo per guardare ovunque tranne che lui. Lasciò che Donghae raccogliesse i suoi pensieri in modo da tirare fuori ciò che teneva dentro.
“E che c’è questa cosa che ho cominciato a pensare, e lo so che non dovrei, ma non riesco a impedirlo… “ cominciò piano pensando a cosa dire e a come dirlo “Noi abbiamo una certa età, e… beh, non dico che siamo vecchi  o roba simile perché non è così, però… ecco, vedi… mi chiedevo, cosa succederà quando tutto questo sarà finito?” sospirò mentre con le dita giocherellava con una delle ciocche di Eunhyuk.
“In che senso? Dici quando i Super Junior non ci saranno più?”
Donghae annuì.
“Chi ti dice che i Super Junior finiranno di esistere? Cos’è questa mancanza di fiducia? Non è da te, sai?” disse ironicamente mentre colpiva la fronte del compagno con le dita.
“I Super Junior esisteranno finché ci sarà quella lucina blu che ci indicherà la via verso le ELF. Non ci ha sconfitti nessuno fino ad adesso, né la mancanza dei membri, né coloro che non credevano in noi sin dall’inizio, né gli apparenti scandali che ci hanno segnato durante la nostra carriera!”
“Ma… cosa succederà dopo, quando noi non saremo più membri ufficiali? ”
“Non succederà nulla, fidati, nemmeno tra cinquanta, sessanta, ottanta o mille anni ci abbatteranno. Noi siamo e saremo sempre ricordati come coloro che hanno dominato le scene, noi siamo i Super Junior!” concluse mentre portava la mano nella tipica posa da “Urineun Super Junior-eh-yo”!
Donghae sorrise appena, ma quel senso d’inquietudine che provava dentro non era andato ancora via.
“Di cosa hai paura, Hae-ah?” alzò la testa di scatto guardandolo negli occhi. “Perché mi guardi così? Ti conosco meglio di me stesso, Donghae, non è la fine dei Super Junior che ti spaventa. Cosa allora?”
“Cosa…” inghiottì la saliva in eccesso e chiuse per un po’ gli occhi cercando di tirare fuori quelle maledette parole. Si leccò le labbra improvvisamente aride “Cosa… cosa ne sarà di noi, dopo…” lasciò la frase in sospeso, perché non riusciva ad aggiungere altro tanta era la paura.
Era come una morsa che gli stringeva il cuore per mozzargli il fiato e impedirgli di respirare. E faceva male. Era completamente e inesorabilmente terrorizzato da ciò che sarebbe potuto succedere che ogni volta che ci pensava, non riusciva a ragionare, era spaventato, confuso, afflitto.
Cosa ne sarebbe stato di loro quando non sarebbero stati più idols?
Che cosa sarebbe successo una volta che avrebbero dovuto affacciarsi alla realtà dei fatti e vivere come persone normali?
Non ci sarebbe più stato il fanservice a cullarli dietro la consapevolezza che almeno là non c’era bisogno di nascondersi.
Non sarebbero più stati “EunHae”, non avrebbero più potuto prendersi per mano e girare tra le strade, come le altre coppie, non avrebbero potuto uscire e avere appuntamenti, non si sarebbero potuti sposare né vivere assieme senza destare sospetto.
Avrebbero dovuto vivere una vita che non li apparteneva. Avrebbero vissuto nella menzogna per apparire normali.
Sposarsi con qualcuno, farsi una famiglia, crescere, invecchiare… era quella la normalità, no?

“Hae-ah? Donghae…  ehi, ehi… guardami!” Eunhyuk rabbrividì nel vedere il compagno in quello stato con gli occhi che riflettevano la paura e il fiato corto come se avesse corso chissà quale maratona quando era in preda ai pensieri più laceranti. Era sicuro che se accostava la mano sul petto lo  avrebbe sentito il suo cuore battere all’impazzata. Sembrava come se stesse avendo un attacco di panico.
“Guardami!” disse con più decisione, mentre gli toccava il viso in modo da costringerlo a guardarlo fisso negli occhi.
“Noi continueremo ad esistere sempre, va bene?” cercò di mantenere un tono di voce naturale, costante ma decisivo, in modo che Donghae pendesse dalle sue labbra, così che le sue parole assumessero le sembianze di miele che lo avrebbero addolcito e disteso al punto da fidarsi ciecamente di lui.
“Non c’è niente che mi possa impedire di stare con te. Niente.
Donghae, non sono i Super Junior che ci tengono legati.
E’ vero, ci hanno dato la forza e la consapevolezza di essere ciò che siamo, e ci hanno dato una mano a capire i nostri sentimenti, ma… noi siamo noi, al di là di tutto! Tu sei una parte inesorabile e inscindibile di me stesso, Hae. Non respiro, non esisto, non ho senso senza di te!”
Gli passò le dita sulla fronte madida di sudore per distendere le pieghe della fronte mentre con l’altra mano gli accarezzava il fianco, in un movimento rotatorio che sarebbe servito a fargli capire che lui era lì con il cuore, con la mente, con il corpo e che non sarebbe andato via, mai.
“Ma Hyukkie, la gente non ci accetterà mai!”
“E allora? Che ci importa di loro?”
Eunhyuk cominciò a dondolarsi avanti e indietro tenendolo tra le braccia come se avesse un bambino bisognoso di affetto e cure.
“Non lo so nemmeno io cosa ci aspetta una volta che saremo fuori dallo status di Idols, e ammetto che fino a qualche anno fa la semplice idea di uscire allo scoperto mi terrorizzava al punto da continuare a nascondermi  dietro il velo di bugie e appuntamenti a caso, ma al tempo stesso non avrei potuto rinunciare a te.”
Mise tutto se stesso nelle sue parole. Voleva che Donghae capisse. Non era solo, c’era lui con Donghae e avrebbe fatto tutto per lui, per proteggerlo e amarlo come si meritava.
“E se mi avessero chiesto di scegliere tra te e la danza, non lo avrei mai fatto, perché io non posso vivere senza entrambi. Tu lo sai, io lo so, lo sanno tutti. Non ero abbastanza coraggioso da affrontare quel passo ed ero egoista e ipocrita, lo ammetto… e lo sono tutt’ora ma… lo so benissimo che non ci saranno i Super Junior a spalleggiarci per sempre.
Però una cosa è sicura, tu sei molto di più di Donghae attore, ballerino e membro dei Super Junior, così come io non sono solo Eunhyuk il dancing machine.
Tu sei Donghae e io sono Hyukjae.”
“Io sono Donghae e tu sei Hyukjae” ripeté meccanicamente e Eunhyuk annuì.
“E non ci sarà niente che ci separerà?”
Eunhyuk annuì di nuovo con fare deciso.
“Lo so che sarà difficile perché non abbiamo tante alternative. O ci nascondiamo o veniamo allo scoperto, prendere o lasciare.
Ti sto chiedendo tanto, lo so. Ma non siamo più bambini, Donghae, non possiamo continuare a vivere così, per quanto tempo poi?” gli diede un bacio sul collo, per poi tornare a guardarlo negli occhi “Donghae, ricorda che le tue paure sono le mie, quindi so benissimo come ti senti e cosa provi, ma io sono davvero disposto a venire alla luce del sole se è quello che vuoi pure tu. Non avrebbe senso altrimenti. Lo dobbiamo volere entrambi, perché io ho bisogno di te completamente, senza rimorsi né macchie.”
“Hyukjae, non vuoi una famiglia e dei figli?” 
“Beh, sì”
Il viso di Donghae si incupì a quelle parole. Era ovvio che la volesse, e pure lui aveva nutrito il desiderio di avere dei figli prima o poi…
Tuttavia, se crearsi una famiglia avrebbe significato rinunciare a Eunhyuk, lo avrebbe fatto? A che scopo? Perché non poteva avere entrambi piuttosto? Hyuk aveva ragione, prendere o lasciare, perché era inutile pensare diversamente.
“Donghae, non dobbiamo per forza fare ciò che la gente si aspetta da noi per essere davvero felici.”
“Ma stare con me significherebbe rinunciare a qualcosa che tu desideri…”
Eunhyuk sospirò pesantemente stringendo le mani in pugni. Cominciava a spazientirsi. Che cosa doveva fare per fargli capire che era lui la cosa più importante della sua esistenza? In momenti come quelli avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, tanto era cocciuto e testardo!
“Io voglio solo stare con te, per il resto ci sarà modo e tempo per pensarci.”
“La fai sempre facile tu, vero?” Chiese Donghae guardandolo sollevando un sopracciglio con fare ironico.
“Perché lo è stupido! E’ più facile di quando sembra! E poi, possiamo sempre volare da qualche parte per legalizzare la nostra unione se è quello che vuoi. Ma bada che sei tu quello che deve mettersi un abito bianco vaporoso.” disse sollevando le labbra in un sorriso talmente largo da mostrare le sue gengive facendo arrossire Donghae.
“Ah sì? E perché?”
“Perché sappiamo benissimo chi dei due sta sotto!”
“L’ultima volta mi pare che ci sia stato io sopra!”
“Solo perché era il tuo compleanno!”
“Non mi pare ti sia lamentato però!”
“Beh, la percentuale di EunHae nel fandom mi sembra nettamente superiore rispetto alla HaeHyuk!”
“E questo che cosa c’entra, adesso?”
“C’entra perché sono le ELF che mi hanno incoronato come “uomo” della coppia!” rispose con fare convinto mentre si pavoneggiava.
Donghae scosse la testa divertito scoppiando a ridere alla demenza del compagno. Eunhyuk era fatto così, riusciva a passare da un argomento serio a quello completamente opposto nel giro di poco con lo scopo di farlo sentire a suo agio e di tranquillizzarlo. Non erano solo i gesti ad essere preziosi, erano anche le parole e i fatti che rendevano Lee Hyukjae la persona che era e di cui si fidava ciecamente. E pensare che bastava veramente poco per vederlo piangere e frignare…
Non appena sentì le labbra di Eunhyuk sfiorargli dolcemente la fronte chiuse gli occhi, lasciandosi cullare da quella sensazione che solo Hyuk riusciva a provocargli.
Era incredibile come un semplice ed innocente bacio sulla testa riuscisse a scuoterlo al punto tale da mandarlo quasi in estasi. Era come un calore che si sprigionava dentro per avvolgerlo completamente facendolo naufragare in balia delle emozioni che ne scaturiva. Le amava e le odiava, quelle labbra. Diletto e dannazione.
Quando le labbra di Eunhyuk cominciarono la propria attraversata per marchiarlo in ogni singolo angolo del suo viso, si lasciò andare in un mugugno sofferto perché esse attraversavano i suoi occhi, le sue sopracciglia, la sua fronte, i suoi zigomi, il suo collo, il suo mento, per ricominciare in una danza lenta e tortuosa che lo stava facendo impazzire.
Toccavano tutto, quelle maledette, tranne la parte che bramava essere tastata, per essere intossicata e catturata. E poteva sentirlo sulla sua pelle il ghigno provocatorio di quella bocca che lo sfiorava con una lentezza disarmante, come se non avesse alcuna fretta, perché si compiaceva e beava nel vederlo sottomesso, sofferente e speranzoso. Ma non ebbe il tempo di dire niente perché finalmente le sue labbra sentirono il sapore di Eunhyuk e si lasciò andare in un sospiro di sollievo.
Quando sentì la punta della lingua accarezzargli il labbro inferiore non resistette all’impulso di spalancare la sua bocca così da accoglierla dentro e abbandonarsi completamente a lui, in quel bacio che sapeva di tante cose: di amore, di passione, di desiderio, di promesse, di tutto, di loro. Si mordevano, si rincorrevano, si sfioravano, si sfidavano.

Eunhyuk fu il primo ad allontanarsi. Si leccò le labbra potendo sentire su di sé ancora il sapore di Donghae e resistette all’impulso di tuffarsi ancora per consumarlo completamente. Ma vedere l’altro ansimante, con la bocca semiaperta, lo sguardo sognante e le guance arrossate… dovette far perno su se stesso per frenare quell’inesorabile voglia di scaraventarlo con forza sul letto per reclamarlo ancora e ancora e fargli urlare il suo nome fino allo stremo, per fargli capire che lui era solo suo e di nessun altro. Gli apparteneva.
“Hae…” cominciò quando ne ebbe la forza “Non ci serve un pezzo di carta per essere felici. Non ci serve l’approvazione di nessuno. Davvero. Finché questo…” prese la mano di Donghae adagiandola sul suo petto, premendola con forza così da potergli far sentire sul polso il battito cardiaco ancora in preda alle emozioni che aveva scatenato quel bacio “…finché il mio cuore batte per te niente dovrà né potrà spaventarti. Ma bada, il mio cuore lo farà per tanto, tantissimo tempo Hae-ah…”
E Donghae finalmente si sciolse in un sorriso che gli illuminava tutto il volto facendolo respirare nuovamente. Ed era così che Eunhyuk lo avrebbe voluto vedere, felice e contento, senza la paura che offuscava i suoi occhi o ansia che oscurava la sua mente, ma con la speranza di essere amato sempre e comunque per ciò che era.
Non avevano bisogno di altro.
Solo di loro.
Hyukjae e Donghae.
 


“Hae-ah… queste sono le mani che voglio tenere sempre con me, per cui non lasciare mai la presa.”


 
Fine
 
 
 
 
Note finali:

Ringrazio infinitamente chi ha avuto la pazienza di leggere ed arrivare fino in fondo.
E chissà, magari il prossimo esperimento in cui mi cimenterò sarà con una KyuMin o Yewook. Staremo a vedere ^^ 
(*) Ok, so che sembra strana come cosa, ma è l’odore che spesso sento addosso a mia sorella quando dormendo assieme: le sento sul collo quella specie di fragranza che mi ricorda latte e bambini xD Eh beh, mi piaceva come cosa e l’ho messa addosso a Donghae u_u
   
 
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