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Autore: BarbaH GerardaH    21/04/2013    4 recensioni
Sophie vive a Los Angeles dove lavora per un'agenzia che fornisce servizi di "tuttofare" esclusivamente a clientela "vip". Finito l'ultimo incarico, dovrebbe godersi le meritate ferie ma, per una serie di motivi, si ritrova incastrata a prestare servizio a casa di Jared Leto, con tutte le conseguenze del caso: Sophie è testarda, determinata, tiene molto a fare bene il suo lavoro e non ha la minima intenzione a farsi mettere i piedi in testa da Jared; d'altro canto, a Jared non piace essere contraddetto e cercherà in ogni modo di far impazzire la poveretta. Come finirà?
Dal capitolo 10:
"Il manico del frustino si abbatte sul viso di Jared, più precisamente, a metà tra l'occhio sinistro ed il setto nasale. Il cantante prorompe in un urlo disumano e cade all'indietro, tirando una testata al muro.
ODDIO, L'HO AMMAZZATO. SIGNORI, HO APPENA UCCISO JARED LETO."
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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*I WANT TO FUCK YOU LIKE AN ANIMAAAAAAAAAAAAAAAAAL*


"Aaahhhhhh!"

Mi metto a sedere sul letto di soprassalto; la prima cosa che faccio è tirarmi le coperte fino al mento mentre mi guardo intorno. Cosa diavolo succede? Chi è che strilla così?
Butto un'occhio sulla sveglia, poggiata sul comodino, di fianco il letto.
Le 4.30 del mattino.
Non è possibile.

Rimango in silenzio per capire meglio cosa stia succedendo e, mentre il mio cuore riprende pian piano un battito accettabile, appena sotto la soglia dell'infarto, mi rendo conto che, gli urli disumani che sento, non sono altro che i Nine Inch Nails con Closer. Quindi, qualcuno, ha messo Closer a tutto volume alle 4.30 del mattino.
Mille ipotesi, mi giungono alla mente: penso alla venuta degli alieni, al complotto internazionale, all'arrivo della fine del mondo, alla possibilità che le aziende che producono apparecchi acustici vogliano aumentare le vendite dei loro prodotti rendendoci tutti sordi ma, in realtà, so che questa boiata assurda ha un solo nome: Jared Leto.

A questo punto, non so se sia meglio scendere e vedere cosa stia combinando o far finta di nulla e continuare a dormire, dato che la mia giornata lavorativa parte alle otto.
Sai che c'è? Arrangiati Leto.
Mi rimetto sotto le coperte cercando di riprendere sonno.


*YOU GET ME CLOSEEER TOOO GOOOOOD*


NO. NO. NO. NO.

Mi giro e mi rigiro nel letto, mi premo il cuscino sulla testa, cerco di tapparmi le orecchie con le mani, ma niente. Il rumore è troppo forte.
E' l'alba santo cielo. Ma che gli dice il cervello a questo qui?
Ah già, è vero. Probabilmente, non lo ha più. Lo avrà perso nello scarico della doccia dopo ieri sera.
Di sicuro, la sua idea è quella di tenere la musica a palla finchè quella disgraziata di Sophie non scende, così la potrà punzecchiare ancora un po'. Okay Leto, adesso scendo, ma non avrai vita facile.
Inforco le mie ciabatte di peluche, infilo la vestaglia e mi dirigo verso la porta della camera. Non faccio in tempo ad aprirla, che il volume della musica si alza ancora di più.
Dio santo mi sta scoppiando la testa.

Scendo di corsa le due rampe di scale, rischiando di inciampare e rompermi il femore (dettagli) e sorpasso a grandi passi il salotto fino alla cucina, dove trovo Jared comodamente seduto, intento a bere un succo di frutta.
Spiegatemi come un uomo che alle 4.30 del mattino beve un succo di frutta, al buio, con la musica a palla, possa essere riuscito ad avere successo nella vita. Spiegatemelo perchè, almeno, da domani inizio anche io, così non sarò più costretta a lavorare per gente del genere.
Mentre lo guardo per capire se sia in trance o, cosa più probabile, sia semplicemente rincoglionito, Jared continua a non muovere un muscolo. Tiene gli occhi chiusi anche se, credo, si sia accorto della mia presenza perchè, all'improvviso, sorride compiaciuto.

"Jared, scusami, ma solo le 4.30 del mattino. Potresti almeno abbassare il volume della musica per piacere?"

Jared apre gli occhi e colgo uno strano guizzo nel suo sguardo. Lentamente, senza proferire parola, si alza poggiando il bicchiere sul ripiano della cucina e mi si avvicina con sfrontatezza.

"Se non sbaglio, Sophie, questa è casa mia e tu sei semplicemente una dipendente; inoltre io soffro d'insonnia, non dormo praticamente mai e, quindi, devo combattere la noia in qualche maniera, a meno che tu non possa suggerirmi un modo più costruttivo per farlo."

Nel finire la frase prende una ciocca bionda dei miei capelli tra il pollice e l'indice e me la sposta dietro l'orecchio; adesso mi è talmente vicino che sento il suo respiro addosso.
Mi allontano immediatamente mentre cerco di mantenere un minimo di controllo.
Ma questo è scemo. E' strafatto di succo di frutta. Per chi mi ha preso?
Nel frattempo, la musica continua ad andare a volume massimo.

"Ascolta Jared, forse la musica troppo alta ha spinto i tuoi ultimi neuroni a fare Harakiri, però così non va. Io sono qui per lavorare, non ti puoi comportare in questo modo e, poi, dato che il rumore così forte ti avrà di sicuro sciolto il parecchio cerume presente nelle orecchie, aprile e ascoltami bene: ho capito il tuo gioco e sappi che non mi vedrai scappare da questa casa."

Mi guarda sorpreso e, inclinando leggermente la testa, accenna un sorriso ma non prova a replicare, almeno, non adesso.

"Non l'avrai vinta, fosse l'ultima cosa che faccio. Sarai tu che dovrai cacciarmi e so che non lo farai perchè, in fondo, hai capito che sarò un grande aiuto per te in questi mesi. Quindi, se vogliamo andare avanti così, fai pure e vediamo chi la spunta."

Prendo un bel respiro. E' fatta, spero abbia capito.

Dal canto suo, Jared non si scompone minimamente, ma anzi mi viene di nuovo incontro, questa volta bloccandomi tra il muro e l'angolo del frigorifero.
Oddio e adesso cosa vuole fare? Non dovrò mica tirargli un calcio nei paesi bassi e correre a chiudermi a chiave in camera vero?
Che poi, dopo ieri sera, inizio a pensare che gli piaccia farsela esclusivamente con se stesso.

"Oh Sophie... Non puoi capire quanto mi rendi felice. Dicendo così mi hai appena dato campo libero. Farti impazzire sarà la mia nuova passione. Non voglio mandarti via ma, al contrario, voglio che tu resti qui con me fino alla fine, perchè sarà dannatamente divertente. Comunque, fossi in te, non mi lamenterei della canzone. Closer è il brano più romantico di sempre, la canzone d'amore per eccellenza e l'ho scelta apposta per te."

Detto questo, mi pizzica il sedere.
Okay. Cioè, non è affato okay. Mi ha appena toccato il sedere dannazione!
Ora le cose sono due: o prendo il trinciapollo alla mia sinistra e prima lo eviro e poi glielo pianto nella giugulare lasciandolo morire dissanguato in preda ad atroci sofferenze, oppure cerco di mantenere la calma, il sangue freddo e tutto ciò che di ghiacciato ho disponibile al momento, senza farmi scoppiare un'aneurisma.
Dio Leto, spero che entro sera, ti caschi il tuo amichetto, cosicchè tu non possa più fornicare come un babbuino in calore. Sarebbe la giusta punizione per un depravato della tua caratura.

Lo spingo via, non troppo violentemente, in modo da crearmi un piccolo varco per uscire da quella scomoda posizione e, dandogli le spalle, prima di tornare in camera gli lancio un'ultima frecciatina: "Io ora me ne torno in camera a dormire. Ti ringrazio per la canzone ma, per favore, non dedicarla alle ragazze per fare colpo: guardandoti in faccia, faresti più bella figura a dedicare una cosa più alla tua portata, non so tipo Baby di Bieber ecco."

Sento che inizia a tossicchiare: probabilmente, aveva iniziato nuovamente a tracannare il succo di frutta che, evidentemente, gli è andato di traverso.
Allora Dio esiste, grazie.
Decido, quindi, di concludere in bellezza.

"Ah, un'ultima cosa: tieni quelle maledette mani a posto o ti giuro che non sarai più in grado di usarle; specialmente la destra. Anche perchè le persone che versano nella tua triste condizione, ne hanno un disperato bisogno; quindi stai attento."

Senza nemmeno ascoltare la sua replica, mi avvio verso la mia camera per cercare di dormire quel poco che resta, o quantomeno provare a calmarmi.

 
*beep beep*

 

Apro gli occhi, la sveglia segna le 7.30 ed io mi sento letteralmente a pezzi.
A differenza del casino assoluto che regnava in casa fino a qualche ora prima, adesso c'è un silenzio quasi tombale. Scommetto che quello lì si sarà accasciato sul letto, in overdose da succo di frutta e starà dormendo, sbavando dappertutto.
La sua camera sarà l'ultima che sistemerò, giuro.
Mi alzo lentamente e comincio a preparare sul letto un cambio pulito: ho assolutamente bisogno di una bella doccia e devo anche muovermi che tra poco meno di mezz'ora dovrò scendere giù ed iniziare il turno; in più, oggi, devo anche fare la spesa.
Spero solo che Jared stia dormendo o, meglio ancora, sia già fuori di casa. Non voglio che la sua faccia da pirlone, sia la prima cosa che mi si pari davanti alle otto del mattino.

Dopo essermi lavata e vestita, spazzolo velocemente i capelli e mi metto un filo di trucco. Prima di scendere a fare colazione, mi guardo un'ultima volta allo specchio: capelli biondi e liscissimi che mi cadono sulle spalle, grandi occhi verdi, leggermente gonfi per il poco sonno alle spalle e carnagione chiara. Sembro la versione albina di Morticia Addams e non ho nemmeno un affascinante Gomez al mio fianco, ma solo una versione sgangherata di zio Fester con un po' più di capelli.

Sospiro e scendo fino in cucina dove, al volo, mi preparo un paio di pancakes. Mentre mi sto gustando in santa pace la mia colazione, ecco che sento un frusciare di passi provenire dal salone. Bene, Satana è sveglio.
Lo vedo entrare in cucina, avvolto in una vestaglia di raso lilla e con delle moffole tempestate di strass ai piedi.
Ma perchè?
Lo guardo dall'alto in basso ma, prima di poter produrre qualsiasi frase di senso compiuto, inizio a ridere sotto i baffi. Proprio non ce la faccio a restare impassibile di fronte a questo teatrino dell'orrore.

"Ahm, buongiorno Jared. Ti preparo la colazione?"

Sfoggiando un sorrisetto impertinente, mi fa un gesto di sufficienza con le mani e si dirige verso il frigo, da cui tira fuori una bottiglia d'acqua.

"Ah, ciao Sophie, dormito bene stanotte? Hai un viso particolarmente riposato stamattina. No, non ho tempo per la colazione e anche tu dovresti darti da fare."

Mi fissa come se mi stesse passando ai raggi X. In particolar modo, ho l'impressione che mi stia guardando dalla cintola in giù.

"Ascolta il consiglio di un esperto: smettila di mangiare pancakes; andranno a finire tutti sul tuo grazioso fondoschiena. Sarebbe un vero peccato, non vedo un culo così ben fatto da almeno sei mesi."

Alzo un sopracciglio e lo guardo contrariata. Jared sei disgustoso.

"Come non detto Jared, niente colazione. Tuttavia, anche questo è un vero peccato. Dovresti mangiare un po' di pancakes, ti andrebbero a finire tutti sul cervello e, fare un po' di massa lì, non sarebbe una cosa sbagliata."

Noto con piacere che, anche se non lo da a vedere, è indispettito. Ormai lo capisco dal pulsare della venuzza sotto l'occhio sinistro.

"Se non fai colazione Jared, io sistemo la cucina ed esco a fare la spesa; al mio ritorno, mi occuperò della casa e del resto. Se non ti serve niente, io andrei."

Faccio per alzarmi e mettere i piatti nel lavello, quando Jared mi afferra per il polso.

"Mhm la spesa dici? Mi pare un'ottima idea. Shannon e Tomo arriveranno dopo pranzo per provare, ti ci accompagno io al market così ti farò vedere cosa puoi mettere nel mio frigo, dato che non mangio porcherie."

Zeus, ti prego, colpiscilo in testa con un fulmine o, se proprio vuoi tenerlo in vita, sulle balle. Cioè già devo viverci, ora deve seguirmi pure quando esco a comprare da mangiare?
Lo fa apposta.

Spero che, arrivati al market, mi lasci in pace e si faccia i suoi giri, o gli infilo una papaya in bocca e una banana in un posto oscuro che non mi sento ancora pronta a nominare.

 

Arrivati al market, non molto lontano da casa, prendo il primo carrello disponibile e mi fiondo all'interno del supermercato, cercando di seminare Jared cosa, purtroppo, alquanto difficile. Santo cielo, è sempre in mezzo ai piedi.
Non faccio in tempo a dare una prima occhiata agli scaffali, che il signorino inizia a riempire il carrello di frutta, verdura e cose biologiche; dopodichè arriva il grande amore della sua vita: la soia. Latte di soia, hamburger di soia, pasta di soia, gelato di soia.
Accidenti Jared, sei milionario! Prenditi un dannato appezzamento di terra e coltivati un'intera piantagione di soia invece che rompere l'anima così!

Ormai con il carrello strapieno, Mr. Soia mi si avvicina, buttando una piccola scatoletta in cima al mucchio di roba già presente e, con fare soddisfatto, esclama: "Bene, puoi andare a pagare, anche perchè io la fila non la faccio; ti aspetto all'uscita. Fai una cosa veloce."

Butto un'occhio sulla scatoletta: sono preservativi. Sull'etichetta si legge MAGNUM SIZE.
Ma ti prego. Sei pessimo Leto.

"Per quanto possa impegnarmi nell'essere rapida alla cassa, non credo di poter mai raggiungere la tua velocità Jared, specie nei momenti intimi."

Jared mi si avvicina e, tenendomi saldamente per entrambi i polsi, mi sussurra all'orecchio: "Sai dovresti provare Sophie, anche perchè, a quel punto, saresti tu quella ad implorarmi di concludere le cose velocemente, te lo assicuro."

Senza nemmeno rispondergli, mi avvio verso le casse.
Prima di andare a pagare, approfittando dell'assenza di Jared, decido di prendere qualcosa da mangiare anche per me: oltre ad un po' di ingredienti necessari a cucinare qualcosa di decente, aggiungo nel carrello anche pasta e caffè... tanto caffè.

Mi metto in fila alla cassa e vedo che Jared, come promesso, mi sta aspettando vicino l'uscita.
Dio è proprio uno stalker.
Che poi pensavo: adesso che devo passare alla cassa i preservativi, perchè devo fare io la figura di merda?
Aspetta. Aspetta solo un attimo. Non è detto che debba andare per forza così.
Mentre sto cercando un modo per farla pagare a Leto, mi sento pungolare sulla spalla. Mi giro e vedo un'anziana signora, sull'ottantina circa, che mi sorride amorevolmente, lanciando uno sguardo al carrello.

"Signorina mi permetta una domanda, ma perchè voi giovani usate queste cose?"

La guardo per qualche secondo in modo perplesso ma, poi, capisco che si riferisce ai preservativi.

Ah ecco. La figuraccia inizia prima del previsto.
La signora, continua il suo discorso.

"Guarda come sei bella, saresti una mamma stupenda. Non sarebbe ora che facessi qualche bel bimbo?" poi, indicando Jared, aggiunge: "Scommetto che quel bel giovanotto, vicino l'ingresso è il tuo fidanzato: non ti ha tolto gli occhi di dosso per un solo secondo da quando siamo in fila. Fa bene ad essere geloso, sei proprio un bel pezzo di figliola."

Ahahahah.

Jared il mio ragazzo.

Jared il padre dei miei figli.

I miei figli che hanno come padre Jared.

Io che faccio sesso con Jared per avere dei figli.

Signora scusi, ma dove vive lei? Su Plutone?

"No signora guardi che lei ha frainte..."

Un momento solo.
Ecco la mia occasione. Adesso si che mi diverto; Dio ti ringrazio e ti prometto che, da oggi in poi, andrò in chiesa più spesso.
La signora, intanto, aspetta una mia risposta, con un brillio di speranza negli occhi.

"Signora lei è molto gentile, ma ha frainteso la situazione: quel ragazzo laggiù non è il mio fidanzato, ma un amico. Purtroppo si trova in una triste condizione di vita, ed io lo sto aiutando."

Mentre la fila continua a scorrere, la signora mi chiede altre spiegazioni.

"Ecco la questione è molto delicata. In realtà lui si vergogna molto di questa cosa, infatti, come vede, sto facendo io la fila alla cassa per pagare questi." Indico i preservativi e sospiro malinconicamente, giusto per dare più pathos alla mia interpretazione.

"Deve sapere che il mio amico ha trascorso una gioventù di eccessi e sregolatezze, stile 'I peggiori bar di Caracas' per intenderci e, adesso, si ritrova ad aver sviluppato, a quarant'anni suonati, una dipendenza ossessivo-complusiva dal sesso e, come se non bastasse, ha contratto varie malattie veneree."

La signora mi guarda sconvolta e noto che ha gli occhi lucidi.
Indicando nuovamente i preservativi nel carrello, concludo il mio discorso in bellezza:

"Questi, ovviamente, sevono per non attaccare alla poveretta con cui ogni tanto trova un po' di conforto, Chlamydia, Sifilide e il buon Dio sa cos'altro. Ormai è un uomo distrutto, ed io gli sto vicino come posso in questo momento difficile."

A quel punto la signora, mi prende la mano e, con aria benevola, inizia a carezzarla.

"Sei proprio una brava figliola, stare così vicina al tuo amico, non dev'essere per niente facile, complimenti."

Anche tutte le altre persone in fila e la cassiera stessa, mi guardano con ammirazione e annuiscono con aria comprensiva.

"Già, non lo è affatto. Combatto con questo peso ogni giorno signora, mi creda."

Finito di pagare, raggiungo Jared ormai spazientito dall'attesa.

"Sophie, ma che ha da guardare quella vecchietta? Capisco che sono un gran figo, però che si dia una calmata! Avrà ottant'anni se non di più ed io, sono merce pregiata."

Scoppio a ridere. In questo preciso istante, agli occhi di Jared, sembrerò un'invasata ma poco male. Stiamo per andare via, quando l'arzilla vecchietta ci raggiunge.
Oh porca vacca.

"Cara, cara aspetta solo un secondo!"

Oh buon Dio, non abbandonarmi ora.

L'anziana donna, si avvicina a Jared e guardandolo dritto negli occhi pronuncia una frase che mi lascia spiazzata.

"Giovanotto, mi permetta di dirle che, nonostante tutto, alla fine la vita è stata generosa con lei. E' fortunato ad avere una ragazza così accanto. Se lo ricordi sempre, arrivederci."

Jared è a dir poco interdetto. Mi guarda fisso negli occhi, ed io arrossisco un po' anche perchè, sinceramente, non so cosa dire. Per una volta, mi è andata bene e non ho intenzione di fare danni proprio ora.

"C'è qualcosa di cui dovrei essere al corrente Sophie?"

"Non credo. La signora si è commossa perchè l'ho fatta passare davanti alla cassa, gli anziani sono molto sensibili su queste cose, dovresti saperlo bene."

Detto questo, mi avvio verso l'uscita del market, con Jared due passi avanti a me, mentre sento mormorare alle mie spalle, da circa mezzo supermercato, cose come Sifilide, viados, ubriacone, sesso estremo e Caracas. 

  
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