1-Prologue

Penso che la magia stia negli attimi. Quei momenti dove il mondo si ferma per un secondo, e di conseguenza si blocca tutto. Luna, asteroidi, Marte, Giove, Saturno. Tutti lì a guardare. Forse era uno di quei momenti, quello. Un bacio. Una promessa non detta, di appartenenza reciproca. Un attimo.

Petrichor; Il petrichor o petrichore è il nome del profumo di pioggia sulla terra asciutta (viene dal greco πέτρᾱ pétrā "macigno, pietra", e ἰχώρ ichṓr, "icore, linfa (come sangue degli dei)".

Ho sempre pensato che persino l'amore fosse una questione di attimi, millisecondi. Tutte le cose più importanti sono questioni di attimi; la nascita, l'amore, l'amicizia, la morte, il dolore, la felicità. Eppure non ho mai amato gli attimi. Preferisco vivere una vita, piuttosto che vivere di attimi. Forse quell'attimo ha rovinato tutto. Quel bacio, quelle mani intrecciate. Quell'attimo dove ho deciso di chiudere per sempre il mio cuore all'amore. Pensavo di poterlo controllare; ma ha preferito stare lì, fingendo di essersi bloccato per tanti mesi, e poi iniziare a contorcersi, in preda agli spasmi, quando ho incontrato un metro e sessantacinque di perfezione.

Intanto, ti ringrazio per aver aperto questa storia. Ci sto dando l'anima per riuscire a scriverla, e ci terrei tanto ad una piccola recensione. Per te magari non significa nulla, ma per me tanto, anche solo per dirmi che fa schifo, ma vorrei capire se vale la pena continuare a scriverla. Questo prologo è decisamente ambiguo, non ho voluto spoilerare nulla e ho voluto solo fare una prentesi sulla psiche di Zayn, anche perchè non troverete il suo pov per un po' di capitoli. 
Colgo l'occasione per ringraziare Francesca, ovvero perversjon, che conoscerete benissimo per le sue fan fiction meravigliose che vi consiglio vivamente, Midnight e Automatic in primis, che mi ha aiutato a delineare meglio la trama.
Grazie per la lettura, 
Rebecca