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Autore: _Cthylla_    21/04/2013    2 recensioni
Un'astronave spezzata in due, due fratelli, i cui destini si incrociano con quelli di autobots e decepticons. Ma...è davvero tutto come sembra?
I buoni sono davvero buoni? Ed i cattivi...lo sono tutti poi così tanto?
Dal capitolo 1:
"Spectra Specter trovava meravigliosa quella sfera di colore azzurro che, seppure in realtà non fosse così, sembrava risplendere di luce propria invece di scippare senza pudore quella di una grande stella non poi così lontana da lei. La giovane cybertroniana, uno scricciolo blu e bianco con grandi occhi azzurri che sembravano abbracciare l’Universo intero, rivolse una fuggevole occhiata al mech blu e nero seduto accanto a lei, apparentemente impegnato a pilotare l’astronave. - più che un pianeta sembra un gioiello - osservò la ragazza. Il suo compagno di viaggio accolse quell’affermazione con un breve sospiro. - può essere. Ma io e te non siamo qui per la sua bellezza…- il tono dell’uomo si raddolcì un po’ - …sorellina. Lo sai, no?"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arcee, Nuovo personaggio, Soundwave
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
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TSB16

Starscream non era nuovo all’energon extra forte.

Finì l’ennesimo cubo e lo gettò lontano, ancora in preda all’ira per il rifiuto.

Come aveva osato? Lui le aveva riparato la gamba e le era sempre stato vicino! Lui l’aveva aiutata con la riabilitazione, lui si era sorbito i suoi piagnistei perché Soundwave la evitava! Lui era quello che l’aveva iniziata al piacere... eppure Spectra aveva osato rifiutarlo, facendogli fare la figura dell’imbecille davanti a Megatron e gli altri. Come si era azzardata a fare una cosa del genere? Nessuna rifiutava Lord Starscream, nessuna!

Com’era possibile che preferisse quel muto? Era del tutto inconcepibile. Non era quella che voleva “l’uomo della vita”, lei? Non era quella che sognava la proposta ufficiale come nelle favole? Lui aveva fatto proprio così, era stato pronto ad impegnarsi seriamente, a prendere una compagna e lei non aveva capito quanto era stato grande quel gesto, per uno come lui. Lei gli aveva detto mille e mille volte di essere innamorata di Soundwave, sicuro, ma poi con chi era che divideva il letto? Con lui, Starscream, ed era sicurissimo che in quei momenti Soundwave fosse ben lontano dalla mente di Spectra. Poco contava che lei all’inizio dicesse di no, perché poi si era dimostrata sempre facile da convincere, e i "No" dei primissimi tempi, quando lo rimproverava per i baci, erano diventati "Sì" per ben altro.

"Sempre facile da convincere... diciamo quasi sempre. Non ci siamo connessi".

Dopo quell’umiliazione il processore di Starscream, forse anche spronato dall’energon extra forte, iniziò a formulare il pensiero che un risarcimento fosse d’obbligo. Era ancora del tutto cosciente di quel che faceva, ma la rabbia e un bel principio di sbornia sono sempre una combinazione estremamente pericolosa.

- Starscream?

Il seeker alzò gli occhi. Eccola lì. D’altra parte, da quando l’aveva conosciuta, Spectra aveva sempre dimostrato di avere un tempismo perfetto.

La ragazza si fece strada tra i cubi di energon vuoti che Starscream aveva lanciato via mano a mano che li aveva finiti.

- Non è bene bere così tanto.

Sembrava dispiaciuta. Sembrava compassione quella che Spectra aveva sul viso. L’aveva umiliato in quel modo osava pure compatirlo! Come se non fosse stata tutta colpa sua e del suo rifiuto!

- Quanto bevo non è un tuo problema - gettò via l’ultimo cubo di energon e si alzò, barcollando un po’ - Ho tutto il diritto di bere quanto mi pare.

- Ma ti fa male…

Ora si metteva anche a dirgli cosa era male per lui e cosa no. Quello era proprio il colmo!

"Ma adesso la farò smettere di farmi la paternale!"

L’avrebbe fatta strillare fino a farle perdere la voce, al momento del sovraccarico.

- Non quanto farà male a te.

- In che senso?

La sua frase preferita: “In che senso?”.

"Lo capirai presto, il dannatissimo senso!"

Nonostante il principio di sbornia la forza e la velocità del seeker erano ancora intatti, e non gli ci volle molto a prendere Spectra per il collo e sbatterla contro la parete.

- Dopo la figura che mi hai fatto fare pretendo un risarcimento - strappò via il pannello che le proteggeva la valvola - Ed è il minimo, maledetta piccola ingrata!

Spectra non se l’aspettava, non da lui. Era così scioccata, spaventata e confusa che non ebbe nemmeno la forza di minacciare di dargli i suoi famosi due ceffoni. Cosa stava facendo Starscream, che gli era preso, perché faceva così?!

"Lui... lui dovrebbe volermi bene, aveva sempre dimostrato di volermi bene, perché?..."

- S-Starscream, non lo fare… non sei in te!

- Sono più in me di quanto lo sia stato da un bel pezzo, invece - sogghignò - Avrei dovuto farlo prima. Avrei dovuto trattarti come la piccola puttana che sei e avrei dovuto lasciare quell’accidenti di gamba com’era, non valevi lo sforzo. Ti rendi conto?! Ti avrei presa anche se sei una storpia e tu ti sei azzardata a rifiutarmi, invece di dirmi grazie ed essere felice che ci fosse un'anima buona a volerti - sibilò il seeker.

Spectra non ci poteva credere, tanto che cedette alle lacrime. Starscream le stava dicendo delle cose orribili e quel che voleva farle lo era anche di più. Aveva lasciato perdere che Knock Out volesse tagliarle la testa, aveva perdonato Airachnid che voleva ucciderla perché quelle, venendo da due come loro, erano cose quasi normali, ma il mech che l’aveva fatta ridere, le aveva regalato i fiori, l’aveva curata, l’aveva sempre fatta stare bene, di cui si fidava, come poteva volerle fare questo?!

- Hai rifiutato la mia proposta ma sarai costretta ad accettare qualcos’altro - ringhiò Starscream - Peggio per te. Avresti potuto avere tutto, e invece-

Starscream si sentì afferrare da qualcosa e tirare indietro per poi essere lanciato con tale forza contro il pavimento da far incrinare un’ala. Subito dopo iniziò ad arrivare una scarica di colpi di varia natura che sembrava non avere mai fine. Lo stavano infilzando, pestando, gli stavano sparando addosso! Non capì cosa fosse a stringergli la gola tanto da rompere alcuni cavi del collo finché quando la vista si schiarì non si trovò davanti il liscio schermo visivo di qualcuno che conosceva bene. Era Soundwave quello che lo stava pestando tanto da iniziare a dubitare che sarebbe sopravvissuto, il dolore era atroce.

- Non è di Spectrus Specter che dovrai avere paura d’ora in poi - lo sentì affermare - Non dovevi toccarla. Non dovevi.

Era talmente furioso e preso a massacrare di botte Starscream da non pensare alla povera giovane femme sul pavimento, ancora sconvolta e tremante, che osservava la scena con gli occhi sgranati dalla paura.
Aveva visto suo fratello uccidere dei mech a sangue freddo, aveva assistito al pestaggio di Knock Out e alla terminazione di due insecticons senza accusare troppo il colpo e in passato aveva visto anche cose peggiori, ma tra quel che era successo prima (soprattutto) e la rabbia di Soundwave, così profonda che si percepiva nell’aria, Spectra si sentiva sul punto di crollare mentre,
non trovando più il pannello, si copriva la valvola esposta con una mano.
Assisteva impotente a quell’esplosione di violenza inaspettata, talmente scioccata da non accorgersi che anche Dreadwing era entrato nella stanza.

Il secondo in comando era stato attirato da gran rumore e dalle urla di Starscream, la prima cosa che aveva visto al suo arrivo era stata Soundwave che massacrava il seeker e aveva pensato di fare qualcosa per fermarlo, poi aveva guardato più in là…

- Spectra!

Corse da lei, e mentre lo faceva quasi inciampò nel pannello. Lo raccolse e diede un’occhiata a Soundwave e Starscream, iniziando ad intuire cosa potesse essere successo.
Megatron lo aveva detto, a lei, che andare a parlare con Starscream non era una buona idea. Spectra avrebbe fatto meglio a dargli retta. Dreadwing sperò solo che Soundwave non fosse arrivato tardi.
Non si curò di dirgli che non poteva terminare Starscream senza l’ordine di Megatron, era convinto che nonostante la rabbia non l’avrebbe fatto. Soundwave non sarebbe mai andato contro il loro leader, che comunque una volta saputo quel che aveva tentato di fare Starscream sarebbe stato pienamente d’accordo con quella punizione.

In ogni caso la priorità in quel momento era portare via Spectra, in evidente stato di shock.

- Spectra, sono io, Dreadwing. Capisci quello che dico?

Lei tremava ancora. Fece un piccolissimo cenno d’assenso.

- Ti porto via da qui - disse il secondo in comando, prendendola in braccio e uscendo con lei.

Doveva decidere cosa fosse meglio fare, portarla subito a farla riparare o lasciare che si calmasse coprendola temporaneamente con qualcosa? Alla fine decise per la seconda opzione.

La portò nel proprio alloggio, prese una specie di telo, la fece mettere sulla cuccetta e ce l’avvolse, poi andò a prendere dell’energon e una miscela calmante.

La ragazza si era stretta ancor di più nel telo.

- Va tutto bene. Bevi questo - disse Dreadwing.

La aiutò a portarsi la miscela alla bocca dato che le mani le tremavano ancora, e le fece bere tutta quanta la dose.

- Va tutto bene. Va tutto bene - mormorò, tenendola tra le braccia.

Come aveva potuto Starscream volerle fare del male, proprio lui che voleva prenderla come compagna di vita giusto qualche ora prima?

- D-Dreadwing - la sentì sussurrare.

- Dimmi tutto. Hai bisogno di altro? Tu dimmelo e io te lo faccio avere.

In tutto quel delirio Spectra aveva assorbito un’informazione che le giungeva del tutto nuova.
Quel che aveva detto Soundwave… già, aveva parlato, era incredibile…

- Perché Starscream ha p-paura di Spectrus Specter? Soundwave gli ha d-detto che non è più di Spectrus che dovrà avere paura d’ora in poi… p-perché gli ha detto così?

Dreadwing la guardò, perplesso. Domanda strana ma era meglio accontentarla in tutto e per tutto, in quelle condizioni.

- Spectrus Specter gli dà la caccia perché Starscream ha sterminato la sua famiglia. Non avrebbe dovuto farlo. Megatron era alleato con gli Specter ma Starscream se lo dimenticò e fece quel che ha fatto.

Altro shock si aggiunse allo shock.
L’incubo che aveva avuto allora era vero. Era stato davvero Starscream ad ucciderle i genitori, Starscream, lo stesso che l’aveva quasi stuprata.
E le aveva riparato la gamba.
E fatta ridere.
L’uomo che aveva imitato Mr.Capra per lei, con cui era quasi andata a letto era l’assassino della sua famiglia.

Quando era troppo era troppo.

- Spectra?... è svenuta - si allarmò Dreadwing.

Poverina, quel che era successo era stato davvero troppo, si disse.

Se Dreadwing avesse saputo del resto…




***


- Ancora non ci credo. Come ha potuto fare una cosa simile? D’accordo, tra me e Arcee ultimamente non andava granché bene, tant’è vero che avevamo deciso di lasciarci così che lei andasse con un altro uomo, se era quel che voleva… - Spectrus guardò Optimus Prime, che trasalì leggermente - Ma sembrava una decisione presa in perfetto accordo, invece guardate che ha fatto!

Specter recitava alla perfezione la parte dell’uomo scioccato e confuso, davanti a quelle registrazioni video opportunamente tagliate e rimontate che mostravano l’attacco degli insecticons ed Arcee che se ne andava (di sua spontanea volontà) insieme ad Airachnid come se fossero state due vecchie amiche. Spectrus rifletté sul fatto che fosse stato un bene pensare di registrare tutto, alla fine era tornato utile. Le precauzioni non erano mai troppe.

Gli Autobots erano senza parole. Non era possibile! Eppure le registrazioni parlavano chiaro: Arcee ed Airachnid se n’erano andate insieme.

Optimus Prime non credeva ai propri sensori ottici.

"Perché mai Arcee avrebbe fatto una cosa simile?!"

Non poteva essere per il motivo che aveva detto Specter, non soltanto per quello, almeno.
Prime era certo di avere una grossa parte di colpa in tutto ciò. Non avrebbe dovuto baciarla e farle capire tutto quel che c’era da capire, così lei e Spectrus non avrebbero avuto problemi e lei sarebbe rimasta alla base!
E se fosse stato per lui che se n’era andata? Per non trovarsi a dover gestire una situazione che sicuramente sarebbe stata pesante? D’altra parte lui era sempre il capo e Specter probabilmente avrebbe reso loro la vita difficile. Non che Optimus avesse paura di Spectrus, ma di certo l’enorme mech blu e nero non avrebbe lasciato che la cosa passasse sotto silenzio.

Però… Airachnid! andarsene con Airachnid! Quelle due erano nemiche giurate come lui e Megatron, se non peggio.

- Ultimamente Arcee… non ho capito cosa le stesse prendendo, ecco - intervenne Wheel Jack - Stava avendo dei comportamenti strani. Ho tenuto per me i miei pensieri finora, lei è sempre stata un ottimo elemento, ho solo pensato che fosse confusa in fatto di mech.

- In che senso? - gli domandò Spectrus, stavolta sorpreso davvero.

- Non so come dirtelo - Wheel Jack assunse un’aria un po’imbarazzata - Forse l’ha fatto perché sa che siamo abbastanza amici e pensava che sarebbe stata una vendetta o qualcosa del genere, ma Arcee era venuta da me in cerca di connessione.

- Veramente, Jacky? - si stupì Bulkhead.

Wheel Jack annuì.

Spectrus pensò con una certa soddisfazione che Wheel Jack, con la promessa di una compagna, stava tirando fuori il meglio di sé.

- Non credevo ai miei recettori uditivi quando se n’è uscita con quella storia, io naturalmente ho rifiutato, era palese che ci fosse qualcosa che non andava.

- Decisamente, direi. Vedi a non lasciarsi fare i check up quando servono - brontolò Ratchet - Se lo avesse fatto avrei potuto rimediare ai danni che aveva nel processore. Andarsene con Airachnid! Lei! Tailgate si sta rivoltando nella tomba, sempre che quella abbia lasciato qualcosa che si possa rivoltare, s'intende!

- Arcee non ha danni nel processore, se ha fatto quel che ha fatto ci deve essere una ragione valida - disse duramente Prime.

- Magari non ha retto alla tensione - disse Spectrus in tono gelido - Una delle tue tante colpe, Optimus Prime, perché l’altro uomo per cui ci siamo lasciati eri proprio tu, che a detta sua le hai fatto capire di provare qualcosa per lei - sarcastico, batté le mani - Complimenti. Ottimo lavoro. Guarda che ha fatto! Poi venite a parlare a me di danni?

Gli occhi di tutti si fissarono su Optimus.

A Ratchet suonava stranissimo. - Optimus, è vero?

Optimus evitò di guardarlo in faccia. - Sì.

Silenzio totale.

- Optimus, tu sei un Prime - disse lentamente Ratchet - Non è bene che… insomma, siamo in guerra. Lo sai. Nella tua posizione… e poi hai sempre avuto un perfetto controllo di te stesso!

- Essere un Prime e avere un certo autocontrollo non significa essere privi di emozioni - ribatté Optimus, con espressione quasi addolorata - E ad alcune di queste, per quanto si provi, non si può andare contro.

- Evita questi sciocchi discorsi intrisi di retorica, Optimus - disse seccamente Spectrus - La verità è diversa. Il tuo ragionamento è stato molto semplice, hai pensato che in quanto Prime potessi tranquillamente allungare le mani su una femme impegnata senza conseguenze e l’avresti pure fatta franca, se Arcee non fosse crollata mettendosi in pericolo come ha fatto.

Spectrus si voltò verso gli altri, la cui fiducia verso il comandante tra gli ultimi insuccessi, i nuovi avvenimenti e le parole di Spectrus Specter che suonavano così precise e sensate stava cominciando a vacillare un po'.

- E mettendo in pericolo anche tutti noi - continuò - Se Airachnid trovasse il modo di far parlare Arcee sulla posizione della nostra base, quell’insetto ci farebbe attaccare in massa dagli insecticons o venderebbe l’informazione a Megatron in cambio di protezione! Tutto questo per colpa della tua arroganza, Optimus Prime.

“A riprova del fatto che i plebei ed il potere non collimano” pensò “E nemmeno i plebei e la furbizia”.

Optimus sentiva addosso gli occhi di tutti. Lo guardavano sorpresi, delusi… in quel momento, quella detta da Spectrus sul suo conto sembrava la realtà assoluta. Magari non aveva mai pensato “Io sono un Prime quindi faccio quel che mi pare” ma aveva comunque messo gli occhi addosso ad una donna impegnata.

Indietreggiò e voltando le spalle a tutti se ne andò senza dire una parola.

- Chiara ammissione di colpevolezza - commentò Spectrus - Ammetto che non mi è stato mai granché simpatico, ma tutto pensavo meno che…insomma, Optimus si è proposto un po’come l’Anti-Prime. Uomo retto, di sani principi, senza grilli per la testa e privo dell’arroganza tipica di coloro che avevano avuto il titolo di Prime fino a quel momento - sospirò - Questo è il brutto del potere. Dopo un po’ finisce per corrompere.

Ratchet avrebbe voluto rispondere a tono ma non riuscì a dire una parola, come tutti gli altri.

“Si sta dando da fare” pensò Wheel Jack “Non gli basta rovinare Arcee, mettere discordia nella base e fare danni di ogni sorta, vuole rovinare anche Optimus e magari prenderne il posto. Chissà… magari con i suoi metodi potremmo davvero combinare qualcosa. Comunque sia faccio meglio a starmene zitto, specie perché tra poco diventerà mio cognato!”

Spectrus era stato convincente nel presentargli il “pacchetto”.

“Ha un difettuccio ad una gamba, ma chi se ne importa davanti al resto? Spectra è giovane, carina, molto dolce e mansueta, adattabile, con buone conoscenze mediche e tecniche, nobile e per lei saresti il primo in assoluto in tutto e per tutto! Un vero tesoro per qualunque mech. Per di più prendendola come compagna di vita prenderesti il cognome degli Specter, come da tradizione nel caso la donna sia di dinastia nobile, e lo diventeresti anche tu per acquisizione”.

Sembrava un buon affare e, a detta di Spectrus, sua sorella l’avrebbe accettato immediatamente senza fare storie, sarebbe bastata qualche moina. Il suo desiderio più grande era di trovare un compagno di vita, così gli aveva detto.

- Certo che Specter è convincente - bisbigliò Bulkhead al suo orecchio - ha fatto apparire Optimus come un…

- Anche se è il nostro comandante, quando sbaglia, sbaglia - ribatté Wheel Jack.

- Ti ha convinto in pieno, vedo - commentò Bulkhead.

Wheel Jack fece spallucce, uscendo seguito dall’amico.

- I fatti sono quelli che sono.

- Jacky, se ci fosse qualcosa che non va me lo diresti, sì? - lo sguardo del demolitore per un attimo divenne molto penetrante - Siamo ancora migliori amici. Giusto?

“Vorrei che fosse così, Bulk, ma sono coinvolto in cose troppo grosse che non ti piacerebbero, e ormai non credo di poter uscire dal giro”.

- Ovvio, vecchia carcassa - gli diede un pugno sulla spalla - Ovvio che lo siamo! Andiamo a farci una corsa, ci stai?

- Veramente con quel che è successo non me la sento granché - disse Bulkhead, abbattuto - Arcee... che le è preso? E anche Optimus…

Ratchet e Spectrus erano rimasti soli. Gli altri erano andati via, come avevano fatto Bulkhead e Wheel Jack.

- Qualche problema, dottorino?

- Non me la racconti giusta. Per quanto i fatti… - sbuffò.

- “Per quanto i fatti mi diano pienamente ragione”. Dottorino, se il tuo Santo Optimus non è poi così santo non è colpa del sottoscritto. Togli il paraocchi, una volta tanto.

- Non chiamarmi dottorino. Sono certo che Optimus abbia una spiegazione logica per questo.

- Allora poteva darla, quella spiegazione, invece di andarsene con la coda tra le gambe. Quell’atteggiamento significa solo una cosa: colpevole - iniziò a muovere ritmicamente le dita della mano destra sulla superficie metallica del ripiano - A dirla tutta, se non è in grado di fare il comandante sarebbe meglio che lasci il posto a qualcuno che invece ne è in grado.

- Tipo te? È a questo che vuoi arrivare?! - ringhiò Ratchet.

- Non vedo perché no. Senza falsa modestia, ho tutto quel che ci vuole - aggiunse - Quindi, se qualcuno dovesse avanzare pretese per il posto di comandante, potrei essere solo io. Naturalmente non intendo rovesciare Optimus, ma nel caso dovesse servire, dottorino… io sono qui.




***


Arcee non si sarebbe mai fidata di Airachnid. Non sarebbero mai diventate amiche, non dopo quel che la vedova nera le aveva fatto, ed era evidente quanto quella tregua temporanea pesasse a entrambe.

Avevano messo insieme tutte le informazioni che possedevano sugli Specter per vedere cosa avrebbero potuto ricavarne. Da quel che Arcee aveva capito i due fratelli erano come il giorno e la notte, ma Spectra era fortemente influenzata da Spectrus tanto da fare cose che non avrebbe mai voluto fare.

Aveva saputo anche delle violenze di Spectrus su Airachnid. Alla vedova nera ammettere quel che le era successo era costato molto ma aveva goduto abbastanza nel vedere la faccia di Arcee per la quale ogni parola era una stilettata in piena Scintilla: ognuna di esse le faceva comprendere maggiormente chi fosse il mostro con cui era andata a letto.

- …basta così! Non ho bisogno di sapere altro.

- Ammettilo, te la stai godendo sapendo quel che mi ha fatto il tuo fidanzato. Ex.

Arcee le lanciò un’occhiata tagliente. - Tu potresti ricavarne piacere ma a me, da femme o anche solo da persona per bene, quel che ti ha fatto mi disgusta. Anche se sei tu. Anche se tu in passato hai fatto altrettanto e probabilmente avresti voluto farlo a me.

- Non lo nego, anche se ormai mi hai tolto metà del piacere, essendo stata così sciocca da lasciarti portare a letto da lui. A quest’ora Specter ti avrà già rovinata, facendo credere chissà cosa ai tuoi amichetti - commentò la vedova nera - Mi immagino la recita. Quel tizio ha in mente grandi cose. Come minimo vorrà prendere il posto di Optimus.

- Non ce la farà! - esclamò Arcee - Glielo impedirò!

- L’idea è quella. Non che a me di Optimus Prime interessi, a me interessa vendicarmi. Ora tutto sta a trovare il modo… magari passando attraverso sua sorella - rifletté Airachnid - Spectra Specter sa benissimo com’è fatto suo fratello e sa anche cosa mi è successo, entrambe le volte: ha riconosciuto la mano. Se riuscissimo a prenderla e convincerla a dire a tutti…

- Se idolatra il fratello come mi hai detto non penso che lo farà.

- Se le facessimo capire che Spectrus la usa e basta e che tutto intende fare meno che del bene direbbe la verità. Sono piuttosto sicura, è più sciocca perfino di te. Per di più non è la sola cosa “scottante” che Spectra non sa, e che Spectrus avrebbe potuto evitarle: l’ultima volta che l’ho vista aveva a che fare nientemeno che con Starscream, l’assassino della sua famiglia. Sai che ridere se perdesse l’integrità proprio con lui - sogghignò Airachnid, senza pietà.

- Non c’è niente di divertente - sbottò Arcee.

Airachnid rise. - Lo dici tu! Dobbiamo solo trovare il modo di parlarle.

- Almeno sai dove possa essere?

- O è ancora con Starscream o è nella Nemesis - disse Airachnid - Ci sono solo queste due alternative.

- Se Spectra è come l’hai descritta non so cosa stia a fare lassù con i Decepticon, e Soundwave innamorato è una cosa che ha dell’incredibile. Allora prova emozioni sul serio.

- Non glielo dirà mai. In cose simili si è rivelato un disastro - rise malignamente - E più ci penso più ci godo.

Arcee fece una smorfia. - Una volta che la verità sarà venuta a galla…

- Farò fuori entrambi - concluse Airachnid - Sia Spectrus che Spectra. Nonché te. Devi pagare per tante cose.

- Non ci riuscirai mai - affermò Arcee - E non te lo posso permettere! Fai quel che ti pare con Spectrus ma non toccare sua sorella.

- Prova ad impedirmelo, cara. Ti conviene stare molto calma.

Arcee si voltò e vide dietro a sé cinque insecticons.

- Stai molto calma - ripeté Airachnid - Fai quel che ti dico ed andrà tutto come deve andare. Ora non ti varrà fatto del male ma fai qualche mossa stupida e morirai adesso, invece che dopo.

   
 
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