Questa fanfiction partecipa al concorso 100 Prompt indetto dal forum Fanfiction contest- Collection of Starlight
Il fischio del vento di un Ottobre
ormai inoltrato, si abbatte sulle finestre dell’imponente
castello di Hogwarts.
Irriverente come chi sa di essere
libero e potente.
Inafferrabile e irraggiungibile ai
mortali.
Il rumore secco di un' imposta
malamente socchiusa si riversa in una stanza poco illuminata della
superba Torre di Grifondoro.
Le pareti in mattoni cotti, di
antica e pregiata fattura, accolgono bramose il riverbero vivace delle
fiamme nel camino acceso.
Le lingue infuocate fanno ruotare le
proprie ombre sinuose sui muri.
Decine di leggiadre ballerine nere
che incantano gli occhi e il cuore coi propri passi
aggraziati.
Una
giravolta…un’altra ancora.
Le foglie caduche del platano
picchiatore volano sino al vetro della stanza illuminata confondendo le
ombre a quelle create dal fuoco.
Unendosi a quel ballo di gitani in
festa nella notte di plenilunio.
Solo il grido acuto della civetta
spezza il silenzio di quell’arcana magia.
Candide lenzuola si increspano sotto
il bladacchino di soffice velluto vermiglio.
Frusciano docili contro la pelle
serica dei due ragazzi, quasi al ritmo delle fiamme.
Su un unico morbido guanciale fili
sottili, biondi come il sole estivo, e spirali di cioccolato si
intrecciano in un abbraccio accaldato e a lungo atteso.
Raramente immaginato con sincera
speranza.
Le pagliuzze auree nelle iridi di
terra di Hermione Jane Granger rapiscono bagliori del fuoco che arde
poco distante, appropriandosene con ingenua spontaneità.
O
forse sono altre le fiamme che donano codesto splendore a quegli oceani
di resina e puro miele.
Le
spirali avvolgenti della passione…
Le
mani calde dell’inferno…
Bacini ghiacciati in lande desolate
invece sono gli occhi di Draco, che seguono non le fiamme calde, ma
quell’oro immerso nella bruna terra.
Lo cercano, avidi come un uomo
assetato in mezzo all’arido deserto, che tuttavia non riesce
a saziare la propria arsura.
Ne vuole ancora, ancora.
Potrei
stare ore e ore qui
ad accarezzare
la tua bocca ed i tuoi zigomi
Labbra disegnate da mani divine e
aggraziate.
Petali di rose adagiati su
impalpabile porcellana, fioriscono ad ogni bacio.
Baci che rubano parole al cuore e
straziano l’anima, il petto.
Marchiano a
fuoco la pelle, i ricordi che presto
svaniranno assieme alla luce argentea della luna.
senza
mai parlare,
senz'ascoltare altro nient'altro che
il tuo respiro crescere,
senza sentire altro che noi
nient'altro che noi.
Il silenzio è
l’unica musica di cui le orecchie si deliziano.
Silenzio e sospiri.
Pigri e tesi…saggiano gli
ultimi minuti di pace.
Pace nello spirito, pace con se
stessi.
[Guerra con il mondo.]
Potrei
star fermo immobile
solo con te addosso
a guardare le tue palpebre
chiudersi ad ogni passo
della mia mano lenta che scivola
sulla tua pelle umida
senza sentire altro che noi
nient'altro che noi.
Gemiti a lungo soffocati al tocco si
schiudono nell’aere.
Mille farfalle bianche che volano
verso orizzonti impervi, ma felici.
Le ali candide si scrollano di dosso
catene pesanti e opprimenti.
Spiccano finalmente il proprio primo
vero volo.
L’ultimo.
Non
c'è niente al mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo,
o un tuo movimento,
perché niente al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come quando siamo noi,
nient'altro che noi.
Preziosi attimi da chiudere in uno
scrigno incantato, affinché nessuno possa violare codeste
memorie.
Che restino pure come sono nate, e
sboccino ancora nelle menti ogni qualvolta nel buio sorgerà
prepotente il bisogno di una fiamma che porti luce e speranza.
Unici momenti che solo lei
può donare alla sua anima condannata ancor prima di nascere.
Generosa come un cortigiana, pura
come le ninfe vergini delle fonti lontane.
Unica nella sua capacità
di amare, di stargli accanto solo con le carezze dello sguardo.
Lo sente addosso e lo blandisce col
suo oro splendente.
Potrei
perdermi guardandoti
mentre stai dormendo,
col tuo corpo che muovendosi
sembra stia cercando
anche nel sonno di avvicinarsi a me,
quasi fosse impossibile
per te sentire altro che noi,
nient'altro che noi.
Un angelo stretto tra spumose nuvole
di seta, che sfiorano riverenti il suo corpo.
Lo cingono dolcemente lasciando
scoperte le spalle esili e levigate.
Esitanti onde d’argento
liquefatto lambiscono la sua superficie imperlata di amorevole rugiada.
Le braccia si muovono cercando
inconsciamente un tenue contatto.
Una dolce altalena dai sogni al
reale.
Ma torna sempre
indietro…sempre al reale, lasciandosi dietro solo
l’ebbrezza di un breve volo verso l’azzurro.
Non
c'è niente al mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo,
o un tuo movimento,
perché niente al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come quando siamo noi,
nient'altro che noi.
Freddo e nebbia aleggiano nel
maniero in cui la sua culla risiedeva attorniata da elfi.
Mai sospinta da tenere braccia
paterne.
Mai vegliata da melodiose ninne
nanne della madre.
Pregiate coltri scaldavano solo
l’erede, non il figlio.
Avvolgevano solerti Malfoy, ma
soffocavano Draco.
Una mano sulla spalla, un timida
carezza sul viso.
Un turbine roseo dipinse quel quadro
scuro appeso in bella mostra per spettatori plaudenti, ma indifferenti.
Non
c'è niente al mondo
che valga un secondo
vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo,
o un tuo movimento,
perché niente al mondo
mi ha mai dato tanto
da emozionarmi come quando siamo noi,
nient'altro che noi.
Lo scoppiettio del fuoco svanisce
lentamente.
Sempre più lieve, sempre
più ovattato.
Dall’esterno,
dai rumori del reale…
Si abbassano e sfioriscono le lingue
infuocate, mentre il sole incorona l’orizzonte del Lago nero,
porgendo il proprio saluto alla luna.
Le ballerine nere fanno il loro
inchino agli amanti ancora assonnati, svanendo in un ultimo passo di
eterea danza, proprio quando il primo raggio di sole si fa strada nella
bella torre.
Abbandonano i muri che hanno
imprigionato sospiri e parole d’amore a lungo taciute.
Oro e argento sono nati per
splendere insieme nella notte, non alla luce del sole.
Il sole è troppo forte,
opprime il loro chiarore innato che solo nelle tenebre può
liberamente pronunciarsi.
Così svanisce il sogno, con quell’ultimo inchino e l’addio delle fiamme, e giunge il reale dove non c’è posto per tale felicità.