Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Skys Hero    21/04/2013    2 recensioni
Spesso il mio amico Tony porta a casa molta della sua tecnologia aliena e un giorno mi mostrò una macchina del tempo. Ero talmente affascinato dalla possibilità di visitare i secoli precedenti alla mia nascita che insistetti finchè Tony non si decise a progettare una macchina del tempo solo per me. Da allora feci spesso qualche viaggio nel tempo, ma quello che stavo progettando in quel periodo era una vera e propria vacanza di un mese a spasso per i secoli! HAHAHA!Nulla che un Hero come me non potesse gestire!
Ma non avrei mai immaginato che una mia azione positiva mi avrebbe messo nei guai...
Genere: Avventura, Erotico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Bondage, Non-con
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Version:1.0 StartHTML:0000000167 EndHTML:0000019635 StartFragment:0000000454 EndFragment:0000019619

 

Durante la notte feci un paio di incubi, ma per il resto dormì come un angioletto finchè il miagolio stridulo di un gatto randagio mi fece sobbalzare sul letto. «Huh?!» aprì gli occhi e fuori dalla finestra vidi un gatto nero tutto arruffato che soffiava. Lo fissai per un paio di secondi e quello scomparve lungo il tetto. Mi alzai stiracchiandomi ed andai alla finestra notando che non era ancora neanche sorto il sole,ma che non sarebbe mancato poco ed anche se era ancora troppo presto decisi di andarmene. Ripresi le mie cose e scesi al bancone della taverna lasciando la chiave della stanza. Uscì inondando i polmoni di aria umida e salata. L'odore del mare non mi disturbava e mi riempì i polmoni con avidità. Notai che la mattina presto la zona cittadina del porto era molto silenziosa ed occupata solo da vecchi ubriachi. Presi a camminare lungo la strada centrale concentrandomi solo sul suono dei miei passi finchè non sentì un piccolo urlo. Senza neanche pensarci cominciai a correre vero la fonte. Raggiunsi un vicolo e quello che vidi mi irritò molto : un gruppo di uomini stavano aggredendo un innocente vecchietta! Inutile dirvi che non mi trattenni.

«Ehi!Lasciatela stare!».Scattai immediatamente contro gli aggressori. Ne stesi due con facilità subendo dei colpi al petto ed ai fianchi, ma il terzo aveva un coltello con se. Con un affondo che evitai per miracolo mi tagliò una ciocca di capelli ma riusci in questo modo ad afferrargli il braccio ed a piegarglielo fino a fargli mollare la presa sul coltello che scivolò a terra. Tutti e tre gli aggressori presero a fuggire portandosi con loro la refurtiva. Pensai di inseguirli, ma la vecchietta faticava a rimettersi in piedi.

« Signora...Sta bene?» le chiesi abbassandomi alla sua altezza ed aiutandola a rialzarsi.

«Si...Si....»rispose con voce rauca.«Grazie, giovanotto! Senza di lei non so proprio che cosa mi avrebbero fatto...». Era una vecchia avvolta in un mantello nero con un cappuccio che non mi permetteva di vedere se non fino agli zigomi, mentre lunghi capelli grigi le cadevano su un petto che una volta doveva essere prosperoso.

« Non si preoccupi, il peggio è passato!» le sorrisi.

« Oh....no!» la vecchietta cercò freneticamente qualcosa nella sua bisaccia.«Le monete di mio nipote!»

«Huh?»

«E adesso come farò!Come comprerò le medicine?!» sembrava disperata.

« Non si preoccupi!» esclamai immediatamente cercando qualcosa nel mio zaino.

«Cosa?» le presi la mano piena di rughe e vi misi sopra il sacco di monete più grande che avevo.

«Ecco! Accetti questi» gli chiusi le mani sul sacco.

« Ma, ma giovanotto! Son...E' davvero troppo!».

Scossi la testa. « Li accetti, la prego» sorrisi dolcemente ed annuii alla mia affermazione. Volevo in tutti modi aiutarla.

«Giovanotto...non so proprio come ringraziarla» porta una mano alla bocca come se si trattenesse dal piangere.« Ah!Forse un modo c'è!» indicò i miei vestiti. «Sono laceri e sporchi per via della rissa. La prego di permettermi di cucirgli la camicia».

Non mi ero reso conto che il coltello avesse mirato pure al mio fianco per lacerarmi le vesti ed anche se avevo fretta decisi di accettare la cortesia della vecchietta.

Questa mi portò a casa sua : piccola e vecchia come la sua proprietaria.

Entrammo e mi indicò un posto a sedere vicino a un tavolo traballante. La casa odorava di varie erbe ed era piena di librerie e mensole colme di barattoli con strani contenuti.

La donna si tolse il mantello eppure la frangia dei capelli non mi permetteva comunque di vederne bene la parte superiore del viso. « Nel frattempo le preparò qualcosa di caldo!» disse. Aprì la bocca per rifiutare, ma la donna sembrava così felice ai fornelli che preferii lasciarla stare.

« Ecco, tenga» mi passò una tazza di una bevanda calda e allungò le mani verso di me per ricevere la camicia. Me la tolsi e gliela misi tra le mani e lei cominciò subito a cucire.

« Mi dica, qual'è il suo nome, mio eroe?»

« Alfred!» le risposi bevendo un po' di quella bevanda calda.

«Oh, è un nome davvero grazioso» commentò « Lei è inglese,vero?».

A questa domanda quasi mi affogai. «Si» decisi di rispondere.

« Ma non è di queste parti, vero?»

« No, affatto! Diciamo che sono un viaggiatore»

« Alla sua età anche io viaggiavo molto, sa?» la vecchia continuava a cucirmi la camicia, ma teneva il suo sguardo su di me.

« Davvero?»

« Oh, si....Essere giovani è davvero molto bello»

«Ehehe, ha ragione!» commentai, anche se in quanto nazione la mia età umane era ben diversa dalla mia età reale.

« Ai miei tempi da giovani si era anche molto imprudenti ed innocenti» il suo tono cambiò diventando squillante ed acido « Coraggiosi, temerari, generosi.....Ma di questi tempi giovani del genere non se ne trovano spesso, ma lei ha tutti questi requisiti ed anche di più!» sogghignò.

«Uh?» sgranai gli occhi osservandola. Quella situazione non mi piaceva e un brivido mi percosse la spina dorsale: era il momento di andarmene.

«Eheh, grazie per l'ospitalità» comincia. « Ma credo che sia il momento di riprendere il mio viaggio, non si preoccupi se non ha finito la camicia.» Andai per alzarmi, ma le mie gambe vibrarono e cedettero al mio peso facendomi ricadere sulla sedia. «Eh?!» esclami sorpreso.

La vecchia cominciò a ridere ed alzo per bene il capo rivelando due occhi di giaccio scavati in rughe profonde.

«Non credo proprio» si alzò dal tavolo e si avvicinò a me. Ora non riuscivo a muovere neanche le braccia e non facevano altro che tremare con spasmi violenti.

Mi afferrò il mento e mi mosse la testa da una parte all'altra mentre stringevo i denti.

«Che diavolo?!»

«Shhh» mi zittì. «Ormai stavo cominciando a perdere le speranze di trovare l'ultimo ingrediente» con una mano scese a premere all'altezza del mio cuore.

« Lei è una persona fuori dal comune qui...Con ideali ed un cuore abbastanza puro da essere perfetto!». Provai a muovermi per colpirla, ma era talmente faticoso che mi mossi solo di un centimetro.

«Ahahaha»rise. « Non sei in grado di muoverti. Eh Alfred, caro?» sibilò vicino al mio orecchio.

« Non ti hanno mai insegnato a non accettare nulla dagli sconosciuti?» rise divertita. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, ma quell'affermazione mi fece accendere la lampadina.

La bevanda!Sicuramente vi era qualche droga.

Mi afferrò e mi caricò in spalla.«Wah!Che diamine?!» esclamai sorpreso.

« Ne di giudicare mai dalle apparenze?»continuò a ridere mentre cominciavo a perdere coscienza.

Che stupido! Che stupido! Che razza di stupido!

Continuavo a ripetermelo. Di solito non sono così stupido! Inghilterra mi ha insegnato tutto ciò e so bene cosa accade! Non sono mai stato così stupido! Inghilterra....

Svenni tra le braccia della donna.

 

Ripresi conoscenza poco dopo, in quella che sembrava una cantina o meglio un antro di una strega!

Tutto intorno a me ricordava la tana di una befana! Scaffali pieni di intrugli, libri, teglie per pozioni.

Provai a muovermi è mi resi contro di essere legato per bene a un angolo della stanza. Avevo la gola secca ed ero imbavagliato. Provai a tirare le corde, ma mi sentivo ancora debole. Un rumore attirò la mia attenzione, ed alzai lo sguardo in giro se pur vedevo un po' sfocato osservai una giovane donna dall'aspetto familiare scendere delle scale. Mi dimenai per chiedere aiuto quando vidi che alla luce del calderone la donna era Eva.

Questa mi notò e sorrise. « Buongiorno, mio adorato».

Pensai subito che qualcosa non andava...

Eva mi si avvicinò. « Ti vedo confuso...» bofonchiò.

« Oh, già!»esclamò ad un tratto. « Forse così sarà più chiaro».

Al posto di Eva comparve la vecchia malefica.

Digrignai i denti e ringhiai realizzando che erano la stessa persona.

«Ehehe» rise per poi tornare la giovane Eva. « Hai attirato la mia attenzione alla taverna» disse.

« Anche se all'inizio non sembravi altro che uno di quei giovani avventati che non durano a lungo» andò verso il calderone e vi aggiunse un sacco di erbe rosse.

« Ma c'era qualcosa di diverso in te ed hai mostrato qualità fisiche interessanti» continuò « Così dopo aver infestato la tua mente per tutta la notte, ti ho messo alla prova» tornò da me.

« E superando il mio piccolo test hai confermato di possedere ciò che mi serve per il mio incantesimo». Prese un coltello dalla sua bisaccia e lo puntò sul mio petto.

« Quello che voglio è il tuo cuore palpitante» si leccò le labbra. « Un cuore degno di un Leone!» esclamò con un tono euforico.

« Di questi tempi i cuori che mi si presentano sono marci e neri...raggrinziti» sputò per terra.

« Il tuo invece! Aaaah è uno spettacolo!» sogghignò facendo una giravolta.

« Certo è un peccato dover uccidere un uomo così prestante..» sussurrò «Ma questa è la vita!Aahaha» continuò a mettere qualche ingrediente nel calderone. Era chiaro che dovevo scappare da lì, continuai a tirare le corde strofinandole a un chiodo pendente della trave alle mie spalle.

« Chissà, magari potrei far diventare il tuo corpo vuoto uno dei miei burattini!»

Ok, lì realizzai che era una pazza e che se non sbrigavo rischiavo di finire nel pentolone. Ci misi più energia fermandomi appena questa si voltava dalla mia parte.

« Oh, i tuoi occhi pieni di rabbia mi rallegrano!» canticchiava con voce stridula.

Per mia fortuna il mio corpo cominciava a riprendersi dalla droga e piano piano sentivo le corde cedere.

Eva si accostò a me lucidando un coltello scuro come la pece ma con un manico dorato.

« Non mi vorrai male, vero?» disse con una smorfia « Mi dispiacerebbe». In tutta risposta le ringhiai contro e provai a colpirla.

« Oh, su! Non essere così selvaggio e irrequieto»sussurrò« Perchè sarai tu stesso a donarmi il tuo cuore» mi accarezzò il petto. Diedi un colpo secco alle corde e queste si staccarono.

«Vero?» mi domandò accarezzandomi i capelli. In un istante gli afferrai con una mano il collo mentre con l'altra mi strappavo il bavaglio. Non mi ero mai sentito così pieno di furia e di odio.

« Puoi scordartelo!». Questa sobbalzò spiazzata dalla mia reazione. «Co-come?!».

L'afferrai e la lanciai dall'altra parte della stanza contro dei barili. Immediatamente mirai le scale.

« Ma-maledetto!» strillò rialzandosi e lanciandomi contro tutto ciò che aveva. Mi riparai dietro il calderone con il cuore che batteva al mille.

« Tu sei mio! Chiaro?! Razza di animale selvaggio che non sei altro! Trattare così una donna di tale bellezza!» ruggì.

« Ma ti sei mai vista allo specchio?! Strega!» Risposi con più veleno che avessi in corpo mentre rovesciavo il calderone per creare un diversivo. Al mio gesto Eva urlò di disperazione e mi perforò i timpani.

«Tu!» i suoi capelli cominciavano a muoversi come se avessero vita propria e i suoi occhi grigi divennero totalmente neri.

Corsi il più velocemente possibile su per le scale e sfondai la porta inseguito da quello che sembravano corde nere con teste di serpente.

«Il tuo cuore!» continuava a strillare. « Dammelo!Dammelo!DAMMELO!».

Urlai di terrore e corsi fuori dalla porta della piccola casa ritrovandomi in una strada affollata di gente e piena di carri diretti al porto. Fuori dall'antro della strega ripresi fiato e bianco e sudato inciampai contro un carro fermo. In quell'istante sentì delle mani fredde e scheletriche afferrarmi per il petto e il corpo della donna stringersi al mio. Sobbalzai e deglutì.

«Tum-tum-tum» la sua voce squillante imitava i battiti del cuore. « Fa tum-tum-tum eheheh».Provai a spingerla via.

« No, no, tu non andrai via leoncino mio...» infilzo le sue unghie nel mio petto e un dolore lancinante invase il mio corpo mentre con uno strattone la scagliavo lontano da me per la seconda volta. Ansimando ripresi a correre velocemente lontano da lì.

« Se non posso averti io non ti avrò nessuno.» mi voltai, ma era sparita eppure sentivo la sua voce dentro la mia testa.

«E' inutile che scappi, farò in modo che tu non possa andare lontano».

Deglutii e continuai a correre ansimando quasi senza più fiato.

« Mio adorato, d'ora in avanti io scaglio su di te la mia maledizione!».

Avevo le vertigini, il petto cominciò a bruciare. Mi porta una mano alla gola e continuai a correre sentendo la voce della strega seguirmi sibilando qualcosa in latino.

Raggiunsi il porto e la presa che sentivo su di me scomparve in un attimo.

«Anf...anf...» mi fermai a prendere fiato.

« GYAAAAAAAAAH» un urlo assurdo mi fece sobbalzare ed osservai una signora al mio fianco cominciare a tremare e ad indicarmi sbiancando. «Un-Un!!» le sue labbra tremavano.

«Un cosa?» le chiesi, ma dalla mia bocca uscì solo un suono roco.

«Un Leone!» urlò qualcun'altro.

«Un leone?» esclamai guardandomi attorno confuso, finchè non provai a fare un passo in avanti: le mie gambe cedettero e caddi in avanti.

«Ouch...» abbassai lo sguardo e al posto delle mie mani vidi due zampe di felino. Il leone ero io!.

Provai a sollevarmi mentre in torno a me molti fuggivano, altri si armavano e altri ancora cominciavano a tirarmi pietre. Preso dal panico ripresi a correre lungo il porto. Spaventai a morte chiunque mi ritrovassi davanti finchè on mi ritrovai bloccato da un corro merci che stavano scaricando dei marinai.

Provai a dire di levarsi di torno e mi uscì un ruggito che attirò l'attenzione dei marinai.

Questi si sorpresero ma non erano terrorizzati come gli altri.

Due di essi sul pontile della nave mi osservarono.

«Che ci fa un leone nella nostra isola?» disse uno.

« Sta creando molto scompiglio» affermò l'altro.

« Al capitano non piace la confusione» continuò l'altro.

« Ehi! Però con un leone ci si guadagna molto!»

« Beh, di certo dobbiamo risolvere la situazione» uno di loro fischiò e in un attimo mi ritrovai circondato da venti uomini armati con pistole, fucili, corde e reti.

Li osservai e cercai di trovare una via di fuga, ma fu tutto inutile. Provai a sollevarmi, ma questi mi furono addosso. Riuscii a buttarne a terra solo cinque e in un attimo mi ritrovai legato come un salame ed avvolto da una rete.

« Bene, pirati!Portatelo a bordo!» ordinò uno dei due sul ponte.

“Pirati?!” pensai di essere veramente nei guai.

Fui trascinato a forza mentre cercavo di liberarmi dalla corda che mi legava il muso.

Ero sicuramente passato dalla padella alla brace.

Tutti i marinai intorno a me cominciarono a colpirmi ed a discutere se vendermi vivo, se uccidermi e vendere la mia pelliccia, se mangiarmi o altre cose che preferisco non ricordare.

Sul ponte della nave si creò una confusione tale che le mie orecchie presero a fischiare.

Ma poi, scese tra la ciurma un silenzio mortale.

« Cosa succede qui?»

Quella voce era così familiare che drizzai subito il muso.

«Ca-capitano!» esclamò qualcuno.

«Cos'è questo?» una figura austera si avvicinò a me e appena lo vidi il mio cuore sobbalzò.

“Inghilterra?!” sobbalzai.Eh già! Difronte a me si presentava l'Arthur Kirkland pirata. Il vecchio re dei sette mari!.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Skys Hero